Lo scrittore marinese Marco Onofrio spopola a Siviglia con “Emporium”

Lo scrittore marinese Marco Onofrio spopola a Siviglia con “Emporium”

25/10/2022 0 Di Marco Montini

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Lo scrit­to­re mari­ne­se Mar­co Ono­frio spo­po­la a Sivi­glia con “Empo­rium”

Pres­so lo sto­ri­co cen­tro cul­tu­ra­le “La Car­bo­ne­rìa”, in Cal­le Céspe­des, saba­to scor­so, 15 otto­bre, si è svol­ta la pre­sen­ta­zio­ne di “Empo­rium. Poe­mil­la de Indi­gna­ciòn Civil”, ovve­ro la tra­du­zio­ne in spa­gno­lo del­la più nota ope­ra del cin­quan­tu­nen­ne scrit­to­re roma­no, natu­ra­liz­za­to mari­ne­se: “Empo­rium. Poe­ma di civi­le indi­gna­zio­ne”. Il loca­le era affol­la­to, ma ciò che più con­ta è l’attenzione e la pas­sio­ne con cui il pub­bli­co ha segui­to l’evento dall’inizio alla fine. Abbia­mo rag­giun­to tele­fo­ni­ca­men­te l’autore a Mari­no, il gior­no dopo il suo ritor­no in Ita­lia, per rivol­ger­gli qual­che doman­da.

Allo­ra, Ono­frio, com’è anda­ta?
“Magni­fi­ca­men­te! Sono gra­to agli orga­niz­za­to­ri e a tut­ti colo­ro che han­no volu­to omag­giar­mi del­la loro pre­sen­za. È sta­to bel­lo rap­pre­sen­ta­re la cul­tu­ra ita­lia­na in un Pae­se che già la ama di suo, per pro­fon­de affi­ni­tà sto­ri­che e anche lin­gui­sti­che, e che quin­di mi ha accol­to con ami­ci­zia, anzi di più, direi con fra­ter­ni­tà. Le que­stio­ni socia­li sol­le­va­te da “Empo­rium” sono mol­to sen­ti­te in Spa­gna, per­ciò la riso­nan­za e la sin­to­nia sono sta­te tota­li. Mi ha emo­zio­na­to addi­rit­tu­ra la fila che si è crea­ta, al ter­mi­ne dell’incontro, per chie­der­mi di appor­re auto­gra­fi e dedi­che sul­le copie acqui­sta­te dal­le mani dell’editore mala­gueño Fer­ran Fer­nàn­dez, tito­la­re del­la Luces de Gàli­bo, giun­to a Sivi­glia per l’occasione. Non è mai faci­le otte­ne­re tan­to riscon­tro quan­do si pre­sen­ta un libro all’estero…”.

Chi ha par­la­to del suo libro duran­te l’incontro?
“Anzi­tut­to i due impa­ga­bi­li tra­dut­to­ri, che rin­gra­zio anco­ra, Ber­nar­do San­tos e Sole­dad Soler. Poi l’editore, che ha cre­du­to nel libro e sen­za il qua­le tut­to que­sto non avreb­be pre­so for­ma in modo deci­si­vo. Infi­ne la Prof.ssa Mari­na Sciar­ret­ta, docen­te dell’Università “Pablo de Ola­vi­de” non­ché Diret­tri­ce del Cen­tro Cul­tu­ra­le Ita­lia­no di Sivi­glia, che ha ana­liz­za­to magi­stral­men­te alcu­ni sno­di sim­bo­li­ci dell’opera, acco­stan­do­la fra l’altro al “Pinoc­chio” di Col­lo­di, e che mi ha invi­ta­to ad una pia­ce­vo­le con­ver­sa­zio­ne con spun­ti e doman­de assai inte­res­san­ti. Le mie rispo­ste, in ita­lia­no, veni­va­no poi tra­dot­te da Ber­nar­do San­tos a bene­fi­cio del pub­bli­co spa­gno­lo, che peral­tro ave­va già dato segno di com­pren­de­re men­tre par­la­vo”.

