Roma. Regione Lazio: il PCI incontra l’assessore al lavoro, Claudio Di Berardino

Roma. Regione Lazio: il PCI incontra l’assessore al lavoro, Claudio Di Berardino

16/11/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Incon­tro PCI Asses­so­ra­to al Lavo­ro Regio­ne Lazio. Da sin: Anto­nio Mastran­ge­li, Asses­so­re Clau­dio Di Berar­di­no, Ore­ste del­la Posta, Tizia­no Ziro­li


Vener­dì mat­ti­na, pres­so gli uffi­ci regio­na­li, l’Assessore al Lavo­ro del­la Giun­ta Zin­ga­ret­ti, Clau­dio Di Berar­di­no, ha rice­vu­to la dele­ga­zio­ne del PCI del Lazio. Nell’ambito del­le ini­zia­ti­ve del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no del Lazio, che sui diver­si pro­ble­mi dram­ma­ti­ci e basi­la­ri dei lavo­ra­to­ri e dei cit­ta­di­ni del Lazio, stan­no com­pien­do una serie di incon­tri vol­ti ad acqui­si­re infor­ma­zio­ni diret­te – come è sta­to per la sani­tà nel­le scor­se set­ti­ma­ne — , ora c’è sta­to que­sto con­fron­to sul­la que­stio­ne lavo­ro e wel­fa­re. La dele­ga­zio­ne dei comu­ni­sti (Tizia­no Ziro­li, respon­sa­bi­le Lavo­ro, Anto­nio Mastran­ge­li del­la segre­te­ria regio­na­le, Ore­ste del­la Posta segre­ta­rio regio­na­le) ha inte­so con que­sta azio­ne poter cono­sce­re le atti­vi­tà pre­mi­nen­ti dell’assessorato e, soprat­tut­to sot­to­por­re alcu­ne que­stio­ni ine­ren­ti pro­prio il lavo­ro nel­la nostra regio­ne. Da par­te sua l’Assessore Di Berar­di­no, anche rispon­den­do a pre­ci­si que­si­ti, ha reso noto che dram­ma­ti­ca­men­te alcu­ne que­stio­ni riguar­dan­ti la FCA di Cas­si­no, han­no diret­te rica­du­te nega­ti­ve pro­prio per i lavo­ra­to­ri dell’indotto del set­to­re auto­mo­bi­li­sti­co. Per l’annosa vicen­da del­le aree di cri­si com­ples­sa, — altro dram­ma che il Lazio cono­sce sul­la pel­le del­le fami­glie dei lavo­ra­to­ri — l’esponente del­la Giun­ta regio­na­le ha reso noto che sono sta­ti recu­pe­ra­ti 4 milio­ni di euro, giu­sto per giun­ge­re alle coper­tu­re ver­so le mae­stran­ze aven­ti dirit­to all’inizio del 2020. Gli inte­res­sa­ti dal red­di­to di cit­ta­di­nan­za, così come si è con­fi­gu­ra­to fino ad oggi ha riguar­da­to deci­ne di miglia­ia di per­so­ne. Ben lon­ta­no dal­le este­se neces­si­tà socia­li e ben lon­ta­no dal­la fame di lavo­ro. Fame di lavo­ro che cer­to non è suf­fi­cien­te sod­di­sfa­re con i 400 col­lo­qui che si svol­go­no nei cen­tri per il lavo­ro, o le 500 assun­zio­ni che si faran­no per sod­di­sfa­re l’area pub­bli­ca dei vari set­to­ri del­la Regio­ne. Per que­sto, la dele­ga­zio­ne comu­ni­sta, e segna­ta­men­te il respon­sa­bi­le lavo­ro, Tizia­no Ziro­li e il segre­ta­rio regio­na­le, Ore­ste del­la Posta, han­no mes­so sul piat­to una pro­po­sta defi­ni­ta di “rivo­lu­zio­ne coper­ni­ca­na” rispet­to ad uno sno­do impor­tan­te nel­le poli­ti­che del lavo­ro. “Infat­ti – sosten­go­no i diri­gen­ti comu­ni­sti – le atti­vi­tà attua­li dei cen­tri per l’impiego somi­glia­no mol­to a modu­li­fi­ci. Dove cioè a pre­va­le­re non sono la individuazione/promozione di posti di lavo­ro, ma solo un lavo­ro mol­to buro­cra­ti­co che poca o nul­la effi­ca­cia ha pro­prio rispet­to ai biso­gno­si di lavo­ro. La pro­po­sta avan­za­ta chie­de pro­prio ai CiL di far­si pro­ta­go­ni­sti nel­la indi­vi­dua­zio­ne del­le neces­si­tà del­le pic­co­le e mede impre­se regio­na­li per far incon­tra­re e for­ma­re le giu­ste mae­stran­ze adat­te alla biso­gna del­le atti­vi­tà pro­dut­ti­ve, que­sto, ovvia­men­te, al net­to del­la cri­si impe­ran­te”. Secon­do la valu­ta­zio­ne del­la dele­ga­zio­ne del PCI, le rispo­ste su que­sta richie­sta allo sco­per­to avan­za­ta dai comu­ni­sti, ha visto l’Assessore abba­stan­za con­cor­de con il giu­di­zio di ina­de­gua­tez­za dell’attuale atti­vi­tà dei CiL; così come del­la neces­si­tà di indi­vi­dua­re una miglio­re uti­liz­za­zio­ne fina­liz­za­ta pro­prio alla sod­di­sfa­zio­ne da un lato del­la doman­da pro­ve­nien­te dal mon­do pro­dut­ti­vo, e dall’altra alla fame di lavo­ro che regna in tut­to il Lazio: tra gio­va­ni e meno gio­va­ni; tra sco­la­riz­za­ti e diplo­ma­ti e lau­rea­ti e non. “I comu­ni­sti, nel Lazio come nel resto del Pae­se – ha sen­ten­zia­to Del­la Posta – con­ti­nue­ran­no a met­te­re le que­stio­ni del lavo­ro al pri­mo posto, cer­to per una que­stio­ne ideo­lo­gi­ca – per­ché pen­sia­mo di esse­re nati soprat­tut­to per que­sto, rap­pre­sen­ta­re i lavo­ra­to­ri e la digni­tà del lavo­ro -, ma anche per­ché è il vero car­di­ne di tut­ti i pro­ble­mi del nostro Pae­se e del­la quo­ti­dia­ni­tà che avvol­ge le fami­glie. Basti pen­sa­re all’Ilva, o par­la­re con ogni per­so­na che si incon­tra in ogni occa­sio­ne nei luo­ghi di vita quo­ti­dia­na”.

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