Roma. Il PCI va a congresso, vai con il PCI

Roma. Il PCI va a congresso, vai con il PCI

07/11/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Oggi, 7 novem­bre, è lo sto­ri­co anni­ver­sa­rio del­la Rivo­lu­zio­ne d’Ot­to­bre che ha cam­bia­to per sem­pre il cam­mi­no del mon­do e soprat­tut­to dei lavo­ra­to­ri e dei popo­li che han­no pre­so nel­le pro­prie mani la con­sa­pe­vo­lez­za del­l’e­man­ci­pa­zio­ne per giun­ge­re ad una socie­tà socia­li­sta. E’ in que­sta data che il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, il suo Segre­ta­rio Nazio­na­le, Mau­ro Albo­re­si, ha deci­so di lan­cia­re la cam­pa­gna di cono­scen­za e infor­ma­zio­ne sui con­te­nu­ti di un impor­tan­te appun­ta­men­to: il 2° Con­gres­so Nazio­na­le del PCI che si svol­ge­rà nel­le varie istan­ze loca­li e regio­na­li- d’o­ra in avan­ti — fino a giun­ge­re all’ap­pun­ta­men­to nazio­na­le a Livor­no. Di segui­to, l’ap­pel­lo che Mau­ro Albo­re­si rivol­ge ai comu­ni­sti e al popo­lo del­la sini­stra.

