Marino. La nostra avversità al castello di bugie natalizie!

Marino. La nostra avversità al castello di bugie natalizie!

17/11/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Luci in alle­gria a Mari­no


Aria di Festa. Nata­li­zia. In veri­tà, nel­la comun­cia­zio­ne e nel­le paro­le di que­sti gior­ni, poco spi­ri­tua­le e reli­gio­sa, e, inve­ce, mol­to mate­ria­li­sta ed eco­no­mi­ci­sta. Pur­trop­po non pren­den­do il toro per le cor­na: ma solo un pic­co­lo lem­bo d’orecchio. Si pro­po­ne una let­tu­ra: c’è sta­ta e c’è con stra­sci­co al segui­to la pan­de­mia, quin­di anche l’economia ne ha risen­ti­to e ci sono poche ven­di­te nei nego­zi. E’ vero. Sem­pre la stes­sa let­tu­ra pro­po­ne: quin­di dia­mo una mano acqui­stan­do pro­dot­ti pres­so i nostri com­mer­cian­ti inve­ce che altro­ve (nel sen­so che lon­ta­no da noi chies­se­ne­fre­ga se non ven­do­no?). E con l’aggiunta: per que­sto va bene mostra­re luc­ci­chi­ni e far festa, orga­niz­za­ti da asso­cia­zio­ni­smo che ha uti­liz­za­to sol­di pub­bli­ci; con la bene­di­zio­ne di chi ha ini­zia­to l’opera (pre­ce­den­te Giun­ta) e chi la sta por­tan­do a com­pi­men­to (l’attuale). Bene. Ma qual­che doman­da vera ce la voglia­mo fare? O dob­bia­mo bal­la­re e basta! Che tan­to il Tita­nic ormai spe­ro­na­to dall’iceberg sta por­tan­do­ci tut­ti a fon­do? Fac­cia­mo­ce­le que­ste doman­de, con­vie­ne ai sin­go­li, con­vie­ne alle fami­glie, con­vie­ne ai cit­ta­di­ni, con­vie­ne alla comu­ni­tà e a tut­te le isti­tu­zio­ni.

Luci in alle­gria a Mari­no


1. L’effimero può ave­re due com­pi­ti: uno di stru­men­to per giun­ge­re alle coscien­ze, un altro per intor­pi­di­re le coscien­ze. Esem­pio: l’Effimero più noto del­la sto­ria moder­na del nostro Pae­se è quel­lo nico­li­nia­no (che ha avu­to mol­to segui­to anche nei Castel­li roma­ni) e che, a par­ti­re dall’Estate Roma­na, ha con­se­gui­to due risul­ta­ti: una imme­dia­ta rispo­sta al “cli­ma ter­ro­ri­sti­co degli anni di piom­bo” in cui per un cer­to perio­do non si face­va più nul­la in pub­bli­co. E quin­di è sta­ta una rispo­sta poli­ti­ca con­tro il fasci­smo e la vio­len­za; ed una rispo­sta di civil­tà per­ché la rispo­sta è venu­ta dal­la sta­gio­ne del­la cul­tu­ra negli spa­zi libe­ri: con­cer­ti, cine­ma all’aperto. Una secon­da rispo­sta è sta­ta la pro­gram­ma­zio­ne del­le atti­vi­tà cul­tu­ra­li e anche spor­ti­ve orga­niz­zan­do strut­tu­re fisi­che per­ma­nen­ti (par­chi, edi­li­zia appo­si­ta, recu­pe­ri di immo­bi­li abban­do­na­ti etc). L’altro com­pi­to, nefa­sto, che può ave­re l’effimero è quel­lo dell’intorpidimento del­le coscien­ze e del­le stes­se intel­li­gen­ze mes­se a ripo­so. Esem­pio: fare feste in tem­po di pan­de­mia, per far fin­ta che non ci sia la pan­de­mia. Fare festa, maga­ri in un sin­go­lo luo­go, per far fin­ta che oltre que­sto luo­go, anche al di là può anda­re tut­to bene. Intan­to, è la paro­la d’ordine: fin­chè ci sono luc­ci­chi­ni, non pen­sia­mo­ci.
Spe­ria­mo che a que­sta durez­za, nes­su­no rispon­da stru­men­ta­liz­zan­do i bam­bi­ni. Si fa per loro. No, non è mas­si­men­te vero e, soprat­tut­to sono già sta­te annun­cia­te e pro­gram­ma­te e roboa­ti­ca­men­te riven­di­ca­te le altre ragio­ni: quel­le dei sol­di.
2. Altro que­si­to allo­ra. Sem­pre duro, così ci capia­mo bene. La Giun­ta pre­ce­den­te, facen­do il gio­co del­le tre car­te con i vari par­te­ci­pan­ti, che han­no fat­to fin­ta dic reder­ci, o che ci han­no cre­du­to per scar­sa infor­ma­zio­ne loro (asso­cia­zio­ni etc) ha fat­to appro­va­re un rego­la­men­to deno­mi­na­to Bilan­cio par­te­ci­pa­to, azio­nan­do una vera e pro­pria truf­fa del­le paro­le. Pro­va con­tra­ria: se non ci fos­se sta­to il rego­la­men­to e il cosid­det­to bilan­cio par­te­ci­pa­to, pote­va­no esse­re fat­te le cose fin qui rea­liz­za­te in que­sto fran­gen­te? E si sareb­be­ro fat­te coin­vol­gen­do le stes­se orga­niz­za­zio­ni di cate­go­ria e asso­cia­ti­ve? La rispo­sta è SI. Quin­di non è que­sto il bilan­cio par­te­ci­pa­to, per­ché non ha varia­to scel­te che comun­que si sareb­be­ro fat­te da quel­la ammi­ni­stra­zio­ne in tal sen­so. Al con­tra­rio NON si è dato vita ad un vero bilan­cio par­te­ci­pa­to (infat­ti que­sto rego­la­men­to è sem­pli­ce­men­te ridi­co­lo) che si pro­gram­ma per anni e pre­ve­de rispo­ste strut­tu­ra­li e/o per­ma­nen­ti. Sor­pren­den­te poi è la con­fer­ma di tut­to ciò con l’atteggiamento del­la nuo­va ammi­ni­stra­zio­ne che da un lato (giu­sta­men­te) non inter­rom­pe deci­sio­ni ammi­ni­stra­ti­ve che già sono in iti­ne­re, ma, ino­pi­na­ta­men­te, pur aven­do con­tra­sta­to il bilan­cio par­te­ci­pa­to sif­fat­to, ora se ne attri­bui­sce qua­si la pater­ni­tà rea­liz­za­ti­va! In atte­sa di un Bilan­cio Par­te­ci­pa­to che inci­da sul­la real­tà sen­za pren­de­re in giro i cit­ta­di­ni su fat­ti già pre­ve­di­bi­li, con­dan­nia­mo tran­quil­la­men­te que­sto modo di pro­por­re la vita ammi­ni­stra­ti­va di una cit­tà matu­ra.

