Lazio, Ambrogiani(Pd): “Buon lavoro a giunta e consiglio: non disperdere patrimonio Zingaretti”

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 886 vol­te!

“In que­sti gior­ni la giun­ta del pre­si­den­te Roc­ca e gli elet­ti del con­si­glio regio­na­le del Lazio han­no uffi­cial­men­te avvia­to la nuo­va legi­sla­tu­ra. Un man­da­to ammi­ni­stra­ti­vo impor­tan­te, in cui ci atten­do­no sfi­de fon­da­men­ta­li per lo svi­lup­po del nostro ter­ri­to­rio e per la tute­la del­le istan­ze del­la nostra comu­ni­tà. In que­sto qua­dro, dun­que, ci augu­ria­mo che la mag­gio­ran­za regio­na­le met­ta in cam­po sen­so di respon­sa­bi­li­tà e buon­sen­so isti­tu­zio­na­le, ascol­tan­do le sol­le­ci­ta­zio­ni del­le mino­ran­ze — di cui anche il Par­ti­to Demo­cra­ti­co fa par­te — e non disper­den­do il gran­de lavo­ro svol­to negli ulti­mi die­ci anni dal­la ammi­ni­stra­zio­ne Zin­ga­ret­ti, in gra­do di rilan­cia­re la nostra Regio­ne nei set­to­ri chia­ve del­la mac­chi­na isti­tu­zio­na­le: dal­la sani­tà ai tra­spor­ti, dal­le infra­strut­tu­re ai dirit­ti, dal socia­le all’economia. Un patri­mo­nio non indif­fe­ren­te, una base rile­van­te che il gover­na­to­re Roc­ca non può e non deve asso­lu­ta­men­te sot­to­va­lu­ta­re. Que­sto il nostro più gran­de auspi­cio. Augu­ria­mo dun­que al neo pre­si­den­te, agli asses­so­ri e ai con­si­glie­ri regio­na­li i nostri più sin­ce­ri augu­ri di buon lavo­ro”.
Così, in una nota, il segre­ta­rio cit­ta­di­no del Par­ti­to Demo­cra­ti­co di Mari­no, Ser­gio Ambro­gia­ni.

Related Images:

Marco Montini

Clas­se ’82, gior­na­li­sta pub­bli­ci­sta dal 2012, cro­ni­sta di stra­da dal 2007, scri­vo ormai da tem­po di sport, poli­ti­ca, socia­le e cul­tu­ra. Attual­men­te col­la­bo­ro con testa­te dei Castel­li Roma­ni e del­la Capi­ta­le, for­nen­do al con­tem­po pre­sta­zio­ni e con­su­len­ze di comu­ni­ca­zio­ne per nume­ro­se real­tà ter­ri­to­ria­li, pri­va­te e pub­bli­che. Lazia­le, tea­tran­te, ani­ma­le socia­le, ado­ro viag­gia­re, cono­sce­re e nutrir­mi del­la diver­si­tà, del nuo­vo, del­lo sco­no­sciu­to.