“Dome­ni­ca 31 Otto­bre, a Roma, il Comi­ta­to Cen­tra­le del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, al ter­mi­ne di un’ampia ed arti­co­la­ta discus­sio­ne, ha appro­va­to il docu­men­to poli­ti­co che sarà posto alla base del pro­prio per­cor­so con­gres­sua­le, che si con­clu­de­rà a Livor­no, nel­le gior­na­te del 21, 22, 23 Gen­na­io 2022, con la cele­bra­zio­ne del 2° Con­gres­so Nazio­na­le. Il tito­lo dato al docu­men­to, al con­gres­so “Rico­strui­re il PCI, uni­re i comu­ni­sti entro un fron­te del­la sini­stra di clas­se per usci­re dal­la cri­si” espli­ci­ta in manie­ra chia­ra, ine­qui­vo­ca­bi­le l’obiettivo per­se­gui­to. Nei pros­si­mi gior­ni, sul­la base del Rego­la­men­to Con­gres­sua­le defi­ni­to dal Comi­ta­to Cen­tra­le del 10 Otto­bre, le com­pa­gne ed i com­pa­gni del PCI si misu­re­ran­no, nei con­gres­si di cel­lu­la, di sezio­ne, di fede­ra­zio­ne e regio­na­li, con la situa­zio­ne, oltre­mo­do com­ples­sa, pro­ble­ma­ti­ca, aper­ta a mol­te­pli­ci sboc­chi, che sta viven­do il nostro Pae­se nel qua­dro inter­na­zio­na­le ed euro­peo dato, pro­po­nen­do una pos­si­bi­le e neces­sa­ria alter­na­ti­va, nell’interesse del mon­do del lavo­ro, dei ceti popo­la­ri. L’esito del­le poli­ti­che affer­ma­te­si nel nostro Pae­se in que­sti ulti­mi decen­ni, all’insegna del­la cul­tu­ra libe­ri­sta, dell’austerità, poli­ti­che alle qua­li si sono assog­get­ta­ti il cen­tro­de­stra ed il cen­tro­si­ni­stra, infat­ti, è sot­to gli occhi di tut­ti: sem­pre più pove­ri, insi­cu­ri, soli. Le spe­ran­ze di cam­bia­men­to che in tan­ti, anche nel mon­do del lavo­ro, ave­va­no in ulti­mo ripo­sto nei con­fron­ti del Movi­men­to Cin­que Stel­le, sono sta­te disat­te­se, e lo stes­so ha fini­to con il pro­por­si come la “stam­pel­la” di un siste­ma che dichia­ra­va di vole­re cam­bia­re pro­fon­da­men­te. Non casual­men­te gli uni e gli altri (con l’opposizione sostan­zial­men­te for­ma­le di Fra­tel­li d’Italia), quin­di, si ritro­va­no oggi ad appog­gia­re il gover­no Dra­ghi, espres­sio­ne del­le éli­te finan­zia­rie ed eco­no­mi­che, ita­lia­ne ed euro­pee. Gli equi­li­bri poli­ti­ci che van­no affer­man­do­si, sem­pre più orien­ta­ti a destra, le poli­ti­che anti­po­po­la­ri defi­ni­te, che si pro­spet­ta­no, al di la del­la pro­pa­gan­da di un siste­ma mass media­ti­co lar­ga­men­te asser­vi­to che le accom­pa­gna, get­ta­no una pesan­te ipo­te­ca, da tan­ti pun­ti di vista, sul futu­ro del nostro Pae­se, che è e resta pro­fon­da­men­te immer­so in una gra­ve cri­si finan­zia­ria ed eco­no­mi­ca, che ampli­fi­ca­ta dal­la pan­de­mia da Covid 19, affron­ta­ta da un SSN lar­ga­men­te impo­ve­ri­to e che per tan­ta par­te è alla base del dram­ma­ti­co prez­zo paga­to in ter­mi­ni di vite uma­ne, si è tra­sfor­ma­ta in cri­si socia­le. Una cri­si che su tale pia­no, pur con rile­van­ti dif­fe­ren­ze, ha inve­sti­to tan­ta par­te dell’Europa, che nell’ambito del­la con­cla­ma­ta cri­si strut­tu­ra­le del siste­ma capi­ta­li­sta, nel­la ride­fi­ni­zio­ne degli equi­li­bri geo­po­li­ti­ci deter­mi­na­ti­si a segui­to del pro­ces­so di glo­ba­liz­za­zio­ne affer­ma­to­si all’insegna del­la con­cen­tra­zio­ne del capi­ta­le finan­zia­rio, paga il prez­zo più alto. Un Pae­se, il nostro, che evi­den­zia anche una pro­fon­da cri­si etico/morale e, in un evi­den­te rap­por­to di causa/effetto, una altret­tan­to pro­fon­da cri­si poli­ti­ca, alla qua­le anco­ra una vol­ta i pote­ri for­ti si pro­pon­go­no di rispon­de­re con un restrin­gi­men­to degli spa­zi di demo­cra­zia, con pro­po­ste di rias­set­to isti­tu­zio­na­le che con­flig­go­no con la Costi­tu­zio­ne. Le for­ze comu­ni­ste, le for­ze del­la sini­stra di clas­se, di alter­na­ti­va, han­no regi­stra­to nel tem­po, segna­ta­men­te in que­sti ulti­mi anni, emble­ma­ti­che le recen­ti ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve, il pro­prio pro­gres­si­vo arre­tra­men­to, la pro­pria cre­scen­te mar­gi­na­li­tà e da oltre un decen­nio sono assen­ti da un Par­la­men­to nel qua­le gli inte­res­si dei ceti popo­la­ri assun­ti a rife­ri­men­to non sono rap­pre­sen­ta­ti. La que­stio­ne è quel­la del chi paga la cri­si. Ser­ve vol­ta­re pagi­na, è tem­po di rico­strui­re, è tem­po di uni­tà. Come PCI sia­mo fer­ma­men­te con­vin­ti del­la neces­si­tà di un sog­get­to comu­ni­sta capa­ce di tene­re assie­me la cri­ti­ca agli asset­ti fon­dan­ti del capi­ta­li­smo, di pro­spet­ta­re un’alternativa di siste­ma, che per noi è e resta quel­lo di una moder­na socie­tà socia­li­sta, e con­tem­po­ra­nea­men­te di pro­muo­ve­re una oppo­si­zio­ne di clas­se, la più ampia ed uni­ta­ria pos­si­bi­le. Una oppo­si­zio­ne che ponen­do al cen­tro la que­stio­ne del­la pace e del disar­mo, di un diver­so model­lo di svi­lup­po, del­la rot­tu­ra con que­sta Unio­ne Euro­pea, dell’affermazione del­la Car­ta Costi­tu­zio­na­le, all’insegna di “Più Sta­to meno mer­ca­to”, pro­muo­ven­do un lun­go ciclo di lot­te vol­to a cam­bia­re i rap­por­ti di for­za esi­sten­ti, si ripro­pon­ga come alter­na­ti­va pos­si­bi­le, cre­di­bi­le, agli occhi del bloc­co socia­le assun­to come rife­ri­men­to, a par­ti­re dal mon­do del lavo­ro, deter­mi­nan­do in tal modo le con­di­zio­ni per il supe­ra­men­to del­la pro­pria cri­si e più in gene­ra­le di quel­la del Pae­se. Sia­mo con­vin­ti del­la neces­si­tà di una oppo­si­zio­ne con­dot­ta uni­ta­ria­men­te dal­le for­ze comu­ni­ste, che deb­bo­no e pos­so­no ritro­va­re la pro­pria uni­tà, il supe­ra­men­to del­le pro­prie divi­sio­ni, sul­la base di una cul­tu­ra poli­ti­ca omo­ge­nea, quan­to­me­no affi­ne, capa­ce di con­se­gna­re alla sto­ria ciò che alla sto­ria appar­tie­ne, e dal­le for­ze del­la sini­stra di clas­se, di alter­na­ti­va. L’unità dei comu­ni­sti entro un ampio fron­te del­la sini­stra di clas­se, è e resta l’obiettivo del PCI, che in fun­zio­ne di ciò lan­cia un appel­lo a tut­te le for­ze inte­res­sa­te, a tut­te le comu­ni­ste ed i comu­ni­sti che non si ras­se­gna­no alle con­di­zio­ni date, con­sa­pe­vo­le che oggi più che mai è di ciò che c’è biso­gno. L’unità nel­la diver­si­tà è la rispo­sta pos­si­bi­le e neces­sa­ria assie­me.
Noi ci sia­mo!
Il Segre­ta­rio del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no
Mau­ro Albo­re­si”.

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