La Dislessia: un viaggio nella comprensione dei DSA
05/09/2024Questo articolo è stato letto 639 volte!
di Giusy Andaloro
La dislessia è una delle principali manifestazioni dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), una condizione che riguarda una parte significativa della popolazione scolastica, stimata intorno al 3–4% dei bambini nelle scuole primarie e secondarie di primo grado in Italia. Nonostante la sua incidenza, la dislessia è ancora poco conosciuta e spesso fraintesa, con ripercussioni sulla diagnosi, l’intervento e l’integrazione scolastica.
Cos’è la Dislessia?
La dislessia non è una malattia, né una condizione che riguarda l’intelligenza, ma è legata a difficoltà specifiche nel leggere, scrivere e comprendere il testo scritto. Queste difficoltà non derivano da deficit sensoriali, neurologici o psicologici, ma da un’alterazione neurobiologica. In particolare, è coinvolta una disfunzione nei gruppi di cellule che si occupano del riconoscimento delle lettere e delle parole. Questo significa che il bambino dislessico non riesce a svolgere l’atto della lettura in maniera automatica come avviene per la maggior parte delle persone.
La Complessità dei DSA
Oltre alla dislessia, i DSA comprendono la disortografia (difficoltà nel rispettare le regole ortografiche), la disgrafia (problemi nella scrittura manuale) e la discalculia (difficoltà nel calcolo e nella comprensione dei numeri). La specificità dei DSA si riferisce al fatto che questi disturbi interessano un dominio preciso, come la lettura o il calcolo, mentre il funzionamento intellettivo generale del bambino rimane intatto.
La dislessia si manifesta con una lettura scorretta o lenta, in cui il bambino può confondere lettere o numeri (ad esempio, scambiando 21 con 12), invertire lettere come “b” e “d”, o sostituire “m” con “n”. Oltre a queste caratteristiche, può verificarsi una difficoltà nella comprensione del testo scritto, indipendentemente dalla correttezza e dalla rapidità della lettura.
Diagnosi e Impatto
Per poter diagnosticare la dislessia, è necessario escludere altre cause come un basso quoziente intellettivo, difficoltà psicologiche o problemi sensoriali. Quando un bambino dislessico legge o scrive, impiega molte più energie rispetto ai coetanei, poiché non riesce a svolgere queste attività in modo automatico e fluente. Ciò porta rapidamente a stanchezza, errori, ritardi nel completare i compiti e difficoltà a mantenere il passo con la classe. L’effetto domino può portare a conseguenze psicologiche, come una bassa autostima e demotivazione.
Spesso, la dislessia è associata ad altri disturbi, come difficoltà nella scrittura (disortografia o disgrafia), nel calcolo (discalculia) e persino nelle abilità motorie fini, come allacciarsi le scarpe o mantenere la concentrazione. È questa eterogeneità che rende complessa la diagnosi e che sottolinea la necessità di un approccio personalizzato per ogni bambino.
Difficoltà nella Vita Quotidiana
Le difficoltà legate alla dislessia non si limitano all’ambito scolastico. I bambini dislessici possono avere problemi con la lettura dell’orologio, distinguere la destra dalla sinistra o ricordare informazioni sequenziali come i giorni della settimana. Spesso appaiono disorganizzati e fanno fatica a copiare dalla lavagna o a prendere appunti dalle istruzioni verbali. Queste difficoltà possono ripercuotersi negativamente sulle loro attività quotidiane, compromettendo la loro capacità di adattamento non solo scolastico, ma anche sociale e familiare.
L’Importanza del Riconoscimento e delle Strategie Didattiche
Riconoscere precocemente le difficoltà legate alla dislessia è fondamentale per intervenire con efficacia. Le linee guida educative e sanitarie pongono sempre maggiore attenzione sulla necessità di diagnosi tempestive e sull’adozione di strategie didattiche personalizzate.
Come afferma il dottor Harry Chasty, psicologo dell’educazione inglese, “Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui io imparo”.
Questa frase sintetizza un importante principio dell’educazione inclusiva: ogni bambino ha un proprio modo di apprendere, e il sistema scolastico deve essere flessibile nel rispondere a queste diversità.
È qui che entra in gioco l’innovazione didattica: insegnanti e professionisti del settore devono essere pronti a modificare i loro metodi per aiutare i bambini dislessici a esprimere tutto il loro potenziale. Strumenti compensativi, come l’uso di software di lettura e scrittura, mappe concettuali e sintesi vocale, audiovisivi e piattaforme digitali, possono aiutare questi alunni a superare le loro difficoltà specifiche. Inoltre, un ambiente di apprendimento positivo e supportivo è essenziale per far sì che il bambino si senta accolto e compreso.
Conclusioni
Nonostante le difficoltà, i bambini dislessici sono vivaci, creativi e intelligenti. Quando ricevono il giusto supporto, possono ottenere grandi risultati sia a livello scolastico che personale. Riconoscere la dislessia non significa solo fornire una diagnosi, ma dare al bambino gli strumenti per imparare in modo efficace, adattando la didattica alle sue esigenze. Questo rappresenta un cambiamento culturale necessario per superare le barriere ancora presenti nella scuola e nella società, rendendo l’inclusione non solo un obiettivo, ma una realtà.
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Nata e cresciuta a Milazzo, dove vive tuttora con la propria famiglia d’origine, Giusy Andaloro è laureata in Lettere e Filosofia. Abilitata per l’insegnamento in vari ordini di scuola (Infanzia, Primaria, Secondaria di I e II grado) è insegnante di Lettere a tempo indeterminato presso la Scuola Secondaria di I grado “Zirilli” di Milazzo.
Trasferita in provincia di Milano nel ’99 per esigenze di lavoro, dopo un lunghissimo precariato meneghino, nel 2013 riesce ad ottenere il trasferimento a Pantelleria, estrema isola di confine, situata nel cuore del Mediterraneo a metà tra l’Italia e l’Africa.
La passione per la scrittura creativa l’ha rapita fin da quando era bambina e da sempre, oltre a scrivere per se stessa, cerca di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la poesia e per la scrittura tout court.
L’arte poetica è una forma di comunicazione peculiare attraverso la quale è possibile rivelare agli altri istanti di vita vissuta e i turbamenti emotivi provati: l’intelletto decodifica emozioni, ordina percezioni e intuizioni, intesse relazioni, costruisce schemi e modelli e sa spingersi anche al di fuori di essi.
Attraverso il linguaggio della poesia s’impara pian piano ad avvertire e ad esplorare i meandri della propria anima e ciò risulta indispensabile per acquisire sicurezza, fiducia nelle proprie capacità e per costruire in modo solido la propria identità.
Cimentarsi a scrivere un componimento in versi non è altro che saper sfogliare tra le pagine della nostra mente, saper ascoltare e prestare attenzione alla flebile voce del nostro io interiore, riuscire a percepire le nostre emozioni e suggestioni, saper sognare sospesi tra cielo e terra, riuscire insomma ad essere “immensi” pur amando la semplicità che quotidianamente si cela nelle piccole cose.