Roma. Parole chiare su Alitalia: il Partito Comunista Italiano è a fianco dei lavoratori (dipendenti, precari, dell’indotto ecc.) ed è per la scelta netta di asset strategico pubblico. Cristina Cirillo mette in risalto il dramma alla conferenza nazionale del PCI

Roma. Parole chiare su Alitalia: il Partito Comunista Italiano è a fianco dei lavoratori (dipendenti, precari, dell’indotto ecc.) ed è per la scelta netta di asset strategico pubblico. Cristina Cirillo mette in risalto il dramma alla conferenza nazionale del PCI

18/09/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Con­fe­ren­za nazio­na­le dei Lavo­ra­to­ri PCI. Occa­sio­ne per met­te­re alc entro il dram­ma Ali­ta­lia


Men­tre è in cor­so, a Casal Bru­cia­to a Roma, la Con­fe­ren­za Nazio­na­le sul Lavo­ro pro­mos­sa dal Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, si affol­la­no le vicen­de di cri­si. Una in par­ti­co­la­re, quel­la di Ali­ta­lia. Così, Cri­sti­na Ciril­lo, segre­ta­ria comu­ni­sta di Roma e can­di­da­ta sin­da­co per le ammi­ni­stra­ti­ve del­la capi­ta­le, ha pre­so la paro­la, pre­sen­te il segre­ta­rio nazio­na­le del par­ti­to Mau­ro Albo­re­si, e di fron­te alla pla­tea ope­ra­ia ha svol­to un appas­sio­na­to, luci­do, chia­ro inter­ven­to su Ali­ta­lia. “ “Più Sta­to, meno mer­ca­to” per il PCI non è uno slo­gan futu­ri­bi­le: è la scel­ta che va con­fer­ma­ta subi­to, oggi. Chi non lo fa o è con­tro i lavo­ra­to­ri, o è in com­but­ta – con­sa­pe­vo­le o incon­sa­pe­vo­le – con gli ambien­ti finan­zia­ri, sia­no essi ame­ri­ca­ni, ara­bi o altro. Que­sto riguar­da anche e soprat­tut­to un asset quel­lo del tra­spor­to avia­rio (così come attie­ne al tra­spor­to fer­ro­via­rio e a quel­lo nava­le) e quin­di Ali­ta­lia e la com­pa­gnia di ban­die­ra che deve garan­ti­re l’autonomia del Pae­se in que­sto ambi­to stra­te­gi­co, indu­stria­le, di ser­vi­zio. – ha esor­di­to la segre­ta­ria comu­ni­sta — Que­sto è un con­vin­ci­men­to che il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no ha dal­la sua nasci­ta, come testi­mo­nia una del­le “tesi” alla base di chi sia­mo e cosa per­se­guia­mo: “La ri-pub­bli­ciz­za­zio­ne di azien­de e set­to­ri stra­te­gi­ci, a par­ti­re da quel­li per i qua­li lo Sta­to ha già inve­sti­to ingen­ti risor­se e/o detie­ne quo­te azio­na­rie, con stru­men­ti di con­trol­lo demo­cra­ti­co sul­la loro gestio­ne da par­te dei lavo­ra­to­ri e dei cit­ta­di­ni. In que­sto con­te­sto, essen­zia­le è la costi­tu­zio­ne di un Polo finan­zia­rio e ban­ca­rio pub­bli­co, aven­te come ragio­ne socia­le il soste­gno a una poli­ti­ca indu­stria­le che pro­muo­va la crea­zio­ne di lavo­ro buo­no e sia rispet­to­sa degli equi­li­bri ambien­ta­li”. E’ impor­tan­te par­ti­re da qui. Per­ché la dram­ma­ti­ci­tà di quan­to sta acca­den­do attor­no ad Ali­ta­lia, non può esse­re vis­su­to – come spes­so fan­no i media – come fos­se una que­stio­ne di bilan­ci, di gio­co del risi­ko indu­stria­le inter­na­zio­na­le, o di imbo­sca­te poli­ti­che tra vari sta­ti, tra gover­ni, nel nostro Pae­se tra