Marino. PCI: No a divisioni sociali per chi ha uguali diritti e vuole le stesse cose

Marino. PCI: No a divisioni sociali per chi ha uguali diritti e vuole le stesse cose

23/11/2022 0 Di Maurizio Aversa

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Ste­fa­no Ender­le, segre­ta­rio del PCI Mari­no


“I comu­ni­sti di Mari­no, seguo­no atten­ta­men­te le atti­vi­tà socia­li e le scel­te ammi­ni­stra­ti­ve del Comu­ne — dichia­ra Ste­fa­no Ender­le, segre­ta­rio del­la sezio­ne -, e que­sto vale anche per la vicen­da dei Cen­tri Anzia­ni e del Cen­tro Anzia­ni di Frat­toc­chie. In par­ti­co­la­re ci sia­mo anche infor­ma­ti e inte­res­sa­ti cir­ca il con­fron­to, dive­nu­to scon­tro, con l’amministrazione comu­na­le che vede, ora, una par­te di soci anzia­ni pro­muo­ve­re una mobi­li­ta­zio­ne. Noi non voglia­mo fare del faci­le com­por­ta­men­to “equi­di­stan­te” alla Pon­zio Pila­to. Anzi rite­nia­mo di aver matu­ra­to una scel­ta di “equi­vi­ci­nan­za”. Tra chi? Stes­sa vici­nan­za ad un cer­to grup­po di anzia­ni che da anni si sono autor­ga­niz­za­ti e por­ta­to avan­ti, secon­do pro­prie sen­si­bi­li­tà ludi­che, socia­li e cul­tu­ra­li, una gestio­ne che­li ha con­dot­ti fin qui. Stes­sa cosa — con­ti­nua Ender­le — noi rico­no­scia­mo ad un grup­po di anzia­ni che, con ana­lo­ghe sen­si­bi­li­tà han­no dato vita ad una asso­cia­zio­ne che ha anche avu­to il meri­to di pren­de­re al volo le pic­co­le novi­tà e rifor­me del set­to­re asso­cia­zio­ni­sti­co risul­tan­do, come si dice “con le car­te in rego­la”. Ecco, di tut­to ciò, se noi fos­si­mo ammi­ni­stra­to­ri, ten­de­rem­mo a pren­de­re pro­prio il buo­no, i dirit­ti, le fina­liz­za­zio­ni che que­sti pro­ta­go­ni­sti — tut­ti gli anzia­ni di que­sta vicen­da — per­se­guo­no per il pro­prio star bene, che neces­sa­ria­men­te si river­be­reb­be anche sul­la socie­tà e sul­la comu­ni­tà.

Pole­mi­che


Inve­ce — pro­se­gue il por­ta­vo­ce dei comu­ni­sti mari­ne­si — stia­mo assi­sten­do da tem­po, già dal­la pre­ce­den­te gestio­ne ammi­ni­stra­ti­va, una sur­ret­ti­zia divi­sio­ne di anzia­ni di tipo A, da anzia­ni di tipo B. Noi denun­cia­mo que­sto come un insie­me di erro­ri: erro­re di for­za­tu­re ammi­ni­stra­ti­ve (ieri e oggi) che non par­to­no dagli anzia­ni pro­ta­go­ni­sti, ma dal fat­to se il grup­po A o quel­lo B fos­se più sim­pa­ti­co o ten­den­te a far­si ben­vo­le­re da una par­te poli­ti­co-ammi­ni­stra­ti­va inve­ce che ad un’altra. No, noi comu­ni­sti non ci stia­mo a vede­re giu­ste riven­di­ca­zio­ni socia­li, cul­tu­ra­li e ludi­che stru­men­ta­liz­za­te da chic­ches­sia. Quin­di — con­clu­de il segre­ta­rio del PCI — cer­ta­men­te vor­rem­mo che le rego­le fos­se­ro rispet­ta­te, ma nel con­tem­po, poi­chè par­lia­mo di uomi­ni e don­ne tut­ti e tut­te ugual­men­te capa­ci e desi­de­ro­si di esse­re pro­ta­go­ni­sti di que­sta pic­co­la par­te del pro­prio vive­re nel­la nostra socie­tà, nel­la nostra comu­ni­tà, chie­dia­mo al Sin­da­co e all’Amministrazione di far­si cari­co dell’intera vicen­da a par­ti­re pro­prio dal pun­to di vista degli anzia­ni pro­ta­go­ni­sti e non di qual­che mosca coc­chie­ra, ovun­que essa sia pre­sen­te. Al pari chie­dia­mo a tut­ti gli anzia­ni coin­vol­ti o sem­pli­ce­men­te spet­ta­to­ri, di con­tat­tar­ci, rivol­ger­si a noi, sia nel caso pen­si­no che sia dav­ve­ro que­sta che indi­chia­mo la stra­da giu­sta; così come chie­dia­mo a colo­ro che la pen­sa­no all’opposto, che stia­mo sba­glian­do di con­te­star­ce­lo tran­quil­la­men­te. Comubn­que la nostra scel­ta di meri­to, lo riba­dia­mo è soste­ne­re le aspi­ra­zio­ni di tut­ta que­sta par­te del­la socie­tà, quel­la che mag­gior­men­te può, se lo sce­glie, indi­ca­re sag­gez­za a tut­ti.”.

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