Roma. Il PCI aderisce al Presidio promosso a Trastevere per i cento anni dalla fondazione dell’URSS

Roma. Il PCI aderisce al Presidio promosso a Trastevere per i cento anni dalla fondazione dell’URSS

23/12/2022 0 Di Maurizio Aversa

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 25986 vol­te!

Gia­co­mo De Ange­lis, Fede­ra­zio­ne PCI Roma Metro­po­li­ta­na


“I comu­ni­sti ci saran­no, il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, ci sarà a Roma vener­dì 30 dicem­bre ore 18:00 in Piaz­za G. G. Bel­li (Tra­ste­ve­re) al Pre­si­dio per il Cen­te­na­rio del­l’URSS. — ren­de noto Gia­co­mo De Ange­lis a nome del­la Fede­ra­zio­ne comu­ni­sta di Roma e pro­vin­cia — Come vie­ne ricor­da­to dai pro­mo­to­ri, il 2022 segna il Cen­te­na­rio del­la for­ma­zio­ne del­l’U­nio­ne del­le Repub­bli­che Socia­li­ste Sovie­ti­che (URSS), il pri­mo Sta­to socia­li­sta nel­la sto­ria del­l’u­ma­ni­tà, la cui Costi­tu­zio­ne pro­cla­ma­va che il pote­re nel Pae­se appar­tie­ne ai lavo­ra­to­ri. La crea­zio­ne e lo svi­lup­po del­l’URSS diven­ne­ro l’a­pi­ce nel­la sto­ria mil­le­na­ria del­la sta­tua­li­tà rus­sa. Dal­la fon­da­zio­ne e dal con­so­li­da­men­to dell’URSS tras­se for­za e vigo­re la pri­ma onda­ta del­le rivo­lu­zio­ni pro­le­ta­rie che ha fat­to la sto­ria del ‘900, con la crea­zio­ne del cam­po dei Pae­si socia­li­sti che rag­grup­pò fino ad un ter­zo dell’umanità, con lo svi­lup­po vit­to­rio­so dei movi­men­ti di libe­ra­zio­ne nazio­na­le nel­le colo­nie e nel­le semi-colo­nie dell’imperialismo ed infi­ne con l’epoca del­le con­qui­ste di civil­tà e benes­se­re rea­liz­za­te tra il 1945 e il 1975 nei Pae­si impe­ria­li­sti come l’Italia.

Gia­co­mo De Ange­lis, al cen­tro, con Lucia Adda­rio segre­ta­ria di Zaga­ro­lo e Ore­ste del­la Posta segre­ta­rio regio­na­le PCI Lazio

Noi comu­ni­sti ‑con­ti­nua il diri­gen­te comu­ni­sta — pen­sia­mo che ad oltre tren­ta anni dal­lo scio­gli­men­to dell’Urss, ulti­mo atto del­la dis­so­lu­zio­ne del “bloc­co sovie­ti­co” ini­zia­ta nel 1989. Gli effet­ti di quel crol­lo, salu­ta­to anche dal­la sini­stra di orien­ta­men­to liber­ta­rio o radi­cal-demo­cra­ti­co come un even­to libe­ra­to­rio, che avreb­be aper­to una fase di nuo­va espan­sio­ne per le idee del socia­li­smo e posto le basi di un mon­do paci­fi­ca­to, sono oggi visi­bi­li a tut­ti, come l’estrema fal­la­cia e super­fi­cia­li­tà di quei giu­di­zi. La rifles­sio­ne, il dibat­ti­to e la ricer­ca sul­le cau­se del crol­lo rap­pre­sen­ta­no al con­tra­rio un lavo­ro anco­ra in gran par­te da fare, che inte­res­sa e riguar­da i comu­ni­sti più di chiun­que altro. Il movi­men­to comu­ni­sta, le sue idee, i pro­ces­si con­cre­ti che ha inne­sca­to costi­tui­sco­no una par­te fon­da­men­ta­le del­la sto­ria del XX seco­lo. Né quel­la sto­ria, ini­zia­ta qua­si un seco­lo pri­ma col Mani­fe­sto di Marx ed Engels e che ha avu­to nel­la Rivo­lu­zio­ne d’Ottobre una svol­ta e un sal­to di qua­li­tà deci­si­vo, può dir­si con­clu­sa; al con­tra­rio rite­nia­mo che essa con­ten­ga i ger­mi del pos­si­bi­le mon­do di doma­ni. Come comu­ni­sti rite­nia­mo mol­to più sen­sa­to con­si­de­ra­re la sto­ria del comu­ni­smo del nove­cen­to – nel­la sua ric­chez­za, plu­ra­li­tà ed estre­ma arti­co­la­zio­ne inter­na – un capi­to­lo fon­da­men­ta­le di quel “pro­ces­so di appren­di­men­to” (Losur­do) di por­ta­ta sto­ri­ca che le clas­si e i popo­li oppres­si spe­ri­men­ta­no, tra mil­le dif­fi­col­tà e con­trad­di­zio­ni, nel cor­so del­la lot­ta seco­la­re per l’emancipazione; così come rite­nia­mo indi­spen­sa­bi­le col­lo­ca­re que­sta vicen­da nel­la sto­ria com­ples­si­va del XX seco­lo, nel­la qua­le, oltre alla rivo­lu­zio­ne, al movi­men­to ope­ra­io, ai movi­men­ti di libe­ra­zio­ne, al movi­men­to del­le don­ne han­no gio­ca­to il pro­prio ruo­lo anche le clas­si domi­nan­ti, l’imperialismo, i fasci­smi, le for­ze con­ser­va­tri­ci e quel­le rea­zio­na­rie. Insom­ma, — pro­se­gue De Ange­lis — poi­ché, come mar­xi­sti, sia­mo con­vin­ti che la sto­ria sia in pri­mo luo­go sto­ria di lot­ta di clas­si, rite­nia­mo sba­glia­to abban­do­na­re que­sto cri­te­rio nell’analizzare la vicen­da del comu­ni­smo del nove­cen­to, qua­si che essa si fos­se svol­ta in labo­ra­to­rio e non nel fuo­co di un con­flit­to tra for­ze socia­li, poli­ti­che, mili­ta­ri e anche sta­tua­li, che ha riguar­da­to l’intero pia­ne­ta. È in que­sto sen­so che la cate­go­ria di “scon­fit­ta”, che pre­sup­po­ne l’esistenza dell’avversario, ci pare più con­vin­cen­te di quel­la, liqui­da­to­ria, di “fal­li­men­to”.

