Albano. Camminando per la Francigena, conoscendo Eutiche. Zoom su Albano, pregiata tappa castellana

Albano. Camminando per la Francigena, conoscendo Eutiche. Zoom su Albano, pregiata tappa castellana

20/01/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Esi­bi­zio­ne dei Musi­ci Via­to­res

Un saba­to fred­do, ma miti­ga­to dal­la piog­ge­rel­li­na. Que­sto han­no tro­va­to i cam­mi­na­to­ri, i pel­le­gri­ni, che, a ragio­ne di cul­tu­ra e cono­scen­za, ovve­ro con sen­ti­men­to reli­gio­so, si sono dati appun­ta­men­to per que­sta tap­pa castel­la­na ad Alba­no una tren­ti­na di uomi­ni e don­ne. Con vari mez­zi, pub­bli­ci e pri­va­ti si è giun­ti al luo­go con­ve­nu­to – Col­le­gio Mis­sio­na­ri del Pre­zio­sis­si­mo San­gue – e subi­to ci si è ricon­giun­ti per il buon­gior­no, nel­lo slar­go di Alba­no che, di fron­te la “Roton­da”, ospi­ta un otti­mo for­no a legna: ognu­no è potu­to esse­re testi­mo­ne del­la fra­gran­za e leg­ge­rez­za del­la sot­ti­le piz­za bian­ca. La Fran­ci­ge­na che come sco­po, quan­do fu idea­ta, ave­va il viag­gio per giun­ge­re in Ter­ra­san­ta, in real­tà, era ed è costel­la­ta da “tap­pe inter­me­die”: tut­te quel­le che con­ten­go­no luo­ghi reli­gio­si da “toc­ca­re” col cam­mi­no. Ovvia­men­te, era cosa impe­gna­ti­va e den­sa di sacri­fi­cio nei seco­li dopo il quat­tro­cen­to; ben dif­fe­ren­te ai gior­ni nostri. Ugual­men­te ben rari era­no i luo­ghi “san­ti” da pas­sa­re, ben più nume­ro­si e dis­se­mi­na­ti sono ora: alme­no nell’occidente. Per que­sto, la scel­ta, del “Grup­po dei Dodi­ci”, di dedi­ca­re una inte­ra tap­pa ad Alba­no cit­tà è com­pren­si­bi­lis­si­ma oltre che ampia­men­te ripa­ga­ta dal­la ric­chez­za del­le pre­sen­ze qui tro­va­te. L’ottima “gui­da”, il dott. Rober­to Libe­ra, con i suoi inca­ri­chi cul­tu­ra­li pres­so la Curia, ha dato ampie spie­ga­zio­ni degli affa­sci­nan­ti luo­ghi visi­ta­ti. Il sito del­la Madon­na del­la stel­la, di fian­co allo sto­ri­co cimi­te­ro civi­le, e sovra­stan­te le cata­com­be di San Sena­to­re. Il dupli­ce uti­liz­zo, dei roma­ni pri­ma che han­no sca­va­to cave per mate­ria­le di edi­li­zia; e suc­ces­si­va­men­te dei cri­stia­ni che han­no fat­to del luo­go il posto dove depor­re i defun­ti nel son­no pri­ma del risve­glio, ma che – al con­tem­po – han­no crea­to la cap­pel­la ipo­gea e, soprat­tut­to, nar­ra­to con pit­tu­ra a mura la sto­ria del cri­stia­ne­si­mo. La magni­fi­cen­za del­la sto­ria roma­na, del castrum, del­la secon­da Legio­ne Par­ti­ca del gene­ra­le, poi impe­ra­to­re, Set­ti­mio Seve­ro, sono sta­ti i con­te­nu­ti del­la spie­ga­zio­ne di Libe­ra, nel­le soste davan­ti a San Pie­tro – con la par­ti­co­la­ris­si­ma vicen­da di Eufro­si­na che è testi­mo­nia­ta dal­la scrit­ta al rove­scio sot­to l’attuale ingres­so in chie­sa – pri­ma, e all’entrata del castrum for­ti­fi­ca­to (vici­no il Muni­ci­pio). L’ulteriore appun­ta­men­to con la spie­ga­zio­ne del come sia sta­to costrui­to il Duo­mo, sep­pur non in pre­sen­za di una gran­de quan­ti­tà di popo­la­zio­ne, ma rispon­den­te alla pos­si­bi­li­tà del pon­te­fi­ce di dispor­re di un pos­se­di­men­to che era la pro­se­cu­zio­ne del­la pro­prie­tà vati­ca­na di Castel Gan­dol­fo. Duo­mo solo in segui­to dedi­ca­to a San Pan­cra­zio, ora, appun­to, patro­no del­la cit­tà castel­la­na.

