Agricoltura, Confeuro: “Olanda tallone d’Achille su importazione extra Ue e tutela prodotti” 

Agricoltura, Confeuro: “Olanda tallone d’Achille su importazione extra Ue e tutela prodotti” 

23/07/2024 1 Di Marco Montini

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“Gli sfor­zi del­le isti­tu­zio­ni ita­lia­ne per la tute­la dei pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri e il con­tra­sto al feno­me­no dell’italian soun­ding risul­te­ran­no vani fino a quan­do tut­ta l’Unione Euro­pea e tut­ti i suoi sta­ti mem­bri non lavo­re­ran­no dav­ve­ro in siner­gia e non aumen­te­ran­no con­trol­li e moni­to­rag­gi sul­le impor­ta­zio­ni e sul­le espor­ta­zio­ni del­la mer­ce extra Ue. Il caso lam­pan­te, in que­sta otti­ca, è pur­trop­po rap­pre­sen­ta­to dai por­ti olan­de­si, dove l’ingresso di pro­du­zio­ni ali­men­ta­ri e di altro gene­re è dicia­mo così mol­to più inten­so ed ele­va­to. Per­ché tut­to que­sto? Non sola­men­te per­ché i Pae­si Bas­si han­no logi­sti­ca e infra­strut­tu­re avan­za­te e sfrut­ta­no il dum­ping fisca­le, ma soprat­tut­to per­ché i requi­si­ti richie­sti per le mer­ci sono tra i meno restrit­ti­vi tra tut­ti i pae­si euro­pei. Non è un caso, dun­que, che il por­to di Rot­ter­dam risul­ti tra i più atti­vi del mon­do, con una movi­men­ta­zio­ne di mer­ci di milio­ni e milio­ni di ton­nel­la­te ogni anno, con la con­se­guen­za nefa­sta, però, che risul­te­reb­be sen­si­bil­men­te più alta la per­cen­tua­le di entra­ta di pro­dot­ti extra Ue nel Vec­chio Con­ti­nen­te, rispet­to alle impor­ta­zio­ni di pae­si, come Ita­lia e Spa­gna, con nor­me inter­ne giu­sta­men­te più restrit­ti­ve per la sicu­rez­za ali­men­ta­re, la salu­te e l’ambiente. In que­sto allar­man­te con­te­sto, Con­feu­ro giu­di­ca mol­to nega­ti­va­men­te il model­lo olan­de­se, una sor­ta di por­to fran­co d’Eu­ro­pa, o meglio, il tal­lo­ne d’A­chil­le d’Eu­ro­pa se voglia­mo par­la­re di com­mer­cio e tute­la del­le pro­du­zio­ni agroa­li­men­ta­ri nostra­ne. Gli olan­de­si fan­no entra­re sul suo­lo Euro­peo qual­sia­si cosa e la voglio­no far man­gia­re al resto d’Eu­ro­pa. Così non va bene. L’Italia, gran­de pro­dut­tri­ce di eccel­len­ze eno­ga­stro­no­mi­che e agri­co­le, sta adot­tan­do un effi­cien­te ed effi­ca­ce model­lo di con­trol­lo e moni­to­rag­gio dei pro­dot­ti e del­le mer­ci che arri­va­no nei nostri por­ti per poi fini­re nel­la distri­bu­zio­ne. Ma da soli non si va da nes­su­no par­te. Per que­sto chie­dia­mo all’Unione Euro­pea di ope­ra­re in simil modo e pren­de­re esem­pio dal nostro vir­tuo­so model­lo di veri­fi­ca, sopra­tut­to all’interno dei siste­mi por­tua­li del Nord Euro­pa, che spes­so diven­ta­no la por­ta di ingres­so di impor­ta­zio­ni extra Ue e con­traf­fa­zio­ni che non fan­no altro che dan­neg­gia­re le pro­du­zio­ni ita­lia­ne e il lavo­ro di miglia­ia di impre­se del nostro ter­ri­to­rio. La tute­la del Made in Ita­ly e del­le eccel­len­ze euro­pee, e il con­trol­lo del­le impor­ta­zio­ni devo­no rap­pre­sen­ta­re infat­ti una prio­ri­tà del­la agen­da isti­tu­zio­na­le del­la Ue, ele­van­do – da una par­te – gli stan­dard qua­li­ta­ti­vi del moni­to­rag­gio in entra­ta nel Vec­chio Con­ti­nen­te, e dall’altra, con­trol­lan­do anche le pro­du­zio­ni che inve­ce ven­go­no espor­ta­te fuo­ri l’Europa: pro­dot­ti spes­so e volen­tie­ri che ven­go­no tac­cia­ti come Made in Ita­ly ma, che poi, Made in Ita­ly effet­ti­va­men­te non sono; in tal modo si potreb­be riu­sci­re a difen­de­re sia la salu­te del con­su­ma­to­re che la tenu­ta eco­no­mi­ca del­le azien­de. Con­trol­lo su que­sto tipo di espor­ta­zio­ni che all’estero tut­ta­via non avvie­ne anco­ra in manie­ra insuf­fi­cien­te ed inef­fi­ca­ce”.
Così, in una nota stam­pa, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do.

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