#UNAPAGINADASCRIVERE, A MARINO NASCE UN NUOVO LABORATORIO CIVICO: L’AVVOCATO GABRIELLA DE FELICE “SPEAKER” DEL PROGETTO

#UNAPAGINADASCRIVERE, A MARINO NASCE UN NUOVO LABORATORIO CIVICO: L’AVVOCATO GABRIELLA DE FELICE “SPEAKER” DEL PROGETTO

25/07/2020 0 Di Marco Montini

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“Una pagi­na da scrivere…insieme”. E’ que­sto il nome del nuo­vo labo­ra­to­rio civi­co pre­sen­ta­to ieri, gio­ve­dì 23 luglio 2020 a #Mari­no, da Gabriel­la De Feli­ce nel­lo splen­di­do con­te­sto all’aperto, ine­di­to per una mani­fe­sta­zio­ne poli­ti­ca, dell’agriturismo “La Fat­to­ria di Valen­ti­no”.
Una pla­tea di oltre 400 per­so­ne immer­sa nell’amplissima spia­na­ta ver­de, rispet­to­sa del distan­zia­men­to fisi­co e dell’uso dei dispo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne indi­vi­dua­le, in osse­quio alle strin­gen­ti nor­me anti-Covid rispet­ta­te alla let­te­ra dagli orga­niz­za­to­ri, e un pub­bli­co di oltre 7 mila con­tat­ti che han­no segui­to la mani­fe­sta­zio­ne on line sul­la pagi­na Face­book del nascen­te movi­men­to mari­ne­se, han­no fat­to da cor­ni­ce di asso­lu­to riguar­do al dia­lo­go a 360 gra­di su pre­sen­te, pas­sa­to e pro­spet­ti­ve futu­re del­la cit­tà di Mari­no.
Tra­sver­sa­le, in tal sen­so, ma pie­na­men­te coe­ren­te con il mood del­l’e­ven­to è sta­to anche il par­ter­re di poli­ti­ci del ter­ri­to­rio pre­sen­ti: vi era­no tra di essi alcu­ni ex sin­da­ci e ammi­ni­stra­to­ri dei Castel­li Roma­ni e di Mari­no, come espo­nen­ti cit­ta­di­ni del­le prin­ci­pa­li for­ze poli­ti­che di cen­tro­de­stra e cen­tro­si­ni­stra.
“Ci ho tenu­to — ha det­to la De Feli­ce – a invi­ta­re per­so­nal­men­te anche il sin­da­co Car­lo Coliz­za che non è riu­sci­to ad esse­re pre­sen­te per un altro impe­gno coin­ci­den­te”
Non si è trat­ta­to quin­di – lo han­no ripe­tu­to anche più vol­te De Feli­ce e il gior­na­li­sta mari­ne­se Danie­le Prio­ri, fir­ma de Il Rifor­mi­sta e Huf­f­Po­st Ita­lia– di un even­to elet­to­ra­le “anche per­ché a set­tem­bre si vota in altre real­tà del ter­ri­to­rio, non a Mari­no” han­no sot­to­li­nea­to i due con un sor­ri­so..
“Qui non ci sono per­so­na­li­smi, lea­de­ri­smi, padri­ni o padro­ni” ha sfer­za­to De Feli­ce.
Di fami­glia mari­ne­se, spo­sa­ta e madre di due figli, avvo­ca­to, un per­cor­so di for­ma­zio­ne e di lavo­ro che l’ha por­ta­ta spes­so anche lon­ta­no dal­la sua cit­tà, riu­scen­do tut­ta­via a man­te­ne­re a Mari­no le radi­ci pro­prio gra­zie a valo­ri inos­si­da­bi­li come quel­li del­la fami­glia, dei rap­por­ti uma­ni pur vis­su­ti, fino ad oggi, nel­la riser­va­tez­za che è uno dei trat­ti pecu­lia­ri del carat­te­re di Gabriel­la, mai impe­gna­ta in poli­ti­ca, un pas­sa­to non recen­te, risa­len­te alla fine degli anni Novan­ta, come gio­va­nis­si­ma diri­gen­te e segre­ta­ria gene­ra­le vica­ria al Comu­ne di Mari­no.
