LE VELLEITARIE PRETESE DEGLI SPECULATORI DEL DIVINO AMORE. IL TAR SAPRÀ RESPINGERLE?

LE VELLEITARIE PRETESE DEGLI SPECULATORI DEL DIVINO AMORE. IL TAR SAPRÀ RESPINGERLE?

22/09/2019 3 Di Mauro Abate

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Gli iscrit­ti di Ita­lia Nostra di Mari­no riba­di­sco­no il valo­re pre­gia­to del­l’a­rea del­la fat­to­ria Negro­ni al Divi­no Amo­re, che gra­zie al gran­de lavo­ro di un vasto movi­men­to ambien­ta­li­sta fa oggi par­te per leg­ge del Par­co Regio­na­le del­l’Ap­pia Anti­ca, ed altre­sì espri­mo­no la pro­pria con­tra­rie­tà alla spe­cu­la­zio­ne edi­li­zia inva­si­va e distrut­ti­va del­l’a­rea, ogget­to del­l’in­da­gi­ne pena­le deno­mi­na­ta “Rina­sci­men­to”, in cui emer­go­no nei dia­lo­ghi pre­sun­te cor­ru­te­le tra il costrut­to­re Par­na­si, l’ex sin­da­co di Mari­no Paloz­zi (For­za Ita­lia), l’al­lo­ra Asses­so­re all’Ur­ba­ni­sti­ca del­la Regio­ne Lazio Civi­ta (PD), e il pre­si­den­te di Acea Anza­lo­ne (Mov. 5 Stel­le).

L’an­no­sa que­stio­ne del Divi­no Amo­re è ini­zia­ta nel 1999, tut­ta­via si è con­so­li­da­ta in segui­to al Pro­to­col­lo d’In­te­sa nel 2010/2011 tra Comu­ne di Mari­no e Regio­ne Lazio, e poi tra­mi­te un PRINT, cioè un Pro­gram­ma Inte­gra­to di Inter­ven­to, appro­va­to dal Comu­ne nel 2011, e dal­la Regio­ne nel 2013. Que­sti accor­di pre­ve­de­va­no cuba­tu­re resi­den­zia­li per oltre 1.300.000 mc di cemen­to e l’in­se­dia­men­to di cir­ca 12.500 nuo­vi cit­ta­di­ni, non­ché la rea­liz­za­zio­ne del quin­to cen­tro com­mer­cia­le d’I­ta­lia, in una del­le ulti­me aree dell’agro roma­no dei Castel­li Roma­ni. L’in­ve­sti­men­to pre­vi­sto era di cir­ca 1 miliar­do di Euro, con un rica­vo per i costrut­to­ri di cir­ca 300 milio­ni.

Noi iscrit­ti di Mari­no di Ita­lia Nostra sia­mo sta­ti fon­da­to­ri del Comi­ta­to ADA (Argi­ne Divi­no Amo­re), nato sul ter­ri­to­rio di Mari­no all’indomani del 3 Ago­sto 2011, data di appro­va­zio­ne del Con­si­glio Comu­na­le di Mari­no del pro­get­to. ADA è un’ag­gre­ga­zio­ne del­le par­te miglio­re dei cit­ta­di­ni mari­ne­si, ed espri­me una lun­ga sto­ria di gran­de par­te­ci­pa­zio­ne popo­la­re. Vi han­no par­te­ci­pa­to pres­so­ché tut­te le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste, i Comi­ta­ti di quar­tie­re del­la pia­nu­ra mari­ne­se, com­po­nen­ti ambien­ta­li­ste del cen­tro-sini­stra tra­di­zio­na­le, le nuo­ve for­ze poli­ti­che come i 5S, e cen­ti­na­ia di one­sti e civi­li cit­ta­di­ni, tut­ti con­tri­bu­to­ri del­le spe­se lega­li e di ogni sfor­zo. Oltre ad esser­ne sta­ti tra i fon­da­to­ri ne sia­mo sta­ti tra i mag­gio­ri atti­vi­sti. La nostra posi­zio­ne coin­ci­de con quel­la del Con­si­glio Regio­na­le del Lazio di Ita­lia Nostra, non­ché con quel­la degli orga­ni diret­ti­vi di Ita­lia Nostra, oltre che del­la sezio­ne dei Castel­li Roma­ni, di cui ad oggi fac­cia­mo for­mal­men­te par­te, in atte­sa che ven­ga esa­mi­na­ta, e si spe­ra accol­ta, la nostra richie­sta di costi­tui­re una sezio­ne di Mari­no di Ita­lia Nostra, che potrà tute­la­re il ter­ri­to­rio mari­ne­se con mag­gio­re atten­zio­ne e par­te­ci­pa­zio­ne.

