Marino. Bibliopop: successo con pioggia per confronto su “Ricordi futuri” di Marco Onofrio

Marino. Bibliopop: successo con pioggia per confronto su “Ricordi futuri” di Marco Onofrio

02/07/2023 0 Di Maurizio Aversa

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Al Par­co Mau­ra Car­roz­za, Biblio­pop, pre­sen­ta­zio­ne libro Ricor­di Futu­ri. Da dx: Ser­gio San­ti­nel­li, pre­si­den­te Biblio­pop, Gia­co­mo Tor­to­ri­ci, Diret­to­re Siste­ma Castel­li roma­ni, Mau­ri­zio Aver­sa, Mar­co Ono­frio auto­re del libro


Mal­gra­do il pome­rig­gio pio­vig­gi­no­so, otti­ma la cor­ni­ce di pub­bli­co al Biblio­pop — par­co Mau­ra Car­roz­za — in ver­sio­ne esti­va, con le sedie e i gaze­bo a coper­tu­ra siste­ma­ti all’esterno, per la pre­sen­ta­zio­ne d’anteprima, saba­to 1° luglio, di “Ricor­di futu­ri. Scrit­ti di Sto­ria, Poli­ti­ca, Socie­tà”, il nuo­vo sag­gio di Mar­co Ono­frio. Un libro mol­to poten­te e den­so di sug­ge­stio­ni, che rac­co­glie 40 arti­co­li con cui l’autore mari­ne­se ha inte­so uni­re in pat­ch­work diver­se pro­spet­ti­ve di appro­fon­di­men­to del mon­do con­tem­po­ra­neo, ana­liz­zan­do la com­ples­si­tà di alcu­ni sno­di cri­ti­ci fon­da­men­ta­li per il futu­ro dell’Italia e del pia­ne­ta.

Uno degli appas­sio­na­ti inter­ven­ti di Mar­co Ono­frio


Intro­dot­to dal salu­to di Ser­gio San­ti­nel­li, pre­si­den­te di ACAB/Bibliopop, l’incontro si è svi­lup­pa­to sot­to for­ma di dibat­ti­to tra l’operatore cul­tu­ra­le Mau­ri­zio Aver­sa, che ha svol­to il ruo­lo di mode­ra­to­re, e Gia­co­mo Tor­to­ri­ci, diret­to­re del Siste­ma Castel­li Roma­ni: entram­bi han­no ani­ma­to la discus­sio­ne sol­le­ci­tan­do con doman­de e “pro­vo­ca­zio­ni” varie le rifles­sio­ni a tut­to cam­po di Ono­frio, che ha anche reci­ta­to dei fram­men­ti del libro per meglio espli­ci­ta­re, quan­do neces­sa­rio, le sue idee. Aver­sa ha dato vita all’incontro leg­gen­do una let­te­ra del­lo scien­zia­to Rober­to Ono­frio, fra­tel­lo del­lo scrit­to­re, impos­si­bi­li­ta­to per moti­vi di salu­te ad inter­ve­ni­re di per­so­na. Così ha scrit­to dagli USA, dove vive e lavo­ra in qua­li­tà di fisi­co teo­ri­co: «Il recen­te libro di Mar­co è un calei­do­sco­pio che for­ni­sce diver­si ele­men­ti cri­ti­ci di rifles­sio­ne sul­la socie­tà attua­le, sul­la sua inso­ste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le, sull’inquinamento mora­le pro­dot­to dal­le leg­gi del pro­fit­to, sull’impatto cata­stro­fi­co del­la men­ta­li­tà mer­can­ti­li­sti­ca nell’educazione e nel­la cul­tu­ra nel sen­so ampio del ter­mi­ne. Non si pro­pon­go­no al momen­to solu­zio­ni gene­ra­li, se non quel­la di tor­na­re a pen­sa­re con il pro­prio cer­vel­lo». Infat­ti “Ricor­di futu­ri” è un libro «teso a risve­glia­re le ani­me pri­ma che sia trop­po tar­di».

