Lingotti marinesi Lettera aperta di Maurizio Aversa, già amministratore e guida dell’opposizione comunista nel comune di Marino.

Lingotti marinesi Lettera aperta di Maurizio Aversa, già amministratore e guida dell’opposizione comunista nel comune di Marino.

09/08/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Mau­ri­zio Aver­sa, già Asses­so­re alla Cul­tu­ra, allo Sport, ai Ser­vi­zi Socia­li, al Com­mer­cio, all’A­gri­col­tu­ra, all’Ar­ti­gia­na­to e al Turi­smo in due Giun­te di Sini­stra e capo­grup­po del PCI all’op­po­si­zio­ne nel comu­ne di Mari­no. Oggi com­po­nen­te la segre­te­ria del PCI Lazio e del­la sezio­ne di Mari­no.


Tra tan­ti dram­mi e tra­ge­die, che non è che pos­sia­mo far fin­ta non ci sia­no più d’incanto solo per­ché è pie­na esta­te, e per parec­chi è pie­no ripo­so vacan­zie­ro, que­sto due­mi­la­ven­ti ha rega­la­to a Mari­no la curio­sa vicen­da dei lin­got­ti d’oro, del teso­ret­to ritro­va­to. Bene comin­cia­mo con l’essere meno super­fi­cia­li – caro pri­mo cit­ta­di­no – meno tea­tra­li e mag­gior­men­te ade­ren­ti alle cose con­cre­te. Come ormai accer­ta­to, viste le infor­ma­zio­ni gior­na­li­sti­che rac­col­te e vista la chia­ra, pun­tua­le, espo­si­zio­ne del nostro con­cit­ta­di­no Giu­lio San­ta­rel­li, già par­la­men­ta­re, già vice­mi­ni­stro, già pre­si­den­te di Regio­ne, già sin­da­co di Mari­no, met­tia­mo in fila i dati cer­ti. Pri­mo, l’annunciato teso­ret­to è poco più che un qual­sia­si stan­zia­men­to di Giun­ta regio­na­le ver­so una qual­sia­si ini­zia­ti­va loca­le da deli­be­ra­re coi pote­ri del Con­si­glio (sia­no essi ven­ti o tren­ta o qua­ran­ta mila euro l’ammontare eco­no­mi­co even­tual­men­te mone­tiz­za­to). Secon­do, non c’è sta­to alcun ritro­va­men­to di cose nasco­ste o scom­par­se: sem­mai disat­ten­zio­ni, col­pe­vo­li sciat­te­rie e comun­que nes­sun dolo (alme­no non si rav­vi­sa inten­zio­na­li­tà alcu­na). Que­sto per­ché dal­la custo­dia, atti­va­ta dall’allora segre­ta­rio comu­na­le che ese­gui­va una diret­ti­va poli­ti­co-ammi­ni­stra­ti­va pre­ci­sa. Quin­di pas­sia­mo al con­te­nu­to del­la vicen­da che sta die­tro i lingottini/piastrine alias spil­le o pen­den­ti che han­no impres­si i nomi­na­ti­vi di cal­cia­to­ri, staff, alle­na­to­re e c. e che era­no desti­na­ti a omag­gia­re la Nazio­na­le di cal­cio di Ita­lia 90. Omag­giar­la per­ché, e qui c’è l’aggancio “sto­ri­co”, valo­ria­le, la caro­va­na cal­ci­sti­ca con i respon­sa­bi­li poli­ti­ci ed orga­niz­za­ti­vi in testa, deci­se­ro di eleg­ge­re Mari­no, il suo sta­dio, il suo cli­ma, una del­le sue strut­tu­re alber­ghie­re miglio­ri come sede degli alle­na­men­ti. Ci furo­no in quel perio­do frot­te di gior­na­li­sti a “cac­cia di ami­ci e cono­scen­ti mari­ne­si” per vede­re in che modo poter inter­ce­de­re per vie obli­que e sal­ta­re i rigi­di pro­to­col­li di riser­va­tez­za e tran­quil­li­tà in cui dove­va esse­re sal­va­guar­da­ta la Nazio­na­le. Que­sto per dire che l’interesse, che finì natu­ral­men­te sui media, atti­rò atten­zio­ne anco­ra mag­gio­re rispet­to alla noto­rie­tà che la nostra cit­tà del vino, che la cit­tà del­la sagra ave­va già in mol­ta par­te del mon­do. Per que­sto il mix di “occa­sio­ne in chia­ve di richia­mo e divul­ga­zio­ne” e la rico­no­scen­za per uno sport ed i suoi pro­ta­go­ni­sti così ama­ti nel nostro Pae­se, pote­va­no e pos­so­no ben giu­sti­fi­ca­re quel­la scel­ta: insie­me “car­pe diem” ma