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Castelforte (LT). LA “ROAD TO ROME” A CASTELFORTE, Tappa di Confine della Via Francigena
20/04/2021Questo articolo è stato letto 5120 volte!
Il Comune di Castelforte, ed in particolare l’area termale di Suio che segna il confine tra Lazio e Campania , è attraversata per un ampio tratto dal sentiero della Via Francigena. In direzione nord (Roma) il cammino procede verso Minturno, in direzione sud (S. Maria di Leuca) verso il Comune di Sessa Aurunca.
Chiediamo al Sindaco Giancarlo Cardillo: è da molto che siete impegnati sulla Francigena? “Da molti anni il nostro Comune partecipa ed è attivo nella realizzazione e valorizzazione della Via Francigena nel Sud del Lazio, collaboriamo da tempo con il Gruppo dei Dodici , allora guidato da Alberto Alberti, con cui abbiamo organizzato decine di eventi e camminate. Finalmente con la certificazione dell’ AEVF ( Associazione Europea Vie Francigene ) del tracciato ufficiale, il comune di Castelforte diventa tappa di transito del bellissimo Cammino della Francigena. Questo ci rende orgogliosi sia per le bellezze naturali e storiche che il nostro territorio offre al Camminatore e al Pellegrino, sia per l’ospitalità che possiamo offrire, e non per ultimo la pausa di rilassamento nelle nostre aree termali di Suio Terme.”.
Dunque in che modo vi state preparando per l’appuntamento internazionale della Road to Rome? “Siamo pronti ad accogliere al meglio, Covid permettendo, la camminata internazionale “Road To Rome” organizzata per il 20° della via Francigena dall’AEVF, che transiterà nel nostro comune il 22 di settembre. Il percorso è immerso all’interno di chiare testimonianze alto-medioevali e luoghi fortificati a difesa dei pellegrini, tra Chiese, piccoli borghi e villaggi e, per alcuni tratti, nella campagna. Non è difficile per il pellegrino visitare e osservare i resti del passaggio della seconda guerra mondiale, quando il territorio si è trovato al centro della Linea Gustav. Il fronte del Garigliano è stato uno dei più duramente colpiti e nel centro di Castelforte (Medaglia d’Oro al Valor Civile), l’Associazione Linea Gustav Fronte Garigliano ha creato, all’interno di locali comunali, un museo molto apprezzato e visitato.”.
Secondo Lei, Assessore (Turismo) Paola Iotti, cosa dovrà risaltare in questo appuntamento? “L’attività svolta da decenni dell’associazione Gruppo dei dodici insieme alla nostra Amministrazione Comunale , che ha visto, grazie alla costanza ed alla abnegazione, il riconoscimento ufficiale di Castelforte e del suo territorio come parte del tracciato ufficiale della via Francigena. Riconoscimento che aggiunge un tassello importante alla nostra storia. Inoltre da mettere in risalto sono le bellezze naturali e storiche, come la chiesa di S. Maria in Pensulis che fu sede dei cavalieri Ospitalieri, posti a tutela dei pellegrini viandanti verso la Terra Santa. Lo stesso , Castelforte che fu scenario di battaglie cruente tenutesi lungo il corso del Garigliano. E’ la storia che un turismo lento come quello dei camminamenti consente di riscoprire in tutto il suo fascino, per l’auspicabile riscoperta e rivalutazione dei nostri Borghi medievali.”.
Quindi incontriamo Vincenzo Testa. Dipendente Comunale e, soprattutto, appassionato cultore e conoscitore dei luoghi. Lei è stato sempre attivo nella promozione del territorio e in special modo della Via Francigena. Ci indica storie, scenari, bellezze e godibilità?
“ Certamente, il nostro territorio ne è ricco. Se si arriva da Sessa Aurunca,è possibile attraversare il Garigliano presso le Terme di Suio con due diverse modalità. La prima, utilizzando una barca (contattando i volontari locali che si attivano per realizzare il passaggio) con approdo presso il Giardino Belvedere. L’attuale barca sostituisce la “Scafa” una “chiatta” che veniva tirata diverse volte da una sponda all’altra, perché non portava più di quattro pellegrini alla volta. Scesi sulla riva laziale spesso i pellegrini si inginocchiavano per ringraziare lo scampato pericolo. La seconda possibilità di attraversamento del fiume si trova sulla diga del Garigliano posta un chilometro più a valle. Una volta attraversato il passaggio del Garigliano si può proseguire il cammino scegliendo, anche in questo caso, tra due possibilità. La prima è quella di camminare in direzione Suio Forma costeggiando la provinciale Via delle Terme. Una variante può essere quella di salire per una antica mulattiera che costeggia il Rio Sprecamugliera fino a giungere, in un’oretta al massimo,a Suio Valle e di qui proseguire verso Suio paese dove è possibile ammirare i resti del Castello dell’antica Contea di Suio (CastrumSuji), il piccolo e grazioso borgo e la Chiesa di San Michele Arcangelo.”.
