Sanità, Ambrogiani(Pd) “Quel gioco dell’oca di Meloni e Rocca”

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“Ricor­da­te il fami­ge­ra­to gio­co dell’oca che tan­to ha carat­te­riz­za­to le nostre gene­ra­zio­ni? Ebbe­ne, a loro modo, lo stan­no met­ten­do in cam­po anche la pre­mier Gior­gia Melo­ni e il gover­na­to­re del Lazio Fran­ce­sco Roc­ca. Le pro­mes­se elet­to­ra­li in tema sani­ta­rio, sban­die­ra­te da entram­bi e dal cen­tro­de­stra a distan­za di pochi mesi dal loro inse­dia­men­to al gover­no nazio­na­le e alla Regio­ne, si stan­no dimo­stran­do impie­to­sa­men­te fasul­le. Fran­ce­sco Roc­ca, ad esem­pio, nel nostro ter­ri­to­rio regio­na­le sta por­tan­do il ser­vi­zio sani­ta­rio al col­las­so, visto e con­si­de­ra­to che per eli­mi­na­re l’at­te­sa per i rico­ve­ri il suo uni­co rime­dio fino ad oggi è con­si­sti­to nel­lo spo­sta­re risor­se pub­bli­che a favo­re del­la sani­tà pri­va­ta: una scel­ta che avreb­be un sen­so per smal­ti­re le file di atte­sa per i rico­ve­ri, se al con­tem­po par­tis­se­ro subi­to i con­cor­si pub­bli­ci per il per­so­na­le sani­ta­rio. Con­cor­si, inve­ce, che riman­go­no illo­gi­ca­men­te bloc­ca­ti, con la con­se­guen­za nefa­sta, che in man­can­za di per­so­na­le sani­ta­rio, le liste di atte­sa rimar­ran­no sem­pre lun­ghis­si­me, e si dovrà , pur­trop­po sem­pre e solo ricor­re­re al regi­me pri­va­to. Que­sta non è la sani­tà che pia­ce al Pd, que­sta non è la sani­tà che pia­ce ai cit­ta­di­ni del Lazio”.
Così, in una nota stam­pa, il segre­ta­rio cit­ta­di­no del Pd Mari­no, Ser­gio Ambro­gia­ni.

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Marco Montini

Clas­se ’82, gior­na­li­sta pub­bli­ci­sta dal 2012, cro­ni­sta di stra­da dal 2007, scri­vo ormai da tem­po di sport, poli­ti­ca, socia­le e cul­tu­ra. Attual­men­te col­la­bo­ro con testa­te dei Castel­li Roma­ni e del­la Capi­ta­le, for­nen­do al con­tem­po pre­sta­zio­ni e con­su­len­ze di comu­ni­ca­zio­ne per nume­ro­se real­tà ter­ri­to­ria­li, pri­va­te e pub­bli­che. Lazia­le, tea­tran­te, ani­ma­le socia­le, ado­ro viag­gia­re, cono­sce­re e nutrir­mi del­la diver­si­tà, del nuo­vo, del­lo sco­no­sciu­to.