Autonomia Differenziata: Le false narrazioni da parte delle Regioni più ricche.

Autonomia Differenziata: Le false narrazioni da parte delle Regioni più ricche.

26/07/2024 0 Di Luciano Saltarelli

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Fabio Ascen­zi

Il 24 luglio 2024, pres­so il Cir­co­lo PD Mari­no Cen­tro, si è svolto un impor­tante incon­tro inti­to­la­to “Autono­mia Dif­feren­zi­a­ta: Lo Spac­ca Italia”. Mod­er­a­to da Mar­co Coman­di­ni, Coor­di­na­tore del PD Mari­no Cen­tro, l’even­to ha vis­to la parte­ci­pazione di Fabio Ascen­zi, autore del libro “Autono­mia o Seces­sione?”, che ha offer­to un’anal­isi appro­fon­di­ta sulle false nar­razioni che nascon­dono i veri motivi del­la richi­es­ta di dif­feren­zi­azione da parte delle Regioni più ric­che e delle pos­si­bili con­seguen­ze del dis­eg­no di legge 26 giug­no 2024, n. 86, “Dis­po­sizioni per l’attuazione dell’autonomia dif­feren­zi­a­ta delle Regioni a statu­to ordi­nario ai sen­si dell’articolo 116, ter­zo com­ma, del­la Cos­ti­tuzione”.

Tra i rela­tori in lista Daniele Leodori, Seg­re­tario del PD Lazio in quale non ha potu­to pre­sen­ziare per impeg­ni isti­tuzion­ali. L’in­con­tro inoltre ha vis­to anche la parte­ci­pazione di rap­p­re­sen­tan­ti di realtà politiche del ter­ri­to­rio: Fran­ca Sil­vani, Con­sigliera Comu­nale e Capogrup­po PD al Comune di Mari­no; Car­lo Col­iz­za, Con­sigliere Comu­nale e Coor­di­na­tore Regionale del M5S; Gabriele Nar­cisi, Coor­di­na­tore del M5S di Mari­no; Ser­gio San­ti­nel­li del PCI; Mar­co Cac­cia­tore, seg­rete­ria regionale di SI (Sin­is­tra Ital­iana); SPI-CGIL Roma Sud, Pomezia Castel­li; Domeni­co Tra­balza Cir­co­lo Ter­ri­to­ri­ale PD “Bruno Astorre” di San­ta Maria delle Mole.

Tra gli altri inter­ven­ti, Fran­ca Sil­vani ha espres­so for­ti pre­oc­cu­pazioni riguar­do l’im­pat­to che tale legge potrebbe avere sulle dis­ug­uaglianze sociali e ter­ri­to­ri­ali già esisten­ti in Italia. San­dro Schi­affi­ni, pro­mo­tore del Cir­co­lo PD Mari­no Cen­tro, ha man­i­fes­ta­to le sue pre­oc­cu­pazioni in mer­i­to all’au­tono­mia delle regioni, sot­to­lin­e­an­do il ris­chio che tale rifor­ma pos­sa ulte­ri­or­mente fram­mentare il paese, aumen­tan­do le dis­par­ità tra le diverse aree geogra­fiche e com­pro­met­tere l’u­nità nazionale.

Fran­ca Sil­vani, Con­sigliera Comu­nale e Capogrup­po PD al Comune di Mari­no

Tut­ti gli inter­ven­ti si sono con­cen­trati sul ris­chio che il dis­eg­no di legge n. 86 pos­sa aumentare le dis­ug­uaglianze sociali e i divari ter­ri­to­ri­ali, andan­do a peg­gio­rare le già evi­den­ti dif­feren­ze tra le varie Regioni ital­iane. Fabio Ascen­zi ha sot­to­lin­eato come l’at­tuazione del­l’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta potrebbe com­pro­met­tere l’u­nità nazionale e la par­ità di acces­so ai dirit­ti civili e sociali tute­lati dal­la Cos­ti­tuzione. Car­lo Col­iz­za ha evi­den­zi­a­to l’im­por­tan­za di garan­tire equi­tà e coe­sione sociale in tut­to il Paese, met­ten­do in guardia con­tro i peri­coli di una fram­men­tazione dei servizi essen­ziali. Mar­co Cac­cia­tore ha rib­a­di­to che l’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta rischia di creare un’I­talia a due veloc­ità, in cui alcune Regioni potreb­bero ben­e­fi­cia­re di mag­giori risorse a dis­capi­to di altre, accen­tuan­do così le dis­ug­uaglianze preesisten­ti.

I LEP (Liv­el­li Essen­ziali di Prestazioni) sono un con­cet­to pre­vis­to dal­la Cos­ti­tuzione ital­iana, introdot­to con la rifor­ma cos­ti­tuzionale del 2001. Sono defin­i­ti all’ar­ti­co­lo 117 del­la Cos­ti­tuzione, che sta­bilisce la ripar­tizione delle com­pe­ten­ze leg­isla­tive tra Sta­to e Regioni.