aspet­ta­no di esse­re cari­ca­ti per stra­da capo­ra­la­to eur Foto­gra­fo: fara­glia


3. Ed ora doman­de duris­si­me: Fat­to il con­to che tut­to l’ambaradam tira ai sol­di, e fat­ta la tara che per alcu­ni com­mer­cian­ti andrà bene ma non per tut­ti, il voler dare rispo­ste sif­fat­te alla cri­si non dovreb­be far­ci por­re que­si­ti veri? a) I sen­za lavo­ro e i pre­ca­ri che non arri­va­no alla ter­za set­ti­ma­na del mese in che modo dovreb­be­ro aiu­ta­re i com­mer­cian­ti fin qui stru­men­ta­liz­za­ti? Per­ché devo­no man­gia­re e com­pa­rar­si il cibo? Beh, lo fareb­be­ro comun­que. I pen­sio­na­ti e gli indi­gen­ti, i pove­ri par­zia­li e tota­li, in che modo pos­so­no dare una mano? Si nascon­do­no, così man­can­do alla vista non desta­no tur­ba­men­to? I lavo­ra­to­ri e gli impie­ga­ti – e le don­ne che per­ce­pi­sco­no in quan­to tali meno sti­pen­dio dei pari gra­do maschi­li – che in Ita­lia, di fron­te ad aumen­ti negli ulti­mi die­ci anni di tut­ti gli sti­pen­di UE (media oltre il 30%) noi sia­mo uni­ci ad ave­re un meno 3%, in che modo fan­no entra­re sol­di nel­le cas­se dei com­mer­cian­ti?

gio­va­ni riven­di­ca­no dirit­to al lavo­ro


La rispo­sta è una che, appa­ren­te­men­te sem­bra lon­ta­na o poli­ti­ca e non ammi­ni­stra­ti­va, ma che è l’unica che risol­ve il vero ruo­lo di ogni ammi­ni­stra­zio­ne e dà vita ad ogni comu­ni­tà, in pic­co­lo e in gran­de: cosa pro­dur­re, per chi pro­dur­re, quan­to pro­dur­re, cosa è neces­sa­rio e cosa no, per­ché com­bat­te­re l’individualismo sfre­na­to e l’accaparramento, per­ché non tace­re sul­la mise­ria e sul­lo sfrut­ta­men­to, per­ché non accon­ten­tar­si del tran tran. I comu­ni­sti ve lo han­no pro­po­sto. Alcu­ne cen­ti­na­ia ci han­no com­pre­so e scel­to con noi che qui è la sostan­za del­le cose, altri, for­ti di metà comu­ni­tà che non vuo­le più saper­ne di par­te­ci­pa­re a que­ste tiri­te­re tra pic­co­li poten­ta­ti poli­ti­ci, cer­ca di vivac­chia­re sul­le misti­fi­ca­zio­ni. Pec­ca­to (è il caso di dir­lo) che nep­pu­re la san­ta madre chie­sa cac­ci i mer­can­ti dal tem­pio, come pure s’era uso fare nei Van­ge­li.

pover­tà

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