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“Confeuro reputa molto interessanti i dati del “Rapporto Bio in cifre”, redatto da Ismea e dal Centro Internazionale di Alti Studi Mediterranei di Bari, sotto il coordinamento del Masaf, che racconta la condizione di salute della agricoltura biologica in Italia. Nel nostro paese, il biologico è ormai lanciato verso il target del 25% di superfici investite, così come positivo risulta l’incremento delle aziende in questo settore: un risultato importante che testimonia come istituzioni, imprenditori e attori della filiera puntino forte al biologico come modello di sostenibilità e qualità. In questo contesto, dunque, Confeuro accoglie con favore la proposta di creazione di un marchio del Made in Italy bio, a patto che possa concretizzarsi quello snellimento burocratico e quella semplificazione amministrativa, da anni auspicati da piccoli e medi agricoltori. Dove, invece, c’è ancora molto lavoro da fare è nel settore dei consumi, che stentano ancora a decollare: segno evidente e tangibile che la comunicazione e l’informazione nei confronti dell’utente risultano ancora precari e insufficienti. I cittadini infatti faticano a riconoscere i prodotti bio negli scaffali dei supermercati e, sopratutto, non riescono a comprendere totalmente i vantaggi del mangiare biologico: non è un caso, dunque, che la spesa domestica italiana, seppur in ripresa sul 2021, non soddisfi appieno le aspettative, crescendo a un ritmo certamente più basso rispetto all’agroalimentare complessivo e al tasso di inflazione. Su questo le autorità competenti avrebbero molto da riflettere. Ultima ma non meno rilevante, infine, è la questione ambientale, legata alla produzione biologica: quest’ultima — che richiede importanti flussi d’acqua — avviene in gran parte nel meridione (seppur in crescita al Centro-Nord), territori fortemente colpiti dalla siccità e da una gestione delle risorse idriche insufficiente e inadeguata. Un contesto allarmante che necessita di interventi concreti e soluzioni definitive”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.