Nel­la sala dei vedu­ti­sti, pres­so il Palaz­zo Ler­ca­ri in Alba­no


La visi­ta, e la spie­ga­zio­ne fat­ta in como­di­tà nel­la sala dei vedu­ti­sti, all’interno del Palaz­zo vesco­vi­le, cioè Palaz­zo Ler­ca­ri, ha per­mes­so di vede­re la curio­si­tà arti­sti­ca del­la pre­sen­za di tut­ti i qua­dri espo­sti sen­za nome del pit­to­re che li ha rea­liz­za­ti. Qui, in sala, pri­ma di lascia­re l’edificio, il Grup­po dei Dodi­ci ha dato pro­va di ori­gi­na­li­tà e pro­fon­da cul­tu­ra, offren­do ai par­te­ci­pan­ti un assag­gio – mol­to più cor­po­so sarà fat­to all’arrivo, dopo il pran­zo, pres­so il Col­le­gio – dei “Musi­ci Via­to­res”, com­pa­gnia viag­gian­te di musi­ca anti­ca. Que­sto soda­li­zio nasce con l’intento di con­ci­lia­re la rie­vo­ca­zio­ne del reper­to­rio musi­ca­le medio-rina­sci­men­ta­le con la seco­la­re tra­di­zio­ne popo­la­re tra­man­da­ta oral­men­te. Gli stru­men­ti che uti­liz­za­no sono auto­pro­dot­ti e la ricer­ca si basa su stu­di e scam­bi con altri musi­ci­sti. Intan­to, mol­ti si sono sen­ti­ti for­ti­fi­ca­ti dal salu­to all’ingresso por­to dal Vesco­vo di Alba­no Mons. Mar­cel­lo Seme­ra­ro. Ed ora ci si avvia al tuf­fo nel­la Roton­da. Cari­ca di sto­ria, di vari usi a cui nel tem­po, pri­ma di dive­ni­re la “chie­sa più bel­la di Alba­no” era sta­ta desti­na­ta: da Ter­me a luo­go di cul­to. Un toc­co di squi­si­ta poe­sia e vicen­da uma­na, è sta­to pos­si­bi­le vive­re gra­zie ad una epi­gra­fe. Ha que­sto mar­mo posto nel pic­co­lo sar­co­fa­go di bim­bet­to, una scrit­ta “bilin­gue”: gre­co e lati­no. Non solo, ma nel con­te­nu­to è la comu­ni­ca­zio­ne d’amore del padre per il figlio che ha per­so, con la “rispo­sta” altret­tan­to poe­ti­ca che il figlio­let­to dall’al di là riman­da al padre (la sto­ria di Euti­che, figlio di Euti­che). Sto­ria che ha com­mos­so parec­chi di noi.

Epi­gra­fe di Euti­che, pres­so la Roton­da di Alba­no


Ma la carat­te­ri­sti­ca che la Roton­da (San­tua­rio San­ta Maria del­la Roton­da) con­di­vi­de con pochi altri esem­pi in occi­den­te, è che è una strut­tu­ra archi­tet­to­ni­ca cubi­ca, con all’interno una sfe­ra. Esat­ta­men­te come il Pan­theon a Roma. Anche se di dimen­sio­ni mino­ri. La chiu­su­ra del­la tap­pa nel­la cit­tà di Alba­no, inter­mez­za­ta da infi­ni­te doman­de poste dai par­te­ci­pan­ti alla gui­da o ai reg­gi­to­ri dell’organizzazione, è cul­mi­na­ta, nel dopo pasto, con ric­che musi­che ricer­ca­te, e per­fi­no bal­li e video illu­stra­ti dal Pre­si­den­te Gian­car­lo For­te. Imman­ca­bi­le l’adesione di vec­chi e nuo­vi soci al Grup­po dei Dodi­ci.

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