Ecosistema Urbano: Trento, Mantova, Bolzano prime in classifica

Ecosistema Urbano: Trento, Mantova, Bolzano prime in classifica

28/10/2019 0 Di Redazione

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Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma prime in classifica per performance ambientali

nella ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore

Un’Italia diversa è possibile ma il quadro generale dei nostri capoluoghi restituisce troppe criticità

“Mettiamo in rete le città, con un’agenda nazionale per renderle sostenibili, sicure e inclusive”

Pre­mia­te le Buo­ne pra­ti­che urba­ne 2019

Tren­to, Man­to­va, Bol­za­no, Por­de­no­ne e Par­ma sono le cit­tà in testa alla clas­si­fi­ca di Eco­si­ste­ma Urba­no 2019,la ricer­ca di Legam­bien­te, Ambien­te Ita­lia e Il Sole 24 Ore sul­le per­for­man­ce ambien­ta­li dei capo­luo­ghi di pro­vin­cia. Con qual­che alto e bas­so, rap­pre­sen­ta­no da anni l’eccellenza: Tren­to sale dal quar­to al pri­mo posto, segue Man­to­va, anco­ra una vol­ta il ter­zo posto è di Bol­za­no, poi Por­de­no­ne che sale dal­la sesta alla quar­ta posi­zio­ne e Par­ma che pas­sa dal­la secon­da alla quin­ta (https://ecosistemi.legambiente.it/risultati/).

Zuman­do su alcu­ne cit­tà, si sco­pre un’Italia dina­mi­ca, atten­ta alle nuo­ve scel­te urba­ni­sti­che, ai ser­vi­zi di mobi­li­tà, alla pro­gres­si­va resti­tu­zio­ne di vie e piaz­ze ai cit­ta­di­ni, all’impegno con­tro lo spre­co ali­men­ta­re, alla cre­sci­ta degli spa­zi natu­ra­li; ma una let­tu­ra d’insieme del­le aree urba­ne resti­tui­sce emer­gen­ze, cri­ti­ci­tà e trop­pe per­for­man­ce ambien­ta­li sca­den­ti o pes­si­me, a comin­cia­re dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiu­ti.

I risul­ta­ti di Eco­si­ste­ma Urba­no 2019 sono sta­ti pre­sen­ta­ti que­sta mat­ti­na a Man­to­va, da Mir­ko Lau­ren­ti, respon­sa­bi­le di Eco­si­ste­ma Urba­no di Legam­bien­te e Loren­zo Bono, di Ambien­te Ita­lia. Un’occasione per ragio­na­re di un’agenda nazio­na­le urba­na per met­te­re in rete le cit­tà e ren­der­le soste­ni­bi­li, sicu­re e inclu­si­ve con i sin­da­ci e gli ammi­ni­stra­to­ri dei capo­luo­ghi; di come far diven­ta­re nazio­na­le una que­stio­ne solo appa­ren­te­men­te loca­le, come dare gam­be e risor­se eco­no­mi­che ai muni­ci­pi, come favo­ri­re un pro­ces­so nuo­vo che affron­ti insie­me i temi del­le peri­fe­rie e dell’inclusione, del­la mobi­li­tà e dell’accessibilità, del­la casa e del lavo­ro, del­le com­pe­ten­ze per l’economia loca­le e cir­co­la­re, del­la qua­li­tà dell’aria e dei ter­re­ni, del con­su­mo di suo­lo e del­lo spa­zio pub­bli­co. Tra gli inter­ven­ti, coor­di­na­ti da Mar­co Maria­ni del Sole 24 Ore, quel­li di Ste­fa­no Cia­fa­ni, pre­si­den­te Legam­bien­te, Bar­ba­ra Meg­get­to pre­si­den­te Legam­bien­te Lom­bar­dia, Mario Zam­bri­ni, Ambien­te Ita­lia, Tul­lio Ber­len­ghi, capo segre­te­ria tec­ni­ca mini­ste­ro dell’Ambiente, Ales­san­dro Brat­ti, diret­to­re gene­ra­le ISPRA, Mat­tia Palaz­zi, Sin­da­co di Man­to­va.

