LaMorale: “Siamo immersi così tanto nelle realtà che dimentichiamo di ascoltare noi stessi”

LaMorale: “Siamo immersi così tanto nelle realtà che dimentichiamo di ascoltare noi stessi”

25/08/2022 0 Di Carola Piluso

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 1221 vol­te!

Lamo­ra­le è una gio­va­ne arti­sta sici­lia­na che con il suo talen­to si sta facen­do stra­da nel­la sce­na indie. Il suo pri­mo Ep “Musi­ca da came­ra” met­te in luce tut­ta la sua per­so­na­li­tà arti­sti­ca, per­so­na­li­tà moder­na ma anche anco­ra­ta alle radi­ci del­la sua bel­lis­si­ma ter­ra natia. Noi di Pun­toa­ca­po l’ab­bia­mo inter­vi­sta­ta, ecco cosa ci ha rac­con­ta­to Lamo­ra­le su “Musi­ca da came­ra” e sui pro­get­ti futu­ri.

Ciao Lamo­ra­le, par­tia­mo dal­le ori­gi­ni, quan­do ti sei avvi­ci­na­ta alla musi­ca e quan­do hai capi­to che non ti sare­sti più sepa­ra­ta da lei?

Ciao Pun­toa­ca­po! Un gior­no mia non­na mi ha por­ta­to in un nego­zio di gio­cat­to­li e appe­na ho visto una mini chi­tar­ra con cor­de vere sono impaz­zi­ta, ricor­do anco­ra la sen­sa­zio­ne che ho pro­va­to e da quel gior­no non me ne sono più sepa­ra­ta.

Hai da pochis­si­mo pub­bli­ca­to il tuo ep “musi­ca da came­ra” per­ché hai scel­to que­sto tito­lo?

Per tre moti­vi! In pri­mis rac­chiu­de il luo­go dove è sta­to scrit­to e pro­dot­to. Poi mi pia­ce­va l’i­dea di dare una nuo­va veste al gene­re “musi­ca da came­ra” che tut­ti noi abbia­mo. E infi­ne per­ché la came­ra pen­so sia il luo­go più inti­mo di ognu­no di noi e si spo­sa con il con­cet­to del­l’EP.

Le can­zo­ni all’in­ter­no del.disco cosa rac­con­ta­no di te come arti­sta?

Que­sti bra­ni per me sono mol­to impor­tan­ti per­ché segna­no un mio gran­de cam­bia­men­to. Fre­quen­to i labo­ra­to­ri Ano­ra del Mae­stro Tony Car­ne­va­le da cin­que anni, sono entra­ta da chi­tar­ri­sta con l’i­dea di voler solo pro­dur­re ma gra­zie al meto­do sono riu­sci­ta a ritro­va­re la mia voce. Ho comin­cia­to a scri­ve­re e a pro­dur­re cer­can­do di nascon­de­re la mia voce con mol­ti stru­men­ti, que­sti sono sta­ti i pri­mi bra­ni com­po­sti pia­no e voce e da lì ho capi­to che sta­va acca­den­do qual­co­sa.

C’è un bra­no in sici­lia­no, quan­to con­ta­no le tue radi­ci nel­la pro­du­zio­ne musi­ca­le e come nasce il bra­no?

Il bra­no è nato dopo una con­ver­sa­zio­ne all’in­ter­no del labo­ra­to­rio dove il M. Car­ne­va­le ci invi­ta­va ad esplo­ra­re i nostri dia­let­ti come ricer­ca del pro­prio suo­no inte­rio­re e del suo­no del­la paro­la. Da lì è scat­ta­to qual­co­sa, ho sca­va­to nel­le imma­gi­ni del­le mie radi­ci, dei suo­ni ma era impor­tan­te per me rima­ne­re com­pren­si­bi­le anche per chi non cono­sce bene il mio dia­let­to. Così ho cer­ca­to di espri­mer­mi in una manie­ra più diret­ta e sem­pli­ce sen­za venir meno al signi­fi­ca­to.

Per sta­re bene é il pri­mo sin­go­lo estrat­to, rac­con­ta­ci la gene­si di que­sto bra­no…

L’i­dea del­l’EP è nata gra­zie a que­sto bra­no, era il secon­do che scri­ve­vo pia­no e voce e da lì è par­ti­to tut­to. Il tema cen­tra­le del bra­no è l’in­co­mu­ni­ca­bi­li­tà, spes­so sia­mo immer­si così tan­to nel­le real­tà che dimen­ti­chia­mo di ascol­ta­re per­si­no noi stes­si. Il pez­zo invi­ta a non aver pau­ra di fer­mar­si ad ascol­ta­re le nostre ombre e all’a­per­tu­ra ver­so l’al­tro.

E tu cosa fai per sta­re bene?

Ulti­ma­men­te fac­cio due pas­si in cam­pa­gna e in quel­la cal­ma mi ascol­to. Ci sono tan­te per­so­ne e azioni/cose ester­ne che pos­so­no aiu­tar­ci ma l’a­scol­to ver­so noi stes­si vie­ne pri­ma di tut­to.

Cosa ci riser­ve­rai per il futu­ro? Hai in pro­gram­ma dei live? Stai scri­ven­do nuo­vi bra­ni?

Per il futu­ro vi riser­vo tan­te novi­tà, que­sto era solo il pri­mo pas­so! Ho scrit­to tan­ti bra­ni nel cor­so di que­sti anni che farò usci­re ma soprat­tut­to non vedo l’o­ra di suo­na­re dal vivo per diver­ter­ci insie­me. Se fate un sal­to in Sici­lia vi aspet­to il 4 set­tem­bre al Cocò­beach di Avo­la!

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