STATO DELL’ARTE SULLA CONGIUNZIONE DEI DUE PARCHI REGIONALI

STATO DELL’ARTE SULLA CONGIUNZIONE DEI DUE PARCHI REGIONALI

05/06/2021 0 Di REDAZIONE COLLETTIVA

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Report del­la con­fe­ren­za che dà l’av­vio al pro­get­to di Ita­lia Nostra di rea­liz­za­re il più gran­de par­co archeo­lo­gi­co e pae­si­sti­co d’Eu­ro­pa che dal­le mura aure­lia­ne si esten­de all’in­te­ro com­ples­so del Vul­ca­no Lazia­le. 

La tute­la del­l’a­rea oltre i limi­ti del Par­co del­l’Ap­pia Anti­ca era una pre­oc­cu­pa­zio­ne dei fon­da­to­ri del par­co e di Ita­lia Nostra, che col­ti­va­va­no il sogno del­la tute­la del­le risor­se ambien­ta­li, pae­si­sti­che e del retag­gio sto­ri­co del­l’a­rea tra i due par­chi sin dagli anni ’80 (Anto­nio Ceder­na, Adria­no La Regi­na, Vit­to­ria Cal­zo­la­ri, Anna­li­sa Cipria­ni). L’i­dea e il pro­get­to sono sta­ti con­cre­ta­men­te defi­ni­ti e pro­mos­si in tut­te le sedi e mez­zi dal 2003 dai fon­da­to­ri dell’attuale sezio­ne di Ita­lia Nostra Mari­no, e in par­ti­co­la­re da Mau­ro Aba­te. La tema­ti­ca è sta­ta al cen­tro il 19 mag­gio scor­so di una par­te­ci­pa­ta video­con­fe­ren­za onli­ne, orga­niz­za­ta dal­le sezio­ni di Mari­no e Ciam­pi­no di Ita­lia Nostra.

Han­no intro­dot­to i lavo­ri il Pre­si­den­te nazio­na­le di Ita­lia Nostra Ebe Gia­co­met­ti e il Pre­si­den­te regio­na­le Mar­cel­lo Cali­man, che han­no esor­ta­to a pro­se­gui­re con fer­mez­za e in modo inter­di­sci­pli­na­re nel­la tute­la del­le risor­se degli eco­si­ste­mi, pae­si­sti­che e cul­tu­ra­li nono­stan­te il momen­to assai dif­fi­ci­le che attra­ver­sa il nostro Pae­se, in cui le tute­le ven­go­no sem­pre più ridot­te.

La paro­la è pas­sa­ta agli addet­ti ai lavo­ri, tra i piu’ com­pe­ten­ti ed esper­ti in mate­ria.

Mau­ro Aba­te, pre­si­den­te del­la Sezio­ne di Mari­no di Ita­lia Nostra, ha pre­sen­ta­to il pro­get­to di con­giun­zio­ne, sot­to­li­nean­do­ne le mol­te­pli­ci fun­zio­ni: rea­liz­za­re il più gran­de par­co archeo­lo­gi­co e pae­si­sti­co d’Eu­ro­pa; tute­la­re da spe­cu­la­zio­ni edi­li­zie la par­te meri­dio­na­le di Frat­toc­chie, San­ta Maria del­le Mole, Cava dei Sel­ci e di Ciam­pi­no. Ver­reb­be­ro final­men­te pro­tet­ti siti di inte­res­se archeo­lo­gi­co mon­dia­le, qua­le l’an­ti­ca Bovil­lae, la Vil­la di Mes­sal­la, l’in­trec­cio via­rio e di inse­dia­men­ti intor­no a que­sti anti­chi siti roma­ni, e la tenu­ta dei Fra­ti Trap­pi­sti con le sue vesti­gia. I siti ritor­ne­reb­be­ro ad esse­re stu­dia­ti dagli stu­dio­si inter­na­zio­na­li. La fau­na e la flo­ra ver­reb­be­ro pro­tet­te, e infi­ne i cit­ta­di­ni bene­fi­ce­reb­be­ro di un’e­co­no­mia e di un turi­smo eco­so­ste­ni­bi­le.   La con­giun­zio­ne, sostie­ne Aba­te, si può veri­fi­ca­re in pra­ti­ca con l’al­lar­ga­men­to del Par­co dei Castel­li Roma­ni, con l’in­clu­sio­ne nei con­fi­ni del­le aree inte­res­sa­te, che attual­men­te fun­go­no da sue fasce di pro­te­zio­ne, coglien­do l’oc­ca­sio­ne che il Pia­no di Asset­to del Par­co dei Castel­li, a dif­fe­ren­za di quel­lo del­l’Ap­pia Anti­ca, non ha rag­giun­to la sua for­ma defi­ni­ti­va.