A segui­re sono sta­te pre­mia­te le Buo­ne pra­ti­che urba­ne 2019, espe­rien­ze che dimo­stra­no che il cam­bia­men­to è pos­si­bi­le, anzi è a por­ta­ta di mano, quan­do c’è dav­ve­ro la voglia di crea­re discon­ti­nui­tà con il pas­sa­to e di met­te­re in cam­po azio­ni per ridur­re gli impat­ti ambien­ta­li e miglio­ra­re la qua­li­tà del­le cit­tà e la qua­li­tà del­la vita.

“In Ita­lia, le poli­ti­che che inte­res­sa­no i cen­tri urba­ni sono spez­zet­ta­te tra mini­ste­ri diver­si, con gran­de spre­co del­le scar­se risor­se a dispo­si­zio­ne e pochi risul­ta­ti — ha dichia­ra­to il pre­si­den­te di Legam­bien­te Ste­fa­no Cia­fa­ni- eppu­re è nel­le cit­tà che si gio­ca la sfi­da cru­cia­le dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, per­ché lì si pro­du­ce oltre la metà del­le emis­sio­ni di gas ser­ra. Per anda­re oltre gli impe­gni dell’Accordo di Pari­gi, non basta quan­to si sta facen­do: va impres­sa un’accelerazione alla tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca, orien­tan­do­la anche ver­so una mag­gio­re giu­sti­zia socia­le, van­no spin­te le cit­tà a cor­reg­ge­re in chia­ve eco­lo­gi­ca l’edilizia e i rifiu­ti, i tra­spor­ti e l’industria, crean­do occu­pa­zio­ne, green e cir­cu­lar eco­no­my, sti­mo­lan­do la doman­da di pro­dot­ti eco-com­pa­ti­bi­li, di con­su­mi soste­ni­bi­li, lo svi­lup­po di filie­re agroa­li­men­ta­ri di qua­li­tà e a bas­so impat­to ambien­ta­le”.

Eco­si­ste­ma Urba­no 2019 è rea­liz­za­to da Legam­bien­te in col­la­bo­ra­zio­ne con Ambien­te Ita­lia e Il Sole 24 Ore, con il patro­ci­nio del Comu­ne di Man­to­va, del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, del mini­ste­ro dell’Ambiente e di Anci e Agen­de 21 loca­li ita­lia­ne, e il con­tri­bu­to di Eco­mon­do e Idea­pla­st. Sono sta­ti esa­mi­na­ti oltre 30mila dati, valu­ta­ti in base a 18 para­me­tri che deter­mi­na­no la clas­si­fi­ca del­le per­for­man­ce ambien­ta­li.

Gli indi­ca­to­ri par­la­no anche quest’anno di un’Italia che si muo­ve in manie­ra diso­mo­ge­nea. Nel com­ples­so miglio­ra, ma sono tan­te le cit­tà in allar­me smog o inca­pa­ci di assi­cu­ra­re un cor­ret­to ciclo dei rifiu­ti, si amplia il diva­rio tra chi pro­du­ce pro­gres­si nel tra­spor­to pub­bli­co e chi ha mez­zi pub­bli­ci non ade­gua­ti alle esi­gen­ze di mobi­li­tà del­le per­so­ne, resta­no pie­ne di maga­gne le reti idri­che, talo­ra veri e pro­pri cola­bro­do che disper­do­no nel nul­la quan­ti­tà enor­mi di acqua pota­bi­le, ci sono qua e là incre­di­bi­li fal­le nel­la depu­ra­zio­ne dei reflui fogna­ri, una dram­ma­ti­ca insi­cu­rez­za stra­da­le che lascia sul cam­po miglia­ia di mor­ti e deci­ne di miglia­ia di feri­ti ogni anno. Si fa fati­ca a capi­re come mai alcu­ne cri­ti­ci­tà (il tas­so di moto­riz­za­zio­ne ad esem­pio e quel­lo che ne con­se­gue in ter­mi­ni di con­ge­stio­ne, aria inqui­na­ta, rumo­re, con­su­mo di risor­se e pro­du­zio­ne di gas ser­ra) non ven­ga­no affron­ta­te con la giu­sta deter­mi­na­zio­ne e altre sia­no ampia­men­te sot­to­va­lu­ta­te (la lot­ta ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, inter­ven­ti rapi­di di adat­ta­men­to e per la resi­lien­za).

