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Fiction, spettacoli, film. Oggi siamo a fare una piacevole chiacchierata con l’attore e regista Marco Simeoli. Tutti conoscono quel noto spettacolo intitolato “Il Majorana Show” che vanta la tua regia, la supervisione artistica di Gigi Proietti e le musiche di Stefano Fresi. Com’è stato quel percorso professionale che ha portato a trasformare, se così si può dire, il palco del Teatro Ciak di Roma in uno studio televisivo? Conduttore ed ospiti, come nasce l’idea? Il Majorana show è sicuramente tra i miei spettacoli più longevi. Da quando ha debuttato nel 2006 si può dire che ha fatto un tour tra tutti, o quasi, i teatri di Roma oltre che alcune tappe in Italia. Dopo il grande successo ottenuto al Teatro dell’Orologio, Gigi se ne innamorò apponendo un suo sigillo di stima per noi e garanzia per il pubblico ovvero la sua supervisione artistica. Fresi oltre ad aver composto le musiche è stato anche in scena come pianista nelle prime edizioni. L’idea nasce da Claudio Pallottini che scrive il testo prendendo le mosse dal libro di Sciascia “La scomparsa di Majorana”; a seguire con le prime letture e l’aver affidato a me la regia la nascita di un vero e proprio format con invenzioni, follie e stilè da talk show televisivo, accanto alla ricostruzione di uno dei casi italiani più misteriosi ovvero la scomparsa di quel genio che è stato il fisico Ettore Majorana. Abbiamo temuto di essere fraintesi ma il pubblico ha capito e da subito amato lo spettacolo ed anche il nipote di Majorana che venne a trovarci trovò questa formula di diffusione e conoscenza tra le più intelligenti alle quali aveva assistito.
Cavalli di Battaglia: è vero che rappresenta un lavoro a cui sei particolarmente legato? Perchè Cavalli di battaglia è stato uno spettacolo teatrale che Gigi ha portato in tutti i teatri italiani e in tutte le arene e palazzetti in estiva: compendio dei suoi pezzi storici è stato uno spettacolo che ci ha accompagnato per diversi anni fino ad approdare il sabato sera su Rai Uno. All’interno un ritorno anche ad uno dei generi più amati ovvero il varietà che, riproposto, ha continuato a divertire il pubblico che lo ha accolto non come un qualcosa di vecchio ma di antico nel senso più nobile del termine. In questa carrellata ho avuto la possibilità, da napoletano amante e frequentatore del genere, di ripercorrere anch’io alcuni miei cavallucci di battaglia e ringrazierò sempre Gigi per avermi dato fiducia e uno spazio non consueto all’interno dei suoi show.
Con la consacrazione televisiva dello spettacolo una gioia ed un’emozione che resterà tra le più forti della mia carriera, specialmente oggi che purtroppo Gigi ci ha lasciato.
Ci parli del recente lavoro su Italian Musical Awards: qual’è stata la parte più affascinante di questa esperienza su Canale 5?
Io ho curato la regia delle prime due edizioni del premio e solo quella teatrale nell’edizione televisiva su Canale 5: una bellissima esperienza dove mi sono divertito molto a cercare di inventarmi qualcosa che si allontanasse sempre di più dalla seriosità e noia delle tipiche serate di premiazioni, ma affiancasse ai premi un vero e proprio divertissement teatrale.
Da quanto sei entrato a far parte della Sirio Academy?
Dopo che il Covid mi ha impedito la stagione scorsa di poter scendere per un corso in presenza ora l’avvio di questa nuova modalità che mi è stata suggerita e che, senza non poca fatica devo confessare, ho cercato di realizzare: dopo 30 anni di attività in loco l’online ha rappresentato, almeno all’inizio, un disorientamento e la necessità di un po’ di tempo per capirne le potenzialità.
Qual’è a tuo dire il vero surplus, insomma il vantaggio che un artista può avere se segue i corsi offerti da questa Accademia?
La professionalità e l’esperienza che ciascuno di noi offre. Siamo tutti operatori attivi dello spettacolo e per gli eventuali allievi o cque fruitori dei corsi, questa è assolutamente una garanzia essendo il nostro un lavoro empirico ed essenzialmente pratico.
Una curiosità prima di salutarti. Hai preso parte a Provaci ancora prof 7 (Rai Uno), Angeli (Canale 5) Don Matteo 8 (Rai Uno), I delitti del cuoco (Canale 5), Butta la luna (Rai Uno), Camera Cafè (Italia 1), Distretto di polizia 7 e 8 (Can.5), Piloti (Rai Due), Mai storie d’amore in cucina (Canale 5) e molte altre. Ci sveli un aneddoto legato ad una delle tue numerose fiction?
La lezione di cazzotti avuta da Bud Spencer nei Delitti del cuoco. Indimenticabile ed assolutamente originale: l’ho inserita nel mio curriculum.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.