Per Gian­lui­gi Pedu­to, Pre­si­den­te del Par­co dei Castel­li Roma­ni, l’am­plia­men­to del peri­me­tro del par­co deve esse­re con­si­de­ra­to il pun­to di par­ten­za e non di arri­vo. L’a­spet­to del­la tute­la resta prio­ri­ta­rio. Infat­ti nel peri­me­tro del par­co è pos­si­bi­le costrui­re in man­can­za di altre tute­le. Ciò è avve­nu­to in tut­te le aree suc­ces­si­va­men­te inclu­se nel par­co, nel 1998 e negli anni suc­ces­si­vi. Oggi le nor­me di tute­la sono mol­to timi­de, in pra­ti­ca ope­ra­no solo la L.R. 2/1984, il Pia­no Pae­si­sti­co, la leg­ge 29/1987, con incer­tez­ze inter­pre­ta­ti­ve riguar­dan­ti le tabel­le A e B del PTPR, per cui è sta­to pos­si­bi­le rea­liz­za­re una gran­de lot­tiz­za­zio­ne nel ter­ri­to­rio di Mon­te­com­pa­tri nel 2016 per 30.000 mc, che non ci sareb­be sta­ta se il Pia­no del Par­co adot­ta­to nel 2009 fos­se sta­to anche appro­va­to, oppu­re se fos­se sta­ta appro­va­ta per tem­po la leg­ge pro­po­sta da Mar­ta Bona­fo­ni che chia­ri­va le inter­pre­ta­zio­ni sud­det­te. C’è sta­to l’im­pian­to di gran­di tra­lic­ci per la tele­co­mu­ni­ca­zio­ne 5G den­tro il par­co. Oltre alle tute­le occor­re ave­re le risor­se per soste­ne­re le spe­se lega­li per oppor­si ai ricor­si ai ricor­si al TAR, al Con­si­glio di Sta­to, vol­ti a tra­sfor­ma­re i dinie­ghi in prov­ve­di­men­ti auto­riz­za­ti­vi a costrui­re. I par­chi inol­tre van­no anche pro­mos­si, per cui il Par­co dei Castel­li è capo­fi­la di una DMO (Desti­na­tion mana­ge­ment orga­ni­za­tion) – agen­zia che orga­niz­za ser­vi­zi logi­sti­ci lega­ti al turi­smo, insie­me a 12 altri Comu­ni castel­la­ni, all’U­ni­ver­si­tà di Tor Ver­ga­ta e ai due par­chi archeo­lo­gi­co e natu­ra­le del­l’Ap­pia Anti­ca. Anco­ra va pro­mos­sa la cul­tu­ra viti­vi­ni­co­la rea­liz­za­ta nel par­co, cioè in area pro­tet­ta, che por­te­reb­be ad un incre­men­to del prez­zo di ven­di­ta dei vini.

