Come reso noto dal Presidente di Bibliopop, Sergio Santinelli, “Dopo il meraviglioso successo del Premio…
Marino. Bibliopop: Paolo Nanna, intervistato e con performance finale su Centocelle, ci ha condotto dalla Pandemia a Cuba
15/10/2022Questo articolo è stato letto 2601 volte!
La semplicità e la leggerezza, ma di drammi veri, è una delle chiavi di lettura che ieri, venerdì 14 a Bibliopop, è andata in scena alla presentazione del lavoro narrativo di Paolo Nanna. Ha iniziato il pubblico, giunto quasi tutto a ridosso dell’ora prevista per la presentazione e che ha riempito la trentina di sedie messe a disposizione nella solita sala della bilioteca popolare ormai epicentro culturale marinese, castellano e molto oltre. Ha continuato il Presidente, Sergio Santinelli, che ha ricordato, per chi non sapesse, come è nata, cosa è, il valore sociale e culturale — da tutti, da ogni parte politica, ad esempio, apprezzata e portata a riferimento come una pietra miliare — di Bibliopop. Non a caso ha successo anche tra i giovani: proprio nello specifico frangente si era svolta, prima della presentazione del libro, una riunione sulle attività autogestite da un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano e sostengono la biblioteca popolare. Quindi è stata la volta della stimolatrice, la regista autrice Stefania Studer — anch’essa attiva sostenitrice di Bibliopop — che pur avendo dovuto ammettere di aver perso quella che sembrava essere una parola/concetto — in cinese — che fosse identificabile col contenuto di “crisi” e di “occasione” perchè, appunto, ha spiegato: “che ho dovuto smentire, dopo approfondita ricerca, tale coincidenza, ho però scelto di mantenere un ponte delle parole che, a caso nostro, per i contenuti del libro, metta insieme un momento di drammaticità, quindi negativa, ma una risposta possibile, il racconto, l’invenzione scenica, la comicità non sguaiata, che ha portato Paolo Nanna prima ad allestire 65 dirette FB durante il lockdown e poi a raccontare tutto ciò in questo bel libro umano”. Del resto è lo stesso autore, diciamo pure un fiume in piena, che non ha taciuto nè risparmiato aneddoti di autoironia, di gag spesso involontarie, di aggiustamenti avvenuti durante la “prova” di questa idea che stava realizzando e che neppure sapeva dove l’avrebbe condotto. Il pubblico in sala ha apprezzato e interrotto spesso con applausi e talvolta anche con interlocuzione adatta al teatro per offrire con una battuta al volo, una risposta che momentaneamente deviava, ma sostanzialmente aiutava a comprendere meglio il nesso autore Paolo Nanna, dalla “invenzione” scenica Dottor Pescenanna.
La sostanza è infine, sempre con le puntuali provocazioni e veri e propri assist offerti da Stefania Studer, emersa tutta. Il periodo buio, quello che ci ha visto, specialmente col lockdown, quasi segregati, addirittura coi posti di blocco ricorda Paolo Nanna, “sembravavamo tutti criminali e contraffattori perchè in barba alle disposizioni, si passava il confine di cento metri per andare a fare la spesa nel supermercato di fiducia che però, territorialmente, era non accessibile perchè amministrativamente di un altro comune!”; ebbene quel periodo buio l’abbiamo tutti trascorso con la morte a fianco. Quanti cari, quantti conoscenti, non ci sono più? Paolo Nanna ha dedicato alla memoria di alcuni di loro, anche cari amici e artisti che ha avuto “ospiti” nelle dirette FB un deferente pensiero. Ma, questo è il senso del libro, quella morte che ci stava seduta al fianco, è stata pure possibile sconfiggerla, certo con l’adozione poi del vaccino, con atti di sacrificio immenso, con riuscite nazionale positive, come a Cuba. E magari sarà per questo che presentando il libro proprio a Cuba ha ricevuto ung rato riconoscimento di essere l’Italiano protagonista quest’anno della manifestazione “Un italiano a L’Avana” proprio in rappresentanza della cultura italiana. Una serata che sarebbe già stata piena così, con brani di lettura letti dalla stessa intervistatrice, ma invece no. Paolo Nanna, ancora una volta sorprendendo, ha voluto dedicare un cammeo teatrale — tra l’autobiografico, il nostalgico, e la forza di riproporre i valori veri — raccontando un parallelo tra le baby gang di oggi, e la vita, pure quella spezzata dall’eroina, e quella passionale della occupazione di Forte prenestino, del fascismo e antifascismo di borgata (?) tutto incentrato e con un atto d’amore total verso Centocelle: il suo quartiere di provenienza in cui nel suo cuore abita ancora, pur essendo cittadino di Ariccia, castellano. Applausi, serata gradevolmente dolceamara. Questo è stato l’incontro con Paolo Nanna il suo libro, il racconto delle sue storie i tanti.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.