Come una barca in mezzo al mare, riparte il teatro a S. Maria delle Mole. Il commento-presentazione di Roberto Pallocca

Come una barca in mezzo al mare, riparte il teatro a S. Maria delle Mole. Il commento-presentazione di Roberto Pallocca

25/10/2023 0 Di Maurizio Aversa

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Ingres­so del Tea­tro Offi­ci­na Arte e Cul­tu­ra a S. Maria del­le Mole


Sold-out e applau­si per lo spet­ta­co­lo di aper­tu­ra del­la stagione’23-’24 di Offi­ci­na Arte e Cul­tu­ra COME UNA BARCA IN MEZZO AL MARE, ripar­te il tea­tro a SANTA MARIA DELLE MOLE
Giu­lia­no Calan­dra è lo stra­lu­na­to gio­ca­to­re di ping pong del mono­lo­go del gran­de Mat­tia Tor­re.

Giu­lia­no Calan­dra, inter­pre­te del mono­lo­go


Dome­ni­ca 22 otto­bre scor­so si è aper­ta la stagione’23-’24 del tea­tro di San­ta Maria del­le Mole. In calen­da­rio c’era lo spet­ta­co­lo “Come una bar­ca in mez­zo al mare”, mono­lo­go bril­lan­te trat­to dall’opera “In mez­zo al mare”, dell’indimenticata pen­na di Mat­tia Tor­re, e mes­so in sce­na dal polie­dri­co, com­mo­ven­te, bra­vis­si­mo e nostro – sì, ok, lo con­fes­so, sia­mo ami­ci ma sape­ste quan­te cri­ti­che costrut­ti­ve ci fac­cia­mo, quan­do sono neces­sa­rie – Giu­lia­no Calan­dra che, in un’ora appe­na, rie­sce a far­si inter­pre­te di ogni emo­zio­ne pos­si­bi­le. Come dite? Non sape­va­te che a San­ta Maria del­le Mole c’è un tea­tro? Beh, sì, c’è. Ecco­me se c’è. Si chia­ma Offi­ci­na Arte e Cul­tu­ra e pro­po­ne un calen­da­rio fit­to e mol­to vario di even­ti per tut­ti, da 0 a 99 anni, che tro­va­te ovun­que sui social. Dove si tro­va? In via Car­lo Levi 16, a due pas­si dal­la piaz­za cen­tra­le. Un luo­go sem­pre acce­so che è anche una scuo­la: di tea­tro, appun­to, di scrit­tu­ra, di dan­za. Una fuci­na di talen­ti e pro­fes­sio­na­li­tà, un cuo­re pul­san­te, un’officina che è diven­ta­ta ingra­nag­gio arti­sti­co di tut­ti i Castel­li Roma­ni. Nel­lo spet­ta­co­lo di dome­ni­ca uno stra­lu­na­to gio­ca­to­re di ping pong rac­con­ta la sua ver­sio­ne dei fat­ti su una rela­zio­ne fini­ta male, a ben vede­re mai ini­zia­ta, con la sedu­cen­te Ele­na, e il suo rac­con­to diven­ta occa­sio­ne per riflet­te­re sul­la sua con­di­zio­ne di uomo smar­ri­to (Lui? Noi?) nel­l’in­sen­sa­tez­za del mon­do cir­co­stan­te. La sua ina­de­gua­tez­za, che si rive­la anche inca­pa­ci­tà di sin­to­niz­zar­si con cer­te assur­di­tà e cer­te fre­ne­sie del mon­do, non è in gra­do di giu­sti­fi­ca­re la sua peri­co­lo­si­tà emo­ti­va, ma ci lascia qual­co­sa di simi­le a un ali­bi, che ci gal­leg­gia in testa e con cui trat­tia­mo quel­la sopi­ta fol­lia che improv­vi­sa­men­te emer­ge. Giu­lia­no Calan­dra ha fame di pal­co­sce­ni­co, di pub­bli­co, di quel­lo spa­zio opa­co dell’attesa che si accen­de improv­vi­sa­men­te con il pri­mo pas­so, con la pri­ma sil­la­ba. E si capi­sce dal­la fine, come acca­de per ogni cosa del mon­do, quan­do le paro­le si acquie­ta­no e lui si com­muo­ve di fron­te agli applau­si fero­ci dei pre­sen­ti. Una sera­ta ric­ca di spun­ti, un mono­lo­go incre­di­bi­le, un’interpretazione maiu­sco­la e un luo­go, il “tea­tro di San­ta Maria”, che si con­fer­ma zat­te­ra del­la nostra comu­ni­tà, su cui sali­re e pren­de­re posto per pas­sa­re qual­che ora lie­ta e vigi­le. A gal­la. Viva il tea­tro. (Rober­to Pal­loc­ca)

inter­no Tea­tro Offi­ci­na Arte e Cul­tu­ra

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