Alber­to Fazo­lo, scrit­to­re, tra i pro­mo­to­ri del Pre­si­dio a Tra­ste­ve­re. Qui alla pre­sen­ta­zio­ne del suo libro sul Don­bass a Biblio­pop (Mari­no)


Il PCI, for­te di que­sti orien­ta­men­ti, è impe­gna­to sem­pre più a spen­der­si per la pace che sia coniu­ga­ta con l’accettazione da par­te dei gran­di pro­ta­go­ni­sti mon­dia­li (a comin­cia­re da USA, UE e NATO) che un nuo­vo mon­do mul­ti­po­la­re sia pos­si­bi­le. La Cina è Sta­to sim­bo­lo impre­scin­di­bi­le in que­sta visio­ne ed è figlio diret­to e indi­ret­to del­la poten­za spri­gio­na­ta nel­la sto­ria dall’esistenza dell’Unione Sovie­ti­ca. La guer­ra tra Rus­sia ed Ucrai­na, che dal 24 Feb­bra­io scor­so si è impo­sta all’attenzione gene­ra­le, è da tem­po entra­ta in una nuo­va fase. La scel­ta occi­den­ta­le di invia­re all’Ucraina gran­di quan­ti­tà di armi, sem­pre più sofi­sti­ca­te, adde­stran­do­ne con­tem­po­ra­nea­men­te i suoi mili­ta­ri all’uso, ini­zial­men­te moti­va­ta con la neces­si­tà di soste­ne­re la resi­sten­za a fron­te dell’invasione rus­sa, è oggi dichia­ra­ta­men­te vol­ta a scon­fig­ge­re la Rus­sia. Sia­mo di fron­te alla temu­ta esca­la­tion del con­flit­to, ad una guer­ra per pro­cu­ra, con­dot­ta dagli ucrai­ni per con­to degli USA, del­la NATO: una guer­ra desti­na­ta a dura­re nel tem­po, che por­ta con sé il rischio del­la ter­za guer­ra mon­dia­le, nuclea­re, con i pre­ve­di­bi­li deva­stan­ti esi­ti. La scel­ta del­la pace è sta­ta abban­do­na­ta, non è all’ordine del gior­no. Come con­fer­ma il viag­gio di Zelen­sky da Biden.La posta in gio­co del con­flit­to — con­clu­de l’esponente del­la Fede­ra­zio­ne PCI — è sem­pre più evi­den­te: l’ordine inter­na­zio­na­le uni­po­la­re a tra­zio­ne USA, l’assetto geo­po­li­ti­co affer­ma­to­si dopo la “guer­ra fred­da”, pro­gres­si­va­men­te mes­so in discus­sio­ne oltre che dal­la Rus­sia, dal­la Cina e da altri pae­si, che insie­me rap­pre­sen­ta­no la stra­gran­de mag­gio­ran­za dell’umanità e che, pur assai diver­si tra loro, pro­pu­gna­no un asset­to mul­ti­po­la­re, neces­sa­rio per con­sen­ti­re all’umanità di vin­ce­re le gran­di sfi­de che ha davan­ti. Con tali con­sa­pe­vo­lez­ze, e con tali scel­te chia­re il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, con una pro­pria dele­ga­zio­ne uffi­cia­le sarà pre­sen­te al Pre­si­dio di vener­dì 30 dicem­bre.”.

Related Images: