Roma. L’intervista al TG5 di Papa Francesco vista dal segretario del PCI Lazio, Oreste della Posta.

Roma. L’intervista al TG5 di Papa Francesco vista dal segretario del PCI Lazio, Oreste della Posta.

11/01/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Papa Fran­ce­sco in una del­le udien­ze. Foto ANSA

“Que­sto è il mio Papa – affer­ma con con­vin­zio­ne e una pun­ta d’orgoglio Ore­ste del­la Posta, segre­ta­rio regio­na­le del PCI Lazio – Nel­la Chie­sa e con la Chie­sa, in Ita­lia ed in Siria, ad esem­pio, le nume­ro­se ini­zia­ti­ve che svol­gia­mo di natu­ra socia­le e poli­ti­ca, han­no pro­prio il segno del ribal­ta­re il libe­ru­smo che sot­to­stà alla logi­ca dell’imperialismo fau­to­re e cau­sa di guer­re”. “Ber­go­glio, Papa Fran­ce­sco, ha rila­scia­to l’intervista esclu­si­va al TG5 in cui Fabio Mar­che­se Rago­na ha avu­to modo di rivol­ge­re doman­de alle qua­li sono segui­te argo­men­ta­te, non sem­pli­ci­sti­che rispo­ste. Chi leg­ge, non solo da devo­to reli­gio­so, le cose che nel­le pasto­ra­li fat­te di paro­le, di scrit­ti e di com­por­ta­men­ti da par­te dei respon­sa­bi­li del­la Chie­sa e, ancor più, da par­te del Pon­te­fi­ce, sa bene che è inu­ti­le cer­ca­re, pur nel­la imme­dia­tez­za del mez­zo comu­ni­ca­ti­vo, rispo­ste adat­ta­bi­li al cogen­te, all’attimo socio/politico/culturale. Così è soli­ta­men­te. For­se, inter­pre­tan­do l’asticella più alta di allar­me per i dram­mi e le tra­ge­die dell’umanità, oggi, Fran­ce­sco ha cor­ret­to, sicu­ra­men­te non per il pic­co­lo cabo­tag­gio, rivol­to però già all’agire dell’oggi, que­sta impo­sta­zio­ne. Infat­ti, pur inse­ren­do temi “epo­ca­li” come la tra­ge­dia dei bam­bi­ni nel mon­do – in tut­te le for­me del­la dispe­ra­zio­ne e del­le ves­sa­zio­ni e pri­va­zio­ni che i fan­ciul­li, i mino­ri devo­no subi­re in ogni lati­tu­di­ne — , o come la que­stio­ne prin­ci­pe del­la guer­ra – non a caso ha defi­ni­to ter­za guer­ra mon­dia­le quel­la in atto, anche se con moda­li­tà dif­fe­ren­ti (sia­mo dis­se­mi­na­ti di cosid­det­ti “con­flit­ti regio­na­li”) – egli ha dato una uni­vo­ca rispo­sta – con­ti­nua Del­la Posta — : “Se voglia­mo uscir­ne miglio­ri dovre­mo pren­de­re una stra­da, se voglia­mo ripren­de­re le stes­se cose di pri­ma la stra­da sarà un’al­tra stra­da, e sarà nega­ti­va. E oltre alla pan­de­mia ci sarà una scon­fit­ta in più: quel­la di non esser­ne usci­ti miglio­ri”. Que­sto pen­sie­ro car­di­ne che, cer­to, affron­ta la real­tà del­la pan­de­mia, non la rac­chiu­de ad un unir­si per azze­ra­re il Covid pun­to e basta. No. Egli pren­de di pet­to la que­stio­ne epo­ca­le per quel­la che è: “È un pro­ble­ma serio da pren­de­re mol­to sul serio e se noi voglia­mo usci­re da que­sta situa­zio­ne sen­za vede­re que­ste cose allo­ra l’u­sci­ta sarà peg­gio­re”. “Dob­bia­mo uscir­ne con­si­de­ran­do le cose con­cre­te, nes­su­na fan­ta­sia: cosa pos­sia­mo fare per cam­bia­re que­sta situa­zio­ne? Le sta­ti­sti­che dico­no che toglien­do un mese di spe­se di guer­ra potrem­mo dare da man­gia­re a tut­ta l’u­ma­ni­tà per un anno. Dob­bia­mo pren­de­re coscien­za di que­sta dram­ma­ti­ci­tà del mon­do, non è tut­to una festa — aggiun­ge Fran­ce­sco -. Per usci­re da que­sta cri­si a testa alta e in modo miglio­re dob­bia­mo esse­re rea­li­sti. Ci vuo­le rea­li­smo”.

Ore­ste del­la Posta (pri­mo a sini­stra nel­la foto)


Que­sta è la rifles­sio­ne, che tra­va­li­ca l’appartenenza cri­stia­na o cat­to­li­ca e per­fi­no la reli­gio­si­tà indi­vi­dua­le, che ad ogni per­so­na che cono­sce la cru­del­tà e la bon­tà che è insi­ta nel­la orga­niz­za­zio­ne socia­le degli uomi­ni, può fare da pun­to di par­ten­za per muta­re le cose con­cre­te che non van­no. Dan­no­se e dele­te­rie per l’umanità tut­ta. – il segre­ta­rio comu­ni­sta così con­clu­de — Ora, se si tira la veste di Papa Fran­ce­sco solo sce­glien­do il richia­mo all’unità del momen­to sen­za col­le­ga­re il suo pen­sie­ro a que­sto inqua­dra­men­to più gene­ra­le, sicu­ra­men­te si ottie­ne il risul­ta­to di spen­de­re le paro­le udi­te a van­tag­gio del pic­co­lo cabo­tag­gio del­la cri­si di gover­no o del­lo scio­pe­ro da evi­ta­re; ma se si pen­sa alla scom­mes­sa gran­de di cam­bia­re – in meglio o in peg­gio? doman­da Ber­go­glio – come non com­pren­de­re che la cri­ti­ca al siste­ma dell’imperialismo, e al suo assun­to indi­vi­dua­li­sta vero che sono il capi­ta­li­smo e il libe­ri­smo è il ful­cro da cam­bia­re, ribal­ta­re, un minu­to dopo il ter­mi­ne del­la pan­de­mia? Con l’autorevolezza mora­le di cui può dispor­re, que­sto gesui­ta a capo del­la Chie­sa, sta ponen­do le basi per un fron­te che non mira a rica­du­te poli­ti­che o socia­li, ma, che non potrà non ave­re effet­ti in ogni par­te del mon­do nel destrut­tu­ra­re e accla­ra­re la putre­fa­zio­ne in atto dei disva­lo­ri indi­vi­dua­li­sti del capi­ta­le.”.

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