Europee, appello di Prospettive Future contro riscaldamento globale e a tutela del pianeta

Europee, appello di Prospettive Future contro riscaldamento globale e a tutela del pianeta

20/05/2024 1 Di Marco Montini

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 713 vol­te!

“Il 9 giu­gno è gia doma­ni, pra­ti­ca­men­te le ele­zio­ni euro­pee sono già die­tro l’angolo. Tut­ti par­la­no e spar­la­no di rifor­me più o meno gran­di. Ma la vera “Gran­de Rifor­ma”, di cui si par­la, quan­do fa como­do alla poli­ti­ca è in vigo­re da tem­po, anche se a mol­ti dev’essere sfug­gi­ta. Cer­to che la scien­za da anni ha lan­cia­to il ‘sos”, allert che la poli­ti­ca fa pro­prio ad “oro­lo­gio”. Intan­to ghiac­ciai alpi­ni com­ple­ta­men­te fusi, meno cibo, piog­ge ridot­te del quin­di­ci-ven­ti per cen­to, onda­te di calo­re mor­ta­li: entro fine seco­lo, sen­za un cam­bio di rot­ta, que­sta sarà l’Italia. Cata­stro­fi­smo? No scien­za! . Ormai si par­la di +2,5° — rispet­to ‑1,5° — di oggi. Sono i dati del rap­por­to sti­la­to dal Grup­po di scien­zia­ti che ope­ra­no per le Nazio­ni Uni­te. Per noi altri, è dif­fi­ci­le imma­gi­na­re un pia­ne­ta con “solo” qual­che gra­do di tem­pe­ra­tu­ra in più. Mez­zo gra­do ci sem­bra mol­to poco, ma un aumen­to di 2,5°C è oltre il dop­pio del riscal­da­men­to attua­le. Ora sia­mo a più 1,2°C rispet­to all’era pre­in­du­stria­le e stia­mo già viven­do le con­se­guen­ze nega­ti­ve di un cli­ma così cal­do Cosi dico­no gli scien­zia­to sul cli­ma. Si chia­ma riscal­da­men­to glo­ba­le ma i poli­ti­ci fan­no fin­ta di non sape­re. Il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co è una minac­cia distri­bui­ta nel­lo spa­zio e nel tem­po. Per come ci sia­mo evo­lu­ti non riu­scia­mo a veder­lo nel­la sua com­ples­si­tà: diver­se distor­sio­ni cogni­ti­ve ci ren­do­no cie­chi di fron­te all’emergenza ambien­ta­le. Gua­ri­re da que­sta ceci­tà, o alme­no limi­tar­la, signi­fi­ca affron­ta­re il pro­ble­ma del nega­zio­ni­smo e del cli­ma. Una del­le cure è il lavo­ro fat­to dall’Ipcc. L’ente di esper­ti fu fon­da­to nel 1988 dal­le Nazio­ni Uni­te con il com­pi­to di fare una revi­sio­ne del­la scien­za intor­no al cam­bia­men­to cli­ma­ti­co e pro­dur­re dei rap­por­ti auto­re­vo­li e con­sul­ta­bi­li. Il sesto rap­por­to dell’Ipcc affron­ta le even­tua­li con­se­guen­ze del riscal­da­men­to glo­ba­le in base a diver­se ipo­te­si di emis­sio­ni di gas ser­ra, fino al 2100. Dif­fe­ren­ti sce­na­ri che riflet­to­no i vari sfor­zi com­piu­ti per affron­ta­re il riscal­da­men­to glo­ba­le. I pri­mi due sce­na­ri sono rela­ti­va­men­te otti­mi­sti: l’aumento di tem­pe­ra­tu­ra media è di 1,4°C e di 1,8°C rispet­to all’era pre­in­du­stria­le. Il ter­zo sce­na­rio è inter­me­dio: si sale di 2,7°C. Gli ulti­mi due, inve­ce, sono i peg­gio­ri: +3,6°C e +4,4°C. Con le poli­ti­che cli­ma­ti­che attua­li rag­giun­ge­re­mo i +2,5 gra­di tra il 2050 e il 2070. Il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co ha inte­ra­zio­ni com­ples­se anche con la pro­du­zio­ne di cibo e la sicu­rez­za ali­men­ta­re. Modi­fi­ca il ren­di­men­to del­la pesca o le col­ti­va­zio­ni di cerea­li. Ci sono poi gli effet­ti sul­la bio­di­ver­si­tà, le cit­tà, le migra­zio­ni e la salu­te. Le mor­ti cau­sa­te dal­le onda­te di colo­re sono le per­di­te più faci­li da imma­gi­na­re quan­do pen­sia­mo alle con­se­guen­ze del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co sul­la salu­te uma­na. Si ten­te­rà — migran­do — di argi­na­re gli even­ti meteo­ro­lo­gi­ci estre­mi. Ove si rag­giun­ges­so i +2,7°C, due miliar­di di per­so­ne si ritro­ve­ran­no fuo­ri dal­la “nic­chia cli­ma­ti­ca” dell’umanità, cioè fuo­ri dal­le con­di­zio­ni otti­ma­li in cui la civil­tà uma­na ha vis­su­to negli ulti­mi die­ci­mi­la anni. Dun­que, cari poli­ti­ci e cari can­di­da­ti alle ele­zio­ni euro­pee, infor­mia­mo­ci, non giria­mo­ci dal­la altra par­te, non igno­ria­mo le con­se­guen­ze nefa­ste del riscal­da­men­to glo­ba­le e, se ne ave­te il corag­gio, lavo­ra­te dav­ve­ro — se e quan­do sare­te elet­ti — al fine di par­to­ri­re prov­ve­di­men­ti atten­ti e mira­ti a con­tra­sto del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co e a tute­la degli esse­ri uma­ni e del pia­ne­ta. Ricor­da­te­vi che l’Europa non è vostra o di inte­res­si par­ti­co­la­ri, l’Europa è del bene comu­ne, ossia del­la comu­ni­tà di cit­ta­di­ni che la com­pon­go­no e che pre­ten­do­no ammi­ni­stra­to­ri seri e com­pe­ten­ti”.

Così, in una nota, il fon­da­to­re del soda­li­zio “Ini­zia­ti­va 9 mag­gio”, Roc­co Tiso, e il por­ta­vo­ce nazio­na­le del comi­ta­to “Pro­spet­ti­ve Futu­re”, Atti­lio Arbia.

Related Images: