Marino. Da Bibliopop, Moby Dick irrompe in Comune. Premiazione dei vincitori del concorso letterario nazionale

Marino. Da Bibliopop, Moby Dick irrompe in Comune. Premiazione dei vincitori del concorso letterario nazionale

27/09/2022 1 Di Maurizio Aversa

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Il pub­bli­co del­la pre­mia­zio­ne


Mari­no. Pre­mio Moby Dick-Dan­ko: a Palaz­zo Colon­na la vita vera di emo­zio­ni, pas­sio­ni, visio­ni di futu­ra uma­ni­tà. Uomi­ni e don­ne, gio­va­ni e meno, del nostro tem­po. Que­sto il suc­ces­so dell’evento. Il gior­no è quel­lo post-elet­to­ra­le. Ma qui, nell’occasione del Pre­mio Moby Dick-Dan­ko, pri­ma edi­zio­ne (2022), gli uni­ci vin­ci­to­ri che sono atte­si sono quel­li del­la gara del­le paro­le e com­po­si­zio­ni, e dei sen­ti­men­ti for­ti susci­ta­ti o sus­sur­ra­ti. Per que­sto lo scro­scio di applau­si che ha accol­to il Mae­stro Vit­to­rio Nocen­zi, pre­si­den­te ono­ra­rio del Pre­mio, quan­do ne è sta­to annun­cia­to l’ingresso in sala con­si­lia­re a Palaz­zo Colon­na, era già pie­no di affet­to come si riser­va ad un vec­chio ami­co, ad una per­so­na cara che fre­quen­ti. Del resto la sala che ha accol­to il pub­bli­co, cer­to da Mari­no , ma dal Lazio e dal­le altre regio­ni d’Italia, era una fol­la – per que­sto l’organizzazione ha fat­to ricor­so allo spo­sta­men­to degli scran­ni da con­si­glie­re per met­ter­li in sala e far acco­mo­da­re le oltre cen­to per­so­ne inter­ve­nu­te (oltre le deci­ne di col­le­ga­men­ti via web in diret­ta)-. Que­sta stes­sa fol­la, appun­to, fino all’ingresso di Nocen­zi, ave­va già ascol­ta­to note e ver­si assai cono­sciu­ti e atti­nen­ti: “ Gran­de Moby Dick, dove saran­no tut­ti gli aman­ti che hai Dol­ce Moby Dick, nes­su­no ti ha bacia­ta mai. Gran­de Moby Dick, regi­na madre segui le stel­le che sai. Non fidar­ti del­la cro­ce del sud, la cac­cia non fini­sce mai.” Fino a giun­ge­re alle ulti­me “E dan­ze­rai sopra una stel­la mari­na E dan­ze­rai col­pen­do al cuo­re la luna Chi impaz­zì die­tro a te non tor­nò mai più.” E da qui agli applau­si all’ingresso è sta­to mol­to natu­ra­le e con tra­spor­to.

Vit­to­rio Nocen­zi, pre­si­den­te del Pre­mio Moby Dick Dan­ko fa il suo ingres­so fra scro­scian­ti applau­si in sala con­si­lia­re a Palaz­zo Colon­na


Con Nocen­zi, il sin­da­co del Comu­ne di Mari­no, Ste­fa­no Cec­chi e l’Assessore alla Cul­tu­ra, Pame­la Muc­ci­ni, han­no pre­so posto in alto i due pre­si­den­ti di giu­ria Mar­co Ono­frio, idea­to­re del con­cor­so, e Rober­to Pal­loc­ca del­la giu­ria Nar­ra­ti­va. Il pathos, natu­ral­men­te, oltre la spon­ta­nea par­te­ci­pa­zio­ne spi­ri­tua­le oltre che fisi­ca degli inter­ve­nu­ti, è sta­ta mas­si­mo ogni vol­ta che l’ottima Sabi­na Bar­zi­lai, regi­sta ed attri­ce, ha dato voce ai bra­ni e ai ver­si di alcu­ne del­le ope­re sele­zio­na­te. La sera­ta ha avu­to ini­zio con la nota che Mau­ri­zio Aver­sa ha volu­to riser­va­re per evi­den­zia­re il tema del­la cul­tu­ra come pro­dot­to intel­let­tua­le e da qui del ruo­lo degli intel­let­tua­li come inte­so da Anto­nio Gram­sci, tema trat­ta­to e diri­men­te per la sto­ria dei comu­ni­sti ma anche del­la cul­tu­ra in gene­ra­le (soprat­tut­to in Ita­lia, ma nel mon­do inte­ro) cir­ca il pas­sag­gio da “casta” (dagli scri­ba a noi) a, quan­do scel­to, intel­let­tua­le orga­ni­co, dopo l’incontro di mol­ti intel­let­tua­li con l’analisi mar­xi­sta. Di qui anche l’affermazione con­cet­tua­le che ognu­no di noi è un intel­let­tua­le. Ed a segui­re ha trat­ta­to del­la sto­ria – e suc­ces­so, e suc­ces­si – del­la Asso­cia­zio­ne Acab Biblio­pop fino a dar vita al Pre­mio Moby Dick.

In pre­si­den­za , da sini­stra: Mar­co Ono­frio, Vit­to­rio Nocen­zi, Ste­fa­no Cec­chi


Ulte­rior­men­te, Ser­gio San­ti­nel­li, Pre­si­den­te di Biblio­pop ha fat­to emer­ge­re come le atti­vi­tà di carat­te­re socia­le e cul­tu­ra­le che Biblio­pop svol­ge, uti­liz­zan­do l’arma nobi­le del volon­ta­ria­to e dell’impegno civi­le di ognu­no e col­let­ti­va­men­te, tro­va­no sem­pre nel­le for­me e si dispie­ga­no per quan­to con­te­nu­to e pas­sio­ne met­tia­mo nel­la divul­ga­zio­ne del­la let­tu­ra e nel met­te­re al cen­tro la cono­scen­za da for­ni­re a chi riu­scia­mo a ingo­lo­si­re. Ha rivol­to, natu­ral­men­te rin­gra­zia­men­ti al Sin­da­co e all’Assessore per il patro­ci­nio e la dispo­ni­bi­li­tà all’uso del­la pre­sti­gio­sa sala di Palaz­zo Colon­na. Così come a Vit­to­rio Nocen­zi che si è imme­dia­ta­men­te mes­so a dispo­si­zio­ne e inna­mo­ra­to del­la pro­po­sta avan­za­ta da Mar­co Ono­frio cir­ca il nobi­le uso di Moby Dick. Così come gran­de rin­gra­zia­men­to a Rober­to Pal­loc­ca impe­gna­to a pre­sie­de­re la sezio­ne Nar­ra­ti­va ed ai gio­va­ni Gior­gia Di Mat­tia e Vale­rio Canu per il disbri­go del­la distribuzione/catalogazione del mate­ria­le giun­to al Pre­mio, tut­to man­te­nen­do il tota­le ano­ni­ma­to del­le ope­re ver­so i giu­ra­ti. A San­ti­nel­li, che nel pro­prio inter­ven­to ave­va anche sot­to­li­nea­to l’importanza del­la scuo­la e del­le strut­tu­re ad essa desti­na­te – pur nel­la nega­ti­vi­tà attua­le di alcu­ne situa­zio­ni nel nostro comu­ne, come ad esem­pio il Liceo Isti­tu­to d’Arte che vede gli stu­den­ti defrau­da­ti del­la loro strut­tu­ra natu­ra­le e degli stru­men­ti (labo­ra­to­ri) per stu­dia­re – ha fat­to segui­to il salu­to del Sin­da­co.

Il Pre­si­den­te di Acab Biblio­pop, Ser­gio San­ti­nel­li, sedu­to men­tre inter­vie­ne Mau­ri­zio Aver­sa


