di Francesca Marrucci Anche se il periodo è ormai quello elettorale, questo evento con le…
Marino. Successo, partecipazione, impegno, così a Bibliopop sabato 29 aprile
01/05/2023Questo articolo è stato letto 2058 volte!
Nella programmazione degli eventi, sempre più fitti, a Bibliopop, date come quella in cui è stata destinata la presentazione di Marco Omizzolo e del suo libro denuncia sulla schiavitù e sfruttamento del sistema capitalistico imperante, sembrerebbe “ingolfata” tra le celebrazioni del 25 aprile e il Primo maggio. Invece è accaduto il contrario: per i temi, per la capacità espositiva del contenuto, per la partecipazione attiva degli intervenuti, la giornata è stata proprio la cerniera che ha unito valori, lotte, denunce, e, soprattutto la risposta al che fare. “Istruitevi, abbiamo bisogno della vostra conoscenza e consapevolezza; agitatevi, abbiamo bisogno di far emergere il conflitto; organizzatevi, abbiamo bisogno di unire le forze.” — così, in chiusura di serata, Marco Omizzolo ha citato Antonio Gramsci per invitare ognuno dei presenti ad essere parte politica attiva. Del resto, cadenzati, nello svolgimento della bellissima assemblea, altri vari interventi e le puntuali domande di Marcella Costagliola (Comunità Laudato Si). Ad esempio, già nella presentazione di ospiti e iniziativa, il presidente di Bibliopop, Sergio Santinelli, aveva indicato: “Il fulcro di questa iniziativa, che è culturale e sociale e politica, risiede nella dimostrazione che la volontà di confronto, anche tra entità distinte, se mosse da conoscenza critica e consapevolezza della realtà, mettendo al centro uomini e donne, in un nuovo umanesimo, fa unire le forze sane contro la barbarie. Le descrizioni aberranti testimoniate da Omizzolo, ci fanno davvero concludere che, partendo dai comuni valori della costituzione antifascista, siamo giunti al bivio: o comunismo, o barbarie.”. In un altro momento, testimoniando proprio la presenza, ad Aprilia, città in cui opera come sacerdote e come insegnante, Don Salvatore Surbera, ha aggiunto che “molto tra i giovani, ad esempio gli studenti, ma anche tra i cittadini, il vero impegno a cui siamo chiamati è far aprire gli occhi. Sia per gli aspetti sociali e di consapevolezza che ne derivano, sia perchè è dalla capacità critica di leggere e conoscere la realtà quale essa è, e non quale viene spesso rappresentata dai media.”.A dare manforte a questa chiara impostazione, ci sono state le risposte che Marco Omizzolo ha offerto — anche ai quesiti del pubblico — con esempi strazianti.
“I padroni — dice Omizzolo — non imprenditori, ma padroni, hanno modi subdoli, violenti, e li adattano al caso di bisogna: c’è quello che organizza i lavoratori/schiavi presentandosi quasi come fosse il loro salvatore e per questo chiede riconoscenza. Riconoscenza che deve essere totale e che spoglia di ogni dignità personale, di ogni identità (culturale e sociale), perchè il lavoratore/schiavo deve sapere che il suo rapporto col padrone è solo in funzione delle sue braccia. E’ così — continua il sociologo che ha vissuto, camuffato da schiavo/lavoratore, per anni insieme alla comunità indiana Sick dell’Agro Pontino — che viene imposto la paga da fame; mensilmente decurtata di un terzo perchè destinata a pagare il fitto di conteiner in cui si era ammassati in diciotto persone. Oppure, è così che viene imposto il “saluto” con inchino al busto del “Duce” prima di accedere ai campi per lavorare. Per non dire della sopraffazione verso donne — sottoposte ad ogni tipo di angheria, anche sessuale — e verso i minori, dove ragazzini di 13 anni lavorano al pari degli adulti.”. Altri innumerevoli esempi, con violenze fisiche incluse, persone date alle fiamme ad esempio, sono stati portati, perchè comunque documentati e testimoniati, quindi non semplici “sentito dire”, da Marco Omizzolo durante l’incontro che per questi aspetti è stato ovviamente vissuto da tutti i presenti anche emotivamente. E alla domanda, perchè il padrone fa questo? La risposta è agghiacciante. “Non è una semplice scelta di cattiveria, o di, come nel caso del fitto, ruberia per avere più soldi da lucrare. E’ molto peggio — illustra Omizzolo — Infatti, tolta la dignità e la sussistenza e indipendenza, l’insieme della comunità (80% immigrati e 20% italiani) è a disposizione del padrone per varie coperture. Ad esempio, anche in chiave di utilità per politici, pure nelle istituzioni, o nella pubblica amministrazione, spesso i vantaggi e gli scambi, non sono in termini banali di denaro. Ma di consenso, anche elettorale. Così, — denuncia ancora il nostro — quando fu messo in piedi il più grande sciopero degli ultimi anni a Latina, sotto la Prefettura, con cinquemila partecipanti, il Prefetto disse “per me questi non esistono”. Oppure, ancora, quando finalmente, grazie a questo movimento, — che in seguito diede modo di vedere approvata una prima legge, la n.199 del 2016, di tutela e contro lo schiavismo — ci fu l’invito ad essere auditi in Commissione Antimafia, presieduta allora da Rosy Bindi, mentre tutti erano presenti solo due parlamentari eletti nella provincia di Latina non parteciparono: un eletto di Forza Italia e un eletto del PD. Questa è la storia vera. Sempre nello stesso alveo, quando ci fu la possibilità di commissariare il Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose (ricordiamo che a Fondi c’è il secondo mercato ortofrutticolo più grande d’Italia e il quarto in Europa) in Consiglio dei Ministri non passò perchè tre Ministri, tra cui l’attuale Presidente del Consiglio, votarono contro.”.
“Proprio per tutte queste denunce, e questo sfruttamento schiavistico del capitalismo che non è solo nostrano e che va rapportato a tutti gli aspetti produttivi per analogia — ha detto nel suo intervento Sonia Pecorilli, amministratrice di Sermoneta, LT, e segretaria della Federazione del Partito Comunista Italiano di Latina — è fondamentale che chi condivide valori e dignità delle persone, come siamo noi qui oggi, dobbiamo impegnarci ad una unità di lotta perchè divisi e deboli non andiamo da nessuna parte. Chiedo a Marco Omizzolo, che ci aiuti su questo versante, a conoscere sempre meglio, a costruire consapevolezza e volontà combattiva, perchè è nostro dovere e scelta essere da questa parte, coi lavoratori, sempre.”. “Certamente — ha concluso Marco Omizzolo — chi ha consapevolezza, che questo mondo di sfruttamento capitalistico, non può essere viatico verso nessun riconoscimento della dignità umana e del lavoro, deve offrire a noi che abbiamo valori che fondano sulla Costituzione, sulla resistenza, sul lavoro, l’opportunità di essere generosi nell’impegno e coerenti nel condurre battaglie e lotte verso un sistema che contenga ideali socialisti.”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.