Si sbracciano per la provincia, mentre svuotano la Provincia L’Amministrazione applica la modifica Costituzionale anzi-tempo:…
La tua credibilità oggi, passa prima per i social. Esserci sì, ma bisogna anche farlo bene
20/11/2020Questo articolo è stato letto 2001 volte!
Il lockdown e la pandemia hanno modificato le nostre abitudini. Prima ci si riuniva in piazza, nei bar, nei ristoranti e per le vie della città. Ora (che ci piaccia oppure no), gran parte di queste aggregazioni si svolgono solo online.
Zoom room, gruppi WhatsApp e videochiamate, così come i “classici” social network, hanno ormai conquistato parte della nostra quotidianità, talvolta sostituendo alcune situazioni chiave per la nostra vita pre Covid, inclusi quei momenti di vita che avevamo imparato a considerare importanti per il nostro ruolo sociale.
Ora dobbiamo re-imparare quali sono le abitudini e i contesti che contano.
Proprio così: oggi il virtuale sta sostituendo gran parte delle nostre abitudini fisiche “offline”.
Se è vero questo, allora è altrettanto vero che le interazioni che stiamo vivendo digitalmente, stanno gradualmente sostituendo (almeno in parte) le interazioni che prima eravamo abituati a vivere solo di persona.
Questo vuol dire che oggi, la nostra presenza online influenza (e lo farà in maniera sempre più importante), la percezione della nostra persona agli occhi del prossimo.
Ma perché questo cambiamento? Da dove arriva questa evoluzione?
È un processo naturale che c’è sempre stato.
Sui libri di storia abbiamo spesso incontrato situazioni simili, fasi in cui lo sviluppo tecnologico, trainava e condizionava quello socio-culturale.
Oggi però è diverso: il cambiamento che stiamo vivendo sta avvenendo in modo molto più veloce e dobbiamo sforzarci per stare al passo con esso, cavalcarlo e non esserne travolti.
Questo perché la tecnologia moderna (già veloce di suo) ha trovato un complice formidabile: il lockdown, che ha accelerato in modo esponenziale l’adozione degli strumenti digitali (si stima abbia fatto fare un balzo di 3–5 anni in avanti nel loro utilizzo).
Ecco, forse non ce ne rendiamo conto o non è siamo pienamente consapevoli, ma questo cambiamento è già in atto.
Oggi, prima di entrare in contatto direttamente con te, un potenziale cliente o collaboratore, viene a “trovarti” sui tuoi canali social, o cerca di incontrarti in modo virtuale.
La vita si sta sempre più spostando sul piano digitale e per questo è inammissibile “non esserci”, specialmente dal punto di vista lavorativo.
Cioè se ti cerco online e non trovo alcun tuo riferimento, probabilmente penso che “non esisti”, cioè che la tua azienda ha chiuso, non c’è mai stata, o che ne ho frainteso il nome. Ma difficilmente cercherò di approfondire quella ricerca, piuttosto mi affiderò al primo che trovo tra i risultati di Google in quello stesso settore.
Attenzione però, esserci è necessario, ma non è assolutamente sufficiente!
Anzi, se approcciati male, il web e i social in modo particolare, possono costituire un’arma a doppio taglio!
Si perché una presenza “sbagliata” può screditarci agli occhi di possibili clienti e collaboratori, facendoci percepire come poco autorevoli, non abbastanza competenti o addirittura inaffidabili.
Pensaci bene…
Andresti in giro con un abbigliamento non adeguato?
Presenzieresti un evento pubblico con un aspetto poco curato?
O ancora, entreresti in un locale pubblico gridando, mancando di rispetto ai presenti o addirittura affermando mezze verità o cose di cui non sei assolutamente certo?
Sicuramente no, quindi non va fatto neanche online!
Avere canali social poco curati, dalla scheda Google My Business non aggiornata ad una pagina Facebook con una foto di copertina sgranata, fino ad un profilo pieno di post inappropriati, equivale proprio alle situazioni “reali” citate sopra.
