Marino. Teatro in Cavea: Artemista ha proposto il saggio di pregio di Achille Campanile “Il povero Piero”. Diretto da Sabina Barzilai (Teatro Vittoria) di Marino, interpretato dal corso di Formazione

Marino. Teatro in Cavea: Artemista ha proposto il saggio di pregio di Achille Campanile “Il povero Piero”. Diretto da Sabina Barzilai (Teatro Vittoria) di Marino, interpretato dal corso di Formazione

11/07/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Il Pove­ro Pie­ro, nel­la inter­pre­ta­zio­ne del Labo­ra­to­rio tea­tra­le del­la sezio­ne For­ma­zio­ne del Tea­tro Vit­to­ria — Arte­mi­sta di mari­no diret­to da Sabi­na Bar­zi­lai


Cer­to è tea­tro. Ma, ugual­men­te, e mol­to apprez­za­to, ad apri­re la sce­na vener­dì sera è sta­ta la pro­ie­zio­ne video del trai­ler dedi­ca­to a Cuba e al pro­get­to di soli­da­rie­tà fina­liz­za­to a soste­ne­re l’ospedale pedia­tri­co onco­lo­gi­co di Hol­guin. Abbia­mo chie­sto alla regi­sta, attri­ce e autri­ce, nel­la sua veste di diret­to­re del Tea­tro Vit­to­ria di Mari­no, Sabi­na Bar­zi­lai, qual­che noti­zia flash sul­la sera­ta e l’allestimento tea­tra­le. “Achil­le Cam­pa­ni­le scri­ve que­st’o­pe­ra che il Labo­ra­to­rio Tea­tra­le rap­pre­sen­ta que­sta sera, nel 1959; il tito­lo è il pove­ro Pie­ro. – descri­ve la diret­tri­ce — In real­tà lo scri­ve pri­ma sot­to for­ma di roman­zo e poi, sarà un adat­ta­men­to dram­ma­tur­gi­co per il tea­tro. Achil­le Cam­pa­ni­le vie­ne para­go­na­to anche a tut­ta quel­la cor­ren­te di tea­tro del­l’as­sur­do che ritro­va in lui uno dei suoi rap­pre­sen­tan­ti euro­pei più impor­tan­ti seb­be­ne egli stes­so abbia sem­pre rifiu­ta­to que­sto acco­sta­men­to con il “tea­tro del­l’as­sur­do”. La sto­ria rac­con­ta­ta e rap­pre­sen­ta­ta è mol­to sem­pli­ce: il pre­te­sto è una visi­ta di con­do­glian­ze pra­ti­ca­men­te una situa­zio­ne ai limi­ti del sur­rea­le del­l’as­sur­do. Dove si ritro­va­no degli ami­ci, dei cono­scen­ti, che si reca­no in visi­ta alla casa di Tere­sa che è la vedo­va del signor Pie­ro Daven­za che è mor­to. Tut­ta una situa­zio­ne (assur­da) che si vie­ne a crea­re è più epi­ca di lin­guag­gio Cam­pa­ni­lia­no di pre­sa in giro dei luo­ghi comu­ni del­le fra­si fat­te che si dico­no in que­ste occa­sio­ni e pra­ti­ca­men­te poi, c’è il fina­le, con col­po di tea­tro in cui Pie­ro Daven­za in real­tà risu­sci­ta. Fat­to sta che lui, Cam­pa­ni­le, è incli­ne a que­sto umo­ri­smo nero assur­do e ci è sem­bra­to un testo mol­to adat­to ai tem­pi assur­di che ci han­no anche dicia­mo in un cer­to sen­so obbli­ga­to ad una mes­sa in sce­na con del­le con­di­zio­ni par­ti­co­la­ri quin­di distan­ze socia­li. – con­ti­nua a descri­ve­re la regi­sta Bar­zi­lai — Abbia­mo dovu­to rive­de­re tut­ta la mes­sa in sce­na del sag­gio fina­le. Ripe­to: è un sag­gio fina­le del Labo­ra­to­rio Tea­tra­le che dal 1996 fa For­ma­zio­ne tea­tra­le in tut­to il cen­tro Ita­lia ed è una sezio­ne di for­ma­zio­ne del­l’As­so­cia­zio­ne cul­tu­ra­le Arte­mi­sta. Il Labo­ra­to­rio é mol­to ete­ro­ge­neo ci sono allie­vi di varia estra­zio­ne, in que­sta occa­sio­ne ci sono anche un paio di ami­ci che han­no par­te­ci­pa­to, aman­ti di tea­tro che ci stan­no dan­do una mano. Intan­to – illu­stra ulte­rior­men­te la for­ma­tri­ce Sabi­na — annun­cio una cosa “uffi­cio­sa” maga­ri avre­mo modo di par­lar­ne più in là, più appro­fon­di­ta­men­te: stia­mo aspet­tan­do una con­fer­ma defi­ni­ti­va del­la Com­mis­sio­ne Euro­pea ‚dal Par­la­men­to Euro­peo, per aver vin­to un ban­do di Era­smus + nel­la cate­go­ria AK2 che è un pra­ti­ca­men­te un pro­get­to di mobi­li­tà cul­tu­ra­le tra ragaz­zi. Quin­di un pro­get­to Dove capo­fi­la è la Fran­cia, poi ci sia­mo noi per l’I­ta­lia, e la Tur­chia, e la Gre­cia. Se tut­to va nel ver­so giu­sto, ci dan­no il bene­pla­ci­to uffi­cia­le così che par­te ad otto­bre con una serie di scam­bi cul­tu­ra­li. Noi dob­bia­mo a quel pun­to sele­zio­na­re ragaz­zi dai 18 ai 30 anni una squa­dra di 6 ragaz­zi che andran­no in Gre­cia in Tur­chia dopo una for­ma­zio­ne tea­tra­le svol­ta con me qui al tea­tro Vit­to­ria di Mari­no.