Viva­ci­tà e pro­pen­sio­ne al cam­bia­men­to, oltre a carat­te­riz­za­re le cit­tà in testa alla clas­si­fi­ca, si tro­va­no tut­ta­via anche in altri cen­tri urba­ni, limi­ta­ta­men­te ad ambi­ti spe­ci­fi­ci. Cer­can­do una chia­ve di let­tu­ra sin­te­ti­ca dell’andamento del­le per­for­man­ce ambien­ta­li del­le cit­tà, biso­gna abban­do­na­re le soli­te cop­pie nord/sud, cen­tri urba­ni grandi/piccoli o ric­chi e pove­ri.

Nel­le pri­me 20 posi­zio­ni si tro­va­no, infat­ti, cit­tà gran­di come Bolo­gna, comu­ni del sud come Cosen­za, capo­luo­ghi non ai ver­ti­ci del­le clas­si­fi­che del PIL come Ori­sta­no, a con­fer­ma­re che la rego­la che l’Italia del buon eco­si­ste­ma urba­no è prin­ci­pal­men­te l’Italia che fa bene e spen­de bene le sue risor­se, che si evol­ve e pia­ni­fi­ca le tra­sfor­ma­zio­ni futu­re.

Nel­le ulti­me ven­ti­due posi­zio­ni, si tro­va­no alcu­ni gran­di cen­tri urba­ni: Napo­li, Bari, Tori­no, Roma, Paler­mo, cicli­ca­men­te vit­ti­me di pic­co­le-gran­di emer­gen­ze, ora lo smog (Tori­no e Roma), ora i rifiu­ti (Napo­li e Paler­mo, ma anche Roma), o l’acqua (Bari). Per non par­la­re dell’emergenza traf­fi­co che inte­res­sa più o meno tut­ti i gran­di cen­tri urba­ni d’Italia (Roma e Tori­no han­no ben più di 60 auto ogni 100 abi­tan­ti), aggra­va­ta nel caso del­la Capi­ta­le da un ser­vi­zio di tra­spor­to pub­bli­co che pare con­dan­na­to a una cri­si sen­za fine.

In coda alla gra­dua­to­ria si piaz­za­no Vibo Valen­tia, Sira­cu­sa, Cata­nia. Vibo Valen­tia non rispon­de a nes­su­na doman­da da tre anni, Sira­cu­sa da un bien­nio. Cata­nia, inve­ce, terz’ultima, col­le­zio­na una serie di per­for­man­ce non esal­tan­ti: per­di­te del­la rete idri­ca oltre il 45% (45,5% come lo scor­so anno); una del­le pro­du­zio­ni di rifiu­ti più alte in asso­lu­to (733 kg/ab/anno), mes­sa assie­me con un ana­cro­ni­sti­co 7,7% di rifiu­ti rac­col­ti in manie­ra dif­fe­ren­zia­ta e meno di ven­ti cen­ti­me­tri qua­dra­ti di suo­lo a testa riser­va­to a chi cam­mi­na.

