Germana Galdi e una vita a tutta arte: esposizione da Vertecchi

Germana Galdi e una vita a tutta arte: esposizione da Vertecchi

20/04/2021 0 Di Marco Montini

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 1708 vol­te!

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Espo­si­zio­ne 17–22 Maggio 2021

da VERTECCHI - Via Pie­tro da Cor­to­na, 18 — Roma(Quar­tie­re Fla­mi­nio)

Ger­ma­na Gal­di da oltre vent’anni spa­zia nel­la sua pro­du­zio­ne arti­sti­ca ini­zian­do, dopo vari approc­ci e spe­ri­men­ta­zio­ni, all’utilizzo dell’acque­rel­lo nel 1996 con il suo ora­mai noto per­cor­so “Rifles­si e tra­spa­ren­ze”. Oltre a immor­ta­la­re con la foto­ca­me­ra momen­ti vis­su­ti nei suoi viag­gi per ter­re diver­se, già pri­ma dell’utilizzo inces­san­te degli smart­pho­ne, coi pen­nel­liripor­ta­va su car­ta mera­vi­glio­si ogget­ti di un tem­po che nar­ra­no sto­rie e ritrae­va atti­mi di inten­se emo­zio­ni.

Il sus­se­guir­si di ogget­ti in vetro e metal­lo ritrat­ti meta­fo­ri­ca­men­te, la rap­pre­sen­ta­no nel suo sti­le di vita. Asso­cia quin­di già nel­le sue pri­me ope­re il con­cet­to che: più lavo­ria­mo su noi stes­si, per arri­va­re ad una tra­spa­ren­za e purez­za inte­rio­re, facen­do emer­ge­re la nostra vera natu­ra e talen­to; più tut­to que­sto ine­vi­ta­bil­men­te loriflette­re­mo all’esterno come fa il metal­lo inte­ra­gen­do con ciò che ci cir­con­da. Infat­ti Ger­ma­na Gal­di pur aven­do nel­le sue ori­gi­ni i non­ni e il padre arti­sti, cre­sce come auto­di­dat­ta, per il vuo­to lascia­to dai paren­ti venu­ti a man­ca­re pre­ma­tu­ra­men­te. Par­ten­do da que­sto vuo­to, l’artista ha ini­zia­to il per­cor­so di ricer­ca e valo­riz­za­zio­ne dei pro­pri talen­ti e la costru­zio­ne del­la pro­pria iden­ti­tà arti­sti­ca.

La neces­si­tà di spin­ger­si su altre tec­ni­che e gran­di for­ma­ti la por­ta­no ad un nuo­vo filo­ne nel 2017 con “Tra­me di vita”, dove sen­te l’esigenza di poter ricrea­re le varie sto­rie di vita ascol­ta­te e vis­su­te sul­la sua pel­le negli oltre vent’anni di gruppi di Costel­la­zio­ni Fami­lia­ri e Grup­pi di Gestalt, non­ché nel­la sua qua­li­tà di Art Coun­se­lor. Come un tar­tan scoz­ze­se i colo­ri si ripro­pon­go­no e sus­se­guo­no per nar­ra­re sto­rie.

Nel 2019 tro­va un nuo­vo modo di espri­mer­si attra­ver­so una figu­ra che la rap­pre­sen­ta in modo sem­pli­ce e leg­ge­ro e comun­que rifles­si­vo, que­sta vol­ta ten­tan­do di arri­va­re a por­ta­re all’azione.Dopo la rifles­sio­ne è neces­sa­ria l’azione e Ger­ma­na Gal­di, sem­pre in fer­men­to, ha neces­si­tà di comu­ni­ca­re in modi sem­pre nuo­vi per age­vo­la­re lo spet­ta­to­re nel natu­ra­le pro­ces­so di con­sa­pe­vo­lez­za edi evo­lu­zio­ne.

E’ dun­que con le sue “MyLightArt” che si pre­sen­ta oggi dopo tre anni di lavo­ro, uti­liz­zan­do le sue fra­si e una lam­pa­di­na acce­sa per­ché in con­tat­to con le sue emo­zio­ni e con­sa­pe­vo­le di .

Dal 2014 si espri­me anche come model­la di sue idee foto­gra­fi­che, diver­ten­do­si a inter­pre­ta­re in giro per ango­li di mon­do don­ne diver­se, ricor­dan­do come da ragaz­zi­na rima­ne­va incan­ta­ta dal­le imma­gi­ni dei gran­di foto­gra­fi e dei foto­ro­man­zi del­la Lan­cio, dove lavo­ra­va sua mam­ma.

Non ulti­me ricor­dia­mo le collabo­ra­zio­ni con alcu­ni musi­ci­sti, che han­no dedi­ca­to all’artista com­po­si­zio­ni musi­ca­li ori­gi­na­li ispi­ra­te alle sue ope­re.

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