Ambiente: obiettivo fame zero nel mondo, il fotografo Guindani “cattura” le api per Banca Generali

Ambiente: obiettivo fame zero nel mondo, il fotografo Guindani “cattura” le api per Banca Generali

28/06/2022 0 Di Marco Montini

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A ini­zio Nove­cen­to, Albert Ein­stein pro­nun­ciò una fra­se che, ai più, sem­brò inu­til­men­te apo­ca­lit­ti­ca: “Se le api scom­pa­ris­se­ro dal­la fac­cia del­la ter­ra, all’uomo non reste­reb­be­ro che quat­tro anni di vita”. Oggi, però, que­sta cita­zio­ne del genia­le fisi­co tede­sco suo­na come un ulti­ma­tum non più igno­ra­bi­le. Le api stan­no scom­pa­ren­do e con loro a serio rischio c’è anche il futu­ro degli esse­ri uma­ni. Par­te da qui il rac­con­to del set­ti­mo capi­to­lo di BG4SDGs – Time to Chan­ge, il pro­get­to di Ste­fa­no Guin­da­ni con Ban­ca Gene­ra­li per appro­fon­di­re lo sta­to dell’arte del pro­ces­so di rag­giun­gi­men­to dei 17 obiet­ti­vi dell’Agenda Onu 2030. In que­sta occa­sio­ne, l’obiettivo di Ste­fa­no Guin­da­ni si è sof­fer­ma­to ad inda­ga­re la situa­zio­ne rela­ti­va al Sustai­na­ble Deve­lo­p­ment Goal (Sdg) nume­ro 2 “Por­re fine alla fame, rag­giun­ge­re la sicu­rez­za ali­men­ta­re, miglio­ra­re la nutri­zio­ne e pro­muo­ve­re un’agricoltura soste­ni­bi­le”. E per far­lo, il foto­gra­fo è anda­to in Israe­le, nei pres­si di Tel Aviv, per sco­pri­re un inno­va­ti­vo lavo­ro fina­liz­za­to a pre­ser­va­re le colo­nie di api e con­sen­tir loro di dare il pro­prio fon­da­men­ta­le con­tri­bu­to per miglio­ra­re la capa­ci­tà nutri­ti­va del nostro Pia­ne­ta. Qui infat­ti Saar Safra ha inven­ta­to Bee­Ho­me, un inno­va­ti­vo pro­get­to pen­sa­to per aiu­ta­re gli api­col­to­ri e, soprat­tut­to, le popo­la­zio­ni di api. Safra ha infat­ti svi­lup­pa­to un vero e pro­prio alvea­re robo­ti­co che si pren­de cura del ciclo di vita del­le api. Ali­men­ta­to a ener­gia sola­re, Bee­Ho­me è a impat­to zero e non si limi­ta a pro­teg­ge­re le api da intem­pe­rie o agen­ti ester­ni. Gra­zie ad un evo­lu­to siste­ma com­pu­te­riz­za­to, il robot alvea­re dà all’apicoltore un acces­so in tem­po rea­le ai dati rela­ti­vi alle api che lo popo­la­no, con­sen­ten­do­gli di adat­ta­re i para­me­tri da remo­to attra­ver­so una piat­ta­for­ma tec­no­lo­gi­ca dedi­ca­ta. “E’ straor­di­na­rio vede­re come con le cono­scen­ze tec­no­lo­gi­che e l’intelletto, oggi stia­mo cer­can­do di por­re rime­dio ai dan­ni che invo­lon­ta­ria­men­te abbia­mo por­ta­to all’ecosistema del­le api. Gli alvea­ri robot, miglio­ra­no la qua­li­tà del­la vita e la rispet­ti­va atte­sa di vita e per­met­to­no alle api di svi­lup­pa­re nuo­ve col­ti­va­zio­ni, gra­zie all’impollinazione di cui tut­ti gli esse­ri uma­ni trar­ran­no van­tag­gio. E’ solo gra­zie alla cono­scen­za e alla ricer­ca scien­ti­fi­ca che miglio­re­re­mo le con­di­zio­ni di vita sul pia­ne­ta di tut­ti i suoi abi­tan­ti” ha com­men­ta­to Ste­fa­no Guin­da­ni.

