CONTRATTO DIPENDENTI CAPITOLINI. MILANI (SULPL) ” LA POLIZIA LOCALE DELLA CAPITALE OSTAGGIO DEI SINDACATI”

CONTRATTO DIPENDENTI CAPITOLINI. MILANI (SULPL) ” LA POLIZIA LOCALE DELLA CAPITALE OSTAGGIO DEI SINDACATI”

20/06/2023 0 Di Marco Montini

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Con­ti­nua­no i lavo­ri per l’at­te­so rin­no­vo del con­trat­to decen­tra­to degli oltre 20.000 dipen­den­ti capi­to­li­ni. Sul tavo­lo l’i­sti­tu­zio­ne di clas­si di diver­sa respon­sa­bi­li­tá e di coor­di­na­men­to gerar­chi­co degli impie­ga­ti ed agen­ti di cate­go­ria C. Un tema par­ti­co­lar­men­te sen­ti­to ed urgen­te nel­la Poli­zia Loca­le di Roma Capi­ta­le, in cui la man­ca­ta appli­ca­zio­ne del­la Leg­ge Regio­na­le vigen­te, lascia miglia­ia di appar­te­nen­ti pri­vi del gra­do e del­l’in­qua­dra­men­to peo­fes­sio­na­le. Sul tema é inter­ve­nu­to dura­men­te Mar­co Mila­ni, Segre­ta­rio Roma­no Aggiun­to del SULPL, (Sin­da­ca­to Uni­ta­rio Lavo­ra­to­ri Poli­zia Loca­le) che un una nota, stig­ma­tiz­za l’o­stra­ci­smo di alcu­ne sigle sin­da­ca­li ” Para­dos­sal­men­te apprez­zia­mo più la buo­na volon­tá del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne Gual­tie­ri, che si alcu­ni sin­da­ca­ti che sem­bra­no tene­re in ostag­gio un’in­te­ra cate­go­ria. La pro­po­sta di deli­nea­re tre clas­si di respon­sa­bi­li­tá in cate­go­ria C, ben si con­ci­lie­reb­be con le nor­ma­ti­ve che pre­ve­do­no le tre fasce di gra­do agen­ti, sovrin­ten­den­ti ed ispet­to­ri, attri­buen­do a que­st’ul­ti­ma, al pari di tut­te le Poli­zie Loca­li d’I­ta­lia e degli inqua­dra­men­ti del­le Poli­zie Nazio­na­li, la qua­li­fi­ca di Uffi­cia­li di Poli­zia Giu­di­zia­ria. Tut­to que­sto ci appa­re assur­do, in un momen­to sto­ri­co in cui lo stes­so Gover­no acce­le­ra nel far­si cari­co di una leg­ge di rifor­ma nazio­na­le e nel­l’oc­ca­sio­ne di sana­re una situa­zio­ne che para­dos­sal­men­te pone il Cor­po di Poli­zia cit­ta­di­na al di fuo­ri del­le pre­vi­sio­ni di leg­ge. Imba­raz­zan­te poi, che un ope­ra­to­re con ven­ti o tren­t’an­ni di ser­vi­zio in una cit­tá metro­po­li­ta­na, deb­ba chia­mar­si “agen­te”, ver­go­gnan­do­si di fron­te ad un col­le­ga di un qual­sia­si pic­co­lo Comu­ne d’I­ta­lia, cui a pari­tá di con­di­zio­ni vie­ne rico­no­sciu­to il gra­do di sovrin­ten­den­te e ispet­to­re”

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