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Il nuovo inizio del fumetto
23/05/2022Questo articolo è stato letto 6198 volte!
Un nuovo inizio dopo due anni di pausa in cui possiamo dire aver sentito fortemente la mancanza di questo evento annuale. Dalla sua inaugurazione nel 2015, infatti, Arf! è diventato presto uno degli appuntamenti più amati dai professionisti del settore, nonché dai lettori più appassionati.
La ragione? Arf! non è un festival come gli altri: niente cosplay, niente stand di gadget, niente file chilometriche (o quasi!) per ottenere la dedica dai propri autori preferiti: nient’altro che puro fumetto.
E se questo concetto è valso per ciascuna edizione, quest’anno lo si è percepito più che mai. A differenza degli altri anni, il festival non prevedeva la presenza delle case editrici e, per naturale conseguenza, il passaggio di molti autori che regolarmente si presentano in fiera per disegnetti e autografi ai propri lettori. Gli unici due stand volti alle vendite erano presenti rispettivamente nell’area kids e nell’area conferenze.
Ed è proprio una dimensione intima che ha reso questa edizione così speciale. Come lo stesso Mauro Uzzeo (autore, sceneggiatore e “arfer”) dice “Quest’anno avevamo tutti bisogno di riabbraciarci”.
La pandemia ci ha costretti a una distanza prolungata che in un settore come quello della Nona Arte ce ne ha fatto sentire forte la mancanza. Molti autori lavorano da sempre nelle proprie case o in solitudine all’interno di uno studio. In sostanza, le fiere rappresentano per i professionisti del settore una delle poche occasioni per poter socializzare concretamente gli uni con gli altri. Non a caso l’emozione era tangibile: molti abbracci, saluti, riunioni, entusiasmo, ma soprattutto il forte desiderio di ripartire davvero tutti insieme.
Presenza fondamentale quest’anno è stata quella della “self Arf!”, l’area delle autoproduzioni che più che in ogni altra edizione ha dato il meglio di sé. Tra i collettivi che si sono distinti spiccano alcuni nomi come Acid Free Lab, Diamond Dogs, Lisca, Mammaiuto, Black Board e i già conosciutissimi Attaccapanni Press.
Dare così tanto spazio alle autoproduzioni è stata una scelta vincente per un’edizione molto diversa dal solito ma di cui avevamo sicuramente bisogno. Chi meglio di un collettivo di autoproduzione può incarnare lo spirito di inventiva, creatività e libertà di cui il fumetto ha bisogno e che talvolta viene seppellito da tendenze mainstream?
Panel d’eccezione guidati da Mauro Uzzeo, Valeria Gobbato, Riccardo Corbò, Gud e S3keno hanno analizzato il fumetto in tutte le sue sfaccettature con lo scopo di inquadrare la direzione e tutti i cambiamenti verso cui si è indirizzato nel corso degli anni. Tra gli autori presenti nelle tre giornate menzioniamo Rita Petruccioli, Martoz, Samuel Spano, Emiliano Mammucari, Zuzu, Davide Costa, Lorenzo Palloni, Katja Centomo e molti altri. È stato presente tra le varie realtà anche il Collettivo Moleste, la cui prima antologia, prodotta da Il Castoro Editore, è uscita il 12 maggio, giorno antecedente alla fiera.
I contenuti di queste conferenze sono stati tra i più variegati e interessanti: il “fumetto di lotta”, il collegamento tra fumetto e videogiochi, le analisi dei cambiamenti di mercato per il mondo di edicola e libreria e l’intervista al grande Paco Roca di cui è stata allestita in fiera una parte della mostra “Case di carta” che dal 20 maggio al 19 giugno potrete visitare presso la Fox Gallery, non sono che alcuni di essi. La mostra di Carmine Di Giandomenico, insieme a quella di Davide “Bart” Salvemini, Yi Yang e Lorenzo Mò, vincitore del premio Bartoli nel 2019, non sono state da meno.
Quest’anno invece, il premio è stato assegnato a Valo, di cui potete trovare il fumetto “Cronache di Amebò” in libreria.
Tra gli altri panel importanti da menzionare non possono mancare le tre Lectio Magistralis: Silvia Ziche il 13 maggio, Silver il 14 e Otto Schmidt il 15. Ciascuno di essi è da considerarsi un prezioso valore aggiunto a un festival che quest’anno ha raccolto tutti i punti di forza del fumetto nella sua vera essenza. Riassumendo ad esempio l’intervista di Riccardo Corbò a Schmidt è interessante rendersi conto di come l’artista abbia messo al centro delle proprie opere lo sguardo attento alla società piuttosto che all’anatomia o al genere dei personaggi, creando in questo modo spazio per la voce di cui il fumetto aveva bisogno già da molto tempo.
Per concludere, il claim scelto da Arf! quest’anno è “Nessuno mette il fumetto in un angolo”, problema che durante la pandemia si è parzialmente verificato, come in altri settori artistici e d’intrattenimento.
Non poteva esistere un modo più giusto di riportare l’attenzione sul fumetto che scegliere una dimensione, forse anche piccola quanto un angolo, ma da cui espandersi nuovamente a macchia d’olio e, con un po’ di fortuna, verso nuove direzioni.
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Marco Brancaccia, 41 anni, da oltre 20 anni si occupa di comunicazione all’interno degli uffici stampa delle Amministrazioni Comunali.
Esperto di comunicazione social, grafica e fotografia, di tutto un po’ insomma che sono le basi delle capacità di un addetto stampa.
Da alcuni anni si occupa anche di consulenza e comunicazione per campagne elettorali e organizzazione di eventi.
Attualmente responsabile dell’Ufficio Stampa di Anci Lazio, è passato per i Comuni di Grottaferrata, Frascati e Rocca Priora, oltre ad avere lavorato con alcune società private che si occupano di servizi alla PA.
Direttore Responsabile di Punto a Capo Online, scrive anche su testate locali di Roma e Castelli Romani.