Palazzo Grutter ospita Valentina Squillacioti

Palazzo Grutter ospita Valentina Squillacioti

15/06/2024 0 Di Anna Maria Gavotti

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Pre­sen­ta­to a Grot­ta­fer­ra­ta il suo libro “Una madre”
Una sera­ta den­sa di emo­zio­ni con un pub­bli­co atten­to e par­te­ci­pe

Sono anda­ta ieri gio­ve­dì 14 giu­gno 2024 a Grot­ta­fer­ra­ta per la pre­sen­ta­zio­ne di un libro. Non ne cono­sce­vo il con­te­nu­to.
Un even­to cul­tu­ra­le da copri­re media­ti­ca­men­te. Mi sono tro­va­ta all’interno di Palaz­zo Grut­ter in com­pa­gnia di tan­te don­ne e man mano che si anda­va avan­ti le emo­zio­ni galop­pa­va­no den­tro di me.
Le rela­tri­ci sta­va­no par­lan­do di can­cro, non da un pun­to di vista medi­co, ma di come col­pi­sca all’improvviso e stra­vol­ga la vita, le aspet­ta­ti­ve, i pro­get­ti del­le per­so­ne coin­vol­te. Una ter­ri­bi­le malat­tia che, nono­stan­te tut­to, “inse­gna”.
Tut­to que­sto nel libro “Una madre” scrit­to da Valen­ti­na Squil­la­cio­ti e pub­bli­ca­to dal­la casa edi­tri­ce ”You can print” sul­la espe­rien­za da lei vis­su­ta a con­tat­to con la sua di madre, dal­la sco­per­ta del­la malat­tia fino, pur­trop­po, all’epilogo cul­mi­na­to nel­la scom­par­sa del­la mam­ma.
Come lei stes­sa dice nel­le pri­me pagi­ne “que­sto scrit­to ini­zial­men­te è nato come sem­pli­ce rac­col­ta di pen­sie­ri ed emo­zio­ni, come sfo­go per­so­na­le per gri­da­re al mon­do il dolo­re che si pro­va in cer­te situa­zio­ni, un modo per ribel­lar­si in silen­zio ad un qual­co­sa che sem­bra già scrit­to, defi­ni­to, una sfi­da taci­ta e deci­sa con­tro il desti­no, con­tro il fat­to che si acca­ni­sce all’improvviso nei con­fron­ti di qual­cun che in quel momen­to ha altri pro­get­ti per il futu­ro, altri impe­gni … Ma pen­san­do­ci bene que­sta rac­col­ta di pen­sie­ri potreb­be esse­re uti­le anche per for­ni­re una dose di spe­ran­za a chi si tro­va nel­la mia stes­sa situa­zio­ne, di figlia/sorella/madre di una per­so­na mala­ta o, al posto di mia madre, da mala­to silen­zio­so che sof­fre sen­za far­se­ne una ragio­ne; potreb­be esse­re un sup­por­to emo­ti­vo che fac­cia com­pren­de­re che, in cer­te cir­co­stan­ze, non si è soli, anzi, intor­no vi è un eser­ci­to invi­si­bi­le che avan­za al buio, gior­no dopo gior­no, con le stes­se iden­ti­che pau­re, sen­sa­zio­ni, dram­mi per­so­na­li e psi­co­lo­gi­ci, alter­nan­do momen­ti di dispe­ra­zio­ne a momen­ti in cui si assa­po­ra la bel­lez­za del­la vita”,
Un pub­bli­co atten­to e par­te­ci­pe si è stret­to intor­no a Valen­ti­na e alla sua espe­rien­za che ha avu­to il corag­gio di rac­con­ta­re pub­bli­ca­men­te non sol­tan­to a Grot­ta­fer­ra­ta ma anche in altri Comu­ni limi­tro­fi (Fra­sca­ti e Mon­te­com­pa­tri) che han­no avu­to la sen­si­bi­li­tà di con­ce­der­le uno spa­zio per pre­sen­ta­re il suo libro che le è val­so anche un rico­no­sci­men­to da par­te del­la Com­mis­sio­ne Cul­tu­ra del­la Came­ra dei Depu­ta­ti che 31 gen­na­io scor­so l’ha con­vo­ca­ta per discu­te­re del suo libro rite­nu­to di “Alto inte­res­se cul­tu­ra­le e socia­le per l’Italia inte­ra”.
Valen­ti­na ha anche rap­por­ti con le scuo­le recan­do­si nel ples­si sco­la­sti­ci e dia­lo­gan­do con stu­den­ti e inse­gnan­ti. Ha anche rice­vu­to l’omaggio di un cor­to­me­trag­gio dedi­ca­to alla sua sto­ria da par­te del regi­sta Gio­van­ni Cia­cia­ra che è sta­to pro­iet­ta­to nel cor­so del­la sera­ta.
Un altro con­tri­bu­to video è sta­to quel­lo del­la 1^ Sfi­la­ta tenu­ta­si nel 2023 a Reg­gio Cala­bria a cura dell’Associazione Gra­ce, alla qua­le va il rica­va­to del­le ven­di­te del libro di Valen­ti­na acqui­sta­bi­le anche on line. In pas­se­rel­la tut­te don­ne onco­lo­gi­che tra­sfor­ma­te per l’occasione dal­le sapien­ti mani di pro­fes­sio­ni­sti mes­si­si a dispo­si­zio­ne per ope­ra­re un pic­co­lo “mira­co­lo” este­ti­co che è poi la mis­sion dell’associazione stes­sa: Aiu­ta­re le don­ne col­pi­te dal can­cro a sen­tir­si bel­le come lo era­no pri­ma del­la malat­tia.