“Guar­dan­do all’Italia di Eco­si­ste­ma Urba­no, che esa­mi­na oltre 30mila dati rac­col­ti attra­ver­so que­stio­na­ri invia­ti da Legam­bien­te ai 104 comu­ni capo­luo­go — ha spie­ga­to Mir­ko Lau­ren­ti, respon­sa­bi­le di Eco­si­ste­ma Urba­no di Legam­bien­te — emer­ge un Pae­se fat­to di gran­di que­stio­ni urba­ne non risol­te — traf­fi­co, smog, per­di­te di rete idri­ca, pro­du­zio­ne rifiu­ti — ma anche un’Italia che cer­ca di rea­gi­re. Lo dico­no in qual­che caso i nostri nume­ri, con­ti­nua a cre­sce­re e a dif­fon­der­si, anche al Sud, ad esem­pio, la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta dei rifiu­ti, ma lo si vede più spes­so ana­liz­zan­do le buo­ne pra­ti­che urba­ne. La sfi­da è pro­iet­ta­re le nostre cit­tà nel futu­ro, ragio­nan­do­ne a livel­lo com­ples­si­vo per costrui­re real­tà soste­ni­bi­li, fun­zio­na­li e fun­zio­nan­ti. Biso­gna con­si­de­ra­re la civi­tas con l’uo­mo e l’am­bien­te al cen­tro per inne­sca­re in modo strut­tu­ra­le quei cam­bia­men­ti capa­ci di guar­da­re al futu­ro e che oggi si vedo­no solo a mac­chia di leo­par­do, spes­so per ini­zia­ti­ve di sin­go­li cit­ta­di­ni, comi­ta­ti o asso­cia­zio­ni”. 

Le pri­me in clas­si­fi­ca

Tren­to, come tut­te le cit­tà in testa, pote­va con­ta­re già su buo­ne per­for­man­ce com­ples­si­ve, deve il suo bal­zo in testa prin­ci­pal­men­te al miglio­ra­men­to regi­stra­to nei tre para­me­tri del­la qua­li­tà dell’aria, a una leg­ge­ra cre­sci­ta dei viag­gi degli abi­tan­ti sul tra­spor­to pub­bli­co e all’aumento dell’attenzione alla mobi­li­tà cicla­bi­le.

Man­to­va, pri­ma lo scor­so anno, con­fer­ma otti­me per­for­man­ce gene­ra­li. Con­tie­ne lie­ve­men­te da un anno all’altro con­cen­tra­zio­ni di pol­ve­ri sot­ti­li e gior­ni di supe­ra­men­to dell’ozono e abbat­te ulte­rior­men­te le per­di­te del­la rete idri­ca.

Bol­za­no, da tem­po pro­ta­go­ni­sta di per­for­man­ce buo­ne e otti­me, miglio­ra il pun­teg­gio com­ples­si­vo. Cala il bios­si­do di azo­to e si ridu­co­no sen­si­bil­men­te i gior­ni di allar­me ozo­no (da 39 del 2017 agli attua­li 25), resta al 66,5% la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta dei rifiu­ti, ma aumen­ta la pro­du­zio­ne pro capi­te, miglio­ra il tra­spor­to pub­bli­co.

Por­de­no­ne è quar­ta (era sesta lo scor­so anno) prin­ci­pal­men­te per un miglio­ra­men­to nei tre indi­ci lega­ti all’inquinamento atmo­sfe­ri­co, ai pas­seg­ge­ri tra­spor­ta­ti dal Tpl e a una sostan­zia­le con­fer­ma dell’ottima per­cen­tua­le di rifiu­ti rac­col­ti in modo dif­fe­ren­zia­to (sfio­ra l’85%) e per esse­re la cit­tà che — più di tut­te — con­tie­ne le per­di­te del­la rete idro­po­ta­bi­le.

Par­ma è quin­ta ed è l’unica del­le pri­me die­ci cit­tà che cala nel pun­teg­gio com­ples­si­vo. Infat­ti pur miglio­ran­do leg­ger­men­te nel­le per­for­man­ce lega­te agli inqui­nan­ti atmo­sfe­ri­ci, resta sostan­zial­men­te fer­ma per quel che con­cer­ne i nume­ri lega­ti a tra­spor­to pub­bli­co, iso­le pedo­na­li e cicla­bi­li­tà.

I nume­ri

Qua­li­tà dell’aria: meno del­la metà del­le cit­tà rispet­ta­no tut­ti i limi­ti di leg­ge.

Dati sul­le Pm10 in net­to miglio­ra­men­to. Solo a Tori­no e Ragu­sa alme­no una cen­tra­li­na ha un valo­re medio annuo che oltre­pas­sa il limi­te per la pro­te­zio­ne del­la salu­te uma­na di 40 μg/mc. Scen­do­no da 16 a 11 le cit­tà dove il valo­re medio del­le con­cen­tra­zio­ni di bios­si­do di azo­to è supe­rio­re al limi­te di leg­ge. Per l’ozo­no: pas­sa­no da 63 a 53 le cit­tà dove il valo­re medio del­le cen­tra­li­ne supe­ra la soglia di pro­te­zio­ne del­la salu­te uma­na (era­no però 38 nel 2016). 

