Agroalimentare, Confeuro: “Bene nostro modello di sicurezza. Ue operi contro italian sounding”

Agroalimentare, Confeuro: “Bene nostro modello di sicurezza. Ue operi contro italian sounding”

11/04/2024 0 Di Marco Montini

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“Con­di­vi­dia­mo le paro­le del mini­stro Lol­lo­bri­gi­da, pro­nun­cia­te recen­te­men­te in meri­to alla sicu­rez­za agroa­li­men­ta­re. L’Italia, gran­de pro­dut­tri­ce di eccel­len­ze eno­ga­stro­no­mi­che e agri­co­le, sta adot­tan­do un effi­cien­te ed effi­ca­ce model­lo di con­trol­lo e moni­to­rag­gio dei pro­dot­ti e del­le mer­ci che arri­va­no nei nostri por­ti per poi fini­re nel­la distri­bu­zio­ne. Ma da soli non si va da nes­su­no par­te. Per que­sto chie­dia­mo all’Unione Euro­pea di ope­ra­re in simil modo e pren­de­re esem­pio dal nostro vir­tuo­so model­lo di veri­fi­ca, sopra­tut­to all’interno dei siste­mi aero­por­tua­li del Nord Euro­pa, che spes­so diven­ta­no la por­ta di ingres­so di impor­ta­zio­ni extra Ue e con­traf­fa­zio­ni che non fan­no altro che dan­neg­gia­re le pro­du­zio­ni ita­lia­ne e il lavo­ro di miglia­ia di impre­se del nostro ter­ri­to­rio. Per­tan­to, la tute­la del Made in Ita­ly e il con­trol­lo del­le impor­ta­zio­ni devo­no rap­pre­sen­ta­re una prio­ri­tà del­la agen­da isti­tu­zio­na­le del­la Ue, ele­van­do — da una par­te — gli stan­dard qua­li­ta­ti­vi del moni­to­rag­gio in entra­ta nel Vec­chio Con­ti­nen­te, come acca­du­to in Ita­lia, e dall’altra, con­trol­lan­do anche le pro­du­zio­ni che inve­ce ven­go­no espor­ta­te fuo­ri l’Europa: pro­dot­ti spes­so e volen­tie­ri che ven­go­no tac­cia­ti come Made in Ita­ly ma, che poi, Made in Ita­ly effet­ti­va­men­te non sono; in tal modo si potreb­be riu­sci­re a difen­de­re sia la salu­te del con­su­ma­to­re che tenu­ta eco­no­mi­ca del­le azien­de. Con­trol­lo su que­sto tipo di espor­ta­zio­ni che all’estero tut­ta­via non avvie­ne anco­ra in manie­ra costan­te ed effi­ca­ce, anche a cau­sa del cosid­det­to feno­me­no dell’italian soun­ding, ossia l’uso su eti­chet­te e con­fe­zio­ni di deno­mi­na­zio­ni, rife­ri­men­ti geo­gra­fi­ci, foto, colo­ri e mar­chi che evo­ca­no l’Italia e in par­ti­co­la­re, alcu­ni dei suoi più famo­si pro­dot­ti tipi­ci per pro­muo­ve­re la com­mer­cia­liz­za­zio­ne di pro­dot­ti agri­co­li (e non solo), indu­cen­do ingan­ne­vol­men­te a pen­sa­re che sia­no auten­ti­ci ita­lia­ni, quan­do nel­la real­tà di ita­lia­no han­no poco o nien­te. Un tipo­lo­gia di fal­so Made in Ita­ly, dicia­mo così, una situa­zio­ne allar­man­te, che dan­neg­gia per miliar­di di euro una fet­ta impor­tan­te dell’economia ita­lia­na e del­le espor­ta­zio­ni agroa­li­men­ta­ri, e che deve esse­re fer­ma­ta in tem­pi rapi­di e con­cre­ti. Come? Innan­zi­tut­to imple­men­tan­do tec­no­lo­gie all’avanguardia come l’Intelligenza Arti­fi­cia­le e la Bloc­k­chain per com­bat­te­re le logi­che di con­traf­fa­zio­ne e garan­ti­re la trac­cia­bi­li­ta e tra­spa­ren­za del­la filie­ra ali­men­ta­re. Anche e sopra­tut­to su que­sto l’Europa deve muo­ver­si, e in fret­ta”.

Così, in una nota stam­pa, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do.

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