CORONAVIRUS: QUANDO SARA’ DISPONIBILE IL VACCINO?

CORONAVIRUS: QUANDO SARA’ DISPONIBILE IL VACCINO?

15/03/2020 3 Di REDAZIONE COLLETTIVA

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di Mau­ro Aba­te

In pre­cen­ti arti­co­li abbia­mo visto qua­li cen­tri o azien­de sono vici­ni alla rea­liz­za­zio­ne di un vac­ci­no con­tro il Covid-19, con diver­se meto­di­che e tec­ni­che. La loro rea­le dispo­ni­bi­li­tà sarà pero’ tut­to un altro paio di mani­che. Infat­ti, dopo esse­re sta­to rea­liz­za­to, tipi­ca­men­te un vac­ci­no deve supe­ra­re pro­ve cli­ni­che seguen­do tre fasi. Nel­la pri­ma si pro­va su volon­ta­ri uma­ni per con­sta­ta­re la sua man­can­za di tos­si­ci­tà. Nel­la secon­da fase vie­ne som­mi­ni­stra­to a grup­pi di volon­ta­ri per vede­re la sua effi­ca­cia nel pre­ve­ni­re l’in­fe­zio­ne del­l’a­gen­te pato­ge­no. Se que­sta fase da’ esi­to posi­ti­vo, vie­ne ripe­tu­ta nel­la ter­za, ma su grup­pi di volon­ta­ri piu’ nume­ro­si. Ogni fase deve segui­re deter­mi­na­te pro­ce­du­re ed esse­re appro­va­ta dal­le auto­ri­ta’ sani­ta­rie.

Per que­sti moti­vi, le pre­vi­sio­ni di una rea­le dispo­ni­bi­li­tà di un vac­ci­no van­no da uno a due anni.  Vi sareb­be la rea­le dispo­ni­bli­tà quin­di quan­do l’in­fe­zio­ne, che pro­dur­rà ingen­tis­si­mi dan­ni in ter­mi­ni di vite uma­ne e alle eco­no­mie di tut­te le nazio­ni, da pan­de­mi­ca si sarà già tra­sfor­ma­ta in ende­mi­ca, cioè quan­do già la popo­la­zio­ne mon­dia­le sarà venu­ta in con­tat­to con il virus, e gli indi­vi­dui o saran­no dece­du­ti o avran­no pro­dot­to una rea­zio­ne anti­cor­pa­le in caso di soprav­vi­ven­za. La dispo­ni­bi­li­tà di un vac­ci­no, secon­do que­ste pre­vi­sio­ni, in sostan­za aiu­te­reb­be a cor­ro­bo­ra­re le dife­se immu­ni­ta­rie gia’ atti­ve nel­la popo­la­zio­ne, e ad evi­ta­re solo le re-infe­zio­ni, o l’in­fe­zio­ne di indi­vi­dui gio­va­ni.

Non solo, ma supe­ra­ta la fase di pro­ve cli­ni­che, il vac­ci­no dovrà esse­re pro­dot­to in gran­di quan­ti­tà, e que­sto pro­ba­bil­men­te sarà l’o­sta­co­lo piu’ duro da supe­ra­re, per­che’ nor­mal­men­te e’ gia’ mol­to com­ples­so e costo­so pro­dur­re alcu­ni milio­ni di cam­pio­ni, men­tre per debel­la­re la pan­de­mia ne occor­re­ran­no cen­ti­na­ia di milio­ni, o piu’. Per que­sto moti­vo nor­mal­men­te ven­go­no vac­ci­na­ti pri­ma gli indi­vi­dui a rischio (anzia­ni, pazien­ti con pre­gres­se pato­lo­gie, immu­no­de­pres­si ecc.). Tut­ta­via in una pan­de­mia dal­la peri­co­lo­si­tà e dal­le gra­vi con­se­guen­ze socia­li come quel­la da Covid-19, potran­no sor­ge­re sce­na­ri fino­ra mai cono­sciu­ti. Ad es. le nazio­ni potreb­be­ro deci­de­re di vac­ci­na­re il per­so­na­le sani­ta­rio che com­bat­te la pan­de­mia pri­ma degli altri cit­ta­di­ni. Oppu­re potreb­be­ro deci­de­re di desti­na­re il vac­ci­no pri­ma alla pro­pria popo­la­zio­ne nazio­na­le, per man­te­ne­re il con­sen­so, l’or­di­ne socia­le e la capa­ci­tà pro­dut­ti­va del pro­prio siste­ma indu­stria­le e com­mer­cia­le, nel mon­do glo­ba­liz­za­to e for­te­men­te com­pe­ti­ti­ve in cui vivia­mo. Se si con­si­de­ra che tra le nazio­ni pro­dut­tri­ci dovreb­be­ro esser­ci gli Sta­ti Uni­ti (300 milio­ni di abi­tan­ti ), l’In­dia (1.300 milio­ni) e la Cina (1.600 milio­ni), che richie­de­ran­no ingen­tis­si­me quan­ti­tà di cam­pio­ni, le pre­oc­cu­pa­zio­ni a riguar­do sono fon­da­te.

Secon­do que­sta pro­spet­ti­va, basa­ta sui dati attual­men­te dispo­ni­bi­li, la dife­sa dal­la malat­tia deve esse­re basa­ta sul­la tera­pia piut­to­sto che sul­la pro­fi­las­si vac­ci­na­le. Gli anti­cor­pi mono­clo­na­li, descrit­ti in altro arti­co­lo, e i far­ma­ci che dimi­nui­sco­no l’in­fiam­ma­zio­ne ecces­si­va pro­dot­ta dal siste­ma immu­ni­ta­rio, respon­sa­bi­le del­la pro­du­zio­ne nei pol­mo­ni di ecces­si­vo muco e di emor­ra­gie che con­du­co­no alla mor­te, sono attual­men­te i miglio­ri pre­si­di. Anch’es­si con ogni pro­ba­bi­li­tà saran­no con­tin­gen­ta­ti, e som­mi­ni­stra­ti con pre­ce­den­za al per­so­na­le sani­ta­rio ed ai pazien­ti che pre­sen­ta­no un qua­dro cli­ni­co serio. Nel  frat­tem­po dob­bia­mo accen­tua­re la pre­ven­zio­ne nel­le nostre comu­ni­tà.

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