Marino. Bibliopop ha proposto Michele Santoro per continuare la diffusione di cultura di qualità. Santoro denuncia: basta vivere nella cultura dell’emergenza! E’ cancro che devasta la nostra società. Ottimo contributo di Marco Onofrio.

Marino. Bibliopop ha proposto Michele Santoro per continuare la diffusione di cultura di qualità. Santoro denuncia: basta vivere nella cultura dell’emergenza! E’ cancro che devasta la nostra società. Ottimo contributo di Marco Onofrio.

16/10/2021 1 Di Maurizio Aversa

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Vener­dì sera a Mari­no si vive­va aria di chiu­su­ra di cam­pa­gna elet­to­ra­le per il bal­lot­tag­gio in cor­so per sin­da­co e con­si­glie­ri comu­na­li. Ma non alla Sala Tea­tro Vit­to­ria. Non nell’iniziativa pro­gram­ma­ta da tem­po che ha visto ospi­te Miche­le San­to­ro, in chia­ve di scrit­to­re-gior­na­li­sta, col suo ulti­mo libro “Nient’altro che la veri­tà”. Il pro­mo­to­re pri­mo, Enri­co Del Vesco­vo, pre­si­den­te di Ita­lia Nostra Castel­li roma­ni (tra l’altro in que­sti gior­ni chia­ma­to a rico­pri­re inca­ri­chi nazio­na­li nel­la stes­sa orga­niz­za­zio­ne), può dir­si sod­di­sfat­to se in que­sto fran­gen­te deci­ne e deci­ne di cit­ta­di­ni, con il pia­ce­re di vede­re mol­te don­ne e gio­va­ni, han­no scel­to di impe­gna­re un po’ del loro tem­po per par­te­ci­pa­re a que­sta sera­ta. Allo stes­so modo, Ser­gio San­ti­nel­li, pre­si­den­te di Acab/Bibliopop APS, che ha orga­niz­za­to l’evento sce­glien­do di pun­ta­re sul­la più capien­te Sala Tea­tro in alter­na­ti­va alla ormai sto­ri­ca Biblio­te­ca popo­la­re del­la ex chie­set­ta di S. Maria del­le Mole, si dice sod­di­sfat­to per la con­fer­ma di come rimet­ten­do in cam­po qua­li­tà del­lo sce­na­rio cul­tu­ra­le loca­le e nazio­na­le, a secon­da dei vari aspet­ti dal let­te­ra­rio libra­rio, ai con­ve­gni, e alle feste soli­da­li, Biblio­pop sta con­fer­man­do il pro­prio ruo­lo trai­nan­te a Mari­no, ai Castel­li e oltre del resto apprez­za­to da mol­tis­si­mi cit­ta­di­ni.

Nel­lo svol­gi­men­to del­la sera­ta intro­dot­ta da un salu­to di Del Vesco­vo e dal­la trac­cia del per­ché e cosa sia Biblio­pop a cura del coor­di­na­to­re Mau­ri­zio Aver­sa, ha quin­di pre­so la paro­la lo scrit­to­re e cri­ti­co let­te­ra­rio Mar­co Ono­frio che ha pro­po­sto “note di let­tu­ra” del libro di San­to­ro (a segui­re pro­po­nia­mo l’integrale). Quin­di ha pre­so la sce­na sul pal­co Miche­le San­to­ro che inin­ter­rot­ta­men­te – nep­pu­re la pau­sa per il bic­chie­re d’acqua – ha dia­lo­ga­to coi pre­sen­ti. Ha ragio­na­to dei con­ten­tui del libro e dell’intreccio con le rifles­sio­ni per­so­na­li e di ognu­no su temi cru­cia­li del­la giu­sti­zia, del­la demo­cra­zia, del­la attua­li­tà – come l’attacco alla sede del­la cgil di saba­to scor­so -. Ha posto sul tap­pe­to, rac­con­tan­do fat­ti ine­di­ti, come quel­lo riguar­dan­te Pip­po Bau­do e la minac­cia mafio­sa subi­ta. Ha con­fron­ta­to a distan­za il pro­prio lavo­ro di inda­gi­ne e di appro­fon­di­men­to sul­le que­stio­ni di Cosa Nostra e di come attrez­zar­si a com­bat­te­re la mafia, rile­van­do la caren­za più impor­tan­te che è quel­la ana­li­ti­ca, con quan­to in modo dif­fe­ren­te ma con stes­so spi­ri­to inda­ga­to­re ha fat­to col suo libro il Magi­stra­to Ilda Boc­cas­si­ni. Ha infi­ne, squa­der­na­to la sua denun­cia più dura: la poli­ti­ca, la giu­sti­zia, l’economia, il modo di vive­re del­la nostra socie­tà ha un can­cro che è insie­me cul­tu­ra­le e poli­ti­co – pur­trop­po in pre­sen­za di una clas­se poli­ti­ca sem­pre di minor spes­so­re e livel­lo rispet­to al pas­sa­to — . Un can­cro che ha un nome pre­ci­so: la cul­tu­ra dell’emergenza! E’ il modo che non ti per­met­te di svol­ge­re doman­de cri­ti­che, per­ché pen­si che mi met­to a chie­de­re se sia­mo in emer­gen­za? E così si sof­fo­ca­no tut­te le doman­de cri­ti­che, e da que­ste vie­ne così inter­det­ta ogni pos­si­bi­li­tà di cam­bia­men­to. Que­sto impa­sto che ci ha pro­po­sto Miche­le San­to­ro, par­lan­do del suo libro e non solo, è sta­to dav­ve­ro salu­ta­re per i par­te­ci­pan­ti in sala. Gli applau­si di con­sen­so, le richie­ste di dedi­che sui libri ven­du­ti, le con­ti­nue doman­de che han­no segui­to l’esposizione, han­no con­fer­ma­to il pie­no suc­ces­so dell’iniziativa. Intan­to Biblio­pop già maci­na e si appre­sta a nuo­vi appun­ta­men­ti. Con vera gra­ti­tu­di­ne Biblio­pop rin­gra­zia Can­ti­ne Nico­li­ni e For­no Mar­cel­lo per i pro­dot­ti otti­mi che sono sta­ti distri­bui­ti come ben­ve­nu­to ai par­te­ci­pan­ti e apprez­za­ti da San­to­ro stes­so.