Mau­ro Aba­te, a riguar­do, ha ricor­da­to che que­sto innal­za­men­to dei livel­li di tute­la può esse­re rea­liz­za­to solo dal MIBACT, e che le sezio­ni di Mari­no e Ciam­pi­no di Ita­lia Nostra da tem­po han­no pre­sen­ta­to un’i­stan­za docu­men­ta­ta alla Soprin­ten­den­za del Lazio e del­l’E­tru­ria Meri­dio­na­le per ele­va­re rela­ti­va­men­te alle zone in ogget­to, ai sen­si degli arti­co­li 10 e 13 del  D.Lgs. 42/2004, il livel­lo di tute­la ad “area di inte­res­se cul­tu­ra­le”, in pra­ti­ca qua­le bene cul­tu­ra­le in cui vige l’i­ne­di­fi­ca­bi­li­tà. Aba­te ha quin­di pas­sa­to in ras­se­gna i nume­ro­si attua­li vin­co­li vigen­ti nel­le aree inte­res­sa­te, isti­tui­ti in un gran­de arco tem­po­ra­le (1939–2015), ma che sono qua­si tut­ti inef­fi­ca­ci per le nume­ro­se cri­ti­ci­tà, con­trad­di­zio­ni e caren­ze che li carat­te­riz­za­no, per cui in lar­ga misu­ra, spe­cie quel­li pae­sag­gi­sti­ci, sono disin­ne­sca­bi­li legal­men­te a favo­re di pro­get­ti edi­li­zi, pre­scin­den­do dai manu­fat­ti costrui­ti in modo del tut­to ille­ga­le, o “para­le­ga­le” cioè in modo non con­for­me alle auto­riz­za­zio­ni otte­nu­te. Anco­ra, c’è spes­so man­can­za di infor­ma­zio­ni for­ni­te dal­le Soprin­ten­den­ze cir­ca l’e­sat­ta esten­sio­ne del­le poche aree in cui i beni sono decre­ta­ti, cioè defi­ni­ti cul­tu­ra­li e in cui vige l’i­ne­di­fi­ca­bi­li­tà. Aba­te infi­ne ha accen­na­to ai nume­ro­si stu­di e pub­bli­ca­zio­ni scien­ti­fi­che esple­ta­te dal­la Sezio­ne di Mari­no e di Ciam­pi­no su cir­ca 60 siti archeo­lo­gi­ci che si tro­va­no nel­l’a­rea di con­giun­zio­ne, che han­no por­ta­to a risul­ta­ti rag­guar­de­vo­li e ine­di­ti, spe­cie in cam­po car­to­gra­fi­co. La sezio­ne ha anche cura­to per il Comu­ne di Mari­no la car­ta archeo­lo­gi­ca del­la pre­sen­ze anti­che, e un’al­tra sul­le risor­se idri­che anti­che. Chi voles­se rice­ve­re i pro­get­ti del­la sezio­ne rela­ti­vi alla con­giun­zio­ne dei par­chi, com­pren­si­vi dei nuo­vi con­fi­ni pro­po­sti, veri vade­me­cum per il pro­fi­lo nor­ma­ti­vo, e che inclu­do­no infor­ma­zio­ni ine­di­te rile­van­ti sot­to il pro­fi­lo archeo­lo­gi­co, può rice­ver­li scri­ven­do all’in­di­riz­zo in fon­do all’ar­ti­co­lo.