Rifiu­ti: qua­si al 55% la media del­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta. Fer­ra­ra, Tre­vi­so, Man­to­va, Por­de­no­ne, Par­ma e Tren­to oltre l’80%. La per­cen­tua­le di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta sul tota­le dei rifiu­ti urba­ni è in costan­te miglio­ra­men­to, l’obiettivo di leg­ge del 65% fis­sa­to per il 2012 è sta­to rag­giun­to da 38 cit­tà, men­tre la soglia del 35%, pre­vi­sta per il 2006, non è sta­ta anco­ra rag­giun­ta da 18 comu­ni. Tor­na però a cre­sce­re la pro­du­zio­ne di rifiu­ti, con una media di 537 kg pro capi­te.

Rete idri­ca: oltre il 36% dell’acqua pota­bi­le non arri­va ai rubi­net­ti. In 18 cit­tà la metà dell’acqua immes­sa nel­le con­dut­tu­re vie­ne disper­sa e cre­sce il nume­ro di cit­tà dove più del 30% dell’acqua immes­sa nel­la rete vie­ne disper­sa. Solo Por­de­no­ne, Man­to­va, Lodi, Mon­za e Mace­ra­ta rie­sco­no a con­te­ne­re le per­di­te entro il 15%.

Tra­spor­to pub­bli­co: Mila­no, Bre­scia, Pavia sono le cit­tà dove pren­de­re il bus è più faci­le. Miglio­ra com­ples­si­va­men­te, sep­pur di poco, il ser­vi­zio di tra­spor­to pub­bli­co. Il tas­so di moto­riz­za­zio­ne dei capo­luo­ghi ita­lia­ni, inve­ce, sale in un anno da 63,3 auto ogni 100 abi­tan­ti a 63,9. Tra i gran­di cen­tri urba­ni fa ecce­zio­ne Mila­no, in lie­ve decre­men­to.

Mobi­li­tà atti­va: Luc­ca e Vene­zia le miglio­ri a pie­di, Reg­gio Emi­lia regi­na per le bici con 43 metri equi­va­len­ti ogni 100 abi­tan­ti di per­cor­si cicla­bi­li, segui­ta da Man­to­va. Cre­sce l’estensione media del­le iso­le pedo­na­li: 0,47 m2 per abi­tan­te (era 0,45 lo scor­so anno).

Fon­ti rin­no­va­bi­li: copro­no il 100% del fab­bi­so­gno elet­tri­co del­le fami­glie in 27 capo­luo­ghi (secon­do un cal­co­lo basa­to sul­la pro­du­zio­ne sti­ma­ta del­le diver­se tec­no­lo­gie pre­sen­ti nei ter­ri­to­ri rispet­to ai con­su­mi medi del­le fami­glie ita­lia­ne). 90 capo­luo­ghi han­no alme­no un impian­to sola­re ter­mi­co o foto­vol­tai­co sugli edi­fi­ci pub­bli­ci. 73 cit­tà han­no impian­ti sola­ri ter­mi­ci, per 23.428 metri qua­dra­ti com­ples­si­vi di pan­nel­li e sem­pre 73 capo­luo­ghi pre­sen­ta­no impian­ti sola­ri foto­vol­tai­ci per com­ples­si­vi 76,8 MW.

Al ter­mi­ne del­la pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to, sono sta­te pre­mia­te le Buo­ne Pra­ti­che di Eco­si­ste­ma Urba­no 2019. Tra le 31 espe­rien­ze sele­zio­na­te in tut­ta Ita­lia, si evi­den­zia­no quel­le di capo­luo­ghi come Cata­nia, Pesca­ra, Bari e Paler­mo, che pur non otte­nen­do risul­ta­ti otti­ma­li nel dos­sier, han­no sapu­to por­ta­re avan­ti sin­go­le ini­zia­ti­ve di qua­li­tà.


