Roma, Assotutela: “commemorazione defunti nel degrado dei cimiteri”

Roma, Assotutela: “commemorazione defunti nel degrado dei cimiteri”

03/11/2021 0 Di Marco Montini

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“Com­me­mo­ra­zio­ne dei defun­ti: nel­la gior­na­ta del ricor­do, insie­me alla nostal­gia si leva, pur­trop­po un gri­do di indi­gna­zio­ne. I cimi­te­ri capi­to­li­ni sono uno schiaf­fo alla decen­za, all’accoglienza, al sere­no ripo­so dei nostri cari”. Lo dichia­ra il pre­si­den­te di Asso­Tu­te­la Michel Mari­ta­to che attac­ca: “Oltre alla pre­ghie­ra per chi non c’è più, nel­la gior­na­ta in cui tut­ti noi cele­bria­mo i nostri affet­ti per­du­ti non pos­sia­mo non rilan­cia­re una denun­cia che facem­mo qual­che tem­po fa. La situa­zio­ne del Vera­no, di Pri­ma Por­ta e del Lau­ren­ti­no è diven­ta­ta ormai inso­ste­ni­bi­le. Mesi di atte­sa per le cre­ma­zio­ni, locu­li esau­ri­ti, peri­co­lo di fur­ti per chi va in visi­ta, insi­cu­rez­za, scan­da­li che inve­sto­no l’organizzazione e dis­ser­vi­zi di ogni tipo ven­go­no con­ti­nua­men­te segna­la­ti dai fami­lia­ri dei defun­ti, affran­ti per una situa­zio­ne gra­ve che è sta­ta costan­te­men­te igno­ra­ta dai ver­ti­ci del­l’A­ma e dal­l’am­mi­ni­stra­zio­ne capi­to­li­na”, sot­to­li­nea Mari­ta­to. “Sono con­ti­nui i recla­mi che per­ven­go­no da con­giun­ti che non san­no come por­re ripa­ro a un degra­do ormai irri­me­dia­bi­le. Basta guar­da­re alcu­ne imma­gi­ni per ren­der­si con­to: erba incol­ta, ter­re­no che fra­na, luci per­pe­tue non fun­zio­nan­ti, fon­ta­nel­le a sec­co e via elen­can­do. Vor­rem­mo sape­re a quan­to ammon­ta il pre­mio di buo­nu­sci­ta di Ste­fa­no Zaghis ammi­ni­stra­to­re Ama — par­te­ci­pa­ta comu­na­le a cui com­pe­te la gestio­ne dei cimi­te­ri — che è fre­sco di dimis­sio­ni. Il mana­ger, con un pie­de fuo­ri dal­la por­ta di via Cal­de­ron del­la Bar­ca, ha dichia­ra­to di ‘lascia­re una real­tà risa­na­ta’ ma è sot­to gli occhi di tut­ti i roma­ni in cosa con­si­ste il risa­na­men­to. E i cimi­te­ri sono la real­tà più dolo­ro­sa di que­sto disa­stro”, chio­sa il pre­si­den­te.

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