Signi­fi­ca­ti­vo l’intervento di Mar­ta Bona­fo­ni, con­si­glie­re regio­na­le del Pd, che insie­me al col­le­ga Mar­co Cac­cia­to­re di Euro­pa Ver­de, mol­to meri­to­ria­men­te ha spo­sa­to il pro­get­to di Ita­lia Nostra, dimo­stran­do gran­de sen­si­bi­li­tà ver­so le esi­gen­ze del­la col­let­ti­vi­tà, e di ave­re un alto sen­so del­la poli­ti­ca, tra­du­cen­do­lo in una spe­ci­fi­ca pro­po­sta di Leg­ge Regio­na­le. Per Bona­fo­ni la con­giun­zio­ne dei due par­chi regio­na­li è il risul­ta­to di una sto­ria di par­te­ci­pa­zio­ne, di poli­ti­che e di intel­li­gen­ze col­let­ti­ve. Occor­re rico­no­sce­re e ave­re rico­no­scen­za nei con­fron­ti di chi si è ado­pe­ra­to per il con­giun­gi­men­to dei par­chi, e ora con l’o­pe­ra sua e di Cac­cia­to­re c’è un pas­sag­gio gene­ra­zio­na­le del­l’im­pe­gno, che non deve mai esse­re esclu­si­vo, ma appun­to col­let­ti­vo. Cioè la squa­dra si allar­ga, poi­ché si trat­ta del futu­ro del­la nostra comu­ni­tà, ragio­nan­do anche sul futu­ro del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni. Non si trat­te­rà di una fusio­ne dei due par­chi, i due enti con­ti­nue­ran­no a man­te­ne­re una pro­pria spe­ci­fi­ci­tà, e si rea­liz­ze­rà una siner­gia, un abbrac­cio e un com­ple­ta­men­to dei due par­chi. Attual­men­te c’è un ingor­go, una fila di com­pi­ti isti­tu­zio­na­li da vaglia­re da par­te del Con­si­glio Regio­na­le, ma l’oc­ca­sio­ne giu­sta per fare pas­sa­re il pro­get­to di leg­ge potreb­be esse­re la discus­sio­ne sul col­le­ga­to al bilan­cio che si ter­rà a bre­ve. La con­giun­zio­ne dei due par­chi – ha aggiun­to Bona­fo­ni — può rile­var­si l’occasione per acce­le­ra­re l’approvazione del Pia­no di Asset­to dei Castel­li Roma­ni per­ve­nu­to ad ago­sto scor­so agli uffi­ci regio­na­li. La Bona­fo­ni si è det­ta otti­mi­sta, per­ché con­sta­ta un inna­mo­ra­men­to col­let­ti­vo sul pro­get­to, quin­di non di pochi indi­vi­dui ma di vaste fasce del­la popo­la­zio­ne, ren­den­do­lo poli­ti­ca­men­te la cosa più giu­sta da fare, per­ché non deve esse­re un pri­vi­le­gio, ma un dirit­to gode­re di quel­l’in­sie­me di mol­te­pli­ci beni con­den­sa­ti: del pez­zo di agro roma­no, di archeo­lo­gia, di cul­tu­ra, ter­ri­to­rio, eno­ga­stro­no­mia, iden­ti­tà, memo­ria sto­ri­ca.

Entu­sia­smo sul pro­get­to di con­giun­zio­ne è sta­to espres­so anche da Mar­co Cac­cia­to­re che ha sot­to­li­nea­to che si andrà a crea­re uno dei par­chi più gran­di del Lazio, un esem­pio per gli altri ter­ri­to­ri regio­na­li. La con­giun­zio­ne — sostie­ne —  va nel­la dire­zio­ne del­la soste­ni­bi­li­tà socia­le e gene­ra­zio­na­le, rea­liz­zan­do una ridi­stri­bu­zio­ne del­le ric­chez­ze natu­ra­li, fino­ra per il 50% in mano al 10% dei cit­ta­di­ni. Inol­tre, la con­giun­zio­ne espri­me la legit­ti­ma­zio­ne e la lega­li­tà isti­tu­zio­na­le per­ché non vie­ne solo sod­di­sfat­to il pia­ce­re di assi­ste­re a pae­sag­gi e attra­zio­ni del turi­smo, ma vie­ne rea­liz­za­to uno svi­lup­po da inten­der­si come ric­chez­za col­let­ti­va, da effet­tua­re con l’at­tra­zio­ne di fon­di isti­tu­zio­na­li desti­na­ti a stru­men­ti inter­mo­da­li e all’in­ve­sti­men­to in infra­strut­tu­re per gene­ra­re oppor­tu­ni­tà eco­no­mi­che nel­l’am­bi­to del­la Green eco­no­my.

