Albano, Piazza Carducci prende forma: “Piantumati 5 aceri”

Albano, Piazza Carducci prende forma: “Piantumati 5 aceri”

18/04/2024 0 Di Marco Montini

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Que­sta la nota del vice sin­da­co di Alba­no Lazia­le, Luca Andreas­si, pub­bli­ca­ta sui social net­work.

Oggi avreb­be dovu­to esse­re una bel­la gior­na­ta. Stia­mo rifa­cen­do una piaz­za, più bel­la e fun­zio­na­le. Stia­mo ripian­tu­man­do degli albe­ri, adul­ti e alti. For­se è una bel­la gior­na­ta. Mi augu­ro che per le per­so­ne che han­no a cuo­re il bene di Alba­no lo sia.

Io, inve­ce ho un’amarezza pro­fon­da..

L’amarezza lega­ta a una pole­mi­ca infi­ni­ta, in un con­fron­to con par­te del­la popo­la­zio­ne per la qua­le par­te­ci­pa­zio­ne signi­fi­ca esse­re d’accordo con loro. Altri­men­ti “sei una mer­da”. Lo han­no pro­prio scrit­to.

Ed è un con­ti­nuo.

E pri­ma i pla­ta­ni. E non cite­rò le peri­zie dei due agro­no­mi del Comu­ne che atte­sta­va­no che que­gli albe­ri fos­se­ro un peri­co­lo per la sicu­rez­za. Ma quel­lo che ho visto con i miei occhi. Dai tron­chi cavi al pla­ta­no davan­ti al gela­ta­io che ave­va con le radi­ci fat­to un cap­pio alla tuba­zio­ne del­la fogna, rom­pen­do­la. E, chis­sà da quan­ti anni, i liqua­mi anda­va­no a disper­sio­ne sot­to­ter­ra. Con il pavi­men­to che, ricor­de­re­te, spro­fon­da­va sem­pre. Ora sap­pia­mo anche il per­ché.

E poi che non li avrem­mo mai ripian­ta­ti. C’erano i post fino a ieri che dice­va­no che era evi­den­te, e che loro lo sape­va­no, che non sareb­be­ro sta­ti ripian­ta­ti. Maga­ri pen­sa­va­no che i buchi che vede­va­no fos­se­ro sta­ti fat­ti per esplo­ra­re il cen­tro del­la ter­ra.

E non andrà bene che ne pian­tia­mo cin­que a Piaz­za Car­duc­ci e il sesto altro­ve. Non va bene per­ché sei era­no e sei devo­no rima­ne­re. Anche se sei sono trop­po vici­ni e si toglie­reb­be­ro “il cibo” l’uno con l’altro. Devo­no sta­re tut­ti lì. For­se per l’effetto ser­ra gli avran­no det­to che devo­no sta­re ammuc­chia­ti, non so.

E poi la per­mea­bi­li­tà del ter­re­no. Non va bene la get­ta­ta di cemen­to, fat­ta in accor­do con la Sovrin­ten­den­za per garan­ti­re l’impermeabilizzazione e la pro­te­zio­ne del­le grot­te sot­to­stan­ti, con la rac­col­ta del­le acque pio­va­ne tra­mi­te cadi­to­ie e con un siste­ma di irri­ga­zio­ne sot­ter­ra­neo.

E pos­so con­ti­nua­re se vole­te. Maga­ri col colo­re del­le foglie, l’ar­go­men­to del gior­no.

Ho impa­ra­to a fre­gar­me­ne. Mi fa male, ma me ne fre­go cer­can­do di fare bene il mio lavo­ro. Cer­can­do di fare il bene di Alba­no.

Ma mi chie­do. Tut­te que­ste cat­ti­ve­rie, spes­so fan­do­nie, arro­gan­za, “a che” e “a chi” gio­va­no?

Ma maga­ri mi sba­glio. E le per­so­ne che han­no scrit­to di aver sen­ti­to l’anima degli albe­ri che vola­va in cie­lo men­tre veni­va­no taglia­ti – dimo­stran­do pro­ble­mi di udi­to visto che que­sti albe­ri era­no pra­ti­ca­men­te mor­ti – chis­sà, for­se oggi han­no udi­to l’anima di nuo­vi albe­ri – sani, gio­va­ni ed in salu­te – che pren­de vita.

P.S. Un gra­zie agli uffi­ci, alla dire­zio­ne lavo­ro ed alla dit­ta che han­no con­ti­nua­to a lavo­ra­re con serie­tà nono­stan­te fos­se­ro sta­ti som­mer­si, sen­za aver respon­sa­bi­li­tà alcu­na, da una discre­ta quan­ti­tà di fan­go.

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