Best Prac­ti­ces 2018  


CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO 2019

Pos. Cit­tà   Pos. Cit­tà   Pos. Cit­tà  
1 Tren­to 81,20% 36 Pado­va 57,44% 71 Reg­gio Cala­bria 49,26%
2 Man­to­va 80,59% 37 Pisa 57,11% 72 Caser­ta 48,62%
3 Bol­za­no 76,40% 38 Luc­ca 57,07% 73 Geno­va 48,38%
4 Por­de­no­ne 75,45% 39 Savo­na 56,99% 74 Gros­se­to 46,27%
5 Par­ma 74,72% 40 Pavia 56,40% 75 Saler­no 45,96%
6 Pesa­ro 70,63% 41 Vare­se 56,30% 76 Rovi­go 45,75%
7 Tre­vi­so 70,41% 42 Anco­na 55,88% 77 Rie­ti 45,30%
8 Bel­lu­no 70,18% 43 Aosta 55,76% 78 Brin­di­si 45,22%
9 Ori­sta­no 69,01% 44 Ver­cel­li 55,58% 79 Mon­za 43,91%
10 Fer­ra­ra 68,55% 45 Caglia­ri 55,54% 80 Taran­to 43,27%
11 Ver­ba­nia 66,59% 46 L’A­qui­la 54,63% 81 Cam­po­bas­so 43,09%
12 Reg­gio Emi­lia 65,72% 47 Bene­ven­to 54,61% 82 Pesca­ra 42,78%
13 Bolo­gna 65,63% 48 Sie­na 54,57% 83 Pisto­ia 42,39%
14 Cosen­za 65,52% 49 Arez­zo 54,34% 84 Napo­li 42,18%
15 Mace­ra­ta 65,14% 50 Poten­za 54,29% 85 Cal­ta­nis­set­ta 41,85%
16 Vene­zia 64,92% 51 Vicen­za 54,01% 86 Fog­gia 41,59%
17 Cre­mo­na 63,86% 52 Chie­ti 53,87% 87 Bari 41,03%
18 Udi­ne 63,84% 53 Raven­na 53,70% 88 Tori­no 40,28%
19 Biel­la 63,81% 54 Mode­na 53,68% 89 Roma 39,85%
20 Cuneo 63,72% 55 Nova­ra 52,53% 90 Impe­ria 39,48%
21 La Spe­zia 62,76% 56 For­lì 52,39% 91 Mes­si­na 38,67%
22 Son­drio 62,58% 57 Pia­cen­za 52,07% 92 Fro­si­no­ne 38,45%
23 Rimi­ni 62,16% 58 Asco­li Pice­no 52,06% 93 Mate­ra 38,25%
24 Firen­ze 61,95% 59 Agri­gen­to 51,87% 94 Cro­to­ne 37,40%
25 Ber­ga­mo 61,43% 60 Asti 51,24% 95 Ales­san­dria 37,27%
26 Peru­gia 61,32% 61 Lec­co 50,98% 96 Mas­sa 36,94%
27 Lodi 61,30% 62 Viter­bo 50,97% 97 Tra­pa­ni 36,16%
28 Tera­mo 60,26% 63 Enna 50,81% 98 Lati­na 35,80%
29 Gori­zia 60,22% 64 Pra­to 50,73% 99 Iser­nia 33,96%
30 Trie­ste 59,93% 65 Avel­li­no 50,35% 100 Paler­mo 30,19%
31 Catan­za­ro 59,36% 66 Lec­ce 50,02% 101 Ragu­sa 29,41%
32 Mila­no 59,33% 67 Vero­na 49,75% 102 Cata­nia 28,56%
33 Bre­scia 58,96% 68 Como 49,75% 103 Sira­cu­sa NV
34 Ter­ni 58,01% 69 Livor­no 49,75% 104 Vibo Valen­tia NV
35 Nuo­ro 58,00% 70 Sas­sa­ri 49,51%      

 

Fon­te: Legam­bien­te, Eco­si­ste­ma Urba­no (Comu­ni, dati 2018)

Ela­bo­ra­zio­ne: Ambien­te Ita­lia

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