L’Assessore all’Urbanistica del Comu­ne di Mari­no Andrea Trin­ca ha esor­di­to ricor­dan­do che la sua Ammi­ni­stra­zio­ne ha richie­sto alle isti­tu­zio­ni com­pe­ten­ti di amplia­re e rin­for­za­re le tute­le per quel­le por­zio­ni dei pro­pri ter­ri­to­ri con carat­te­ri­sti­che pae­si­sti­che e cul­tu­ra­li degne di urgen­ti misu­re. Occor­re nota­re che il Testo Uni­co Ambien­ta­le nei pri­mi capi­to­li dice che tut­ti gli Enti, a tut­ti i livel­li, si devo­no ado­pe­ra­re per la tute­la ambien­ta­le e cul­tu­ra­le. Per que­sto moti­vo l’Am­mi­ni­stra­zio­ne ha pre­vi­sto e pro­po­sto alle isti­tu­zio­ni sovraor­di­na­te tut­ta una serie di tute­le da appli­ca­re nel suo ter­ri­to­rio, non solo rela­ti­ve all’am­plia­men­to dei due par­chi, ma anche all’am­plia­men­to del­le aree sog­get­te al vin­co­lo Bon­di. Pur essen­do il Comu­ne di Mari­no pic­co­lo, il suo ope­ra­to in ciò ha fat­to scuo­la. Sostie­ne Trin­ca che attual­men­te esi­ste un tiro alla fune, un brac­cio di fer­ro, in cui da un lato il Comu­ne pro­po­ne PRG vol­ti a costrui­re, a rea­liz­za­re cuba­tu­re seguen­do le spin­te degli inte­res­si loca­li, che pos­so­no esse­re milio­na­ri se non miliar­da­ri; dal­l’al­tro le isti­tu­zio­ni che tute­la­no l’am­bien­te, il pae­sag­gio e i beni cul­tu­ra­li. L’at­tua­le nor­ma­ti­va schi­zo­fre­ni­ca risa­le al 1942, quin­di risa­le a un mon­do che non esi­ste più, e che non cor­ri­spon­de alle esi­gen­ze di un mon­do moder­no. La nor­ma­ti­va urba­ni­sti­ca che dovrà rego­la­re i pia­ni rego­la­to­ri deve risie­de­re nel­la leg­ge 152/2006, cioè nel Testo Uni­co Ambien­ta­le, per cui è giun­ta l’o­ra di fare i bilan­ci antro­pi­ci, valu­tan­do quel­lo che gli eco­si­ste­mi pos­so­no sop­por­ta­re. Pri­ma il Legi­sla­to­re met­te­rà mano alla nor­ma­ti­va e pri­ma usci­re­mo da que­sta con­trad­di­zio­ne. Secon­do Trin­ca biso­gna ope­ra­re su tre livel­li. Il pri­mo, appe­na men­zio­na­to, riguar­da il livel­lo nor­ma­ti­vo. Il secon­do livel­lo è quel­lo fisi­co-ambien­ta­le, in cui occor­re occu­par­si degli eco­si­ste­mi bio­lo­gi­ci. Il ter­zo livel­lo riguar­da l’im­pat­to di ogni misu­ra sul­la vita del­le per­so­ne, dei cit­ta­di­ni.  In con­clu­sio­ne, sostie­ne Trin­ca, occor­re pas­sa­re da una tute­la sto­ri­ca, cioè este­ti­ca e filo­so­fi­ca, ai con­te­nu­ti di carat­te­re eco­lo­gi­co, che è da met­te­re al pri­mo posto di tut­te le nostre azio­ni sia di pia­ni­fi­ca­zio­ne che di pro­du­zio­ne, cioè eco­no­mi­che, per­ché noi con le nostre azio­ni antro­pi­che met­tia­mo a repen­ta­glio i ser­vi­zi eco­si­ste­mi­ci, cioè le stes­se risor­se che ci occor­ro­no per soprav­vi­ve­re sul nostro pia­ne­ta. Gli eco­no­mi­sti in ulti­ma ana­li­si si sono resi con­to che un con­su­mo linea­re e non cir­co­la­re del­le risor­se non è più soste­ni­bi­le. La con­giun­zio­ne dei due par­chi regio­na­li con­sen­te di crea­re a riguar­do il Distret­to dei Castel­li Roma­ni.

