di Francesca Marrucci Si è tenuta ieri in Piazza Matteotti a Marino, la tradizionale discesa…
Marino. Accettiamo di rispondere al quesito posto da Coriolano Giorgi: per noi comunisti quest’anno la Sagra canonica si può anche non fare
12/08/2021Questo articolo è stato letto 2764 volte!
“Coriolano Giorgi, ogni tanto passa da noi – comunica Stefano Enderle, candidato comunista alle amministrative di ottobre come sindaco di Marino — , nel senso che capita che venga nella nostra sezione PCI a Marino centro in via Mattia Montecchi, 12, sia perché abita subito dietro l’angolo della strada, sia perché, ci piace pensare, a lui fa piacere scambiare opinioni con i compagni che trova in sezione di volta in volta. Ora, nella sua veste di intellettuale e battitore libero marinese verace, ha posto in queste ore un quesito alle forze politiche, sociali e culturali, e segnatamente ai candidati sindaco di Marino una questione seria: coincidendo la data delle amministrative con l’appuntamento storico tradizionale della prima domenica di ottobre della Sagra dell’Uva, la manifestazione deve o non deve avere luogo? Ed eventualmente in che forma? Per noi comunisti non è difficile rispondere nè tacere alcune brevi considerazioni. La Sagra – prosegue Stefano Enderle – può non avere luogo. Certo se restiamo fermi alle ultime edizioni, sia per la scelta elitaria, sia per la gestione pandemica, sarebbe comunque una “perdita” di un appuntamento. Ma, se il consenso volesse arridere ai comunisti,alle amministrative di ottobre appunto, al programma comunista pensato e proposto per la nostra città, allora non sarebbe che una piccolissima perdita. Infatti, come Coriolano Giorgi sa, e come sanno coloro che hanno avuto la bontà di leggere il programma comunista per il governo di Marino, programma che stiamo stampando anche in sintesi per meglio poterlo divulgare, noi abbiamo una visione. Una visione di governo locale che unisce la partecipazione popolare al ruolo della cultura come motore di tutte le attività, economiche, sociali e di vita cittadina di Marino.
Infatti proponiamo che il volano Sagra dell’Uva, per essere tale deve interagire nel corso di 365 giorni l’anno con la proposta cultura che si intrecci con mostre agricole e artigianali, con premi letterari, con la fruizione dei luoghi della nostra storia archeologica e artistica fino ai nostri giorni. Tutto ciò – specifica il candidato comunista – nessun altra proposta politico-amministrativa l’ha messa in campo. Non solo è insieme risibile e ridicola la mania di sventolare come successo “calici di stelle” da parte di Colizza, che infatti noi prevediamo moltiplicato nei mesi, se si pensa che è lo stesso sindaco che non voleva che noi fossimo associati proprio ai promotori di tali iniziative! E’ ridicolo che si vanti, Colizza, di calici di stelle quando voleva cancellare l’iniziativa negando a Marino di far parte della Associazione Città del Vino. E che solo grazie alla forte denuncia del PCI egli ha dovuto rimangiare la propria scellerata decisione! L’Associazione (Città del Vino) che fu fondata da diversi sindaci a livello nazionale, tra cui il sindaco comunista Mario Mercuri e l’allora assessore all’agricoltura. Ecco – conclude Stefano Enderle – il PCI a Marino ha le carte in regola per dire cosa fare dell’appuntamento della Sagra oggi, anche rinunciandovi, sia per il covid sia per l’opportunità di non far coincidere una data coinvolgente la città nel giorno dell’appuntamento elettorale, perché è l’unica forza che se i cittadini sceglieranno (anche contro ogni pronostico) per guidare la città potranno in seguito dare risposte concrete a commercianti, artigiani, agricoltori, e a quanti condividono di puntare sulla cultura per far rinascere alternativamente la nostra amata città del vino. Senza stare a strumentalizzare come fanno altri, robe monocordi per nostalgia d’accatto o per bandierina con su scritto bugiardamente: l’ho fatto io”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.