Dal­la fine del 2011 il Comi­ta­to ADA ha pre­sen­ta­to diver­si ricor­si al TAR, che anco­ra non sono sta­ti discus­si (!):

1) Nel 2011 e nel 2015 sono sta­ti pre­sen­ta­ti DUE ricor­si al TAR sui Pro­gram­mi Inte­gra­ti di Inter­ven­to (PRINT), di cui il secon­do ad adju­van­dum del ricor­so pre­sen­ta­to nel 2015 dal­la Cit­tà Metro­po­li­ta­na (v. pun­to 6);
2) Due depo­si­ti aggiun­ti­vi (ai ricor­si) al TAR a) avver­so la deli­be­ra 58 DLC Mari­no del 2012 (con­tro­de­du­zio­ni alle osser­va­zio­ni sul Print 2011) b) avver­so la DRL n. 16/ 2013 cioè il PRINT del­la Regio­ne Lazio;
3) Una deci­na di “Pre­lie­vi” nel 2014, 2015, 2016, cioè richie­ste di discus­sio­ne al TAR di alcu­ni aspet­ti dei ricor­si, che sono sta­ti igno­ra­ti.
4) 2014: l’As­so­cia­zio­ne Ita­lia Nostra nazio­na­le ha pre­sen­ta­to ricor­so ad adju­van­dum al TAR Lazio a sup­por­to del Ricor­so ADA 2011;
5) L’ASL Roma H nel 2013 e 2014 ha espres­so due pare­ri NEGATIVI sugli inse­dia­men­ti, “pro­prio per la loro par­ti­co­la­re nume­ro­si­tà “, e indi­can­do “rischi di emer­gen­za ambien­ta­le”;
6) 2015 Ricor­so del­la Cit­tà Metro­po­li­ta­na riguar­do alla zona Maz­za­ma­gna (con­ti­gua all’a­rea del Divi­no Amo­re), per otte­ne­re l’an­nul­la­men­to DRL Regio­ne Lazio 11.11.2014 e DCC 52/2009 e 13/2013 del Comu­ne di Mari­no cir­ca il pro­get­to di svi­lup­po edi­li­zio ex leg­ge 167 (defi­ni­ta “Pia­no per l’e­di­li­zia eco­no­mi­ca e popo­la­re in varian­te al PRG”, anche det­ta “Social Hou­sing”).

Il TAR non avreb­be potu­to che dare ragio­ne ai ricor­si, poi­ché:
1) Nel PTPG, Pia­no Ter­ri­to­ria­le Pro­vin­cia­le Gene­ra­le, appro­va­to 18.01.2010 (quin­di pri­ma del Pro­to­col­lo d’In­te­sa):
a) riguar­do alla par­te ambien­ta­le, la desti­na­zio­ne dei ter­re­ni in ogget­to è agri­co­la;
b) riguar­do agli inse­dia­men­ti urba­ni­sti­ci, poi­ché si rea­liz­ze­reb­be un incre­men­to del 51% pre­vi­sto dal PUGC (Pia­no Urba­ni­sti­co Gene­ra­le Comu­na­le), neces­sa­ria­men­te se ne sareb­be dovu­to fare un altro, e quin­di un nuo­vo PRG, che avreb­be dovu­to rive­de­re le quo­te com­ples­si­ve rela­ti­ve alle zone resi­den­zia­li e pro­dut­ti­ve.
In con­clu­sio­ne per il PTPG l’in­te­ro pro­get­to di edi­fi­ca­zio­ne è incom­pa­ti­bi­le e da ricol­lo­ca­re altro­ve.
2) Moti­vi di fon­do del­l’in­com­pa­ti­bi­li­tà: l’al­to valo­re archeo­lo­gi­co e pae­si­sti­co, trat­tan­do­si di una zona di gran­de pre­gio del­l’a­gro roma­no, che ha por­ta­to alla sua inclu­sio­ne del­l’a­rea nel Par­co Regio­na­le del­l’Ap­pia Anti­ca;
3) La dif­fi­col­tà di approv­vi­gio­na­men­to idri­co;
4) Gli enor­mi pro­ble­mi di mobi­li­tà e via­bi­li­tà infra­strut­tu­ra­le riguar­do ai qua­li il pro­get­to dei costrut­to­ri è del tut­to caren­te, dan­do luo­go ad un pro­ble­ma in pra­ti­ca irri­sol­vi­bi­le. Man­ca­no, infat­ti, le stra­de e le vie di acces­so a que­sta pro­po­sta cit­tà, e le attua­li stra­de, del tut­to caren­ti, sono di per­ti­nen­za di Comu­ni che non sono sta­ti nean­che infor­ma­ti del pro­get­to;
5) Altri enti o isti­tu­zio­ni, aven­ti dirit­to, o che rap­pre­sen­ta­no inte­res­si dif­fu­si, devo­no esse­re coin­vol­ti nel­l’ap­pro­va­zio­ne, tra­mi­te una Con­fe­ren­za di Ser­vi­zi. Tra que­sti: il Par­co del­l’Ap­pia Anti­ca, il Par­co dei Castel­li Roma­ni, l’A­CEA, la Cit­tà Metro­po­li­ta­na (che ha una par­te­ci­pa­zio­ne di mag­gio­ran­za anche in ACEA), l’A­STRAL, e i Comu­ni inte­res­sa­ti dai sud­det­ti pro­ble­mi di mobi­li­tà.
Poi­ché la rea­liz­za­zio­ne del­le infra­strut­tu­re via­rie nel Pro­to­col­lo d’In­te­sa, e quin­di nel PRINT, era una con­di­zio­ne vin­co­lan­te per la rea­liz­za­zio­ne del pro­get­to, la sospen­si­va del Pro­to­col­lo d’In­te­sa e dei PRINT ese­gui­ta dal­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne del Mov. 5 Stel­le del Comu­ne di Mari­no con la Deli­be­ra di Con­si­glio Comu­na­le n. 2 del 28.02.2018, è sta­ta cor­ret­ta, oltre che intrin­se­ca­men­te giu­sta.

