Roma. Referendum ed election day. La chiara scelta del PCI, coincidente coi “Comitati per NO” al taglio dei parlamentari

Roma. Referendum ed election day. La chiara scelta del PCI, coincidente coi “Comitati per NO” al taglio dei parlamentari

28/05/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Il com­pa­gno Ore­ste del­la Posta, segre­ta­rio del PCI Lazio, pres­sa­to dagli even­ti e dal­le richie­ste di nume­ro­se orga­niz­za­zio­ni ter­ri­to­ria­li nel­la nostra Regio­ne, ha sol­le­ci­ta­to una dichia­ra­zio­ne net­ta del par­ti­to sul­la vicen­da dell’election day e del Refe­ren­dum. Sol­le­ci­ta­zio­ne che, in effet­ti ha col­to nel segno per­ché era già in can­tie­re ed in poche ore è ora dispo­ni­bi­le, nel sol­co del­la linea poli­ti­ca coe­ren­te che il PCI ha con­dot­to dall’inizio del­la sua rico­stru­zio­ne. Infat­ti, come ha spie­ga­to con for­za e chia­rez­za Wal­ter Tuc­ci, respon­sa­bi­le del Dipar­ti­men­to Costi­tu­zio­ne, Demo­cra­zia, Isti­tu­zio­ni all’interno del­la Dire­zio­ne Nazio­na­le del PCI: “Sem­bre­reb­be che il Gover­no si stia orien­tan­do a un elec­tion day, in cui accor­pa­re le ele­zio­ni regio­na­li, quel­le comu­na­li e il Refe­ren­dum sul taglio dei par­la­men­ta­ri (L.240/2019). Com’è noto, l’e­mer­gen­za sani­ta­ria che ha bloc­ca­to la vita socia­le, la vita poli­ti­ca e la stes­sa eco­no­mia del­l’in­te­ro Pae­se, ha anche bloc­ca­to la cam­pa­gna elet­to­ra­le sul Refe­ren­dum, rin­via­to a data da desti­nar­si, che era decol­la­ta con il mas­si­mo impe­gno del­le stes­se Asso­cia­zio­ni, Movi­men­ti, for­ze poli­ti­che e socia­li, che tan­to ave­va­no con­tri­bui­to alla schiac­cian­te e impre­vi­sta vit­to­ria del No al Refe­ren­dum del dicem­bre 2016. – con­ti­nua illu­stran­do Wal­ter Tuc­ci — Il gior­no sul qua­le ci si sta orien­tan­do sareb­be il 13 set­tem­bre pros­si­mo, data che non con­sen­ti­reb­be lo svol­gi­men­to di un’ef­fet­ti­va cam­pa­gna elet­to­ra­le in così bre­ve tem­po e su argo­men­ti così diver­si tra loro, come le pro­po­ste di gover­no ter­ri­to­ria­le del­le Ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li e regio­na­li e una rifor­ma costi­tu­zio­na­le di enor­me por­ta­ta e di con­se­guen­ze impre­ve­di­bi­li sugli stes­si asset­ti isti­tu­zio­na­li del­la nostra Repub­bli­ca.

E’ solo il caso qui di ram­men­ta­re come noi comu­ni­sti sia­mo sta­ti for­te­men­te con­tra­ri a que­sto prov­ve­di­men­to, poi­ché abbia­mo rite­nu­to e rite­nia­mo che l’e­li­mi­na­zio­ne di un ter­zo del Par­la­men­to mina la stes­sa demo­cra­zia par­la­men­ta­re rap­pre­sen­ta­ti­va e ren­de il Par­la­men­to anco­ra più subal­ter­no all’E­se­cu­ti­vo, in tem­pi in cui sono già inde­bo­li­ti e mes­si in discus­sio­ne lo stes­so ruo­lo e le pre­ro­ga­ti­ve che la Costi­tu­zio­ne attri­bui­sce al Par­la­men­to. – pro­se­gue denun­cian­do il respon­sa­bi­le del Dipar­ti­men­to Costi­tu­zio­ne del PCI nazio­na­le — Per­tan­to abbia­mo ade­ri­to al Comi­ta­to per il NO al Refe­ren­dum (del Comi­ta­to per la Demo­cra­zia Costi­tu­zio­na­le) e abbia­mo por­ta­to la nostra posi­zio­ne in una serie di dibat­ti­ti pub­bli­ci sui territori,avvisando l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca dei rischi che tale prov­ve­di­men­to com­por­ta. Non mera­vi­glia affat­to che que­sto Gover­no sot­to­va­lu­ti l’e­nor­me rile­van­za che il taglio del Par­la­men­to potrà ave­re sul­l’I­sti­tu­zio­ne demo­cra­ti­ca a fon­da­men­to del­l’as­set­to costi­tu­zio­na­le, né stu­pi­sce che non si ren­da con­to che la festa del­la Repub­bli­ca è anche festa del­la Costi­tu­zio­ne, che si basa sul­la divi­sio­ne dei pote­ri, di cui il Par­la­men­to è car­di­ne. Del resto è lo stes­so Gover­no che si era impe­gna­to a sen­ti­re le ragio­ni dei Comi­ta­ti per il NO, in un con­fron­to pre­ven­ti­vo che non c’è mai sta­to e ora dimo­stra di non dare alcu­na impor­tan­za a una deci­sio­ne che i cit­ta­di­ni sono chia­ma­ti a pren­de­re su una modi­fi­ca costi­tu­zio­na­le di tale rilevanza,proponendo una cam­pa­gna elet­to­ra­le asfit­ti­ca e con­fu­sa. Noi comu­ni­sti – con­clu­de Wal­ter Tuc­ci — chie­dia­mo, quin­di, al Gover­no di con­fron­tar­si con quan­ti, for­ze poli­ti­che, socia­li, costi­tu­zio­na­li­sti, Asso­cia­zio­ni, par­la­men­ta­ri, pro­mo­to­ri del refe­ren­dum e Comi­ta­ti per il NO, han­no il dirit­to die­spor­re le pro­prie­ra­gio­ni, rela­ti­ve al fon­da­to timo­re che il taglio dei par­la­men­ta­ri rap­pre­sen­ti, oggi più che mai, una feri­ta insa­na­bi­le all’as­set­to costi­tu­zio­na­le e all’e­qui­li­brio dei pote­ri, con pesan­ti con­se­guen­ze anche sul­l’e­le­zio­ne del Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca.”.

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