L’attualità del socialismo e la prospettiva del comunismo. Quadro politico tra realtà e prospettive. Il…
Marino. PCI su politiche per la scuola e l’edilizia scolastica
18/05/2022Questo articolo è stato letto 2946 volte!
“Abbiamo dedicato un ampio dibattito e confronto, politico e amministrativo al grave problema che studenti, lavoratori e famiglie coinvolte nella vicenda scuola Anna Frank – afferma il segretario del PCI Marino, Stefano Enderle – ed abbiamo per questo, secondo il nostro motto dai problemi la concretezza di proposte e soluzioni partecipate, redatto una nota che rendiamo pubblica.”. Questa la nota: “Per le vicende scolastiche, così come per altri aspetti della quotidianità delle amministrazioni locali, sicuramente un grande ruolo lo ricoprono i dirigenti scolastici, al pari dei dirigenti dei settori scuola e lavori pubblici dei comuni. Tuttavia, pur se implicati, per professione, e magari anche per passione, non è a costoro – per lo meno non in via principale – che occorre rivolgersi per additare colpe su ciò che non va, o elogiarli a sproposito sui buoni andamenti gestionali della macchina scuola: sia essa dell’obbligo o delle scuole professionali o licei e secondaria superiore. Infatti, le politiche scolastiche – abbracciando in questo dalla materna alle superiori presenti nel comune di Marino, soffrono complessivamente, per ragioni non immediatamente politiche imputabili ad una o ad altra gestione assessorile o di Giunta. No, la responsabilità è la fine – che ha implicato a livelli più alti l’attacco alle autonomie locali, al ruolo della Pubblica Amministrazione (Stato) come programmatore. Difetto disastroso che si può invertire. Come? Non rinunciando a riproporre questo ruolo. E’ più faticoso, fatto, oggi, a partire da un comune, che, magari, potrebbe trovare alleati altri comuni vicini e avere voce in capitolo nella Città Metropolitana di Roma, fino a ri-coinvolgere la Regione. In che cosa? In quella che era stata per tanti anni la programmazione scolastica grazie alle leggi di tutela (regionali del Lazio) del “Diritto allo Studio”.
Da dove si inizia? Sicuramente dalla conoscenza della realtà e da quale potrebbe essere, con avvicinamento alla realtà futura, il suo sviluppo. Quindi i dati riguardanti quanti e che composizione hanno il corpo complessivo di scolari e studenti; quindi i dati dei siti che accolgono lavoratori della scuola e studenti e scolari; quindi dati sulla qualità e la sicurezza; e, ancora, le dotazioni sia infrastrutturali che degli strumenti didattici, inclusi palestre, spazi ludico-educativi, mensa, aree esterne e così via. Tutto questo, che con un po’ di buona volontà può essere reperito presso le varie agenzie sociali ed educative presenti o intervenenti nel territorio comunale, di per se non sono l’azione sufficiente a realizzare l’obbiettivo della programmazione sopra indicata. Infatti, deve essere garantito un momento (che può identificarsi in più appuntamenti di studio, convegni, assemblee) in cui si approfondisce e si offrono soluzioni e calendari attuativi. E qui entra in campo il ruolo del consiglio comunale e della amministrazione, perché conosciuto il fenomeno, proiettato il suo sviluppo prossimo, facendo riferimento all’insieme della poltiica amministrativa, è la politica che deve scegliere la cadenza dei tempi e degli interventi. Tutta questa premessa è perché a noi comunisti sembra che da parte Regione Lazio, o della parte amministrativa della Città Metropolitana di Roma e del Comune di Marino, tutto questo non sia avvenuto così come necessiterebbe. Crediamo che la scelta che abbia guidato le politiche scolastiche regionali o le gestioni amministrative della Città Metropolitana o del Comune di Marino non abbiano messo al centro delle scelte una programmazione fatta di coscienza e conoscenza. Tanto è vero che in aggiunta ad un giudizio negativo da dare circa l’incapacità a coinvolgere la città, ad attivare partecipazione vera, le Giunte succedutesi almeno negli ultimi venti anni hanno teso a sviluppare politiche – in questo settore, ma forse vale anche per il resto dell’amministrazione – pagina per pagina. Ma alla città, agli studenti, al corpo docente, alle famiglie, non servono dei bravi capoufficio, no. Occorre che siano messi in campo amministratori capaci di scelte, di proposte, di coinvolgimento della città sulle criticità. Ritorna qui il tema della politica. Certo qualunquismo, che sembra più accettabile perché fa “appello al cittadino”, al senso civico del singolo, annacquato dal tenere a distanza la politica. Qui va ribadita a voce alta la vocazione della politica: che è essa il senso civico alto da perseguire, che è essa che si appella ai cittadini, e che se via via negli ultimi anni c’è stata la denigrazione dei Partiti e della politica, non è “solo a causa di oggettive responsabilità negative” che questi hanno avuto, ma anche perché è stato proprio un “pensiero politico preciso che ha avuto come obbiettivo denigrare il ruolo di politica e partiti per toglierseli dai piedi”.
Occorre iniziare a pensare a questo. E occorre, approfondendo, essere accorti che chi sbraita contro “le ideologie”, in realtà sta offrendo una ideologia che non preveda il confronto/studio/scontro di idealità differenti. Tutto questo dobbiamo averlo presente se vogliamo comprendere cosa fare delle politiche della scuola e dell’edilizia scolastica nel nostro comune. Quindi esaminate le questioni e parlando solo dell’ultima più evidente perché ha riflettori dei media in questo momento, cioè della scuola Anna Frank di Frattocchie, noi comunisti pensiamo questo: 1. Che non sia giusto, né utile, stare adesso a stabilire se l’ipotesi di intervento predisposto dalla precedente Giunta fosse la migliore scelta possibile, o, addirittura, l’unica da perseguire. 2. Che parimenti, non è rilevante stabilire se l’attuale Giunta stia facendo melina, ovvero, stia cercando un bandolo della matassa che non individua soluzioni concrete. 3. Che può essere un indizio di febbre che manifesta la malattia, ancora da indagare, l’azione proposta da alcune forze di opposizione consiliare per una differente soluzione per l’Anna Frank di Frattocchie, tra l’altro chiamando al sostegno di firma cittadini.
4. Soprattutto, però, pensiamo che al centro di tutto questo debbano esserci scolari e studenti, docenti e lavoratori della scuola e la partecipazione consapevole di tutti alle scelte. Per questo la vera proposta è: a) attivare immediatamente da parte del comune una agenda che preveda confronto sulle politiche scolastiche e del diritto allo studio nel nostro comune b) partendo da una assemblea cittadina promossa dal comune e che non sia luogo di eterna campagna elettorale di chi ha vinto ieri e perso oggi, o di chi ha perso l’altro ieri e si gonfia oggi; non è questo che appassiona i cittadini: a tutti loro e noi, interessa la proposizione di idee e la soluzione di problemi ad esse concretamente collegate. Ciò detto e proposto, pur non avendo partecipato il PCI all’elaborazione della proposta tecnica e politica delle forze di opposizione a cui sta seguendo una campagna di raccolta firme, con lo spirito NON di approvare sic et simpliciter l’intera proposta, ma intendendo come POSITIVA l’azione intrapresa, indica ai propri iscritti e simpatizzanti di sostenere la raccolta firme.”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.