DE ANDRE’ LEGGE DANTE. MUSICA E POESIA NELL’ESTATE ARICCINA A PALAZZO CHIGI

DE ANDRE’ LEGGE DANTE. MUSICA E POESIA NELL’ESTATE ARICCINA A PALAZZO CHIGI

14/07/2021 0 Di Marco Montini

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Il pro­fes­sor Rino Capu­to e il Mae­stro Mario Alber­ti pro­ta­go­ni­sti
saba­to 17 luglio nel comu­ne dei Castel­li Roma­ni con un even­to dedi­ca­to all’inedita cop­pia di poe­ti: Dan­te Ali­ghie­ri e Fabri­zio De André.
Saba­to 17 luglio alle ore 21,30 in occa­sio­ne del­le cele­bra­zio­ni del VII cen­te­na­rio del­la scom­par­sa di Dan­te Ali­ghie­ri, l’as­so­cia­zio­ne Cul­tu­ra­le La Ter­zi­na, in col­la­bo­ra­zio­ne con il Comu­ne di Aric­cia e il patro­ci­nio del­la Cit­tà Metro­po­li­ta­na di Roma Capi­ta­le, del­l’A­di (Asso­cia­zio­ne degli ita­lia­ni­sti Grup­po Dan­te), pre­sen­ta una sera­ta even­to in cui la poe­sia del som­mo poe­ta si mesco­la con le note di colui che è sta­to defi­ni­to un poe­ta con­tem­po­ra­neo con la chi­tar­ra, il com­pian­to Fabri­zio De André.
De André leg­ge Dan­te. Musi­ca e poe­sia, que­sto il tito­lo del­l’e­ven­to in pro­gram­ma a Palaz­zo Chi­gi ad Aric­cia, van­ta il par­te­na­ria­to scien­ti­fi­co non one­ro­so del Cen­tro Stu­di sull’Ars Nova Ita­lia­na del Tre­cen­to “Mar­cel­lo Masi­ni” di Cer­tal­do, pre­sie­du­to dal prof. L. Rino Capu­to, già ordi­na­rio di Let­te­ra­tu­ra Ita­lia­na nel­la Facol­tà di Let­te­re e Filo­so­fia dell’’Università di Roma “Tor Ver­ga­ta” e diret­to­re del­la Rivi­sta Inter­na­zio­na­le Dan­te, che sarà pre­sen­te alla sera­ta, con­dot­ta e coor­di­na­ta da Lucil­la Tibe­ri e Mar­ti­na Nasi­ni.
“Dan­te e Fabri­zio De André pur a distan­za di tan­ti seco­li pre­sen­ta­no un trat­to comu­ne a chi si espri­me attra­ver­so la poe­sia e la musi­ca – spie­ga il pro­fes­sor Capu­to — Tra poe­sia e musi­ca, infat­ti, esi­ste un indis­so­lu­bi­le intrec­cio che ha vis­su­to un divor­zio nei seco­li suc­ces­si­vi a Dan­te. Noi oggi leg­gia­mo la poe­sia con gli occhi, inve­ce ai tem­pi di Dan­te mene­strel­li e tro­va­to­ri, i can­tau­to­ri dell’epoca, dava­no la nota al testo poe­ti­co. Lo stes­so Dan­te è pro­ta­go­ni­sta di que­sto rap­por­to tra poe­sia e musi­ca, per­ché come ha fat­to De André, scri­ve testi di poe­sia per esse­re musi­ca­ti e inse­ri­sce una bal­la­ta che si ritro­va nel­la sua Vita Nova, alla stre­gua di can­zo­ni e sonet­ti”.
“Que­sto atteg­gia­men­to lo ritro­via­mo in Fabri­zio De André dove la poe­sia è più impor­tan­te del­la musi­ca che ha note essen­zia­li ere­cu­pe­ra mol­te tra­di­zio­ni euro­pee come quel­la can­tau­to­ra­le fran­ce­se. Pri­ma di mori­re De André ha con­fes­sa­to di voler esse­re ricor­da­to soprat­tut­to come poe­ta e può defi­nir­si come tale per­ché è in gra­do di tene­re sul­lo stes­so pia­no musi­ca e poe­sia, nes­su­na del­le due è ancel­la dell’altra – con­ti­nua il pro­fes­so­re — Entram­be godo­no del­lo stes­so sta­tu­to arti­sti­co, gra­zie ovvia­men­te all’abilità dell’artista e que­sto avvie­ne sia nei com­po­ni­men­ti di mag­gior ispi­ra­zio­ne medie­va­le di De André e sia quel­li recu­pe­ra­ti ricor­dan­do l’esperienza dan­te­sca. Pen­sia­mo sola­men­te all’uso che De Andre fa dell’Antologia di Spoon River, un cata­lo­go di figu­re che per stes­sa ammis­sio­ne di Edgar Lee Master sono ispi­ra­te alla Divi­na Com­me­dia di Dan­te Ali­ghie­ri o anco­ra all’espressione poe­ti­co-musi­ca­le dell’ultimo De Andre dove l’elemento del­la for­te ten­sio­ne espres­si­va tie­ne con­to di tut­to quel­lo che Dan­te ha inse­gna­to alla let­te­ra­tu­ra ita­lia­na e ai can­tau­to­ri nove­cen­te­schi ita­lia­ni: a quell’intreccio armo­nio­so tra musi­ca e poe­sia, poe­sia e musi­ca, ovve­ro la musi­ca del­la poe­sia e la poe­sia del­la musi­ca­co­me l’associazione cul­tu­ra­le La Ter­zi­na sta por­tan­do avan­ti da tem­po con sicu­ro e cre­scen­te suc­ces­so”.
Se di con­nu­bio tra musi­ca e poe­sia si par­la in un’ideale per­cor­so che va dal medioe­vo fino alla con­tem­po­ra­nea scuo­la geno­ve­se can­tau­to­ra­le non pos­so­no man­ca­re sul pal­co due arti­sti d’eccezione, i mae­stri Fran­co

