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San Raffaele Rocca di Papa, il M5S evoca il reato di Epidemia
17/04/2020Questo articolo è stato letto 1660 volte!
Dura la reazione degli attivisti di Rocca di Papa del Movimento 5 Stelle a seguito dei numerosi casi covid19 registrati nel plesso ospedaliero San Raffaele sito nel territorio comunale.
- “Il reato di epidemia è commesso da chi con dolo o colpa favorisce la diffusione di un virus letale per la popolazione. Una condotta gravissima punita con sanzioni molto severe: la reclusione fino a 12 anni.”
Dunque considerata la consistente diffusione dei contagi tra i pazienti e gli operatori sanitari del San Raffaele, si potrebbe configurare il reato di epidemia nei confronti di coloro che erano tenuti a gestire e controllare?
Oggi si viene a sapere che il Direttore Sanitario della Rsa del Paese non ha i titoli adeguati per gestire tale struttura! I proprietari del San Raffaele erano al corrente che il loro DS non avesse la specializzazione?
Iniziamo con il raccontarvi, cari concittadini, che tutto ebbe inizio nel 2005 quando Francesco Storace in procinto di lasciare la Regione, insieme alla sua Giunta, approva una delibera che cambierà assetto alla Clinica. “In accordo con Carlo Mirabella, quest’ultimo firma un protocollo d’intesa con Antonio Angelucci, il quale prevedeva la riconversione di 40 posti letto, sui 60 disponibili, da «Residenza sanitaria assistita» (Rsa) a «Riabilitazione alta intensità» (Rai) e «Lungodegenza alta intensità» (Lai). Due sigle esistenti solo nella Regione Lazio, ma che garantivano tariffe elevatissime. Per avere un’idea, si parlava di cifre superiori alle 250 euro al giorno contro 100–110 euro della Rsa. Il Protocollo viene ratificato dal medesimo Mirabella il 14 febbraio del 2005 e lo stesso giorno, con rara e fulminea sollecitudine, la giunta Storace approva la relativa delibera, nonostante manchi il parere obbligatorio del direttore sanitario Sandra Spaziani. La quale, dichiarava di avere subito numerose pressioni.“
Le dichiarazioni della Spaziani favorirono una serie di indagini e dalle verifiche venne fuori di tutto!
“Prestazioni non erogate. Personale non abilitato ma adibito all’assistenza diretta ai pazienti. Cartelle cliniche con firme «identiche e seriali». Somme ingenti per prestazioni oltre budget liquidate alla casa di cura: quasi 54 milioni dal 2006 a oggi, a fronte di un fatturato riabilitazione pari a 124,3 milioni. Cambi di regime di ricovero dei pazienti con le tariffe più elevate non decisi dai medici ma dal personale amministrativo. Perfino «l’alterazione delle scale di Barthel», ovvero dell’indicatore di disabilità, non era stabilita dai sanitari. La rivelazione è sorprendente: «Uno dei soggetti che ha effettuato la maggior parte delle modifiche delle scale di Barthel», scrivono i giudici, «risulta inserito nell’elenco delle timbrature come addetto alle pulizie»
Inaudito! La storia si ripete!
Il fatto che il Dirigente Sanitario (DS) non avesse la specializzazione per gestire il San Raffaele è una bazzecola, un piccolo cavillo per la dirigenza, visti i retroscena.
Ci troviamo di fronte un fatto molto grave che coinvolge l’intera comunità roccheggiana. E’ come se fosse caduta tra capo e collo una tale legnata da lasciare tramortiti tutti.
I numerosi contagi lasciano sgomenti, addolorano tutti anche chi non ha operatori sanitari che vi lavorano e/o anziani ospiti nella struttura! Pensavamo che nella nostra Rsa non potesse accadere perché memori di quanto stesse accadendo al Nord, la dirigenza della struttura, le autorità territoriali: Comune, Protezione Civile potessero vigilare, controllare verificare lo stato dell’arte!
E’ stata notificata una diffida al DS sprovvisto della necessaria specializzazione e la cui condotta potrebbe essere considerata la causa di diversi morti e di una infinità di contagi, circa 150 persone contagiate, tra operatori e “ospiti” della struttura. Dai rilievi effettuati dalla ASL Roma 6 e dallo Sapallanzani emergerebbe che le misure di prevenzione adottate risulterebbero inefficaci e le disposizioni della Regione sarebbero rimaste disattese!
L’articolo 32 della Costituzione italiana recita: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
In virtù di ciò, speriamo vivamente che non ci si fermi ai provvedimenti disciplinari e che si faccia chiarezza, individuando gli eventuali responsabili di questi anomali contagi, e si renda giustizia a coloro che sono stati contagiati e soprattutto a coloro che non ce l’hanno fatta ed hanno perso la vita, a causa del contagio.
Una cosa ci è chiara: chi doveva controllare, verificare che venissero messe in campo tutte le misure di prevenzione per evitare il contagio all’interno della Rsa, non l’ha fatto! Chi aveva la responsabilità di pianificare, progettare interventi sanitari predittivi, screening, test e tamponi non l’ha fatto! Chi risponderà a queste domande?
Noi vorremmo dare tutte le risposte, ma cari concittadini ognuno darà la propria e siamo sicuri che avranno un peso, perché come diceva un grande: LE PAROLE SONO PIETRE!” -
Così dichiarano gli attivisti 5 Stelle di Rocca di Papa
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Sono Roberto Cicchetti, ho lavorato come giornalista in varie testate locali, tra cui Punto a Capo Online, poi approfondimento scientifico e storico online su IBTimes e cartaceo su Focus Mondadori.