com­pa­gi­ni. No, la dram­ma­ti­ci­tà non sta qui. La dram­ma­ti­ci­tà è quel­la sul­la pel­le dei lavo­ra­to­ri, non die­ci, non cen­to, ma miglia­ia. Addi­rit­tu­ra la mag­gior par­te dei lavo­ra­to­ri oggi in Ali­ta­lia e nell’indotto. Inol­tre, per la par­ti­co­la­ri­tà del­la strut­tu­ra e azien­da­le, la gra­vi­tà di tale dram­ma si con­cen­tra su Roma e din­tor­ni dove risie­de la mag­gior par­te degli esu­be­ri e tagli pre­vi­sti dal­le varie ipo­te­si che par­to­no dal bilan­cio inve­ce che dal­la stra­te­gia del bene del Pae­se e dai lavo­ra­to­ri, i loro dirit­ti, la loro digni­tà. La cri­si di Ali­ta­lia dura con fasi alter­ne da qua­si trent’anni. – con­ti­nua nel­la denun­cia e pro­po­sta dei comu­ni­sti, la can­di­da­ta sin­da­co del­la capi­ta­le -

Cri­sti­na Ciril­lo, can­di­da­ta sin­da­co di Roma per il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, è segre­ta­ria del PCI Roma ed è inter­ve­nu­ta sui lavo­ra­to­ri Ali­ta­lia


Fon­da­ta a Roma il 16 set­tem­bre 1946 con il nome di Alitalia–Aerolinee Ita­lia­ne Inter­na­zio­na­li, Ali­ta­lia ope­ra il pri­mo volo il 5 mag­gio 1947 sul­la rot­ta Tori­no-Roma-Cata­nia. All’i­ni­zio del 2008 Ali­ta­lia si pre­sen­ta con una situa­zio­ne eco­no­mi­co-finan­zia­ria disa­stro­sa. Per rime­dia­re a tale situa­zio­ne il gover­no ita­lia­no di cen­tro destra allo­ra gui­da­to da Ber­lu­sco­ni per la XVI Legi­sla­tu­ra (dal 29 apri­le 2008 al 23 dicem­bre 2012), si atti­vò quin­di per tro­va­re un pos­si­bi­le acqui­ren­te che potes­se com­pra­re la com­pa­gnia come un uni­co ele­men­to. Alla fine dell’anno è Com­pa­gnia Aerea Ita­lia­na SpA (CAI) a pre­sen­ta­re al com­mis­sa­rio del­la pro­ce­du­ra l’offerta vin­co­lan­te per l’acquisizione dei beni e degli asset dell’azienda, scor­po­ran­do la “bad com­pa­ny” dal­la “good com­pa­ny”. Nel dicem­bre 2008 CAI sot­to­scri­ve il con­trat­to con qua­le acqui­sta gli asset di Ali­ta­lia (tra cui Linee Aeree Ita­lia­ne SpA) per la cifra esa­ge­ra­ta di cir­ca 1 miliar­do di euro. . Il 2013 vede Ali­ta­lia di nuo­vo vici­na al fal­li­men­to. Dopo aver con­clu­so il nuo­vo aumen­to di capi­ta­le da 300 milio­ni si dimet­te il cda e il pre­si­den­te del­la com­pa­gnia, Rober­to Cola­nin­no. Il gover­no è così costret­to a cer­ca­re un altro part­ner per la com­pa­gnia. Dopo alcu­ne ricer­che è Eti­had ad acqui­si­re il 49% di Ali­ta­lia nell’agosto del 2014. La com­pa­gnia di ban­die­ra degli Emi­ra­ti Ara­bi Uni­ti ver­sa cir­ca 565 milio­ni di euro. Il bilan­cio di quell’anno però vedrà anco­ra una vol­ta una per­di­ta, que­sta vol­ta di 580 milio­ni di euro. Il pia­no di tagli alle spe­se da par­te del nuo­vo azio­ni­sta ripor­te­rà le per­di­te sot­to i 200 milio­ni nel 2015. Nel 2016 Eti­had pro­va a fare qual­che cam­bio stra­te­gi­co: 2000 esu­be­ri di per­so­na­le, ridu­zio­ne del­le trat­te rela­ti­ve al bre­ve e medio ter­mi­ne, (dove Rya­nAir domi­na su tut­te le com­pa­gnie), e attac­co deci­so a mol­ti one­ri finan­zia­ri iscrit­ti nel bilan­cio. Fal­li­sce così il pia­no di rilan­cio di Eti­had che pre­ve­de­va