Quel­lo che, però, inte­res­sa­va lan­cia­re evi­den­te­men­te con que­sto even­to De Feli­ce era un mes­sag­gio ai con­cit­ta­di­ni: ”Impe­gnar­si per la pro­pria cit­tà è pos­si­bi­le. Arri­va un momen­to nel qua­le, come è acca­du­to a me, ci si guar­da attor­no e si sen­te viva la neces­si­tà di un risve­glio, si comin­cia a ragio­na­re, si cer­ca­no gli stru­men­ti per poter fare qual­co­sa e il pri­mo che mi è venu­to in men­te è pro­prio il richia­mo alla par­te­ci­pa­zio­ne atti­va da met­te­re al ser­vi­zio del­la nostra cit­tà”.
In que­sto sen­so “Una pagi­na da scri­ve­re” potrà esse­re uno dei pos­si­bi­li con­te­ni­to­ri di que­sto rin­no­va­to e auspi­ca­to atti­vi­smo popo­la­re.
“Mi pia­ce pen­sa­re a un movi­men­to che nasca dal bas­so e dal­l’al­to al tem­po stes­so” ha intro­dot­to, pro­vo­can­do la curio­si­tà dei pre­sen­ti.
“Dal bas­so per­ché nasce nel­la cit­tà, tra le per­so­ne ma dal­l’al­to per­ché nasce con la for­za del­le idee di tut­ti e le idee nasco­no nel­le teste del­le per­so­ne, quin­di in alto”.
“Una vera rivo­lu­zio­ne coper­ni­ca­na che guar­da, vivad­dio, la popo­la­zio­ne come cor­po socia­le e cul­tu­ra­le pri­ma anco­ra che come elet­to­ra­to” ha osser­va­to Prio­ri rivol­to alla De Feli­ce la qua­le però ha fat­to un’al­tra sot­to­li­nea­tu­ra impor­tan­te. Pur volen­do distin­guer­si dati tan­ti pas­sa­ti suc­ce­du­ti­si nel­l’ul­ti­mo mez­zo seco­lo di sto­ria mari­ne­se, Gabriel­la non inten­de par­te­ci­pa­re alla gara di chi pun­ta il dito, cer­can­do i respon­sa­bi­li.
“Le respon­sa­bi­li­tà del­la poli­ti­ca sono il più del­le vol­te col­let­ti­ve, quel­le per­so­na­li non devo­no diven­ta­re ogget­to del dibat­ti­to poli­ti­co ma han­no altri luo­ghi depu­ta­ti ad ana­liz­zar­le, inda­ga­re, giu­di­car­le.
“Se c’è sta­ta o ci sono sta­te più gene­ra­zio­ni di poli­ti­ci che, nel­la nostra Mari­no, come in Ita­lia, pos­so­no aver sba­glia­to, ci sono da capi­re le respon­sa­bi­li­tà e gli erro­ri, spes­so strut­tu­ra­li, del­l’in­te­ro siste­ma poli­ti­co” ha aggiun­to.
“Ser­ve una respon­sa­bi­liz­za­zio­ne gene­ra­le – ha pro­se­gui­to — non c’è scam­po. Altri­men­ti se non ci si respon­sa­bi­liz­za, anche indi­vi­dual­men­te, si tor­na al rifu­giar­ci in una anti­po­li­ti­ca che, lo abbia­mo visto, è abba­stan­za fine a se stes­sa per­ché, da ulti­mo, di fat­to, anche gli anti­po­li­ti­ci, diven­ta­no a loro vol­ta dei poli­ti­ci…” In que­sto sen­so, entran­do più nel vivo, De Feli­ce ha det­to: “né un indi­vi­duo e tan­to­me­no una comu­ni­tà pos­so­no con­si­de­rar­si risol­ti sen­za una pro­pria chia­ra iden­ti­tà”.
