Artena e comuni dei Lepini (LT). Cittadini ed enti locali contro Ecomostro Fassa-Bortolo. La voce del PCI

Artena e comuni dei Lepini (LT). Cittadini ed enti locali contro Ecomostro Fassa-Bortolo. La voce del PCI

13/09/2024 0 Di Maurizio Aversa

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Il 6 set­tem­bre ad Arte­na si è svol­to l’importante appun­ta­men­to con­tro la realizzazione/ampliamento del­la strut­tu­ra pro­dut­ti­va del­la Fas­sa. La sala par­roc­chia­le che ha ospi­ta­to cit­ta­di­ni, rap­pre­sen­tan­ti del­le isti­tu­zio­ni, movi­men­ti, asso­cia­zio­ni, espo­nen­ti dei par­ti­ti era mol­to affol­la­ta. Il Comi­ta­to Uni­ti per la sal­va­guar­dia dell’ambiente e del­la salu­te, ha avu­to il soste­gno di mol­ti espo­nen­ti dei 25 comu­ni coin­vol­ti, di movi­men­ti di lot­ta come il comi­ta­to con­tro l’inceneritore di San­ta Palom­ba, così come di signi­fi­ca­ti­ve asso­cia­zio­ni come Ita­lia Nostra. Tut­ti con­tro i lavo­ri di amplia­men­to del­lo sta­bi­li­men­to del­la Fas­sa-Bor­to­lo. I mol­ti inter­ven­ti, han­no illu­stra­to con pre­ci­sa­zio­ni cir­ca la peri­co­lo­si­tà di que­sto amplia­men­to per l’impatto ambien­ta­le e sul­la salu­te che la mes­sa a regi­me dell’impianto por­te­rà su tut­to il ter­ri­to­rio. La bat­ta­glia per impe­di­re la rea­liz­za­zio­ne dell’eco mostro indu­stria­le andrà avan­ti, nono­stan­te il Con­si­glio di Sta­to. L’appello è a muo­ver­si con cele­ri­tà e uni­ti, isti­tu­zio­ni e cit­ta­di­ni. Anche espo­nen­ti del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, come la segre­ta­ria del­la Fede­ra­zio­ne di Lati­na, Sonia Peco­ril­li e il segre­ta­rio regio­na­le Bru­no Bar­bo­na, han­no par­te­ci­pa­to all’iniziativa. Sonia Peco­ril­li ha com­men­ta­to: “Pre­so atto e con­cor­dan­do sull’analisi svol­ta, con que­sto inter­ven­to si vuo­le ten­ta­re di chia­ri­re la posi­zio­ne giu­ri­di­ca del­la que­stio­ne sum­ma capi­ta, per linee gene­ra­li. Sia­mo in pre­sen­za di una con­ces­sio­ne edi­li­zia (riguar­dan­te un pro­get­to di amplia­men­to dell’attività lavo­ra­ti­va amplia­men­to tal­men­te gran­de che ha neces­si­ta­to di appo­si­ta auto­riz­za­zio­ne regio­na­le cosid­det­to Puar. Tale dici­tu­ra del­la con­ces­sio­ne è stru­men­ta­le è for­te­men­te ina­de­gua­ta, come scrit­to nel ricor­so al Tar pre­sen­ta­to dal Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, ricor­so con­clu­so­si con l’accoglimento e pedis­se­quo prov­ve­di­men­to di sospen­sio­ne lavo­ri. Pur­trop­po la Fas­sa, ha appel­la­to det­ta deci­sio­ne, aven­do un ver­det­to favo­re­vo­le il tut­to per que­stio­ni pro­ce­du­ra­li. Ciò dovu­to ad una let­tu­ra erro­nea del­le car­te da par­te del Comu­ne capo­fi­la (Cori) nel Ricor­so, poi­ché è sta­to dato inca­ri­co fuo­ri ter­mi­ne per pre­sen­ta­re la doglian­za al tar. – ha con­ti­nua­to la segre­ta­ria comu­ni­sta — Ora la Fas­sa è libe­ra di ripren­de­re il Lavo­ri legit­ti­ma­men­te. Occor­re però pre­ci­sa­re che il Secon­do gra­do non è entra­to nel meri­to per cui il per­mes­so è solo for­ma­le è suscet­ti­bi­le di esa­me sul­la sostan­za. Ora i mez­zi lega­li per ave­re una sospen­sio­ne dei lavo­ri sono solo tre. Due ammi­ni­stra­ti­vi ed uno giu­di­zia­rio; un atto di auto­te­la da par­te del Sin­da­co di Arte­na riguar­do la revo­ca del per­mes­so a Costrui­re. Ugual­men­te la Regio­ne Lazio può vali­da­men­te agi­re in auto­tu­te­la revo­can­do il Puar. Ci si con­sen­ta il giu­di­zio che il Sin­da­co, da poco inse­dia­to, man­ca del­le risor­se cono­sci­ti­ve per pren­der una deci­sio­ne così spi­go­lo­sa. Man­ca anche di uno Staff che sap­pia assu­mer­si le pro­prie respon­sa­bi­li­tà ci si rife­ri­sce al sopral­luo­go ulti­mo fat­to in cui è sta­to tro­va­to nor­ma­le uno idri­co a cie­lo aper­to sul Fos­so Sca­ta­fas­so tra l’altro tale fos­so è sot­to­po­sto al vin­co­lo per sco­pi idro­geo­lo­gi­ci. L’altro prov­ve­di­men­to ammi­ni­stra­ti­vo che può impe­di­re il pro­sie­guo dei lavo­ri è l’atto di revo­ca del Puar da par­te del­la Regio­ne. Entram­bi i prov­ve­di­men­ti pos­so­no esse­re tem­po­ra­nei fino all’accertamento dei vizi lamen­ta­ti nel meri­to. Il prov­ve­di­men­to giu­di­zia­rio – ha con­clu­so Sonia Peco­ril­li — è quel­lo di prov­ve­di­men­to del Magi­stra­to a segui­to di denun­cia pena­le per man­ca­to rispet­to nor­me sani­ta­rie ed edi­li­zie non­ché ten­ta­to inqui­na­men­to. Ma qui la paro­la pas­sa ai più esper­ti ope­ra­to­ri del dirit­to pena­le. Chiu­do con invi­to a tut­te le for­ze pro­gres­si­ste a sot­to­scri­ve­re l’adesione al Costi­tuen­do Comi­ta­to per un miglio­re ter­ri­to­rio.”.

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