La diret­tri­ce, regi­sta, del Tea­tro Vit­to­ria di Mari­no, Sabi­na Bar­zi­lai


La sera­ta, davan­ti ad un pub­bli­co che può esse­re con­ta­to a cen­ti­na­ia di par­te­ci­pan­ti, ha dovu­to fare i con­ti con mol­ti adat­ta­men­ti: adat­ta­re spa­zi, sce­ne, pro­fon­di­tà, etc., per­ché ovvia­men­te le luci non sono tea­tra­li (ad esem­pio per la pre­sen­za del­la strut­tu­ra “ame­ri­ca­na” che sostie­ne il telo per pro­ie­zio­ni fil­mi­che) ecce­te­ra. Però – con­clu­de Sabi­na Bar­zi­lai con con­vin­ta enfa­si e pas­sio­ne – insom­ma, ci fa mol­to pia­ce­re dare con que­sto spet­ta­co­lo il nostro con­tri­bu­to a que­sta cau­sa. Il pro­get­to soli­da­le per Hol­guin, per­ché que­sta cau­sa ci tro­va par­ti­co­lar­men­te sen­si­bi­li. Anche per­so­nal­men­te per­chè ho fat­to il mio viag­gio di noz­ze a Cuba 29 anni fa e quin­di spe­ro di poter indos­sa­re la mia “gua­ya­be­ra” sta­se­ra in ono­re di que­sta cosa. Quin­di sia­mo dav­ve­ro mol­to feli­ci per­ché il Cir­co­lo Ita­lia Cuba ci ha invi­ta­to a que­sta ini­zia­ti­va.”. Nel­la sera­ta di saba­to 11 sarà ospi­ta­ta la pro­ie­zio­ne di “Smet­to quan­do voglio”. Cast e regia ita­lia­ne per una comi­ci­tà genui­na e, anche que­sta, ai limi­ti dell’assurdo. Nel via­le adia­cen­te la Cavea dove avven­go­no le ini­zia­ti­ve di spet­ta­co­li, ieri sera, come tut­te le sere sono sem­pre a dispo­si­zio­ne il chio­schet­to cuba­no dove assag­gia­re spe­cia­li­tà liqui­de cuba­ne… e lo stand di Acab/BiblioPop che ha due fon­da­men­ta­li offer­te: Un libro nuo­vo su Alber­to Sor­di, offer­to da Edi­la­zio ed acqui­sta­bi­le a metà prez­zo; e libri su ban­ca­rel­la offer­ti gra­tui­ta­men­te die­tro pic­co­la offer­ta volon­ta­ria. Natu­ral­men­te non è man­ca­to l’affettuoso rin­gra­zia­men­to del cir­co­lo Ita­lia Cuba “Gino Donè” di Mari­no, rivol­to da Mau­ro Avel­lo, il segre­ta­rio, agli atto­ri e ope­ra­to­ri del Labo­ra­to­rio Tea­tra­le, e a Sabi­na Bar­zi­lai non nuo­va alla pie­na col­la­bo­ra­zio­ne con le ini­zia­ti­ve del cir­co­lo e del­la “Ban­da” di Biblio­Pop.

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