In sin­te­si, i LEP rap­p­re­sen­tano i liv­el­li min­i­mi di servizi e prestazioni che lo Sta­to deve garan­tire in modo uni­forme su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale, indipen­den­te­mente dal­la regione di res­i­den­za. Questi liv­el­li essen­ziali si appli­cano a vari set­tori, tra cui san­ità, assis­ten­za sociale, istruzione, e trasporti.

Di segui­to una panoram­i­ca dei rischi del­l’Au­tono­mia Dif­feren­zi­a­ta:

  • Dis­ug­uaglianze Sociali e Ter­ri­to­ri­ali: Attual­mente, il Paese già sof­fre di sig­ni­fica­tivi divari eco­nomi­ci e infra­strut­turali tra le regioni del Nord e quelle del Sud. L’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta potrebbe peg­gio­rare ques­ta situ­azione, per­me­t­ten­do alle regioni più ric­che di gestire mag­giori risorse a scapi­to di quelle più povere. Questo porterebbe a una dis­tribuzione dis­eguale dei servizi pub­bli­ci, con con­seguen­ze neg­a­tive sul­la qual­ità del­la vita dei cit­ta­di­ni nelle regioni meno svilup­pate.
  • Sis­tema San­i­tario Nazionale: Uno dei pun­ti più crit­i­ci riguar­da il sis­tema san­i­tario nazionale. Con l’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta, le regioni avreb­bero mag­gior con­trol­lo sul­la ges­tione delle risorse san­i­tarie, il che potrebbe portare a un ulte­ri­ore divario nel­la qual­ità e nel­l’ac­ces­si­bil­ità dei servizi san­i­tari. Le regioni più ric­che potreb­bero garan­tire servizi migliori e più effi­ci­en­ti, men­tre quelle con meno risorse potreb­bero vedere un dete­ri­o­ra­men­to dei servizi san­i­tari, met­ten­do a ris­chio il dirit­to alla salute dei cit­ta­di­ni.
  • Unità Nazionale e Sol­i­da­ri­età: L’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta potrebbe minare l’u­nità nazionale e il prin­ci­pio di sol­i­da­ri­età su cui si basa la Cos­ti­tuzione ital­iana. La fram­men­tazione delle com­pe­ten­ze e delle risorse potrebbe portare a un’I­talia a più veloc­ità, dove le regioni più for­ti eco­nomi­ca­mente pro­gre­dis­cono a scapi­to di quelle più deboli. Questo sce­nario con­trad­dice il prin­ci­pio cos­ti­tuzionale del­l’uguaglian­za tra i cit­ta­di­ni e mette a repen­taglio la coe­sione sociale del Paese.
  • Edu­cazione e For­mazione: L’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta potrebbe avere effet­ti neg­a­tivi anche sul­l’e­d­u­cazione e la for­mazione. Le regioni con mag­giori risorse potreb­bero inve­stire di più nel­l’istruzione, miglio­ran­do le infra­strut­ture sco­las­tiche e la qual­ità del­l’in­seg­na­men­to, men­tre le regioni meno ric­che potreb­bero non essere in gra­do di fare altret­tan­to. Questo porterebbe a un sis­tema educa­ti­vo dis­eguale, dove le oppor­tu­nità for­ma­tive e lavo­ra­tive dei gio­vani sareb­bero forte­mente influen­zate dal­la regione di res­i­den­za.
  • Con­trat­ti Nazion­ali del Lavoro: Un altro ris­chio sig­ni­fica­ti­vo riguar­da i con­trat­ti nazion­ali del lavoro. L’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta potrebbe com­pro­met­tere l’u­ni­for­mità dei con­trat­ti di lavoro a liv­el­lo nazionale, per­me­t­ten­do alle sin­gole regioni di negoziare con­trat­ti diver­si basati sulle pro­prie risorse e con­dizioni eco­nomiche. Questo potrebbe portare a dis­par­ità salar­i­ali e a dif­fer­en­ti con­dizioni lavo­ra­tive tra le regioni, inde­bolen­do la tutela dei lavo­ra­tori e cre­an­do un mer­ca­to del lavoro fram­men­ta­to e dis­o­mo­ge­neo.

L’even­to si è con­clu­so con un forte appel­lo all’u­nità e alla mobil­i­tazione da parte di tut­ti i pre­sen­ti per con­trastare una rifor­ma che rischia di fran­tu­mare il tes­su­to sociale del Paese. Il Cir­co­lo PD Mari­no Cen­tro con­tin­uerà a mon­i­torare atten­ta­mente l’iter del dis­eg­no di legge e a pro­muo­vere inizia­tive di infor­mazione e sen­si­bi­liz­zazione sui poten­ziali rischi del­l’au­tono­mia dif­feren­zi­a­ta.

Il Diret­ti­vo PD Mari­no Cen­tro, ringrazia tut­ti i parte­ci­pan­ti e i rela­tori per i loro con­tribu­ti e per l’im­peg­no dimostra­to nel­la dife­sa del­l’u­nità e del­l’e­quità sociale del nos­tro Paese.

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