La dif­fu­sio­ne su lar­ga sca­la di pro­get­ti come Bee­Ho­me potreb­be rive­lar­si deter­mi­nan­te per cen­tra­re uno degli obiet­ti­vi più sfi­dan­ti dell’agenda Onu – quel­lo rela­ti­vo alla fame nel mon­do – risol­ven­do un pro­ble­ma tan­to gra­ve quan­to sot­to­va­lu­ta­to, qua­le è quel­lo del rischio estin­zio­ne del­le api. Oggi infat­ti ben il 30 per cen­to del­la cate­na glo­ba­le del cibo dipen­de dal­le api e dal­la loro impol­li­na­zio­ne. Secon­do alcu­ni stu­di, inol­tre, il 90 per cen­to del­le col­tu­re agri­co­le sono visi­ta­te da api che risul­ta­no quin­di fon­da­men­ta­li per pre­ser­va­re la bio­di­ver­si­tà del nostro Pia­ne­ta. Eppu­re que­ste sono costan­te­men­te minac­cia­te dal­la mano dell’uomo che si mani­fe­sta attra­ver­so pesti­ci­di e cemen­ti­fi­ca­zio­ne. Per capi­re la por­ta­ta del pro­ble­ma, basta pen­sa­re che solo in Euro­pa, negli ulti­mi trent’anni, il nume­ro di api si è ridot­to del 70 per cen­to e la dura­ta media del­la loro vita è note­vol­men­te dimi­nui­ta: da cin­que a tre anni per le api regi­ne e da tren­ta a quin­di­ci gior­ni per quel­le ope­ra­ie. Pro­get­ti come quel­lo di Saar Safra, quin­di, rap­pre­sen­ta­no un modo inno­va­ti­vo per rime­dia­re ai tan­ti dan­ni che l’azione uma­na sta por­tan­do al nostro pae­se. Risol­ve­re il gra­ve pro­ble­ma del­la fame e dell’alimentazione attra­ver­so un approc­cio a impat­to zero che pre­ser­va la vita ani­ma­le va pro­prio nel­la dire­zio­ne indi­ca­ta dall’Onu nel­la Agen­da 2030. Ecco per­ché oggi ser­vo­no più esem­pi di pro­get­ti di que­sta natu­ra. Pre­sen­ta­to lo scor­so 15 set­tem­bre 2021 a Mila­no, BG4SDGs – Time to Chan­ge pro­se­gui­rà ora per altri 11 mesi al fine di appro­fon­di­re tut­ti i 17 SDGs dell’Agenda Onu 2030. Per cia­scu­no di essi, la chia­ve adot­ta­ta dal foto­gra­fo sarà dupli­ce: da un lato si pun­ta ad evi­den­zia­re l’azione nega­ti­va dell’uomo sull’ambiente e sul­la comu­ni­tà, dall’altro come lo stes­so gene­re uma­no abbia inve­ce una straor­di­na­ria capa­ci­tà di recu­pe­ro attra­ver­so solu­zio­ni inno­va­ti­ve e soste­ni­bi­li. Nel­la sua ricer­ca, Guin­da­ni spa­zie­rà oltre i con­fi­ni ita­lia­ni ricer­can­do casi cri­ti­ci e situa­zio­ni di eccel­len­za anche all’estero: Bra­si­le, Nor­ve­gia e Austra­lia, ma anche Sta­ti Uni­ti, Tur­chia e Suda­fri­ca. Ad affian­car­lo c’è un accom­pa­gna­to­re d’eccezione come Alber­to Sal­za, antro­po­lo­go tra i più apprez­za­ti a livel­lo inter­na­zio­na­le, che cure­rà i testi del pro­get­to e sug­ge­ri­rà alcu­ni dei pro­get­ti da moni­to­ra­re. L’SDG nume­ro 2 “Por­re fine alla fame, rag­giun­ge­re la sicu­rez­za ali­men­ta­re, miglio­ra­re la nutri­zio­ne e pro­muo­ve­re un’agricoltura soste­ni­bi­le” è il sesto obiet­ti­vo pre­sen­ta­to in que­sta serie. Tut­te le foto del pro­get­to BG4SDGs sono con­sul­ta­bi­li anche sul sito inter­net https://www.bancagenerali.com/ e sui pro­fi­li uffi­cia­li di Ban­ca Gene­ra­li su Face­book, Insta­gram, Twit­ter, Lin­ke­dIn e You­Tu­be.

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