. Il pri­mo cit­ta­di­no si è sof­fer­ma­to al tema dell’evento sera­le, dichia­ran­do sod­di­sfa­zio­ne, com­pli­men­ti per l’ottima riu­sci­ta – di par­te­ci­pa­zio­ne al con­cor­so, di pre­sen­za di pub­bli­co, di qua­li­tà che ha rece­pi­to dai com­men­ti dei pre­si­den­ti di giu­ria – del Pre­mio. Ha poi volu­to ricor­da­re una espe­rien­za per­so­na­le posi­ti­va pro­prio nel­lo stu­dio di Vit­to­rio Nocen­zi e lega­re que­sto alla otti­ma capa­ci­tà di fare sem­pre pro­po­ste di qua­li­tà a Biblio­pop. Dal can­to suo l’Assessore Pame­la Muc­ci­ni ha det­to che l’amministrazione e lei in par­ti­co­la­re si è sem­pre resa dispo­ni­bi­le e accom­pa­gna e pro­muo­ve le atti­vi­tà come quel­le che svol­ge Biblio­pop sul ter­ri­to­rio per­ché testi­mo­nia­no la viva­ci­tà di tan­te asso­cia­zio­ni che in modo del tut­to volon­ta­ri­sti­co met­to­no ener­gie a dispo­si­zio­ne del­la comu­ni­tà inte­ra. L’intervento del­la espo­nen­te in rap­pre­sen­tan­za del­lo spon­sor (Dan­ko) non è potu­to avve­ni­re (da remo­to) per pro­ble­mi tec­ni­ci dovu­ti al non col­le­ga­men­to da Livor­no. Anche Vit­to­rio Nocen­zi pri­ma del­la vera e pro­pria pre­mia­zio­ne ha volu­to spen­de­re due paro­le sul pre­mio e su Biblio­pop oltre che sul tema gene­ra­le del­la nostra socie­tà che pro­du­ce per­so­ne sole. La cul­tu­ra, che è stru­men­to che aiu­ta a leg­ge­re fa in modo, sug­ge­ri­sce l’artista/filosofo, che ognu­no, spe­cial­men­te tra i più accor­ti e si spe­ra tra le nuo­ve gene­ra­zio­ni, dcol­ti­vi erba fre­sca che esca fuo­ri dal cemen­to che sof­fo­ca esi­sten­za e vita quo­ti­dia­na. La visio­ne di Biblio­pop, nel­la sua fisi­ci­tà, e con tut­te quel­le per­so­ne che agi­sco­no attor­no, mi ha riem­pi­to di mera­vi­glia, ha rac­con­ta­to Nocen­zi, e quan­do ho avu­to la for­tu­na di incon­tra­re il gran­de arti­sta Mar­co Ono­frio, di cui sono diven­ta­to vero sup­por­ter, e mi ha bale­na­to l’idea del Pre­mio let­te­ra­rio che si incen­tras­se su Moby Dick, non pote­vo che soste­ne­re con for­za e ren­der­mi dispo­ni­bi­le. Rin­gra­zio ognu­no che si pro­di­ga in tal sen­so e l’amministrazione che sostie­ne que­sti sfor­zi.

Sabi­na Bar­zi­lai, regi­sta e attri­ce, impe­gna­ta nel­le let­tu­re di bra­ni e poe­sie del Pre­mio


Mar­co Ono­frio ha rac­con­ta­to del gran­de suc­ces­so nazio­na­le, cen­ti­na­ia di testi. “Il Pre­mio ha avu­to gran­de riscon­tro, sia­mo sta­ti let­te­ral­men­te som­mer­si da cen­ti­na­ia di testi invia­ti da tut­te le regio­ni. Pro­vo a chie­der­mi: per­ché? Insom­ma i moti­vi plau­si­bi­li di que­sto riscon­tro… Sicu­ra­men­te il fasci­no del tema, la sua por­ta­ta uni­ver­sa­le che impli­ca la vasti­tà e la pro­fon­di­tà dei ter­mi­ni entro cui sia­mo rac­chiu­si, e che met­te in gio­co i limi­ti sfug­gen­ti dell’identità, la com­ples­si­tà del nostro rap­por­to con l’interno e l’esterno del­le cose. – ha det­to los crittore/ideatore — Da una par­te la Natu­ra, cioè la bale­na bian­ca; dall’altra la Cul­tu­ra, cioè il capi­ta­no Achab. Quin­di ciò che il poe­ta Gior­gio Capro­ni, sul­la scor­ta di Dan­te Ali­ghie­ri — il X can­to dell’Inferno — chia­ma “muro del­la ter­ra”: il nucleo ulti­mo, irri­du­ci­bi­le e ine­spli­ca­bi­le, che si oppo­ne alla cono­scen­za uma­na. E, d’altra par­te, l’ulissismo che nutre la nostra ansia meta­fi­si­ca, il nostro biso­gno inna­to di oltre­pas­sa­re l’orizzonte e sta­na­re la bel­va del miste­ro, col suo orro­re che ci repel­le e attrae, allo stes­so tem­po. Mi sem­bra qua­si inu­ti­le sot­to­li­nea­re il valo­re sim­bo­li­co di Moby Dick come meta­fo­ra pro­fon­da del miste­ro del­la crea­zio­ne; del male (ovve­ro dell’innocente fero­cia) che inci­sta nell’universo; dell’assoluto che l’uomo inse­gue e non rag­giun­ge mai. Da qui l’invito alla ricer­ca e alla rin­cor­sa eter­na dell’ideale, poi­ché il viag­gio sen­za fine “è” la con­di­zio­ne stes­sa dell’uomo. Poi la con­so­nan­za sto­ri­ca con i tem­pi cri­ti­ci che stia­mo viven­do, ed è il secon­do moti­vo con cui pro­vo a spie­ga­re il suc­ces­so di que­sta ini­zia­ti­va. Evi­den­te­men­te –ha illu­stra­to Ono­frio — le sug­ge­stio­ni evo­ca­te e irra­dia­te dal tema del pre­mio han­no incon­tra­to un così gran­de favo­re per­ché con­ge­nia­li e per così dire favo­re­vo­li al sen­ti­re con­tem­po­ra­neo. Il sogno sen­za tem­po e sen­za luo­go che intra­ve­dia­mo nell’utopia, appar­tie­ne in real­tà ad ogni luo­go e ad ogni tem­po. “La cac­cia non fini­sce mai” come dice la can­zo­ne del Ban­co.

