Ciampino, Andreassi: “Tutti i dubbi (e le certezze) sull’incendio del sito stoccaggio rifiuti”

Ciampino, Andreassi: “Tutti i dubbi (e le certezze) sull’incendio del sito stoccaggio rifiuti”

01/08/2023 0 Di Marco Montini

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Ciam­pi­no, Andreas­si: “Tut­ti i dub­bi (e le cer­tez­ze) sull’incendio del sito stoc­cag­gio rifiu­ti”

“Chiun­que di noi, leg­gen­do le pro­prie ana­li­si del san­gue, tro­vas­se un valo­re supe­rio­re 132 vol­te rispet­to a quel­lo di rife­ri­men­to, con­clu­de­reb­be che sta mol­to, ma mol­to male. Con que­sta logi­ca, leg­gen­do dal­le ana­li­si dell’ARPA che il livel­lo di dios­si­na è supe­rio­re di 132 vol­te a quel­lo di rife­ri­men­to la con­clu­sio­ne non può che esse­re di tro­var­si nel bel mez­zo di un disa­stro ambien­ta­le. Mi rife­ri­sco all’incendio del sito di stoc­cag­gio di rifiu­ti a Ciam­pi­no ed all’unico dato for­ni­to da ARPA. Un nume­ro solo. In cor­ri­spon­den­za del rogo. Nes­su­na con­si­de­ra­zio­ne su evo­lu­zio­ne tem­po­ra­le del dato. Nes­su­na infor­ma­zio­ne dall’altra cen­tra­li­na posta in dire­zio­ne Castel­li Roma­ni che con­sen­ti­reb­be di poter fare dei ragio­na­men­ti. Un nume­ro but­ta­to lì. In pasto al legit­ti­mo diso­rien­ta­men­to di chi leg­ge e non ha gli stru­men­ti per capi­re. Che non sa che, in cor­ri­spon­den­za dei roghi, sono con­cen­tra­zio­ni che spes­so si regi­stra­no. Che non sa che la dios­si­na resta in aria pri­ma di rica­de­re per gior­ni, per mesi. Tal­vol­ta anche di più. Che non sa che non rica­de neces­sa­ria­men­te nei pres­si dell’incendio ma, tra­spor­ta­ta dai ven­ti può rica­de­re anche a cen­ti­na­ia di metri di distan­za. A chi­lo­me­tri di distan­za. Mi ha fat­to veni­re in men­te uno stu­dio che qual­che vol­ta rac­con­to ai miei stu­den­ti. La Food Stan­dards Agen­cy, qual­che anno fa, mostrò che due ore di bar­be­cue — il tem­po di cot­tu­ra di 4 bistec­che, 4 pet­ti di tac­chi­no e 8 sal­sic­ce – rila­scia­no nel­l’a­ria una quan­ti­tà di dios­si­na pari a 220mila siga­ret­te , un livel­lo di set­te vol­te supe­rio­re a quel­lo ammes­so per gli ince­ne­ri­to­ri.

In que­sti casi mi vie­ne da dire che una sana comu­ni­ca­zio­ne sia impor­tan­te qua­si quan­to il tem­pe­sti­vo inter­ven­to sul posto di Arpa , Asl, Magi­stra­tu­ra e di tut­ti i sog­get­ti aven­ti tito­lo. Aspet­tia­mo di ave­re un qua­dro di ana­li­si più ampio per fare una rea­le valu­ta­zio­ne sul­la qua­li­tà dell’aria. Pre­oc­cu­pan­do­ci, nel frat­tem­po, di una cosa a mio avvi­so più gra­ve e che si ten­de a dimen­ti­ca­re o sot­to­va­lu­ta­re. Il fat­to, cioè, che uno dei peri­co­li ambien­ta­li più gran­di in que­sti casi è lega­to al “lavag­gio” del mate­ria­le com­bu­sto, alla pene­tra­zio­ne nel ter­re­ni ed all’inquinamento del­la fal­da acqui­fe­ra. Quin­di, sbri­ghia­mo­ci a rimuo­ve­re quel­la roba dal piaz­za­le. Per evi­ta­re una secon­da Eco X di Pome­zia. In cui chi gover­na­va era tan­to bra­vo a fare ter­ro­ri­smo sui social quan­to inca­pa­ce di risol­ve­re i veri pro­ble­mi. Tan­to che,dopo sei anni, 8000 ton­nel­la­te di rifiu­ti com­bu­sti stan­no anco­ra lì. Dove bru­cia­ro­no il 5 mag­gio del 2017”.
Così su Face­book il vice­sin­da­co di Alba­no Lazia­le, Luca Andreas­si.

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