Miche­le San­to­ro e Mar­co Ono­frio nel­la sera­ta dedi­ca­ta al libro Nien­t’al­tro che la veri­tà


Qui di segui­to met­tia­mo le note di con­te­nu­to del libro let­te da Mar­co Ono­frio ad ini­zio sera­ta e più vol­te richia­ma­te da San­to­ro stes­so. “Scrit­to in modo splen­di­do, “Nient’altro che la veri­tà” si leg­ge tut­to d’un fia­to come un roman­zo di for­ma­zio­ne: alla coscien­za e alla cono­scen­za pro­fon­da del­le cose appa­ren­ti, all’inseguimento di “segre­ti impor­tan­ti”, allo sguar­do neces­sa­rio per soste­ne­re “la fati­ca di cer­ca­re la veri­tà”, soprat­tut­to quel­la nasco­sta. La paro­la di San­to­ro è pre­ci­sa, affi­la­ta, chi­rur­gi­ca: ade­ri­sce ai mil­le risvol­ti di ogni real­tà che affron­ta, svi­sce­ran­do­ne sen­za pau­ra i “fat­ti nudi e cru­di”. Ci con­sen­te così di scen­de­re nei giro­ni infer­na­li del­la mafia, una cate­na vischio­sa di riti, san­gue e baci, di omer­tà con­di­vi­sa, di doman­de che non si pos­so­no nep­pu­re pen­sa­re: una paro­la scap­pa­ta per caso e si vie­ne imbot­ti­ti di piom­bo. Ma il mafio­so è temu­to e ha l’onore, il rispet­to, i sol­di, tan­ti sol­di (cioè la bel­la vita, il lus­so, le don­ne, ecc.) Tut­ti spec­chiet­ti per le allo­do­le desti­na­ti ad infran­ger­si tra­gi­ca­men­te. Que­sto libro è il viag­gio nel­la men­te di un serial kil­ler, il cata­ne­se Mau­ri­zio Avo­la: gla­cia­le, impas­si­bi­le, “nato per ucci­de­re”, e infat­ti ha assas­si­na­to 80 per­so­ne. Attra­ver­so l’intervista-fiume ad Avo­la non solo emer­go­no i mec­ca­ni­smi occul­ti di Cosa Nostra, ma si scri­ve e si riscri­ve la sto­ria degli ulti­mi sessant’anni, dal caso Mat­tei ad oggi, pas­san­do per le cla­mo­ro­se stra­gi degli anni ’90.Però, atten­zio­ne: nien­te sem­pli­fi­ca­zio­ni o faci­li sen­sa­zio­na­li­smi. La veri­tà del­la sto­ria può tra­pe­la­re pro­prio nel­la com­ples­si­tà estre­ma del suo tes­su­to: le pie­ghe, le stra­ti­fi­ca­zio­ni, gli intrec­ci, gli sno­di, i livel­li inter­ni. Quin­di non è un libro ridu­zio­ni­sti­co, e infat­ti le doman­de sono più nume­ro­se del­le rispo­ste. Non ho mol­to tem­po a dispo­si­zio­ne, quin­di mi limi­te­rò a sot­to­li­nea­re alcu­ni aspet­ti fon­da­men­ta­li. Anzi­tut­to l’esplorazione del­lo sco­no­sciu­to e del per­tur­ban­te che pre­sie­de alla scrit­tu­ra. Il libro non esi­ste­reb­be se San­to­ro aves­se asse­con­da­to la pul­sio­ne a “rimuo­ve­re il cri­mi­na­le” e non rico­no­sce­re “i lega­mi tra la sua vita e la nostra”. Egli non solo non rimuo­ve ma si apre a un con­fron­to auten­ti­co, che lo coin­vol­ge in pri­ma per­so­na: “Guar­do Avo­la e ho la sen­sa­zio­ne di tro­var­mi davan­ti uno spec­chio nel qua­le comin­cio a rico­no­sce­re trat­ti che sono anche i miei”. Rite­ne­va di non aver nien­te in comu­ne: “Inve­ce le sue paro­le mal­de­stre stan­no supe­ran­do una dopo l’altra le bar­rie­re che ho costrui­to per difen­der­mi dal mostro e ini­zio a seguir­lo in un labi­rin­to di spec­chi”. La bio­gra­fia diven­ta anche auto­bio­gra­fia. San­to­ro met­te in gio­co la pro­pria iden­ti­tà, che defi­ni­sce “in fran­tu­mi” per via dell’attuale esi­lio da tut­te le TV, l’amaro disin­can­to degli anni, l’insipienza e l’inconsistenza del pre­sen­te.