Mar­co Ono­frio, lo scrit­to­re idea­to­re del Pre­mio Moby Dick Dan­ko


Per que­sto un uomo sen­za sogni non ha futu­ro, e infat­ti il vero sin­to­mo dell’invecchiare è non sogna­re più. Spes­so anche i ragaz­zi, oggi, sono già “vec­chi” poi­ché la per­ce­zio­ne ipno­ti­ca e com­pul­si­va degli stru­men­ti tele­ma­ti­ci ten­de a ren­der­li opa­chi di alie­na­zio­ne e di noia, inca­pa­ci di sogna­re e imma­gi­na­re, ed è una tra­ge­dia socia­le che avvie­ne in silen­zio, nell’indifferenza degli adul­ti (a loro vol­ta fago­ci­ta­ti dall’ipnosi degli scher­mi). Ecco, quan­do la can­zo­ne “Moby Dick” del Ban­co dice “col­po di coda e vola via” pen­so allo scat­to crea­ti­vo che potreb­be accen­de­re la fan­ta­sia del­le gio­va­ni gene­ra­zio­ni, tute­lan­do la loro uma­ni­tà. C’è biso­gno urgen­te di semi­na­re e custo­di­re Uma­ne­si­mo, e un pre­mio let­te­ra­rio come que­sto – con le sue pos­si­bi­li­tà di scam­bio e con­fron­to crea­ti­vo di voci & visio­ni del mon­do – può offri­re il suo pic­co­lo ma signi­fi­ca­ti­vo con­tri­bu­to alla cre­sci­ta civi­le, cul­tu­ra­le e socia­le del Pae­se. Un Pae­se che in real­tà non vege­ta nel coma far­ma­co­lo­gi­co che ten­dia­mo ad attri­buir­gli, soprat­tut­to quan­do sia­mo in vena di pes­si­mi­smo. La rispo­sta otte­nu­ta dal pre­mio, — leg­ge così il riscon­tro avve­nu­to e non acqui­si­to in par­ten­za, il Pre­si­den­te — e soprat­tut­to la qua­li­tà dei testi per­ve­nu­ti a con­cor­so, è una car­ti­na di tor­na­so­le che dice mol­to sul fer­vo­re som­mer­so che ani­ma le esi­sten­ze per altri ver­si mor­ti­fi­ca­te e gri­gie del­le per­so­ne. Abbia­mo tasta­to il pol­so del momen­to sto­ri­co, e pos­sia­mo ragio­ne­vol­men­te testi­mo­nia­re che c’è gran­de biso­gno di riscat­to, di valo­ri, di spe­ran­za, di liber­tà. La resi­lien­za quo­ti­dia­na tira fuo­ri il meglio dal cuo­re del­le per­so­ne, spin­gen­do­le oltre se stes­se e por­tan­do­le a imma­gi­na­re i con­tor­ni e i colo­ri di un mon­do miglio­re. W la cul­tu­ra, — cocn­lu­de Mar­co Ono­frio — che nutre i nostri sogni, apre le pri­gio­ni invi­si­bi­li, dà spa­zio e voce alle cose dav­ve­ro essen­zia­li e impor­tan­ti, per cui vale la pena di resi­ste­re e vive­re!”.