il break even nel 2017. Da novem­bre 2014 al com­mis­sa­ri­men­to il pre­si­den­te del­la com­pa­gnia è Luca Cor­de­ro di Mon­te­ze­mo­lo, l’ad il mana­ger austra­lia­no Cra­mer Ball e il vice­pre­si­den­te James Hogan (già pre­si­den­te di Eti­had Air­ways). Nell’aprile 2017 la com­pa­gnia fir­ma assie­me a sin­da­ca­ti e asso­cia­zio­ni pro­fes­sio­na­li un pre­ac­cor­do sul nuo­vo pia­no di ristrut­tu­ra­zio­ne eco­no­mi­co dell’azienda, il cui testo ver­rà sot­to­po­sto ai 12.500 lavo­ra­to­ri tra­mi­te refe­ren­dum. Il pre-accor­do ogget­to del refe­ren­dum pre­ve­de la ridu­zio­ne degli esu­be­ri da 2037 a 980 tra il per­so­na­le di ter­ra, con la cas­sa inte­gra­zio­ne straor­di­na­ria per gli ulti­mi due anni e l’integrazione del Fon­do di set­to­re, fino ad arri­va­re all’80% del­la retri­bu­zio­ne. – così pro­se­gue Cri­sti­na Ciril­lo — I sog­get­ti desti­na­ti a paga­re di più a cau­sa di que­sto accor­do sono i 558 lavo­ra­to­ri a tem­po deter­mi­na­to e i 141 esu­be­ri ope­ran­ti all’estero. Da ricor­da­re inol­tre il taglio del­la retri­bu­zio­ne dell’8% e i ripo­si annua­li che pas­sa­no da 120 a 108. Il refe­ren­dum vede una net­ta vit­to­ria del no: il 67% dei lavo­ra­to­ri Ali­ta­lia boc­cia il pre­ac­cor­do per la rica­pi­ta­liz­za­zio­ne del­la com­pa­gnia, por­tan­do­la così ver­so l’ipotesi di ammi­ni­stra­zio­ne straor­di­na­ria. Il 2 mag­gio 2017 il Mise chia­ma a gui­dar­la tre com­mis­sa­ri Lui­gi Gubi­to­si, Enri­co Laghi e Ste­fa­no Palea­ri. L’anno suc­ces­si­vo, nel 2018 pren­de cor­po un’operazione di siste­ma con la regia del­le Fs, con la par­te­ci­pa­zio­ne di Atlan­tia e un part­ner inter­na­zio­na­le, Del­ta, che però non inten­de anda­re oltre il 10%. Arri­va anche un nuo­vo com­mis­sa­rio Giu­sep­pe Leo­gran­de. L’eterno dos­sier è sem­pre in stal­lo ma poi il gover­no gial­lo­ros­so, con il decre­to Cura Ita­lia, fa tor­na­re Ali­ta­lia sot­to l’ala pub­bli­ca. In pie­na pan­de­mia, il secon­do ese­cu­ti­vo Con­te ha deci­so di crea­re una nuo­va com­pa­gnia per rilan­cia­re il mar­chio Ali­ta­lia e l’ha affi­da­to a Fabio Laz­ze­ri­ni (ammi­ni­stra­to­re dele­ga­to) e Fran­ce­sco Caio (pre­si­den­te). Nasce la new­co Tai, Tra­spor­to aereo ita­lia­no; una com­pa­gnia aerea inte­ra­men­te con­trol­la­ta dal mini­ste­ro dell’Economia. La cri­si poli­ti­ca ha ulte­rior­men­te com­pli­ca­to il dos­sier. La new­co Ita­lia Tra­spor­to Aereo dove­va decol­la­re ad apri­le, e non è esclu­so che la par­ten­za pos­sa slit­ta­re a otto­bre. Ora, l’attesa è tut­ta con­cen­tra­ta sul nuo­vo ban­do di gara per la ces­sio­ne degli asset dopo che la Ue ha chie­sto che ce ne dovrà esse­re uno nuo­vo aper­to, tra­spa­ren­te, non discri­mi­na­to­rio. For­se non è chia­ro ai tan­ti che il vero pro­ble­ma è la liqui­di­tà del­la socie­tà. La situa­zio­ne è anche oggi mol­to deli­ca­ta con il com­mis­sa­rio Giu­sep­pe Leo­gran­de che chie­de altri sol­di per poter paga­re gli sti­pen­di. I pro­ble­mi di cas­sa per la com­pa­gnia di ban­die­ra sem­bra non fini­sca­no mai. A Bru­xel­les, infat­ti, la