Mar­co Ono­frio, intro­du­ce Miche­le San­to­ro espo­nen­do le Note di Let­tu­ra del libro Nien­t’al­tro che la veri­tà — Mari­no, Sala Tea­tro Vit­to­ria


La scrit­tu­ra pro­ce­de ad uno sca­vo dell’identità altrui e pro­pria, in paral­le­lo: come un tun­nel da entram­be le dire­zio­ni, fino all’incontro che vede cade­re l’ultimo dia­fram­ma. Scri­ve infat­ti: “I nostri col­lo­qui mi han­no sra­di­ca­to da cer­te sicu­rez­ze spin­gen­do­mi a sca­va­re nel­la veri­tà del­la sto­ria e nel­la mia”. Il fat­to è che il bene e il male “non sono sem­pli­ce­men­te con­trap­po­sti” ma appa­io­no “con­ca­te­na­ti in un uni­co dise­gno”: “il con­fi­ne tra il bene e il male non è faci­le da distin­gue­re (…) l’inferno e il para­di­so sono vasi comu­ni­can­ti”. E insom­ma “Avo­la avreb­be potu­to abbrac­cia­re una pro­fes­sio­ne (…) e io avrei potu­to anche ucci­de­re”: serial kil­ler e gior­na­li­sta-con­tro sono le due fac­ce del­la stes­sa meda­glia? E allo­ra che cos’è che deter­mi­na un desti­no? (…) “dipen­de da noi che cosa diven­ta­re e che cosa no?” Per Avo­la “quel­lo che deve suc­ce­de­re è già scrit­to, non ci pos­sia­mo fare nien­te”; per San­to­ro il desti­no è con­di­zio­na­to sì da innu­me­re­vo­li fat­to­ri, ma sostan­zial­men­te aper­to. In che cosa può iden­ti­fi­car­si con il serial kil­ler? La natu­ra ribel­le e indo­ma­bi­le, non disgiun­ta dall’origine meri­dio­na­le. L’insofferenza e l’irriducibilità a una vita sen­za alter­na­ti­ve, la vita dei “sacri­fi­ci che non fini­sco­no mai”. La sete di giu­sti­zia. La volon­tà di ave­re tut­to e subi­to. O la paro­la o la vita. La sua pisto­la da “rapi­na­to­re” è sta­ta la liber­tà, e la ban­ca la TV. “Nes­su­no vuo­le par­la­re di qual­co­sa? Ne par­lo io!” San­to­ro e Avo­la sono due “vul­ca­ni” nati con “la rab­bia den­tro”. Se Avo­la si è tro­va­to invi­schia­to nel­la mafia, lo Sta­to ha cer­ta­men­te le sue col­pe. Lo Sta­to che in Sici­lia si chia­ma­va Totò Rii­na.