Rober­to Pal­loc­ca è lo scrit­to­re pre­si­den­te di una del­le giu­rie del Pre­mio Moby Dick Dan­ko


Rober­to Pal­loc­ca da par­te sua ha con­fer­ma­to e sot­to­li­nea­to la for­za del­la visio­ne e la pas­sio­ne come chia­ve di impe­gno che fan­no la dif­fe­ren­za ed ha così con­clu­so il suo inter­ven­to: “que­sto con­cor­so, que­sta espe­rien­za, è la pro­va che non è affat­to vero che non si pos­sa fare cul­tu­ra con suc­ces­so anche nel­le pic­co­le real­tà, anche sen­za gran­di fon­di, anche sen­za nomi alti­so­nan­ti. Non è vero! La dif­fe­ren­za la fan­no le idee, la com­pe­ten­za e, sem­pre, ma pro­prio sem­pre, la pas­sio­ne.”.
Quin­di si è pro­ce­du­to a pre­mia­re i sin­go­li auto­ri ed autri­ci del­le varie ope­re.
I fina­li­sti del­la sezio­ne Nar­ra­ti­va sono i seguen­ti:
“Nel­le fau­ci del mostro”, Dario Mar­si­lio. “Un pas­so da bara­tro”, Moni­ca Gor­ret. “Il capi­ta­no e la bale­na”, Nico­lò Pede­mon­ti. “Immer­sio­ne”, Fer­ruc­cio Filip­pi. “Radi­ci”, Car­la Fide­ca­ro. “Oltre il con­fi­ne”, Lau­ra Gior­gi. “AAA cer­ca­si poe­sia”, Maria Tere­sa Infan­te. “Le mani invi­si­bi­li”, Anto­nio Vil­la. “L’(in)cantastorie”, Jen­ni­fer Ber­ta­si­ni. “In my soli­tu­de”, Fabio Mavel­li. “Desti­na­zio­ne Mont Tha­bor”, Susan­na Teren­zi. “Shu Ling”, Rosa­rio Vita­le. “Con­tro natu­ra”, Leo­nar­do Lastil­la. “A Lati­na pia­ce­va anda­re a scuo­la”, Anna Maria Pace. “Sognan­do Fila­del­fia”, Maria Nata­lia Liri­ti.
I vin­ci­to­ri, del­la Pri­ma edi­zio­ne Moby Dick Dan­ko, per la nar­ra­ti­va sono:
1° “La bic nera”, Wil­ma Gre­co
2° “Mas­sa bian­ca, azzur­ro ocea­no”, Cosi­mo Del­li­san­ti
3° “Come rose d’inverno”, Saman­tha Fal­cia­to­ri
4° “Il rac­con­to” Enri­co Man­zo
5° “Bel­la a metà” Lua­na Tron­ca­net­ti

Wil­ma Gre­co, si è col­le­ga­ta in diret­ta via web da Agri­gen­to


Que­sta la moti­va­zio­ne del­la Giu­ria Nar­ra­ti­va, per l’assegnazione alla vin­ci­tri­ce del Pre­mio:
“La moti­va­zio­ne del pri­mo clas­si­fi­ca­to, LA BIC NERA: Un’opera luci­da e poten­te, un uti­liz­zo sapien­te del fla­sh­back, un lin­guag­gio essen­zia­le ma por­ten­to­so per rac­con­ta­re la sto­ria di una docen­te car­ce­ra­ria che ricor­da le lezio­ni con una sua alun­na che ha scon­ta­to la sua pena ed è oggi una don­na libe­ra. Que­gli sguar­di, quel­le doman­de, quel­le lezio­ni che tra­scor­re­va­no tra iro­nia e dif­fi­col­tà. Una fine­stra aper­ta, una boc­ca­ta d’aria fre­sca, su una ter­ra di nes­su­no, il car­ce­re, che mol­ti con­si­de­ra­no luo­go di fron­tie­ra, lon­ta­no, disgiun­to dal­la vita, qua­si irrea­le. Un pro­me­mo­ria neces­sa­rio e deli­ca­to su quan­ta uma­ni­tà ci sia, ovun­que e sem­pre, tra esse­ri uma­ni che si par­la­no, a pre­scin­de­re da tut­to. E su quan­to uma­ne resti­no le per­so­ne e uma­ni i desi­de­ri – liber­tà, amo­re, feli­ci­tà, bel­lez­za – anche quan­do si resta sospe­si, per qual­che ragio­ne, in quei momen­ti cupi del­la vita che cono­scia­mo tut­ti.”. Dopo la let­tu­ra, la vin­ci­tri­ce, rin­gra­zian­do, ha volu­to sot­to­li­nea­re quan­to det­to cir­ca l’impegno, anche tra­mi­te la cul­tu­ra, con­clu­den­do che si rial­lac­cia­va alla cita­zio­ne di Gram­sci e la raf­for­za­va vol­gen­do­la al richia­mo gran­scia­no con­tro gli indif­fe­ren­ti.