Il rife­ri­men­to cade pre­sto sul­la cit­tà di Mari­no. Con un cen­tro sto­ri­co ridot­to a un deser­to. “Giran­do per il cor­so ci sono la metà del­le bot­te­ghe chiu­se…” E una real­tà più viva, ma anche pro­fon­da­men­te diver­sa, quel­la dei “ter­ri­to­ri a val­le” (#Frat­toc­chie, #SMa­ria­del­le­Mo­le, #Cava­dei­Sel­ci) che però “non si è mai riu­sci­ti a capi­re come ren­de­re valo­riz­za­ta e al tem­po stes­so, pur nel­la sen­si­bi­le dif­fe­ren­zia­zio­ne, par­te del mede­si­mo cor­po ter­ri­to­ria­le, ammi­ni­stra­ti­vo, socia­le e civi­le che è la cit­tà di Mari­no nel­la sua uni­tà”.
Ele­men­to col­lan­te, secon­do Gabriel­la De Feli­ce che in que­sti pur dif­fi­ci­li pri­mi mesi del 2020, ha pro­va­to a por­ta­re avan­ti mol­ti incon­tri cono­sci­ti­vi con il mon­do asso­cia­zio­ni­sti­co, i grup­pi cul­tu­ra­li, le rap­pre­sen­tan­ze di cate­go­ria, sono pro­prio le asso­cia­zio­ni nel­le qua­li “ho cono­sciu­to pun­te di eccel­len­za che van­no cer­ta­men­te valo­riz­za­te e mes­se a siste­ma in quel­lo che dovrà diven­ta­re un vero e pro­prio brand Mari­no che tor­ni a diven­ta­re sim­bo­lo esso stes­so di iden­ti­tà, rico­no­sci­bi­li­tà in ambi­to pro­dut­ti­vo, com­mer­cia­le, nel mar­ke­ting del ter­ri­to­rio e nel­la sua cor­ni­ce cul­tu­ra­le e socia­le”.
La pla­tea apprez­za. Nell’immaginario dei pre­sen­ti, alcu­ni dei qua­li chie­do­no di inter­ve­ni­re, rima­ne soprat­tut­to l’im­ma­gi­ne for­te scel­ta da Gabriel­la De Feli­ce del “deser­to”.
“Però da que­sto deser­to si deve usci­re – affer­ma deci­sa Gabriel­la – e seb­be­ne qui non ci sia nes­sun pro­gram­ma elet­to­ra­le, seb­be­ne la pagi­na sia anco­ra tut­ta da scri­ve­re insie­me ho pro­va­to a indi­vi­dua­re alme­no le pri­ma tre let­te­re del­l’al­fa­be­to da met­te­re al ser­vi­zio di una nuo­va Mari­no. Un ABC. A come asset­to del ter­ri­to­rio, quin­di la pro­gram­ma­zio­ne urba­ni­sti­ca che non può con­ti­nua­re a vive­re sul con­su­mo di suo­lo indi­scri­mi­na­to ma deve fon­dar­si sul­la riqua­li­fi­ca­zio­ne, su un incre­men­to sostan­zia­le dei ser­vi­zi alle per­so­ne e su un pat­to non più riman­da­bi­le con l’ambiente”. In tal sen­so De Feli­ce cita come pun­to di rife­ri­men­to l’Agenda 2030 appro­va­ta dal­le Nazio­ni Uni­te. Quin­di B come buon­go­ver­no ovve­ro un “pat­to tra cit­ta­di­ni e isti­tu­zio­ni e tra cit­ta­di­ni e cit­ta­di­ni, meglio un pat­to tra gene­ra­zio­ni come pro­po­ne­va Zac­ca­ria Negro­ni” e C come cul­tu­ra, “vero moto­re del­la cit­tà e del­la socie­tà che alla base ha la scuo­la”.
In que­sto sen­so Gabriel­la De Feli­ce sve­la il suo sogno: affian­ca­re al liceo arti­sti­co un liceo clas­si­co, uno scien­ti­fi­co o anche un buon isti­tu­to tec­ni­co. Sarà infat­ti cre­de­re di più nel­la scuo­la che aiu­te­rà il ter­ri­to­rio e chi lo vive a tor­na­re dav­ve­ro al cen­tro del­lo svi­lup­po e del pro­gres­so futu­ro”.

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