I costrut­to­ri han­no fat­to ricor­so al TAR nel 2018, il qua­le, al con­tra­rio di quan­to acca­du­to per i ricor­si pre­sen­ta­ti dal­le Asso­cia­zio­ni di inte­res­si dif­fu­si, l’ha già esa­mi­na­to. I costrut­to­ri chie­do­no un risar­ci­men­to di cir­ca 300 milio­ni di Euro per i “dirit­ti acqui­si­ti” che avreb­be­ro per­so con l’in­clu­sio­ne del­l’a­rea nel Par­co del­l’Ap­pia Anti­ca, e per la sospen­si­va del Comu­ne di Mari­no. In pra­ti­ca voglio­no rica­va­re il pro­fit­to che, secon­do le sti­me, avreb­be­ro rea­liz­za­to dal­l’af­fa­re, sen­za nean­che lo sfor­zo di rea­liz­za­re le ope­ra. Si trat­ta di pre­te­se inac­cet­ta­bi­li e da respin­ge­re, per­ché l’in­te­ro pro­get­to, come si è visto, pre­sen­ta­va da subi­to del­le irre­go­la­ri­tà rispet­to alle nor­me vigen­ti, non ave­va otte­nu­to il con­sen­so del­le mol­te­pli­ci auto­ri­tà com­pe­ten­ti o aven­ti inte­res­si in mate­ria. Soprat­tut­to, il pro­get­to ave­va tro­va­to for­te oppo­si­zio­ne e con­tra­sto da par­te del­la popo­la­zio­ne di Mari­no, spe­cial­men­te del­le aree inte­res­sa­te di Frat­toc­chie e San­ta Maria del­le Mole, che avreb­be­ro dovu­to immo­la­re la par­te più pre­gia­ta del loro ter­ri­to­rio a bene­fi­cio di un nuo­vo enor­me inse­dia­men­to, che avreb­be acui­to anco­ra di più la pro­pria neces­si­tà di spa­zi ver­di dopo decen­ni di cemen­ti­fi­ca­zio­ne sel­vag­gia, che han­no por­ta­to alla costru­zio­ne di case inven­du­te o sfit­te per 10.000 per­so­ne. Non c’e’ alcu­na neces­si­tà abi­ta­ti­va, e quin­di di costrui­re nuo­ve allog­gi, tan­to più che la popo­la­zio­ne non avreb­be­ro bene­fi­cia­to del­le decan­ta­te strut­tu­re di ser­vi­zi asso­cia­te al nuo­vo inse­dia­men­to, tut­te appan­nag­gio del­la nuo­va cit­tà costrui­ta, e del quin­to cen­tro com­mer­cia­le d’I­ta­lia annes­so. Super­fluo men­zio­na­re infi­ne che si sareb­be­ro crea­ti pro­ble­mi di mobi­li­tà via­ria immen­si in un ter­ri­to­rio già alta­men­te popo­la­to, e con traf­fi­co auto­mo­bi­li­sti­co già estre­ma­men­te pro­ble­ma­ti­co e con­ge­stio­na­to.

Per con­clu­de­re, la rifles­sio­ne fina­le, che dovreb­be esse­re la pri­ma, è che l’a­rea pre­gia­ta di agro roma­no del Divi­no Amo­re ser­ve alle esi­gen­ze di spa­zi Ver­di e di tute­la del­le pro­prie aree pre­gia­te da par­te del­la popo­la­zio­ne di Mari­no, men­tre nel pro­get­to di espan­sio­ne si vor­reb­be che l’a­rea, e i cit­ta­di­ni di Mari­no, ven­ga­no usa­ti a bene­fi­cio degli inte­res­si di una mino­ran­za di costrut­to­ri e di un inse­dia­men­to pri­vi­le­gia­to.
Ci augu­ria­mo che la Cor­te del TAR, che pros­si­ma­men­te pro­nun­ce­rà la sen­ten­za in meri­to, voglia respin­ge­re le vel­lei­ta­rie pre­te­se dei costrut­to­ri, e che pon­ga la paro­la fine allo scel­le­ra­to pro­get­to, rimuo­ven­do la spa­da di Damo­cle che da 20 anni pen­de sul­la testa dei cit­ta­di­ni mari­ne­si.

Mau­ro Aba­te
Coor­di­na­to­re del­la richie­sta degli iscrit­ti di Mari­no di Ita­lia Nostra di costi­tui­re una sezio­ne di Mari­no

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