Dario Mar­si­lio, dal­la pro­vin­cia di Vare­se, ha rin­gra­zia­to e si è mostra­to ono­ra­to per rice­ve­re una men­zio­ne dedi­ca­ta a un par­ti­gia­no, Rug­gie­ro Lupi­ni


Un’al­tra Men­zio­ne, quel­la dedi­ca­ta a “Mario Di Fal­co” gio­va­ne par­ti­gia­no e sin­da­co di Mari­no, la Giu­ria Nar­ra­ti­va ha asse­gna­to all’opera “Bel­la a metà” di Lua­na Tron­ca­net­ti.

Lua­na Tron­ca­net­ti, rice­ve la men­zio­ne inti­to­la­ta a Mario Di Fal­co già sin­da­co di Mari­no


Infi­ne, i giu­di­ci han­no scel­to di indi­ca­re Segna­la­zio­ni di Meri­to a:
“Il rac­con­to” di Enri­co Man­zo; “Si dice che i del­fi­ni par­li­no” di Mat­teo Annun­zia­ta; “In my soli­tu­de”.

Mat­teo Annun­zia­ta che rice­ve un pre­mio ed inta­vo­la col Pre­si­den­te Vit­to­rio Nocen­zi un sipa­riet­to mol­to gra­di­to dal pub­bli­co

Per la sezio­ne Poe­sia, i fina­li­sti sono i seguen­ti:
Pao­lo Pol­va­ni, con “Mare Baia­de­ra”. Ema­nue­la Laz­za­ro, con “L’al­ba degli uomi­ni”. Ste­fa­no Peres­si­ni, con “L’at­ti­mo”. Ste­fa­no Peres­si­ni, con “Achab”. Tul­lio Maria­ni, con “Achab”. Adria­no Vio­la, con “Moby Dick”. Eleo­no­ra Mele, con “L’im­men­si­tà del­la tri­stez­za”. Maria Gra­zia Pre­via­to, con “Muro”. Mar­co Lamo­li­na­ra, con “Moby Dick — Una vita”. Adel­mo Cavu­ti, con “Nemi”. Rodol­fo Zanar­di, con “A Sil­vio”. Fran­ce­sco Mosca, con “Ulti­mi istan­ti di un mari­na­io. Tu”. Rita Arcan­ge­let­ti, con “Sorel­la Moby Dick”. Bar­ba­ra Loz­zi, con “Liber­tà”. Anto­nio Vil­la, con “Anda­ta e ritor­no”.
I Pre­mi spe­cia­li asse­gna­ti dal­la Giu­ria Poe­sia sono i seguen­ti:
Men­zio­ne d’o­no­re “Mau­ra Car­roz­za”, — sin­da­ca­li­sta e fem­mi­ni­sta pro­mo­tri­ce del­la sal­va­guar­dia del­la strut­tu­ra in cui oggi ope­ra Biblio­pop -, per “Achab” di Ste­fa­no Peres­si­ni

Men­zio­ne d’o­no­re “Gisel­da Rosa­ti”, — inse­gnan­te e ammi­ni­stra­to­re comu­na­le, a lei è inti­to­la­ta la biblio­te­ca popo­la­re Biblio­pop -, per “Mi chia­mo Moby Dick” di Cin­zia Mili­te

Men­zio­ne d’o­no­re “Aure­lio Del Gob­bo” – par­ti­gia­no e tra i pri­mi sin­da­ci di Mari­no del dopo­guer­ra, a lui è inti­to­la­ta la loca­le sezio­ne ANPI — per “Spraz­zi di liber­tà” di Eli­sa Pel­le­gri­ni

Pre­mio spe­cia­le del­la Giu­ria per “Sorel­la Moby Dick” di Rita Arcan­ge­let­ti

Pre­mio spe­cia­le del­la Giu­ria (Sezio­ne Junior) per “Libe­ra di vola­re” di Gine­vra Puc­cet­ti

Pre­mio spe­cia­le del­la Giu­ria (Sezio­ne Castel­li Roma­ni) per “Dol­ci decli­vi lati­ni” di Mas­si­mo Gian­noc­co

La clas­si­fi­ca vin­ci­to­ri del­la sezio­ne Poe­sia è la seguen­te:

1a clas­si­fi­ca­ta, vin­ci­tri­ce asso­lu­ta: CHIARA MUTTI con la poe­sia “Io vivo. Ma se fos­si sogno?”