Danie­le Iaco­vo­ne, archi­tet­to e coor­di­na­to­re del PTPR del 2007 su cui si è for­ma­ta un’in­te­ra gene­ra­zio­ne di ambien­ta­li­sti e tec­ni­ci, ha sot­to­li­nea­to il valo­re del pro­get­to del­le sezio­ni di Mari­no e di Ciam­pi­no per­ché la cer­nie­ra di con­giun­zio­ne dei due par­chi è costi­tui­ta dal­la gia­cen­za dif­fu­sa del­l’an­ti­ca cit­tà di Bovil­lae e del­la vil­la di Mes­sal­la, che costi­tui­sco­no il “legan­te” di tut­te le atten­zio­ni di tute­la e dei vin­co­li attua­li.  La tute­la in que­sto ter­ri­to­rio è un com­pi­to mol­to impe­gna­ti­vo per­ché il ter­ri­to­rio è in par­te com­pro­mes­so con inse­dia­men­ti, per cui biso­gna ope­ra­re su lacer­ti, par­ti, e tal­vol­ta spez­zo­ni, che sono tut­ta­via di asso­lu­to pre­gio. Il pro­get­to di mag­gio­re tute­la del­le due sezio­ni è l’i­stan­za di ele­va­re il livel­lo di tute­la pre­sen­ta­ta al MIBACT, con un per­cor­so da segui­re con atten­zio­ne. Iaco­vo­ne cre­de che per rea­liz­za­re que­sti obbiet­ti­vi è essen­zia­le che la visio­ne gene­ra­le, stra­te­gi­ca del­le isti­tu­zio­ni e del­le Auto­ri­tà “atter­ri” sul ter­ri­to­rio, ascol­tan­do, rac­co­glien­do e tra­sfor­man­do i pro­get­ti del­le Asso­cia­zio­ni, e del siste­ma del­le reti cul­tu­ra­li ope­ran­ti a livel­lo loca­le, valo­riz­zan­do il ter­ri­to­rio. Que­sto vale ad es. per il Pia­no Nazio­na­le di Rina­sci­ta e Resi­lien­za, o l’Azio­ne del Set­ten­nio Euro­peo 2021–2027 etc.

Anna­li­sa Cipria­ni, vice­pre­si­den­te del­la sezio­ne di Roma di Ita­lia Nostra, ami­ca e col­la­bo­ra­tri­ce di Anto­nio Ceder­na, da sem­pre inte­res­sa­ta all’Ap­pia Anti­ca, infi­ne ha fat­to pre­sen­te che il pro­get­to ver­rà trat­ta­to anche nel­le cele­bra­zio­ni del cen­te­na­rio del­la nasci­ta di Anto­nio Ceder­na, uno dei fon­da­to­ri del­l’am­bien­ta­li­smo ita­lia­no e di Ita­lia Nostra, pre­vi­ste per i pri­mi di otto­bre, a cui par­te­ci­pe­ran­no sia il Par­co Archeo­lo­gi­co e Natu­ra­le del­l’Ap­pia Anti­ca.

Pote­te vede­re la video­re­gi­stra­zio­ne del­l’in­te­ra con­fe­ren­za su You­Tu­be a que­sto indi­riz­zo: https://www.youtube.com/watch?v=3aXmo10kCuo&t=917s

Per infor­ma­zio­ni e per otte­ne­re i pro­get­ti del­le sezio­ni di Mari­no e Ciam­pi­no sul­la con­giun­zio­ne, sul­le nor­ma­ti­ve vigen­ti e sugli stu­di archeo­lo­gi­ci, pre­go scri­ve­te a marino@italianostra.org          Tel. 3332420210

Map­pa dei con­fi­ni del­la pro­po­sta di con­giun­zio­ne dei par­chi secon­do il pro­get­to del­la Sezio­ne di Mari­no di Ita­lia Nostra (2003–2020). I con­fi­ni pro­po­sti sono in blu nel­l’a­rea del­l’an­ti­ca Bovil­lae (zone A1, A2, A3, B, C, D), e trat­teg­gia­ti nel­la zona del­la Fal­co­gna­na (zone E1, E2, E3).

Map­pa dei con­fi­ni del­la pro­po­sta di leg­ge regio­na­le di con­giun­zio­ne pre­sen­ta­ta da M. Bona­fo­ni e M. Cac­cia­to­re (2021).

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