Meni­chel­li e Mario Alber­ti, pre­si­den­te dell’associazione La Ter­zi­ne che con la loro voce, e i loro stru­men­ti dal­la chi­tar­ra, al liu­to al man­do­li­no con­dur­ran­no gli spet­ta­to­ri all’ascolto del­le melo­die di Faber”
“Il per­cor­so musi­ca­le che inter­pre­te­re­mo si divi­de in due par­ti seguen­do il per­cor­so didat­ti­co del prof. Capu­to: la pri­ma è dedi­ca­ta ai tro­va­to­ri e all’amor cor­te­se con otto bal­la­te da Car­lo Mar­tel­lo a Jor­di per cita­re le più note à spie­ga il Mae­stro Alber­ti ‑Una secon­da par­te è dedi­ca­ta ai can­ta­sto­rie che ave­va una fun­zio­ne diver­sa nel Medioe­vo rispet­to ai tro­va­to­ri e pote­va­no par­la­re anche di fat­ti di cro­na­ca e quin­di spa­zio ai gran­di suc­ces­si di De André da Mari­nel­la a Boc­ca di Rosa. Sare­mo due mene­strel­li con voce e chi­tar­ra per una bel­lis­si­ma sera­ta”.
Nel cor­so del­la sera­ta a por­ta­re i salu­ti isti­tu­zio­na­li ci sarà la vice­sin­da­ca del­la Cit­tà Metro­po­li­ta­na Tere­sa Maria Zot­ta e per l’amministrazione comu­na­le ospi­tan­te il sin­da­co aric­ci­no Gian­lu­ca Stac­co­li: “Sia­mo par­ti­co­lar­men­te lie­ti di cele­bra­re l’inizio di que­sta nostra esta­te aric­ci­na con gli occhi di due geni, l’Alighieri e De André, riu­sci­ti per­fet­ta­men­te nell’impresa di esse­re con­tem­po­ra­nea­men­te figli del loro tem­po e padri, esten­so­ri di arti riu­sci­te a scon­fig­ge­re l’inesorabilità tran­seun­te del tem­po”, dichia­ra il pri­mo cit­ta­di­no.
“Dan­te e Faber nel con­te­sto prin­ci­pe­sco e ber­ni­nia­no del­la nostra Aric­cia, di Palaz­zo Chi­gi, rap­pre­sen­ta­no benis­si­mo, pro­prio con una evi­den­za più for­te del tem­po e del suo natu­ra­le inci­de­re su uomi­ni e luo­ghi, come in real­tà vi sia un filo con­dut­to­re fat­to di ver­si e note, o meglio di note per i ver­si e ver­si per le note, capa­ce deci­sa­men­te di anda­re oltre la logi­ca del dive­ni­re – con­ti­nua Stac­co­li — Palaz­zo Chi­gi e tut­ta la nostra cit­tà che risuo­ne­ran­no di tan­ta mera­vi­glia, saran­no quin­di lo spec­chio, la cas­sa armo­ni­ca, il testi­mo­ne miglio­re del­lo stu­po­re del tem­po che, di fron­te alla bel­lez­za asso­lu­ta, fa deci­sa­men­te un pas­so indie­tro, ceden­do il pro­sce­nio all’eternità”.

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