Roma. PCI: Lasciano indietro i lavoratori dello Sport!

Roma. PCI: Lasciano indietro i lavoratori dello Sport!

13/04/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Eros Mat­tio­li, ope­ra­to­re spor­ti­vo e respon­sa­bi­le PCI VI Muni­ci­pio Roma


“Il decre­to Cura Ita­lia, sta­bi­li­sce la prio­ri­tà per i col­la­bo­ra­to­ri spor­ti­vi che nell’anno di impo­sta 2019 abbia­no per­ce­pi­to com­pen­si infe­rio­ri ai 10.000 euro tota­li. – spie­ga­no il com­pa­gno Eros Mat­tio­li respon­sa­bi­le sezio­ne VI Muni­ci­pio Roma e il segre­ta­rio regio­na­le del PCI Ore­ste del­la Posta — Di fat­to il gover­no taglia fuo­ri con que­sto prov­ve­di­men­to, tut­ti i lavo­ra­to­ri del­lo sport e le loro fami­glie, impo­nen­do un tet­to che per le altre cate­go­rie lavo­ra­ti­ve non esi­ste. Lo sport, anche que­sta vol­ta, é sta­to rele­ga­to al ruo­lo di com­pri­ma­rio. Da comu­ni­sti, — con­ti­nua­no i due diri­gen­ti del PCI Lazio — oltre a riba­di­re l’importanza pri­ma­ria dell’attività spor­ti­va anche ai fini del benes­se­re dei cit­ta­di­ni ed in secon­do luo­go anche per il rispar­mio del­la spe­sa sani­ta­ria, sia­mo neces­sa­ria­men­te obbli­ga­ti a denun­cia­re il pre­ca­ria­to, e tal­vol­ta il lavo­ro nero che si nascon­de die­tro la pra­ti­ca spor­ti­va. Il lavo­ra­to­re che in manie­ra pre­ca­ria, non con­ti­nua­ti­va a fron­te di com­pen­si da fame (si par­la in alcu­ni casi di rim­bor­si anche di soli 5 euro l’ora), con tur­ni mas­sa­cran­ti come quel­li che affron­ta­no gli istrut­to­ri del­le pisci­ne e del­le pale­stre di fit­ness, vedo­no rica­de­re il prez­zo del­la chiu­su­ra per il coro­na­vi­rus sul­le loro spal­le, sen­za pos­si­bi­li­tà di acce­de­re ai 600 euro. E pro­prio il pre­ca­ria­to, e lo sfrut­ta­men­to dei lavo­ra­to­ri che ne con­se­gue, pote­va­no e dove­va­no esse­re por­ta­ti alla luce dal decre­to Cura Ita­lia in que­sta occa­sio­ne. Si è inve­ce scel­to di sta­re dal­la par­te dei soli­ti noti, i “pro­fes­sio­ni­sti del­lo sport” vere e pro­prie azien­de, che da azien­de che per­se­guo­no solo il pro­fit­to, si com­por­ta­no. Chie­dia­mo – con­clu­do­no Mat­tio­li e Del­la Posta — che il Coni, si fac­cia dav­ve­ro trai­no posi­ti­vo ed attua­to­re di quel regi­stro Coni 2.0 che dovreb­be garan­ti­re allo sport socia­le e per tut­ti, e inve­ce trop­po spes­so è a garan­zia di eva­sio­ni fisca­li da par­te di gros­se socie­tà spor­ti­ve, anche di secon­do livel­lo, che da una par­te han­no gli sgra­vi dal­lo Sta­to e dall’altra sot­to­pa­ga­no i lavo­ra­to­ri. E’ com­pi­to dei comu­ni­sti difen­de­re i lavo­ra­to­ri del mon­do spor­ti­vo, pro­po­nen­do una paga ora­ria decen­te, ugua­le per tut­ti, per qual­sia­si com­pen­so, sia che si trat­ti di pre­sta­zio­ne spor­ti­va, che di con­trat­to di col­la­bo­ra­zio­ne. Anche nel­lo sport la lot­ta al siste­ma capi­ta­li­sta, che tute­la solo chi ha di più, si fa neces­sa­ria.”.

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