Tre sono sta­ti i gaze­bo aper­ti per il pub­bli­co


Cul­tu­ra, lavo­ro, eco­lo­gia, eco­no­mia, pro­gres­so, svi­lup­po, giu­sti­zia, pace, sovra­ni­tà, poli­ti­ca, alie­na­zio­ne, mani­po­la­zio­ne, “dit­ta­tu­ra demo­cra­ti­ca” e, in una for­mu­la che tut­te le rac­chiu­de, “tran­su­ma­ne­si­mo” o, meglio, “fine dell’umanesimo” nel lim­bo ane­ste­tiz­zan­te del­la socie­tà “liqui­da” e tec­no­cra­ti­ca glo­ba­liz­za­ta, sono solo alcu­ne del­le emer­gen­ze sol­le­va­te dal libro di Ono­frio. La posi­zio­ne del­lo scrit­to­re, già noto per le fiam­meg­gian­ti inte­me­ra­te di ope­re pre­ce­den­ti (come il poe­met­to di civi­le indi­gna­zio­ne “Empo­rium” o il pam­phlet “Le segre­te del Par­na­so” dedi­ca­to alla denun­cia del­le mafie let­te­ra­rie), è quel­la di un “apo­ca­lit­ti­co” eti­ca­men­te rigo­ro­so ma aper­to ad even­tua­li semi posi­ti­vi di cam­bia­men­to, peral­tro sem­pre più dif­fi­ci­li da rav­vi­sa­re. Meno dispe­ra­ta e “nostal­gi­ca” di un pas­sa­to ormai irre­cu­pe­ra­bi­le, dun­que più fidu­cio­sa nel futu­ro – riguar­do per esem­pio alle scon­fi­na­te poten­zia­li­tà del­la tec­no­lo­gia e dell’intelligenza arti­fi­cia­le – la visio­ne di Tor­to­ri­ci, che pure si è det­to sostan­zial­men­te d’accordo con la mag­gior par­te del­le tesi svi­lup­pa­te nel libro. Dopo la fase dell’analisi, quel­la del­la sin­te­si ha por­ta­to ad inter­ro­gar­si sul “che fare?”, ed è qui che la cul­tu­ra è par­sa a tut­ti, sull’onda dei ragio­na­men­ti, ànco­ra di sal­vez­za irri­nun­cia­bi­le per sve­glia­re gli indi­vi­dui dal tor­po­re e spin­ger­li, con l’ampliamento del­la con­sa­pe­vo­lez­za, a rom­pe­re i cir­co­li vizio­si di assue­fa­zio­ne che impe­di­sco­no un rea­le cam­bia­men­to. Del resto, non per puro eser­ci­zio di pen­sie­ro spe­cu­la­ti­vo ci si è inter­ro­ga­ti, sul­la neces­si­tà, non sovrap­po­ni­bi­le con la pre­ce­den­te espe­rien­za sto­ri­ca, ma ugual­men­te dram­ma­ti­ca­men­te auspi­ca­bi­le, di un nuvo “con­ve­gno degli intel­let­tua­li come quel­lo dell’Eliseo” che nel 1977 fu volu­to e posi­ti­va­men­te ege­mo­niz­za­to da Enri­co Ber­lin­guer.

L’as­sem­blea nazio­na­le degli intel­let­tua­li del 1977 al Tea­tro Eli­seo in Roma fu for­te­men­te volu­ta da Enri­co Ber­lin­guer


«Non si trat­ta di fare bar­ri­ca­te o usa­re vio­len­za» – ha soste­nu­to Ono­frio – «ma di cam­bia­re anzi­tut­to il modo di guar­da­re le cose: è il pri­mo pas­so per tra­sfor­ma­re il mon­do. Ogni vera rivo­lu­zio­ne nasce dal­la coscien­za indi­vi­dua­le: se non pos­so cam­bia­re il mon­do, pos­so comin­cia­re a cam­biar­lo den­tro di me! Ecco l’importanza dell’educazione, del­la demo­cra­zia rea­le, del­la cul­tu­ra come vita. Tut­te cose che il siste­ma abor­re per­ché vive ed ingras­sa su ciò che le nega e le rifiu­ta. Il popo­lo deve ripren­de­re con­sa­pe­vo­lez­za del pro­prio pote­re giac­ché, a dispet­to del­le ves­sa­zio­ni oli­gar­chi­che che gui­da­no con logi­che per­ver­se le mul­ti­na­zio­na­li, eser­ci­ta il voto ogni vol­ta che acqui­sta o non acqui­sta i pro­dot­ti, dun­que è in gra­do di mani­po­la­re le leve dell’economia e le flut­tua­zio­ni dei mer­ca­ti. Allo stes­so modo, l’Italia dovreb­be ripren­de­re in mano l’immensità del­la pro­pria sto­ria e, tem­pe­ran­do cer­ti erro­ri strut­tu­ra­li di que­sta Unio­ne Euro­pea, pen­sa­ta soprat­tut­to appan­nag­gio del Nord, dedi­car­si alla pro­pria con­na­tu­ra­le voca­zio­ne talas­so­cra­ti­ca e medi­ter­ra­nea, gui­dan­do un dia­lo­go di pace a 360° con le spon­de dell’Africa e del Medio Orien­te. Se però la volon­tà si dichia­ra aper­ta all’ottimismo, la ragio­ne resta intri­sa di pes­si­mi­smo: la real­tà ita­lia­na par­la infat­ti di una sovra­ni­tà mol­to limi­ta­ta, sog­get­ta com’è a una situa­zio­ne finan­zia­ria e geo­po­li­ti­ca inter­na­zio­na­le che bloc­ca i miglio­ri inten­ti dei poli­ti­ci di “buo­na volon­tà”, quan­do anco­ra ve ne sia­no. E tut­to, così, resta sospe­so a pochi cen­ti­me­tri dall’abisso».

Mar­co Ono­frio, mostra il suo 41esimo libro Ricor­di futu­ri sot­to l’ef­fi­ge di Biblio­pop


Quan­to emer­so alla luce del dibat­ti­to ha tro­va­to una chio­sa emble­ma­ti­ca e per così dire “rias­sun­ti­va” nel­la musi­ca del gio­va­ne rap­per mari­ne­se Fra’ Sor­ren­ti­no, che ha can­ta­to due pez­zi di suc­ces­so dal suo reper­to­rio: “Bon ton” e la novi­tà “Oro”. L’incontro è sta­to segui­to con viva, pal­pa­bi­le atten­zio­ne dal pub­bli­co, che alla fine ha posto doman­de e offer­to spun­ti di rifles­sio­ne meri­te­vo­li di svi­lup­po con un even­tua­le, ulte­rio­re appun­ta­men­to. (le foto sono a cura di Ore­ste Azza­lin e Ser­gio San­ti­nel­li)

Il rap­per Fra Sor­ren­ti­no, esi­bi­to­si alla pre­sen­ta­zio­ne del libro

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