2a clas­si­fi­ca­ta: CATERINA PENTERICCI con la poe­sia “La cac­cia di Pequod”

3a clas­si­fi­ca­ta: ILARIA MAINARDI con la poe­sia “A sor­si”

4° clas­si­fi­ca­to: ANDREA SERRA con la poe­sia “La via del­la neve”

5° clas­si­fi­ca­to: GIORGIO BARO con la poe­sia “Sfi­da”

Que­sta la moti­va­zio­ne del­la Giu­ria per l’as­se­gna­zio­ne del Pri­mo pre­mio sezio­ne Poe­sia:
“Poe­sia subli­me, di taglio amle­ti­co, che rive­la il con­fi­ne sot­ti­lis­si­mo ma deci­si­vo tra il mon­do del­le idee e quel­lo del­le cose, lad­do­ve i mari del­la real­tà e dell’immaginazione si mesco­la­no, arric­chen­do­si reci­pro­ca­men­te nell’oceano sen­za rive dell’infinito. La voce di Chia­ra Mut­ti, in que­sta liri­ca, si ren­de dispo­ni­bi­le ad una tem­po­ra­nea sospen­sio­ne dell’incredulità, che risul­ta più effi­ca­ce pro­prio per­ché si muo­ve attra­ver­so il dub­bio del­la cono­scen­za. In tal modo lascia emer­ge­re un inquie­to ‘desi­de­rio del desi­de­rio’ che estrae la paro­la dal­le for­me invi­si­bi­li del vuo­to, dise­gna­te con­tro il pri­sma dei rifles­si pro­iet­ta­ti dall’esistenza sul­lo scher­mo del tem­po. Ecco l’ambivalenza supre­ma dell’assoluto! La tene­bra not­tur­na sve­la la veri­tà bril­lan­te dei colo­ri, ma rac­chiu­de altri inar­ri­va­bi­li e incom­pren­si­bi­li abis­si, poi­ché è “pri­gio­ne” tut­to l’universo in cui sia­mo rac­chiu­si. E allo­ra resta solo la sostan­za dei ricor­di e il valo­re supre­mo dell’esperienza, con­tro cui la mor­te non può nul­la. Una così alta e poten­te solen­ni­tà per­va­de il det­ta­to poe­ti­co nel­le sue inti­me fibre, ren­den­do la com­po­si­zio­ne un’ode mini­ma e pre­zio­sa al miste­ro del­la nostra vita e, mal­gra­do tut­to, alla bel­lez­za del­la nostra eternità”.(Marco Ono­frio)
In chiu­su­ra di even­to, dopo che sono sta­ti ricor­da­ti e rin­gra­zia­ti i com­po­nen­ti del­le giu­rie, c’è sta­ta anche l’occasione di annun­cia­re da par­te di Biblio­pop che sarà data alle stam­pe una anto­lo­gia del­le ope­re di vin­ci­to­ri e fina­li­sti.
Inol­tre si è col­ta l’occasione di fare appel­lo all’Amministrazione, anche in vir­tù dei posi­ti­vi giu­di­zi espres­si e del­la riu­sci­tis­si­ma, par­te­ci­pa­ta ini­zia­ti­va cul­tu­ra­le, affin­chè voglia con­si­de­ra­re per la pros­si­ma edi­zio­ne, che a bre­ve sarà indet­ta, oltre il patro­ci­nio gra­tui­to fin qui con­ces­so, anche un inter­ven­to di soste­gno alle spe­se. Inve­sti­re in cul­tu­ra fa bene .

Chia­ra Mut­ti, vin­ci­tri­ce del Pre­mio nazio­na­le let­te­ra­rio Moby Duck Dan­ko edi­zio­ne 2022


La secon­da clas­si­fi­ca­ta del Pre­mio, Cate­ri­na Pen­te­ric­ci

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