Toc­can­te è sta­ta l’esperienza rac­con­ta­ta da Pao­la Nico­lò, una mam­ma tena­ce, deter­mi­na­ta, lavo­ra­tri­ce, cari­ca di vita (anche lei ogget­to di un video con la pro­pria figlia) che a un cer­to pun­to ha dovu­to fare i con­ti con il can­cro. “Sono tor­na­ta con pia­ce­re a Grot­ta­fer­ra­ta dove ho vis­su­to la mia malat­tia. Sono pas­sa­ti 11 anni da allo­ra e ora pos­so dire che si può esse­re sere­ni e feli­ci anche in quei momen­ti. La vita è in quei momen­ti. Non ho mai men­ti­to a mia figlia ed oggi ne vedo i frut­ti. Ho tenu­to nel cas­set­to que­sto video per 10 anni, ma ora ho capi­to che la vita meri­ta un appla­suo”.
Mol­to impor­tan­te anche il con­tri­bu­to for­ni­to dal­la psi­co­lo­ga Danie­la Sana­co­re, dal 2015 pre­sen­te sul ter­ri­to­rio. Ha par­la­to del­le clas­si­che 5 fasi del dolo­re idea­te nel 1969 da Eli­za­beth Kübler-Ross, lavo­ran­do con pazien­ti ter­mi­na­li: dinie­go, rab­bia, con­trat­ta­zio­ne, depres­sio­ne, accet­ta­zio­ne. E di come la malat­tia fac­cia tal­men­te pau­ra che in tan­ti pre­fe­ri­sco­no non par­lar­ne pro­prio. “La psi­coon­co­lo­gia aiu­ta a libe­rar­si – ha det­to la Sana­co­re – Lo psi­co­lo­go è una figu­ra con cui non c’è biso­gno di bara­re, non è da pro­teg­ge­re (come i figli o la fami­glia), da pre­ser­va­re. Chi ha il can­cro vive in uno sta­to di ansia con­ti­nuo. Noi pro­via­mo a soste­ne­re le emo­zio­ni, la man­can­za di corag­gio che spes­so carat­te­riz­za que­sta tipo­lo­gia di mala­ti cer­can­do di far acqui­si­re loro la con­sa­pe­vo­lez­za che la mor­te è par­te del­la vita”.
Pre­sen­ti per il Comu­ne di Grot­ta­fer­ra­ta che ha pro­mos­so l’evento la Con­si­glie­ra dele­ga­ta alla Cul­tu­ra Vero­ni­ca Pava­ni che ha por­ta­to il salu­to dell’amministrazione comu­na­le rin­gra­zian­do le rela­tri­ci di que­sto ulti­mo appun­ta­men­to del­la Ras­se­gna let­te­ra­ria per­ma­nen­te che ripren­de­rà a set­tem­bre la pro­pria atti­vi­tà.
Quin­di l’Assessore alle Poli­ti­che Socia­li Fran­ce­sca Maria Pas­si­ni la qua­le ha sot­to­li­nea­to come il libro di Vero­ni­ca sia den­so e pie­no di sen­ti­men­ti pur nel­le sue 70 pagi­ne. “Ogni capi­to­lo è una sto­ria e leg­ge­re aiu­ta ad impa­ra­re” sof­fer­man­do­si poi su cosa inse­gna il libro ripren­den­do le paro­le del­la coper­ti­na del volu­me stes­so: “Inse­gna a tirar fuo­ri la for­za che ognu­no di noi ha den­tro, sen­za nean­che saper­lo. Inse­gna ad apprez­za­re le tan­te pic­co­le sfu­ma­tu­re del­la vita, ormai nasco­ste dal­la quo­ti­dia­ni­tà e dal­la fre­ne­sia del rag­giun­gi­men­to di obiet­ti­vi bana­li. Inse­gna a sof­fer­mar­ti, a guar­da­re, ad osser­va­re, a pen­sa­re, a dare il giu­sto valo­re alle cose. Inse­gna a con­si­de­ra­re pre­zio­so il tem­po che vivia­mo, ma anche quel­lo che spre­chia­mo. Inse­gna a vive­re e ad apprez­za­re tut­to ciò che dia­mo per scon­ta­to”.
Impec­ca­bi­le il lavo­ro di coor­di­na­men­to dell’evento fat­to dal­la mode­ra­tri­ce Mari­na Gen­ti­li­ni che ha sot­to­li­nea­to i momen­ti più den­si di emo­zio­ni del libro dia­lo­gan­do in pro­fon­di­tà con l’autrice e le altre rela­tri­ci pre­sen­ti.
Inu­ti­le dire che sono tor­na­ta a casa con il ricor­do di un even­to bel­lo sì, ma pie­no di spun­ti di rifles­sio­ne e di doman­de (cosa pos­so fare io in situa­zio­ni simi­li? Come mi approc­ce­rei a que­sta pro­ble­ma­ti­ca che pro­vo­ca tan­to dolo­re in chi ne è col­pi­to e nei suoi fami­lia­ri?) pro­prio nel gior­no in cui mia madre avreb­be com­piu­to 93 anni e inve­ce se n’è anda­ta tre mesi fa. Un dolo­re diver­so nel­la cau­sa, ma che mi ha avvi­ci­na­to tan­tis­si­mo all’autrice del libro “Una madre” Valen­ti­na Squil­la­cio­ti.

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