La percezione di chi le vede è esattamente la stessa.
La prima cosa che ognuno di noi dovrebbe fare oggi, è un check-up completo della propria presenza digitale.
La domanda da porsi è:
“Se qualcuno che non mi conosce, dovesse cercarmi online, che percezione avrebbe di me e della mia professionalità?”
Per farlo, si potrebbe partire inserendo il proprio nome (o quello della propria azienda) su un motore di ricerca, in una scheda di navigazione in incognito, in modo da eliminare preferenze di ricerca e visualizzare esattamente ciò che visualizzerebbe una persona qualunque.
Successivamente si dovrebbero passare in rassegna tutti i canali social. Facebook permette di visualizzare la propria Pagina in modalità “visualizzatore”, ma il mio consiglio è di chiedere in prestito l’account di un amico o di un familiare, in modo da vedere il tutto effettivamente dall’esterno (incluso il proprio profilo personale).
Ecco, in questo modo ci troveremmo davanti alle stesse cose che vedrebbe un potenziale cliente o un possibile collaboratore.
C’è bisogno di un restyling?
Foto da rifare, tag su foto imbarazzanti da eliminare, contenuti testuali da rinfrescare sono sempre le prime cose che saltano all’occhio.
Ma attenzione: l’estetica non è tutto!
Bisogna prestare molta attenzione sia ai contenuti pubblicati, che ai commenti lasciati sui contenuti altrui.
Immagino già cosa stai pensando:
“Sui social non ci sono solo cose di lavoro, c’è anche la mia vita privata, ho il diritto di usarli anche a scopo personale!”
Certo, nessuno lo nega.
Ma dobbiamo renderci conto che la nostra presenza social ha ormai acquistato la stessa importanza della vita “vera” e soprattutto, che ciò che mettiamo sui social è pubblico.
Per assurdo, sarebbe molto più facile nascondere un comportamento inadeguato nella vita di tutti i giorni in quanto al massimo ci si troverebbe davanti a pochi “spettatori”, e anche se si diffondesse la voce sull’accaduto, sarebbero comunque parole e “chiacchiere”.
Online è diverso.
Una cosa che va sui social, resta per sempre.
Condividere un link (sia pubblicamente che su canali privati come WhatsApp ecc) ha un peso ben diverso della vecchia chiacchiera da bar.
Il concetto è semplice: online non ci si può nascondere e per questo è fondamentale avere un’ottima presenza.
In modo ancora più particolare nel settore immobiliare.
L’agente immobiliare non è un professionista qualunque. È quella figura a cui le persone affidano il loro bene più prezioso, frutto di decenni di sacrifici: la loro casa.
Attenzione, non sto parlando di salvare le apparenze, non dico di “predicare bene e razzolare male”.
Chiaramente bisogna essere seri, onesti e moralmente integri (ma questo credo non serva dirlo), il punto è che quella integrità e quella serietà vanno fatte trasparire dall’altra parte dello smartphone.
Perché altrimenti, oggi è pericolosamente facile travisare la realtà ed essere screditati.
Bisogna esserci, si, ma bisogna anche farlo bene.
di Daniele Scatassi
Imprenditore e Agente Immobiliare di 36 anni, entra a far parte del Gruppo Tecnocasa dal 2002. Amministratore Unico della Building Production, ha agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete nella provincia di Roma.
Related Images:
Quarantaquattro anni, iscritto all’Albo dei Giornalisti pubblicisti dall’8 marzo 2004 e a quello dei Professionisti dal 29 gennaio del 2008. Ho legato la sua carriera al settimanale Tiburno, storica testata del Nordest romano, che dirige da 12 anni. Negli anni continuo ad aggiornarmi sulle tecnologie che stanno cambiando profondamente il modo di fare il giornalista. Abbino così il lavoro di direttore e cronista ad attività di social media manager, fotografo digitale e impaginatore editoriale. Dal 2019 sono docente per i Master di Giornalismo, Comunicazione ed Editoria promossi da Comunika a Roma e Ufficio Stampa del GAL Castelli Romani.