Ci racconta, sempre secondo le testimonianze storiche raccolte, del rito qui in uso? “Proprio presso la Chiesa di San Michele Arcangelo, cuore e centro vitale dell’antico borgo di Suio, si svolgeva e può essere rinnovato il rituale della consegna del bastone del pellegrino detto “baculum”: con una formula in latino il bastone viene affidato a colui che deve condurre, come guida e responsabile, il gruppo per la giornata o per l’intero sentiero. Da Suio si gode uno splendido panorama sulla Piana del Garigliano fino al Golfo di Gaeta e a quello di Napoli.”.
Proseguendo, ora ci indicherà, il cammino che incrocia la storia romana, la chiesa, i templari? “Da Suio si scende, in meno di un quarto d’ora, attraverso la vecchia strada con tratti lastricati in pietra, a Suio Forma dove si può visitare l’antica chiesa di santa Maria in Pensulis. Questa sorge su una struttura di base con le arcate di sostegno di una villa romana appartenuta ad un patrizio di nome Zeto presso il quale soggiornò il filosofo Plotino che amava bagnarsi presso le acque termali di Suio poco distanti. Suio Terme, infatti, è una località termale nota fin dal tempo dei romani e che oggi si presenta, immersa nel verde, con 60 sorgenti di acqua aventi proprietà e caratteristiche molto varie. A Suio terme esistono vari complessi termali e alberghieri che praticano fangoterapia, inalazioni, aerosol, irrigazioni ecc.. Negli ultimi anni sono nati vari centri benessere e piscine termali all’aperto molto frequentate da giugno e settembre. Ma torniamo alla Chiesa di Santa Maria in Pensulis, che, dopo la fine dell’impero Romano attraverso le vicende storiche di decadenza dell’epoca e che successivamente divenne un avamposto dei Cavalieri Templari o degli Hospitalieriche accoglievano e proteggevano i pellegrini. Anche nei pressi della Chiesa di Santa Maria in Pensulis, fino agli anni sessanta era attiva una scafa che permetteva il passaggio da una sponda all’altra del fiume Garigliano.”
Dunque un sistema termale che dagli albori viene ancora utilizzato oggi in quali scenari? “L’intera area è ancora immersa in ubertosi aranceti a cui fanno da contorno gli orti dei contadini mentre le colline circostanti sono ricche di uliveti che in questi anni sono stati quasi tutti rimessi in produzione. Più in alto le colline degli Aurunci e che fanno da cornice ai centri storici di Castelforte e Suio sono percorse dai greggi di capre e mucche condotte dagli ultimi pastori che ancora praticano quest’arte come un tempo. Tutta la zona si presenta come un angolo davvero incontaminato e capace di evocare le antiche atmosfere del mondo agricolo e silvo-pastorale.”
Un insieme evidente di ambiente, bellezza naturale, ricchezza storica, dove gustare buoni cibi e magari sostare prima di riprendere il cammino? “Qui la storia si respira a pieni polmoni e anche la vegetazione, tipica macchia mediterranea, ha le sue peculiarità da osservare e da apprezzare. Tra le essenze presenti certamente il “Ventrisco” (lentisco), simbolo della Città di Castelforte. Lungo il sentiero, a questo punto pianeggiante, che procede verso Scauri – Minturno si incontrano antiche masserie in pietra con le loro aie che offrono un paesaggio capace di accarezzare i sogni e i desideri. L’area è ricca anche di rinomati ristoranti e locande molto caratteristiche e apprezzate. Questi luoghi di ristoro attirano turisti e pellegrini che desiderano gustare i piatti tipici di carne o la laina e ceci, i fagioli cotti alla “pignata” (pentola di in terracotta), i formaggi caprini (marzoline) e i dolci che sono sempre una proposta accattivante. Dopo questa sosta, il pellegrino, può decidere di sostare nei B/B o proseguire il cammino verso Scauri – Minturno.”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.