deci­sio­ne del­la Com­mis­sio­ne euro­pea di defi­ni­re aiu­ti di Sta­to il pre­sti­to pon­te deci­so nel 2017 dal gover­no Gen­ti­lo­ni è diven­ta­to il casus bel­li nel dibat­ti­to sul ruo­lo del­la vigi­lan­za in mate­ria di con­cor­ren­za. Non tan­to per i tem­pi di resti­tu­zio­ne dei 900 milio­ni di dena­ri pub­bli­ci, che nor­mal­men­te dovreb­be­ro rien­tra­re nel giro di sei mesi, ma per il modo in cui si è mos­sa la Com­mis­sio­ne. Ci doman­dia­mo per qua­le ragio­ne la Com­mis­sio­ne abbia deci­so di entra­re nel­la vicen­da Ali­ta­lia a più di quat­tro anni di distan­za dai fat­ti e ci chie­dia­mo qua­le sia la ragio­ne per la qua­le si è volu­to fare un favo­re ai gover­ni ita­lia­ni del 2018 e del 2019 (da Gen­ti­lo­ni a Con­te) quan­do era chia­ro che il pre­sti­to pon­te era un aiu­to di Sta­to che peral­tro ha fat­to scat­ta­re anche le denun­ce di altri Pae­si e di altri vet­to­ri . Del resto – sot­to­li­nea la can­di­da­ta comu­ni­sta — gli aiu­ti di Sta­to non sono di per sé ille­ga­li, ma sono con­ces­si da Bru­xel­les a con­di­zio­ne che ci sia una ristrut­tu­ra­zio­ne del­la com­pa­gnia che ne bene­fi­cia. Nel caso Ali­ta­lia, la Com­mis­sio­ne non è inter­ve­nu­ta quan­do avreb­be dovu­to, ma ha deci­so di far­lo solo ora che i gio­chi sono fat­ti. A que­sto pun­to, l’intervento sem­bra ser­va solo ad aiu­ta­re l’attuale gover­no nel­la trat­ta­ti­va con i sin­da­ca­ti, e la Com­mis­sio­ne si è pie­ga­ta per fare un favo­re poli­ti­co ai gover­ni ita­lia­ni. Oggi ci ritro­via­mo con l’A­li­ta­lia che dispo­ne di una flot­ta di 121 aerei, di cui 25 di lun­go rag­gio (11 Boeing 777–200 LR, 14 Air­bus A330-200), 76 di medio rag­gio (12 Air­bus A321, 42 Air­bus A320, 22 Air­bus A319) e 20 regio­na­li (5 Embraer 190 e 15 Embraer 175). Nel 2016 Ali­ta­lia ha tra­spor­ta­to 22,6 milio­ni di pas­seg­ge­ri. Il vet­to­re con­ta nel com­ples­so 83 desti­na­zio­ni (di cui 28 nazio­na­li e 55 inter­na­zio­na­li) ed è incen­tra­ta su 6 basi di rife­ri­men­to: Roma Fiu­mi­ci­no, Mila­no, Tori­no, Vene­zia, Napo­li e Cata­nia. La socie­tà ope­ra sia nel set­to­re pas­seg­ge­ri che in quel­lo car­go. Oggi — denun­cia con vigo­re la segre­ta­ria del PCI roma­no — 18 set­tem­bre 2021 il fron­te di Ali­ta­lia è roven­te. . I nume­ri indi­ca­no la gra­vi­tà del­la situa­zio­ne: ITA ini­zie­rà con l’assunzione di 2800 per­so­ne su qua­si 11mila del set­to­re avia­tion. Il nume­ro com­ples­si­vo mas­si­mo sarà di 5.750 dipen­den­ti nel 2025. Così i lavo­ra­to­ri sen­za rispo­ste nè futu­ro pro­te­sta­no, Roma cen­tro del­le pro­te­ste e dell’emorragia occu­pa­zio­na­le con 40mila addet­ti del­lo sca­lo di Fiu­mi­ci­no, tra per­so­na­le Ali­ta­lia e indot­to, a rischia­re il posto. Esten­sio­ne del­la cas­sa inte­gra­zio­ne alme­no fino al 2025, man­te­ni­men­to del CCNL sen­za dero­ghe e garan­zie per tut­ti gli appal­ti del­l’in­dot­to: sono le richie­ste che stan­no gui­dan­do le pro­te­sta nel cuo­re di Roma. Oggi i lavo­ra­to­ri stan­no pagan­do pesan­te­men­te anni di erro­ri nel­la gestio­ne del­la com­pa­gnia