Mari­no- Sala Tea­tro Vit­to­ria, orga­niz­za­to da Acab Biblio­pop APS, l’ap­pas­sio­na­ta espo­si­zio­ne di Miche­le San­to­ro che ruo­ta attor­no al suo libro Nien­t’al­tro che la veri­tà


Se la giu­sti­zia del­lo Sta­to non fun­zio­na, si ricor­re alla mafia: il mafio­so ti risol­ve il pro­ble­ma, ma poi pre­ten­de qual­co­sa in cam­bio. E quin­di l’assenza del­lo Sta­to, anzi: la con­ni­ven­za del­lo Sta­to, gli accor­di tra mafio­si e poli­ti­ci, e i sup­por­ti mas­so­ni­ci che fan­no arri­va­re le “sof­fia­te” pre­ven­ti­ve e aiu­ta­no i mafio­si a inve­sti­re capi­ta­li. La mafia si incar­di­na alla sto­ria del­la que­stio­ne meri­dio­na­le: si è fat­ta garan­te del­lo scam­bio impa­ri che ha ingras­sa­to la bor­ghe­sia del Nord. Scri­ve San­to­ro: “Per tut­ta la vita ho sogna­to uno Sta­to che com­bat­ta l’illegalità dan­do a ognu­no la pos­si­bi­li­tà di ave­re un lavo­ro e una vita decen­te”. Un Pae­se “sen­za fami­li­smo, ricat­ti, sud­di­tan­za al più pre­po­ten­te. Il meri­to, i dirit­ti, la liber­tà di pen­sa­re”. E inve­ce è fon­da­to sul pri­vi­le­gio, la sot­to­mis­sio­ne di chi non ha voce, lo sfrut­ta­men­to, la cor­ru­zio­ne che “pesa sul­le spal­le del­la pove­ra gen­te”. Gli abu­si e i sopru­si che ogni gior­no offen­do­no i dirit­ti fon­da­men­ta­li del cit­ta­di­no, por­ta­no a due rea­zio­ni: o ras­se­gna­zio­ne, o ribel­lio­ne. Avo­la si è ribel­la­to diven­tan­do mafio­so; San­to­ro com­bat­ten­do il pote­re da gior­na­li­sta sco­mo­do. Lo spie­ta­to serial kil­ler dei San­ta­pao­la e il gior­na­li­sta ita­lia­no “sim­bo­lo dell’antimafia” fini­sco­no para­dos­sal­men­te per asso­mi­gliar­si! Oggi Cosa Nostra “è come se aves­se deci­so di scio­glier­si”, la guer­ra sem­bra fini­ta. Pri­ma cam­mi­na­va al lato del­lo Sta­to, poi diven­ta “anti­sta­to” ed è la sta­gio­ne del­le stra­gi. Ora si è sciol­ta nel­lo Sta­to? E’ diven­ta­ta sem­pli­ce­men­te invi­si­bi­le? Baste­reb­be uno Sta­to nor­ma­le: “Il nostro Pae­se non ha mai cono­sciu­to la nor­ma­li­tà che deri­va dal buon fun­zio­na­men­to del­lo Sta­to”. E inve­ce oggi, omis­sio­ne dopo omis­sio­ne, l’educazione civi­ca si è abbas­sa­ta a tal pun­to che gli one­sti ven­go­no emar­gi­na­ti e qua­si costret­ti a ver­go­gnar­si! Per bat­te­re defi­ni­ti­va­men­te la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta, lo Sta­to dovreb­be smet­te­re di somi­gliar­le. “In que­sto modo potre­mo mostra­re ai tan­ti ragaz­zi ten­ta­ti dal segui­re le orme di Mau­ri­zio Avo­la che esi­ste una stra­da diver­sa per con­qui­sta­re il rispet­to di tut­ti”. Ma soprat­tut­to occor­re con­ti­nua­re a par­lar­ne, non smet­te­re mai di far­lo. La luce del­la veri­tà come anti­do­to alla mafia. I mafio­si sono vam­pi­ri, han­no biso­gno di ombra. “Se la illu­mi­ni, Cosa Nostra per­de for­za e poten­za”. E’ uno dei tan­ti meri­ti di que­sto bel­lis­si­mo libro, “Nient’altro che la veri­tà” di Miche­le San­to­ro.”.

Mari­no — Sala Tea­tro Vit­to­ria, al ter­mi­ne del­la sera­ta con Miche­le San­to­ro orga­niz­za­to da Acab Biblio­pop APS, par­te­ci­pan­ti in fila per il fir­ma-copie del libro Nien­t’al­tro che la veri­tà


Il pun­to risto­ro ha accol­to i par­te­ci­pan­ti con i pro­dot­ti offer­ti da Can­ti­na Nico­li­ni e For­no Mar­cel­lo

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