Sono sta­ti let­ti bra­ni dal libro?
“Sì, in spa­gno­lo e in ita­lia­no. Dopo gli inter­ven­ti cri­ti­ci, c’è sta­ta la let­tu­ra dram­ma­tiz­za­ta di uno dei momen­ti più inten­si di “Empo­rium”, quel­lo del col­lo­quio tra il dipen­den­te alie­na­to e il mana­ger arro­gan­te, a cura a del­le bra­ve attri­ci Marìa Ànge­les Ortiz, Rosa Saya­go ed Esther Gar­bo­ni. Un altro fram­men­to, trat­to dall’invettiva con­tro il degra­do del­la poli­ti­ca nel mon­do con­tem­po­ra­neo, è sta­to let­to pri­ma da me in ita­lia­no e poi da Ber­nar­do San­tos in tra­du­zio­ne”.
C’è sta­ta anche musi­ca?

“Sì, è sta­ta riser­va­ta al gran fina­le, con tre can­zo­ni can­ta­te e inter­pre­ta­te (anche nel sen­so dei gesti e del­la mimi­ca) dal rap­per mari­ne­se Fra’ Sor­ren­ti­no, gio­va­ne arti­sta emer­gen­te pro­dot­to da Mat­teo Gab­bia­nel­li dei kuTso. Sor­ren­ti­no era sta­to già da me coin­vol­to nel­la pre­sen­ta­zio­ne ita­lia­na del­la tra­du­zio­ne, lo scor­so 26 feb­bra­io al Biblio­Pop di San­ta Maria del­le Mole: gra­zie a quel­la per­for­man­ce, mol­to apprez­za­ta dagli spa­gno­li, si era gua­da­gna­to l’invito ad una ras­se­gna di even­ti che poi ha avu­to luo­go pres­so l’Accademia Rea­le di Spa­gna a Roma, die­ci gior­ni fa, e che mi ha visto pro­ta­go­ni­sta insie­me ad altri poe­ti. Da lì, è venu­to spon­ta­neo il coin­vol­gi­men­to del rap­per nel­la pre­sen­ta­zio­ne sivi­glia­na. Anche a “La Car­bo­ne­rìa” la sua per­for­man­ce è sta­ta mol­to apprez­za­ta, mal­gra­do la dop­pia bar­rie­ra lin­gui­sti­ca (ita­lia­no con inser­ti in napo­le­ta­no), poi­ché si trat­ta di can­zo­ni che esplo­ra­no le zone oscu­re del­la nostra socie­tà mala­ta”.
Le è pia­ciu­ta Sivi­glia?
“Mol­tis­si­mo. È un gio­iel­lo intar­sia­to che pro­fu­ma di vita e di essen­ze pre­zio­se. Ber­nar­do San­tos mi ha ami­che­vol­men­te fat­to da “cice­ro­ne” per le vie e le piaz­ze del­la cit­tà, tra cui Cal­le Tor­re­blan­ca, dove abi­ta, Pla­za de España, famo­sa in tut­to il mon­do, e Pla­za de Ame­ri­ca. Mi sono incan­ta­to con­tem­plan­do la Cat­te­dra­le, con la cele­bre tor­re cam­pa­na­ria del­la Giral­da. Abbia­mo pas­seg­gia­to sul­le rive del Gua­dal­qui­vir. Ho visto il con­ven­to dove Cri­sto­fo­ro Colom­bo si accor­dò con i Rea­li di Spa­gna per il finan­zia­men­to dell’impresa del 1492, e la fab­bri­ca di tabac­chi dove lavo­ra­va la Car­men resa immor­ta­le dall’Opera di Bizet. Ber­nar­do, cono­scen­do la mia pas­sio­ne per il cal­cio, mi ha anche por­ta­to a vede­re (da fuo­ri) lo sta­dio “Vil­la­ma­rìn”, dove gio­ca il Betis Sivi­glia. Le sere del mio sog­gior­no abbia­mo cena­to in modo iti­ne­ran­te, come usa in Anda­lu­sia, cioè con­su­man­do le “tapas” da un loca­le all’altro. Insom­ma, atmo­sfe­re indi­men­ti­ca­bi­li e tan­to diver­ti­men­to!”.

Ci sono nuo­ve tra­du­zio­ni in vista?
“Sì, sta per usci­re in Bre­ta­gna una mia anto­lo­gia poe­ti­ca in fran­ce­se, dal tito­lo “Les rêves du sou­ve­nir”, cioè “I sogni del ricor­do”. Sono mol­to feli­ce di que­sta deri­va inter­na­zio­na­le che stan­no pren­den­do le mie atti­vi­tà let­te­ra­rie: è un bel modo di festeg­gia­re il tren­ten­na­le del­le stes­se, che cadrà il pros­si­mo apri­le”.

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