anche lun­gi­mi­ran­te e d’affetto. C’è da dire, come è sta­to pure ricor­da­to tra i mol­ti com­men­ti che appa­io­no in que­sti gior­ni sui social a cura di cit­ta­di­ni di Mari­no, che pur­trop­po l’insieme del­la vicen­da Ita­lia 90 a livel­lo nazio­na­le per un ver­so, e a livel­lo loca­le per un altro (con il dram­ma pas­sa­to da mol­ti lavo­ra­to­ri e pic­co­le dit­te che han­no subi­to il tor­to di non vede­re rispet­ta­ti i loro dirit­ti con­trat­tua­li). Ora, con una ini­zia­ti­va coe­ren­te e corag­gio­sa, visto lo sbro­do­la­men­to inu­ti­le dell’attuale pri­mo cit­ta­di­no, Giu­lio San­ta­rel­li, ripro­po­ne, cir­ca il fal­so pro­ble­ma di mone­tiz­za­re quat­tro spic­ci, di non disper­de­re un bene imma­te­ria­le insi­to in ogni conio con­ser­va­to in cas­set­ta di sicu­rez­za, e di valo­riz­zar­lo al meglio. Ne pro­po­ne un modo. Par­zial­men­te non lo con­di­vi­do e dirò per­ché e cosa fare in alter­na­ti­va, ma, soprat­tut­to, met­te il sin­da­co e la Giun­ta e il Con­si­glio comu­na­le di fron­te alle pro­prie respon­sa­bi­li­tà non di gesto­ri ragio­nie­ri­sti­ci ma di rap­pre­sen­tan­ti ammi­ni­stra­ti­vi e poli­ti­ci e quin­di socia­li e cul­tu­ra­li del­la inte­ra cit­tà e comu­ni­tà di Mari­no. Sia di quel­li che nel 1990 già era­no qui, sia di quel­li che sono giun­ti dopo e se non ben rap­pre­sen­ta­ti e ben coin­vol­ti non com­pren­de­reb­be­ro né una o altra, oppu­re diver­sa scel­ta cir­ca que­sta vicen­da. Per­so­nal­men­te riten­go, pro­prio per­ché sono sta­to poco pri­ma ammi­ni­stra­to­re e respon­sa­bi­le poli­ti­co e ammi­ni­stra­ti­vo (sia gover­nan­do che essen­do all’opposizione) di non get­ta­re al ven­to quel­la intui­zio­ne e di recu­pe­rar­la. Il modo? Cre­do che – dispia­ciu­ti del­la scom­par­sa di Aze­glio Vici­ni, e quin­di al di là del­le rico­stru­zio­ni o degli osta­co­li allo­ra frap­po­sti alle posi­ti­ve inten­zio­na­li­tà del Comu­ne di Mari­no – la com­pa­gi­ne a cui era­no desti­na­ti i ret­tan­go­li­ni d’oro, deb­ba esse­re richia­ma­ta e ricon­se­gna­ti a loro. Poi, se cal­cia­to­ri e staff voles­se­ro rice­ve­re l’omaggio ma lasciar­lo comun­que a dispo­si­zio­ne del­la cit­tà allo­ra potreb­be esse­re com­piu­ta anche quell’azione pro­po­sta da San­ta­rel­li. Sicu­ra­men­te, quel­la che mi sen­to di fare con for­za – anche a mò di appel­lo nono­stan­te le divi­sio­ni – rivol­to al Sin­da­co, all’Assessore allo sport e cul­tu­ra, alla Giun­ta e al Con­si­glio comu­na­le, è pro­prio quel­lo di non abdi­ca­re dal ruo­lo di sce­glie­re – le cose sug­ge­ri­te qui e da San­ta­rel­li o da altri se ver­ran­no, oppu­re no – ma di non limi­tar­si ad un fal­so popu­li­smo del “deci­do­no i cit­ta­di­ni” per assi­ste­re alla fine alla goliar­dia di 150 per­so­ne che inter­pre­tan­do legit­ti­me opi­nio­ni non pos­so­no rap­pre­sen­ta­re alcun­chè. Quin­di sie­te voi che dove­te, dove­te, dove­te, ana­liz­za­re, espri­me­re una opi­nio­ne di meri­to, assu­me­re sul­le vostre spal­le que­sta che è una non gra­ve e comun­que pic­co­la scel­ta. Ma che è dav­ve­ro para­dig­ma­ti­ca di cosa deve fare un ammi­ni­stra­to­re, un elet­to dai cit­ta­di­ni. Per­ché, pen­sa­re o dire che “non sia nel pro­gram­ma” e non si sap­pia che pesci piglia­re è la mor­te del­la cul­tu­ra isti­tu­zio­na­le e del­la vita demo­cra­ti­ca di qual­sia­si comu­ni­tà. Aspet­tan­do novi­tà con­cre­te. Mau­ri­zio Aver­sa

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