di ban­die­ra, che insie­me alle ine­vi­ta­bi­li misu­re adot­ta­te dal Gover­no per con­tra­sta­re la dif­fu­sio­ne del virus Sars Cov 2 han­no gene­ra­to riper­cus­sio­ni mol­to pesan­ti che han­no pro­fon­da­men­te segna­to il set­to­re del tra­spor­to aereo ma anche il tra­spor­to loca­le, il com­mer­cio, le manu­ten­zio­ni, i ser­vi­zi, l’as­si­sten­za a ter­ra e tut­to l’in­dot­to. Più di 40mila addet­ti sono ora in gran­di dif­fi­col­tà e per miglia­ia di loro, pro­ve­nien­ti da Ali­ta­lia, la pro­spet­ti­va è la per­di­ta del posto di lavo­ro e del red­di­to: un’e­ca­tom­be. In tut­ta Euro­pa le isti­tu­zio­ni han­no mes­so in cam­po misu­re straor­di­na­rie per la dife­sa del­l’oc­cu­pa­zio­ne in que­sto set­to­re e per il suo rilan­cio men­tre, al con­tra­rio, la rot­tu­ra del con­fron­to sin­da­ca­le e le dichia­ra­zio­ni dei ver­ti­ci di ITA impri­mo­no un’ac­ce­le­ra­zio­ne nega­ti­va che deve esse­re inter­rot­ta. Da quan­do è ini­zia­ta la cri­si di Ali­ta­lia, il nostro ter­ri­to­rio è anco­ra una vol­ta pena­liz­za­to da scel­te incom­pren­si­bi­li, pri­ve di visio­ne e di cono­scen­za del­la real­tà del tra­spor­to aereo. Per gli erro­ri poli­ti­ci del pas­sa­to, la distra­zio­ne tota­le del­la poli­ti­ca nazio­na­le, que­sto Gover­no inca­pa­ce di costrui­re allean­ze, di per­se­gui­re obiet­ti­vi ambi­zio­si di rilan­cio, di far­si cari­co di solu­zio­ni che non abban­do­ni­no le lavo­ra­tri­ci e i lavo­ra­to­ri a un tri­ste desti­no, i lavo­ra­to­ri oggi ci chie­do­no di fare siste­ma pae­se insom­ma. Man­ca­no 28 gior­ni al 15 otto­bre, — con­clu­de con durez­za e chia­man­do i lavo­ra­to­ri a con­si­de­ra­re il PCI loro tota­le allea­to sen­za con­di­zio­ni — la data pre­vi­sta per l’avvio dei voli di Ita.

Intan­to i com­mis­sa­ri di Ali­ta­lia han­no dato il via alla gara per la ven­di­ta del mar­chio del­la vec­chia com­pa­gnia. La gara per aggiu­di­car­si il brand Ali­ta­lia si svol­ge­rà in due fasi, con anche la pos­si­bi­li­tà di rilan­cio del prez­zo. Il prez­zo a base è pari a 290 milio­ni di euro, oltre Iva e one­ri fisca­li ai sen­si di leg­ge. Il brand Ali­ta­lia sarà reso dispo­ni­bi­le all’aggiudicatario entro il 31 dicem­bre 2021. Ci tro­via­mo di fron­te alla pro­spet­ti­va dell’affossamento di un asset indu­stria­le e occu­pa­zio­na­le impor­tan­te per il ter­ri­to­rio e per que­sto chie­dia­mo come par­ti­to un con­fron­to strut­tu­ra­to con il gover­no, l’am­mi­ni­stra­zio­ne regio­na­le e con le isti­tu­zio­ni loca­li per tro­va­re le oppor­tu­ne misu­re a tute­la del lavo­ro e del­lo svi­lup­po, per indi­vi­dua­re le solu­zio­ni per le miglia­ia di addet­ti inte­res­sa­ti a par­ti­re da poli­ti­che atti­ve e for­ma­zio­ne, chie­dia­mo ammor­tiz­za­to­ri socia­li per tut­ta la dura­ta del pia­no, fino al 2025, por­ta­re la cigs che sca­de il 22 set­tem­bre al rin­no­vo di alme­no l’80% del­lo sti­pen­dio effet­ti­vo. Il gover­no non rispon­de, noi comu­ni­sti inve­ce, il PCI, sia­mo di nuo­vo al fian­co dei lavo­ra­to­ri.”

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