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Roma. PCI, Sonia Pecorilli ha chiuso la campagna elettorale con tre cose significative: lavoro, sanità, ambiente
13/02/2023 0 Di Maurizio AversaQuesto articolo è stato letto 1829 volte!
Riflessione veloce: i cittadini, quindi gli elettori, ancor più chi si ritiene comunista o di sinistra ha un bel po’ da pensare su quanto sia fasulla la possibilità del confronto delle idee durante una campagna elettorale nel regime vigente. Infatti, non tutti sono a conoscenza, ad esempio, che è vero che c’è stata nelle ultime settimane, la possibilità di accedere tutti (candidati e forze politiche) alla tribuna elettorale del Tg3. Ma moltissimi avranno saputo che questo “obbligo” di legge è stato tale SOLO per Rai Tre. Infatti, tutti gli altri operatori dell’informazione non hanno avuto tale obbligo (noto come par condicio) perchè il meccanismo di obbligatorietà scatta solo se c’è una determinata quantità di elettori in tutto il Paese ad essere chiamata alle urne in quel momento.
Quindi? Quindi, poichè non c’è obbligo, ognuno per cortesia, una volta, o due, ti ha invitato; ma per lo più venivano chiamati i cosiddetti “più forti”. Quindi con gli altri, zero confronto delle idee. Ecco allora i comunisti. Sonia Pecorilli, la candidata del PCI, unitamente alla Lista e a tutto il Partito del Lazio allora ha messo in campo, pur con le poche risorse e la fatica organizzativa — visto che il Partito Comunista Italiano è in ricostruzione — una scelta di presenza coi cittadini, elettori, e sostenitori. Per questo, in particolare negli ultimi giorni, pur con qualche grado sotto lo zero, la candidata comunista si è recata ai cancelli della Fiat (Stellantis) per incontrare, con lo strumento del volantinaggio il turno dei tremila operai che si avvicendava. Con la federazione di Frosinone e il Partito regionale ha dialogato, ed ha ricavato “un forte sconforto e senso di abbandono da parte dei lavoratori che non si riconoscono più, da tempo, da molti dei partiti, vecchi e nuovi, che dovrebbero occuparsi e organizzarsi con loro.”.
Forse è anche per questo che la quindicina di dirigenti comunisti che hanno accompagnato Sonia Pecorilli ai cancelli della fabbrica, hanno anche concluso che il tema è enorme. Per questo, al comizio finale a San Lorenzo, il segretario regionale, Oreste della Posta, ha dato chiaramente un indirizzo ed un impegno non più rinviabile “Abbiamo incontrato, non solo tanti lavoratori, ma anche alcuni compagni che già conoscevamo e che si sono rintanati. Noi diciamo che daremo vita, a breve, ad una cellula del PCI in fabbrica!”. E questo indirizzo dell’attenzione al lavoro, del resto, non solo il programma, ma le dichiarazioni nei confronti della Tribuna Elettorale o le interviste rilasciate a quotidiani e altri media, Sonia Pecorilli li aveva già mostrati: “Prima il lavoro. Prima la programmazione di un piano industriale del Lazio, inserito in uno nazionale che neppure esiste. Prima la lotta alla precarietà e allo sfruttamento fatto di assenza di sicurezza. Prima la ripresa della campagna perchè l’agricoltura sottratta alle mafie e al malaffare è un grande volano per l’economia e per l’occupazione. Come lo è il turismo. Anche per questa visione pulita abbiamo aderito alla campagna parliamo di mafia. Di come combatterla.”.
E’ con questa carica di contenuti che la candidata ha affrontato le questioni della sanità, “fino a smascherare le affermazioni solo parolaie di chi ha diretto la regione: cioè sia il centrodestra prima, che il centrosinistra poi, anche insieme al M5S. La difesa della sanità territoriale, ad esempio ai Castelli, senza rinunciare, anzi rilanciando, sul NOC (Nuovo Ospedale dei Castelli), è quanto è necessario fare per ribadire che l’unica risposta possibile per la sanità, è la sanità pubblica.”. Con questi medesimi intenti, c’è la difesa dell’ambiente, parlando di inceneritore ad esempio, per Sonia Pecorilli e per la Lista PCI, “l’indirizzo è semplice e fattibile: no alla costruzione del megainceneritore da 600mila tonnellate, a S.Palomba o l’altro ad Anagni; si a piccoli impianti che siano il risultato premiante di una raccolta differenziata che è stato dimostrato da decine di comuni, è possibile”. Per tutto questo, con coerenza, la chiusura della campagna elettorale a San Lorenzo, con decine di partecipanti con le bandiere rosse al vento, mentre da un lato ha consentito proprio a Sonia Pecorilli di ribadire gli stessi concetti, purtroppo accompagnati dalla tragedia, e quindi vicinanza solidale alla famiglia e ai lavoratori, della morte di Alberto Motta, giovane operaio che lavorava al porto di Civitavecchia, ha anche visti protagonisti i volti delle decine di sostenitori. Pronti, tra l’altro, ad applaudire e sottolineare le parole del segretario nazionale del PCI, Mauro Alboresi: “E’ questo un appuntamento per elezioni regionali, ma tutti sappiamo che il valore, va oltre ed è anche poltiico generale. Da un lato vediamo le scelte del governo di destra che fa il proprio mestiere; ciò che si vede poco è il mestiere dell’opposizione. Per questo c’è afasia, per questo i lavoratori ed il popolo hanno necessità di un nuovo riferimento serio e certo. E a chi ha continuato a chiedercelo in modo errato, noi comunisti, ad esempio, non siamo soddisfatti di non aver potuto mettere insieme forze oppositrici, antisistema, comuniste e anticapitaliste. E sia chiaro, la responsabilità ricade su chi ci ha detto che preferiva non unirsi con una forza dichiarata e mostrata come comunista. Ma noi questi siamo. Lo abbiamo dimostrato riportando anche in questa occasione il simbolo, che troverete al primo posto sulla scheda elettorale nel Lazio, e continueremo a dimostrarlo, sostenendo il programma della Lista PCI ben guidata dalla nostra candidata presidente Sonia Pecorilli. Perchè questo ci consentirà di fare grandi passi in avanti nella ricostruzione del Partito Comunista Italiano.”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.
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